"Corsica, l'isola prende il largo" titola oggi Libération. Nel secondo turno delle elezioni regionali la coalizione indipendentista Un paese da fà ha avutto il 56.5% dei voti e avrà 41 dei 63 seggi dell'Assemblea Regionale, quasi due terzi. L'affluenza è stata discreta, oltre il 52 per cento.
Un successo strepitoso e inatteso persino da Gilles Simeoni, il leader degli autonomisti che al primo turno avevano cannibalizzato il Front National, rimasto con un misero tre per cento e escluso dal ballottaggio, come il raggruppamento comunista. Abbastanza male anche Jean-Charles Orsucci, candidato macroniano di En Marche! con il 12.7% e solo sei seggi. In parlamento regionale entrano anche due liste conservatrici: i repubblicani di Voir plus grand pour elle guidati da Valérie Bozzi (6 seggi) e Droite régionaliste di Jean-Martin Mondoloni con dieci seggi.
Da Parigi sono arrivate congratulazioni di prammatica dal governo centrale. Il primo ministro Edouard Philippe ha inviato a Simeoni "felicitazioni repubblicane". Il ministro dell'interno Gérard Collomb ha assicurato ai nuovi eletti "la disponibilità del governo di rispondere alle aspettative espresse dall'elettorato in uno spirito di ascolto, di dialogo e di reciproco rispetto".
In realtà la travolgente vittoria degli indipendentisti mette il governo centrale in difficolta e alimenta i fuochi separatisti in tutta Europa, dalla Catalogna alla Scozia. Il presidente uscente dell'assemblea di Ajaccio, Jean-Guy Talamoni, era al quinto posto nella lista vincente di Simeoni. Talamoni aveva fatto discutere quando, ad inizio 2016, aveva definito la Francia "un paese amico". Dopo lo scrutinio di ieri Talamoni ha detto che "i Corsi hanno scelto di darsi un avvenire diverso" e ha chiesto a Parigi di "aprire rapidamente le consultazioni", minacciando manifestazioni popolari e un tour delle capitali europee "in caso di negazione della democrazia".
Un successo strepitoso e inatteso persino da Gilles Simeoni, il leader degli autonomisti che al primo turno avevano cannibalizzato il Front National, rimasto con un misero tre per cento e escluso dal ballottaggio, come il raggruppamento comunista. Abbastanza male anche Jean-Charles Orsucci, candidato macroniano di En Marche! con il 12.7% e solo sei seggi. In parlamento regionale entrano anche due liste conservatrici: i repubblicani di Voir plus grand pour elle guidati da Valérie Bozzi (6 seggi) e Droite régionaliste di Jean-Martin Mondoloni con dieci seggi.
Da Parigi sono arrivate congratulazioni di prammatica dal governo centrale. Il primo ministro Edouard Philippe ha inviato a Simeoni "felicitazioni repubblicane". Il ministro dell'interno Gérard Collomb ha assicurato ai nuovi eletti "la disponibilità del governo di rispondere alle aspettative espresse dall'elettorato in uno spirito di ascolto, di dialogo e di reciproco rispetto".
In realtà la travolgente vittoria degli indipendentisti mette il governo centrale in difficolta e alimenta i fuochi separatisti in tutta Europa, dalla Catalogna alla Scozia. Il presidente uscente dell'assemblea di Ajaccio, Jean-Guy Talamoni, era al quinto posto nella lista vincente di Simeoni. Talamoni aveva fatto discutere quando, ad inizio 2016, aveva definito la Francia "un paese amico". Dopo lo scrutinio di ieri Talamoni ha detto che "i Corsi hanno scelto di darsi un avvenire diverso" e ha chiesto a Parigi di "aprire rapidamente le consultazioni", minacciando manifestazioni popolari e un tour delle capitali europee "in caso di negazione della democrazia".
Nessun commento:
Posta un commento