Le banche greche resteranno chiuse almeno fino a lunedì 20 luglio, quando la concessione di fondi di emergenza da parte della BCE dovrebbe permettere la riapertura parziale. Nel frattempo, con gli sportelli serrati, non sono stati erogati mutui nè permesse transazioni di denaro. Con le banche chiuse per venti giorni, in un paese che soffre una altissima evasione fiscale, ovviamente nessuno avrà pagato le rate dei debiti, le bollette saranno state buttate nel cestino, le scadenze delle tasse ignorate, l'emissione delle fatture dimenticata. Questo è l'effetto principale del referendum voluto da Varoufakis e Tsipras, perché politicamente il referendum ha prodotto ben poco: l'accordo su cui sono stati chiamati ad esprimersi i Greci è stato superato da un altro molto più punitivo, che Tsipras ha sottoscritto e il parlamento greco ha ratificato ieri notte.
Ho letto commenti divertenti sul web tipo: "Le banche chiuse? Che importa, la nostra vita non può dipendere dalle banche". Le tre settimane di chiusura delle operazioni bancarie sono il regalo di Syriza al paese. Ci vorranno mesi, forse anni per tornare alla normalità. Normalità che forse in Grecia non c'è mai stata, vero. Niente fatture, niente scontrini fiscali, tutto molto pittoresco. Secondo alcune fonti l'evasione fiscale in Grecia arriva all'85 per cento. Con queste cifre nessun paese può farcela.
Ho letto commenti divertenti sul web tipo: "Le banche chiuse? Che importa, la nostra vita non può dipendere dalle banche". Le tre settimane di chiusura delle operazioni bancarie sono il regalo di Syriza al paese. Ci vorranno mesi, forse anni per tornare alla normalità. Normalità che forse in Grecia non c'è mai stata, vero. Niente fatture, niente scontrini fiscali, tutto molto pittoresco. Secondo alcune fonti l'evasione fiscale in Grecia arriva all'85 per cento. Con queste cifre nessun paese può farcela.
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