La Commissione Europea di Jean-Claude Juncker non fa felici tutti, ma non scontenta nessuno, in una logica centrista ben rappresentata dal presidente lussemburghese. Il problema di genere alla fine è stato, se non risolto, ammortizzato. I commissari donna sono nove, come nella gestione Barroso, quasi un terzo. E, come con Barroso, il ruolo PESC spetta a una donna, con Mogherini che sostituisce l'invisibile Ashton.
Sono cambiate molte deleghe, con nuovi dicasteri e accorpamenti. I vicepresidenti sono sette, Mogherini più sei commissari, di cui tre donne: Frans Timmermans, Kristalina Georgieva, Andrus Ansip, Alenka Bratušek, Valdis Dombrovskis e Jyrki Katainen. L'olandese Frans Timmermans (53), attuale ministro degli esteri dei Paesi Bassi, sarà primo Vice Presidente. Timmermans del resto aveva il destino segnato: è nato a Maastricht e parla fluentemente Inglese, Tedesco, Francese, Italiano, Spagnolo e Russo. Oltre ovviamente all'Olandese e al dialetto della sua regione, il Limburghish. Insomma, un europeista DOC. Su facebook ha duecentomila followers. Come primo vicepresidente Timmermans avrà diritto di veto sulle proposte dei Commissari.
I sei vicepresidenti organizzeranno dei cluster tematici e potranno interferire nelle politiche delle singole direzioni. Ecco quindi che la delega agli affari economici e monetari al socialista francese Pierre Moscovici è una soddisfazione per Hollande, ma politicamente bilanciata con le due vicepresidenze del finlandese Katainen e del lettone Dombrovskis, rispettivamente delegati ai cluster "Lavoro, Crescita, Investimenti e Competitività" e "Euro e Dialogo Sociale". Finlandia e Lettonia, ambedue nell'Eurozona, sono perfettamente allineate con la Germania su una politica di austerità.
Quanto a Berlino, la nomina di Guenther Oettinger alla Economia Digitale sembra a prima vista un declassamento rispetto alla delega all'Energia che aveva nella Commissione Barroso. Ma qualcuno nota che nel suo portafoglio ci sono le telecomunicazioni, elemento cruciale dell'economia e della società contemporanea europea.
Sono cambiate molte deleghe, con nuovi dicasteri e accorpamenti. I vicepresidenti sono sette, Mogherini più sei commissari, di cui tre donne: Frans Timmermans, Kristalina Georgieva, Andrus Ansip, Alenka Bratušek, Valdis Dombrovskis e Jyrki Katainen. L'olandese Frans Timmermans (53), attuale ministro degli esteri dei Paesi Bassi, sarà primo Vice Presidente. Timmermans del resto aveva il destino segnato: è nato a Maastricht e parla fluentemente Inglese, Tedesco, Francese, Italiano, Spagnolo e Russo. Oltre ovviamente all'Olandese e al dialetto della sua regione, il Limburghish. Insomma, un europeista DOC. Su facebook ha duecentomila followers. Come primo vicepresidente Timmermans avrà diritto di veto sulle proposte dei Commissari.
I sei vicepresidenti organizzeranno dei cluster tematici e potranno interferire nelle politiche delle singole direzioni. Ecco quindi che la delega agli affari economici e monetari al socialista francese Pierre Moscovici è una soddisfazione per Hollande, ma politicamente bilanciata con le due vicepresidenze del finlandese Katainen e del lettone Dombrovskis, rispettivamente delegati ai cluster "Lavoro, Crescita, Investimenti e Competitività" e "Euro e Dialogo Sociale". Finlandia e Lettonia, ambedue nell'Eurozona, sono perfettamente allineate con la Germania su una politica di austerità.
Quanto a Berlino, la nomina di Guenther Oettinger alla Economia Digitale sembra a prima vista un declassamento rispetto alla delega all'Energia che aveva nella Commissione Barroso. Ma qualcuno nota che nel suo portafoglio ci sono le telecomunicazioni, elemento cruciale dell'economia e della società contemporanea europea.
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