Endorsamenti? Esatto. Come direste voi? Dichiarazione di voto? Sostegno? Patrocinio? Magari il più diretto "stare con"?
No, io endorso, coniando l'ennesimo inglesismo. Dopo taggo, quoto, scannerizzo, twitto e le altre più o meno discutibili innovazioni del lessico.
Endorso un pugno di candidati alle primarie del PD. Gente che sta vivendo trafelata la più corta campagna elettorale della storia. Gente che si è messa in gioco senza fare calcoli (del resto non c'era tempo), solo con la voglia, questa volta, di metterci la faccia. Gente valutata non per il genere, nè per il legame a schieramenti o mozioni, che certo conta e pesa, ma può non bastare. Gente scelta per futili emotivi, diciamo così.
A Torino Roberto Tricarico, sentendo però la mancanza di Noemi Gallo. A Milano Teresa Cardona, brava e coraggiosa. Ci sarebbe anche una brillante promessa come Francesca Terzoni, ma non posso endorsarne due, non è corretto. A Monza Pippo Civati, che da talento vero dovrebbe smetterla di parlare in prima persona plurale e di sottolineare che tutto quello che sta succedendo nella politica italiana lui lo aveva già detto e predetto.A Ferrara Alessandro Bratti, perché è competente e non si tira mai indietro (sperando che si smarchi un po' di più). A Bologna Salvatore Vassallo perché il PD ha un grande bisogno di gente come lui (anche se Benedetto Zacchiroli merita, ma per lui vale il discorso fatto per Francesca Terzoni). A Cesena Sandro Gozi, un altro di cui il PD ha un gran bisogno ma che si è ritirato. Ad Ancona Eliana Maiolini, che si è messa in gioco con coraggio ed entusiasmo sfidando la logica dei porti sicuri e delle appartenenze convenienti. A Fermo Angela Cossiri, brillante e defilata, candidata malgré lui e forse per questo anche più attraente.
Poi ci sono molti altri candidati che conosco che meritano stima e rispetto. E probabilmente sono ancora di più candidati in gamba che sono fuori dalle mie cerchie, come direbbe google+. E ci saranno quelli di cui mi sono semplicemente dimenticato, che di certo non me la faranno passare liscia.
Però le primarie sono una gran bella cosa, anche quando diventano una sveltina come stavolta, una scappatella vissuta tra Natale e Capodanno. Roba da cinepanettone? Neanche per idea. Niente sarà più come prima. Ce ne accorgeremo. Se ne accorgeranno.
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