«Per un dirigente sindacale il partito della sinistra è stato sempre un
approdo rassicurante, in cui si concludevano le carriere, con un
incarico politico, a livello comunale, regionale, nazionale. Oggi invece
il Pd ha interrotto i contatti. E la Cgil è in sofferenza». Questo dice Maurizio Landini intervistato da Marco Damilano per L'Espresso. Affermazione pesantissima nei confronti dei vertici presenti e passati del suo sindacato.
Dice anche molto altro. Ad esempio, riguardo ai leader della minoranza PD, che «Visti da fuori, alcuni esponenti sembrano essere interessati soprattutto alla ricandidatura». E conclude con un «Io non so più cos’è destra e cos’è sinistra» che sa tanto di Podemos.
Intanto, dopo avere ironizzato e criticato sulla scelta del Governo di chiamare la riforma del lavoro con il termine inglese Jobs Act, si è presentato ieri sera in TV con la spilla Unions!, titolo scelto per la manifestazione del sindacato domani a Roma. Perché, anche con l'inglese, dipende.
Dice anche molto altro. Ad esempio, riguardo ai leader della minoranza PD, che «Visti da fuori, alcuni esponenti sembrano essere interessati soprattutto alla ricandidatura». E conclude con un «Io non so più cos’è destra e cos’è sinistra» che sa tanto di Podemos.
Intanto, dopo avere ironizzato e criticato sulla scelta del Governo di chiamare la riforma del lavoro con il termine inglese Jobs Act, si è presentato ieri sera in TV con la spilla Unions!, titolo scelto per la manifestazione del sindacato domani a Roma. Perché, anche con l'inglese, dipende.
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