martedì 13 dicembre 2016

In memoria di Paola Muraro

Paola Muraro si è dimessa. In The Wee Small Hours, come cantava Frank Sinatra. A notte fonda, così da evitare i titoli sui giornali di oggi. Contestualmente il sindaco V. Raggi ha diffuso un breve video con alle spalle il contrito gruppo consiliare M5S e una memorabile faccia da "purtroppo" (sotto).
Che Muraro fosse indagata era noto da mesi e anche i vertici del M5S erano informati. Ieri è arrivato l'avviso di garanzia per violazione dell'art. 256 del Codice Ambientale, un interrogatorio è in programma il 21 dicembre. Il rinvio a giudizio sembra inevitabile. Naturalmente Muraro respinge le accuse, da prassi.
Nei sei mesi passati in Campidoglio Muraro non ha certo lavorato sottotraccia. Ha tenuto un profilo mediatico altissimo, dal blitz in AMA con telecamera e streaming allo Spazza Tour assieme al sindaco a Tor Pignattara di pochi giorni fa. Perché Muraro più che assessore all'ambiente era assessore alla mondezza. I rifiuti sono il suo mestiere e le sono valsi oltre un milione di Euro di consulenze ad AMA. Di altre questioni ambientali o di sostenibilità i suoi sei mesi di assessorato non lasciano segnali di rilievo. Qualche delibera sul randagismo, l'obbligatoria domenica di stop alle auto dopo gli sforamenti continui dei dati del PM10.
Muraro lascia il comune di Roma con un avviso di garanzia, le telefonate "non penalmente rilevanti" con Buzzi di Mafia Capitale e anche la vita privata messa in piazza, come spesso succede quando hai un ruolo pubblico. E la notizia della sua relazione sentimentale con il direttore generale di AMA Giovanni Fiscon non ha giovato alla sua immagine, visto che era proprio lui ad affidare lauti contratti di consulenza a Muraro.
Paola Muraro non ci mancherà e certo non mancherà alla città di Roma, che ha urgente bisogno di un vero assessore all'ambiente e alla sostenibilità urbana, non solo di un assessore alla mondezza con la smania di apparire.


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