A quanto pare dalle primarie per la segreteria PD dovremo aspettarci il peggio. Pippo Civati è una persona solitamente garbata, abituata a condire concetti spesso notevoli con ironia elegante. Oggi invece pubblica sul suo blog un post di quattro righe per linkare una dichiarazione di Matteo Renzi a favore dell'amnistia. La dichiarazione risale al 2005, otto anni fa. Ai tempi Renzi era presidente della provincia di Firenze, Civati consigliere regionale in Lombardia. L'indulto del 2006 era di là da venire e i suoi scoraggianti effetti non potevano essere previsti.
La rete non ha preso bene l'iniziativa di Pippo: i commenti sul blog (che è letto in maggioranza da aficionados, ovvio) sono generalmente negativi e anche un po' stupiti. A fronte delle molte critiche qualche fedelissimo scrive che queste sono le primarie bellezza, si lotta senza esclusione di colpi. Io faccio un post critico su facebook e un civatiano di stretta osservanza commenta "piantiamola di fare le mammolette". A posto.
Questa di Civati è la prima caduta di stile della campagna per la segreteria PD, e speriamo che sia anche l'ultima. Anche perché, nel merito, oggi Pippo in una intervista a Repubblica dice praticamente le stesse cose che aveva detto Renzi domenica scorsa su Rai3 da Lucia Annunziata. Salvo poi attaccare Matteo con violenza, da cui il titolo brutale.
Una brutta uscita e un errore mediatico da parte di Civati e di chi lo consiglia. Ed è interessante che Pippo la renda pubblica lo stesso giorno in cui sul Corriere esce un articolo di Maria Telesa Mieli sempre sul tema degli scavengers che rovistano nel passato del sindaco di Firenze.
Fa bene Francesco Nicodemo a rispondere con ironia sul suo blog de L'Espresso. Infine, per spiegare in tre righe come la scelta di Pippo sia anche politicamente inopportuna, copio e incollo quanto scritto sul blog di Civati da un anonimo saggio di nome Andrea, che ha commentato: Pippo, secondo me stai sbagliando a impuntarti contro Renzi su questa questione dell'amnistia. Tieni conto che tutte le interviste che ti fanno sui giornali, poi, hanno la parola "Renzi" nel titolo. Rischi l'autogol. Secondo me.
La rete non ha preso bene l'iniziativa di Pippo: i commenti sul blog (che è letto in maggioranza da aficionados, ovvio) sono generalmente negativi e anche un po' stupiti. A fronte delle molte critiche qualche fedelissimo scrive che queste sono le primarie bellezza, si lotta senza esclusione di colpi. Io faccio un post critico su facebook e un civatiano di stretta osservanza commenta "piantiamola di fare le mammolette". A posto.
Questa di Civati è la prima caduta di stile della campagna per la segreteria PD, e speriamo che sia anche l'ultima. Anche perché, nel merito, oggi Pippo in una intervista a Repubblica dice praticamente le stesse cose che aveva detto Renzi domenica scorsa su Rai3 da Lucia Annunziata. Salvo poi attaccare Matteo con violenza, da cui il titolo brutale.
Una brutta uscita e un errore mediatico da parte di Civati e di chi lo consiglia. Ed è interessante che Pippo la renda pubblica lo stesso giorno in cui sul Corriere esce un articolo di Maria Telesa Mieli sempre sul tema degli scavengers che rovistano nel passato del sindaco di Firenze.
Fa bene Francesco Nicodemo a rispondere con ironia sul suo blog de L'Espresso. Infine, per spiegare in tre righe come la scelta di Pippo sia anche politicamente inopportuna, copio e incollo quanto scritto sul blog di Civati da un anonimo saggio di nome Andrea, che ha commentato: Pippo, secondo me stai sbagliando a impuntarti contro Renzi su questa questione dell'amnistia. Tieni conto che tutte le interviste che ti fanno sui giornali, poi, hanno la parola "Renzi" nel titolo. Rischi l'autogol. Secondo me.
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