«Renzi ha preso un grande voto popolare, è arrivato quando non c’erano
più destra e sinistra e lui di gran lunga è il più mobile, incarna
l’innovazione e il cambiamento necessario, sia pure in versione
muscolare, un po’ manesca verso chi non la pensa come lui. Simile in
questo al Berlusconi del 1994, al Grillo del 2013, soprattutto a Craxi. È
lui il modello di riferimento. Sia chiaro: non mi riferisco al Craxi
dei primi anni Novanta, travolto dalle inchieste di Mani Pulite. Penso
al Craxi giovane, dinamico, spregiudicato, alla sua idea di politica: la
ricerca di un potere che si deve conquistare e poi si deve saper
mantenere». Questo dice Pippo Civati nell'intervista che pubblica domani l'Espresso. Dire che Renzi ricorda Craxi stimola altri paragoni inquietanti. Sempre per restare nel PSI del secolo scorso, le posizioni critiche "da sinistra" di Civati ricordano quelle di Fabrizio Cicchitto, che ai tempi "apparteneva alla corrente più di sinistra del PSI, quella di Riccardo
Lombardi, vicina alle posizioni marxiste, ed era stato segretario della
sezione giovanile del partito" come si legge nel suo profilo pubblicato lo scorso anno da Il Post.
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