Il comunicato politico numero cinquantaquattro pubblicato oggi da Grillo chiarisce che Beppe Grillo è "capo politico del MoVimento 5 Stelle e suo rappresentante". Altro che portavoce, o megafono. E siccome nel M5S non esistono processi democratici di selezione della classe dirigente, Grillo si è autonominato.
Nello stesso comunicato ci fa sapere che le candidature grilliste per le elezioni europee saranno decise "dalla rete". Qualcuno ha fatto notare che in Italia alla rete internet sono collegate 39 milioni di persone e gli aventi diritto di voto ai referendum grillisti sono solo sessantamila, ma fa lo stesso. Una rete piccolina, a due piazze, come quella qui sopra.
Gli eletti che dovessero contravvenire al codice di comportamento grillista saranno obbbligati a dimettersi. Nel caso non lo facessero dovrebbero pagare una penale di 250mila Euro. Clausola piuttosto opinabile, visto che il voto alle europee è deciso dalle preferenze personali. Gli eletti sono stati scelti nominalmente e privarli della libertà di coscienza non sembra un principio democratico.
Il codice di comportamento per i candidati chiarisce anche che "Laddove si manifestasse la possibilità di costituire in seno al Parlamento europeo un gruppo politico con deputati di altri Paesi europei che condividano i valori fondamentali del MoVimento 5 Stelle verrá fatto su proposta di Beppe Grillo, in qualità di capo politico del M5S, e ratificata tramite votazione in Rete da parte degli iscritti al M5S." Quindi decide il comico sovrappeso e la rete (sempre quella qui sopra) si limita a una "ratifica".
Niente è lasciato al caso: il codice precisa anche che "Ogni deputato si impegna a prescegliere e designare due dei predetti assistenti di propria competenza fra i soggetti indicati come componenti del “gruppo di comunicazione M5S” da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio." Quindi Grillo e Casaleggio sono gli unici ad avere il potere di nominare i portaborse degli europarlamentari grillisti.
Tutto questo fa sorridere e lascia impietriti, allo stesso tempo. Altro che democrazia dal basso, questa è dittatura apicale.
Nello stesso comunicato ci fa sapere che le candidature grilliste per le elezioni europee saranno decise "dalla rete". Qualcuno ha fatto notare che in Italia alla rete internet sono collegate 39 milioni di persone e gli aventi diritto di voto ai referendum grillisti sono solo sessantamila, ma fa lo stesso. Una rete piccolina, a due piazze, come quella qui sopra.
Gli eletti che dovessero contravvenire al codice di comportamento grillista saranno obbbligati a dimettersi. Nel caso non lo facessero dovrebbero pagare una penale di 250mila Euro. Clausola piuttosto opinabile, visto che il voto alle europee è deciso dalle preferenze personali. Gli eletti sono stati scelti nominalmente e privarli della libertà di coscienza non sembra un principio democratico.
Il codice di comportamento per i candidati chiarisce anche che "Laddove si manifestasse la possibilità di costituire in seno al Parlamento europeo un gruppo politico con deputati di altri Paesi europei che condividano i valori fondamentali del MoVimento 5 Stelle verrá fatto su proposta di Beppe Grillo, in qualità di capo politico del M5S, e ratificata tramite votazione in Rete da parte degli iscritti al M5S." Quindi decide il comico sovrappeso e la rete (sempre quella qui sopra) si limita a una "ratifica".
Niente è lasciato al caso: il codice precisa anche che "Ogni deputato si impegna a prescegliere e designare due dei predetti assistenti di propria competenza fra i soggetti indicati come componenti del “gruppo di comunicazione M5S” da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio." Quindi Grillo e Casaleggio sono gli unici ad avere il potere di nominare i portaborse degli europarlamentari grillisti.
Tutto questo fa sorridere e lascia impietriti, allo stesso tempo. Altro che democrazia dal basso, questa è dittatura apicale.
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