Il Corriere del Veneto ha deciso di iniziare una campagna di smentita sui dati del referendum indipendentista svolto in Veneto la scorsa settimana. Diciamo la verità, quando si è letto di due milioni e trecentomila elettori non ci ha creduto proprio nessuno. Un referendum consultivo, senza valore legale e via web svolto con un bacino potenziale di tre milioni e trecentomila elettori non può attirare poco meno degli elettori che sono andati ai seggi lo scorso anno alle politiche (allora furono due milioni e seicentomila).
Il giornale ha analizzato i dati di tre tra i maggiori counter di accessi web, scoprendo che nei sei giorni del referendum la media è stata di circa 22.500 accessi quotidiani. Sempre una bella cifra, intendiamoci, ma molto lontana da quanto comunicato dagli organizzatori. Interessante anche che abbia votato molta più gente a Santiago del Cile piuttosto che a Verona, Vicenza e Venezia messe assieme. E che gli elettori di Schio (40.000) siano quanti quelli di Verona (265.000). E che il server che raccoglieva i voti era basato in Islanda. Alchimie del web e torbida comunicazione.
Il giornale ha analizzato i dati di tre tra i maggiori counter di accessi web, scoprendo che nei sei giorni del referendum la media è stata di circa 22.500 accessi quotidiani. Sempre una bella cifra, intendiamoci, ma molto lontana da quanto comunicato dagli organizzatori. Interessante anche che abbia votato molta più gente a Santiago del Cile piuttosto che a Verona, Vicenza e Venezia messe assieme. E che gli elettori di Schio (40.000) siano quanti quelli di Verona (265.000). E che il server che raccoglieva i voti era basato in Islanda. Alchimie del web e torbida comunicazione.
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