I sinistrissimi italiani hanno già abbandonato la Grecia per piantare le loro bandiere in Spagna (#traslocamos). Avete più sentito Vendola, Spinelli, Flores o altri parlare di Tsipras? Il povero Alexis è stato subito scaricato da antagonisti e professori, appena ci si è accorti che la sua ricetta economica non sta in piedi.
Oggi sul Corriere della Sera c'è un pezzo interessante di Francesco Giavazzi, che ripercorre gli errori compiuti dalla UE e dalla Grecia da quando nel 2002 Atene è entrata nell'unione monetaria. Da allora ha ricevuto dall'Europa più di 400 miliardi di prestito, due volte il PIL nazionale. Senza sostanziali riforme interne, con un sistema economico statalista dove l'impiego pubblico è cresciuto a dismisura. Alexis Tsipras non sembra voler "cambiare verso", per usare un renzismo. Stasera al parlamento greco ha fatto un discorso stralunato, prendendosela con tutti ma sostanzialmente non proponendo niente, come al solito. Ha confermato che non accetterà la "assurda proposta dei creditori" e non firmerà nessun nuovo protocollo con BCE, Banca Mondiale e Unione Europea. Tuttavia ha aggiunto che è ottimista sulla possibilità di un accordo. "Il tempo non sta scadendo per noi, sta scadendo per tutti" ha detto come un novello Sansone a noi Eurofilistei. Oggi la borsa di Atene ha perso il cinque per cento e i principali titoli bancari almeno il dieci.
Se la Grecia non riceve la tranche di 7.2 miliardi di prestito entro la fine del mese il paese salta. Le conseguenze economiche per l'Europa non sarebbero tragiche, anche se i paesi più esposti nel debito verso Atene avrebbero contraccolpi notevoli. E tra questi c'è l'Italia. Come scrive Giavazzi, la partita più preoccupante è quella politica, con l'Europa che perde terreno ad oriente, la delicata situazione della UE con la Turchia e la Russia di Putin che cerca con aggressività sbocchi ad ovest.
Nel suo discorso di stasera al parlamento Tsipras ha chiesto l'appoggio dei partiti di opposizione per non sottostare alle "assurde richieste" dell''Europa. L'ex premier Samaras gli ha risposto: "Tu hai completamente distrutto e isolato il paese". il leader del Pasok Venizelos invece ha ricordato che, oltre ai 7.2 miliardi di cui la Grecia ha urgente bisogno, senza un terzo memorandum con l'Europa, cioè un nuovo accordo con riforme in cambio di altri prestiti, il paese sarebbe comunque finito.
Oggi sul Corriere della Sera c'è un pezzo interessante di Francesco Giavazzi, che ripercorre gli errori compiuti dalla UE e dalla Grecia da quando nel 2002 Atene è entrata nell'unione monetaria. Da allora ha ricevuto dall'Europa più di 400 miliardi di prestito, due volte il PIL nazionale. Senza sostanziali riforme interne, con un sistema economico statalista dove l'impiego pubblico è cresciuto a dismisura. Alexis Tsipras non sembra voler "cambiare verso", per usare un renzismo. Stasera al parlamento greco ha fatto un discorso stralunato, prendendosela con tutti ma sostanzialmente non proponendo niente, come al solito. Ha confermato che non accetterà la "assurda proposta dei creditori" e non firmerà nessun nuovo protocollo con BCE, Banca Mondiale e Unione Europea. Tuttavia ha aggiunto che è ottimista sulla possibilità di un accordo. "Il tempo non sta scadendo per noi, sta scadendo per tutti" ha detto come un novello Sansone a noi Eurofilistei. Oggi la borsa di Atene ha perso il cinque per cento e i principali titoli bancari almeno il dieci.
Se la Grecia non riceve la tranche di 7.2 miliardi di prestito entro la fine del mese il paese salta. Le conseguenze economiche per l'Europa non sarebbero tragiche, anche se i paesi più esposti nel debito verso Atene avrebbero contraccolpi notevoli. E tra questi c'è l'Italia. Come scrive Giavazzi, la partita più preoccupante è quella politica, con l'Europa che perde terreno ad oriente, la delicata situazione della UE con la Turchia e la Russia di Putin che cerca con aggressività sbocchi ad ovest.
Nel suo discorso di stasera al parlamento Tsipras ha chiesto l'appoggio dei partiti di opposizione per non sottostare alle "assurde richieste" dell''Europa. L'ex premier Samaras gli ha risposto: "Tu hai completamente distrutto e isolato il paese". il leader del Pasok Venizelos invece ha ricordato che, oltre ai 7.2 miliardi di cui la Grecia ha urgente bisogno, senza un terzo memorandum con l'Europa, cioè un nuovo accordo con riforme in cambio di altri prestiti, il paese sarebbe comunque finito.
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