La Casa Bianca ha diffuso ieri il nuovo rapporto sui cambiamenti climatici redatto da un corposo gruppo di scienziati. Il rapporto viene pubblicato ogni quattro anni su mandato del Congresso e questa è la quarta edizione. Un documento corposo, diviso in due volumi che sommano più di duemila pagine. Il secondo volume del rapporto, che valuta gli impatti del cambiamento climatico nelle diverse regioni degli Stati Uniti, è stato diffuso come draft. Ora potrà essere commentato pubblicamente e dovrà passare il vaglio di un gruppo di esperti dell'Accademia Nazionale delle Scienze e di 13 agenzie federali. La pubblicazione ufficiale è prevista per dicembre 2018.
Le conclusioni sono che la causa principale dei cambiamenti climatici sia l'attività umana. Le teorie esposte sono in aperto contrasto con quanto sostenuto dal presidente Trump e dai suoi più stretti collaboratori, a cominciare da Scott Pruitt, direttore dell'EPA, l'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente, che ha dichiarato che le emissioni di CO2 non siano tra le cause primarie dei cambiamenti climatici.
Secondo il rapporto il livello del mare potrebbe salire da 30 a 120 cm entro il 2100 e l'innalzamento fino a due metri e oltre sarebbe "fisicamente possibile" se i ghiacci dell'Antartide si confermassero instabili come si teme. Il team di scienziati che ha redatto il documento sostiene che il rapido aumento di gas serra è un fenomeno eccezionale e non c'è analogia climatica tra gli eventi dell'ultimo secolo e quanto accaduto negli ultimi 50 milioni di anni.
L'amministrazione Trump ha invertito la rotta rispetto alle scelte di Obama di ridurre l'utilizzo di combustibili fossili e ha cancellato varie misure deliberate per ridurre le emissioni di CO2. Da quando Pruitt è a capo dell'EPA molte pagine scientifiche sui cambiamenti climatici sono state rimosse dal sito dell'agenzia, dove erano pubblicate da venti anni.
Le conclusioni sono che la causa principale dei cambiamenti climatici sia l'attività umana. Le teorie esposte sono in aperto contrasto con quanto sostenuto dal presidente Trump e dai suoi più stretti collaboratori, a cominciare da Scott Pruitt, direttore dell'EPA, l'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente, che ha dichiarato che le emissioni di CO2 non siano tra le cause primarie dei cambiamenti climatici.
Secondo il rapporto il livello del mare potrebbe salire da 30 a 120 cm entro il 2100 e l'innalzamento fino a due metri e oltre sarebbe "fisicamente possibile" se i ghiacci dell'Antartide si confermassero instabili come si teme. Il team di scienziati che ha redatto il documento sostiene che il rapido aumento di gas serra è un fenomeno eccezionale e non c'è analogia climatica tra gli eventi dell'ultimo secolo e quanto accaduto negli ultimi 50 milioni di anni.
L'amministrazione Trump ha invertito la rotta rispetto alle scelte di Obama di ridurre l'utilizzo di combustibili fossili e ha cancellato varie misure deliberate per ridurre le emissioni di CO2. Da quando Pruitt è a capo dell'EPA molte pagine scientifiche sui cambiamenti climatici sono state rimosse dal sito dell'agenzia, dove erano pubblicate da venti anni.
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