Ieri si e conclusa la prima settimana della COP24 e le commissioni di lavoro dovevano presentare i draft, le bozze, dei documenti da sottoporre ai decisori politici, che in questa edizione non sono i capi di stato ma i ministri, in arrivo martedì. Le decisioni della Convenzione ONU sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) vanno prese all'unanimità e le difficoltà di condividere le scelte può essere riassunta con il racconto della sessione conclusiva di SBSTA di ieri.
SBSTA è l'acronimo per Subsidiary Body for Scientific and Tecnological Advice. La commissione fu istituita alla prima COP, svoltasi a Berlino nel 1995. Si tratta di un organismo tecnico che deve vagliare le tesi scientifiche sui cambiamenti climatici per indirizzare le decisioni politiche. Un ruolo delicato di intermediario tra il panel scientifico della IPCC e degli scienziati impegnati nelle ricerche sul clima e le posizioni politiche dei 196 stati che fanno parte della Convenzione ONU.
Nella sessione plenaria conclusiva di SBSTA di ieri tra i vari punti all'ordine del giorno c'era l'ultimo rapporto IPCC, che indica un riscaldamento globale di 1.5°C come soglia minima di sicurezza planetaria. Ricordiamo che l'Accordo di Parigi prevede azioni per limitare l'aumento delle temperature a un livello "ben al di sotto" dei 2°C. Il draft test proposto nella plenaria SBSTA includeva la frase "prendendo atto (noting, nel testo originale) del rapporto IPCC sulla soglia di 1.5°C di riscaldamento globale". Molte nazioni hanno sollevato obiezioni. Le Maldive, come portavoce dei piccoli stati insulari. Colombia, Corea del Sud. Etiopia, a nome dei paesi meno sviluppati. E poi Unione Europea, Canada, Norvegia, Ghana, Nuova Zelanda, Sudafrica, Zambia, Tanzania, Argentina. Questi paesi hanno proposto che al posto di noting fosse scritto welcoming, ovvero "accogliendo con favore". Questa modifica ha trovato la ferma opposizione di Russia, Arabia Saudita e Kuwait. Gli Stati Uniti, che sono usciti dall'Accordo di Parigi ma partecipano ai lavori delle COP, hanno rimarcato che il recepimento del rapporto IPCC da parte della commissione SBSTA non significa che gli USA lo facciano proprio.
Alla fine è stato proposto un testo di compromesso che in originale dice che i membri di SBSTA “welcome the effort of the IPCC experts”, cioè accolgono con favore il contributo degli esperti di IPCC. Soluzione che ha lasciato insoddisfatti molti stati che insistevano per una adozione completa. Risultato finale: tutto rimandato alla prossima sessione di SBSTA, prevista per giugno 2019.
SBSTA è l'acronimo per Subsidiary Body for Scientific and Tecnological Advice. La commissione fu istituita alla prima COP, svoltasi a Berlino nel 1995. Si tratta di un organismo tecnico che deve vagliare le tesi scientifiche sui cambiamenti climatici per indirizzare le decisioni politiche. Un ruolo delicato di intermediario tra il panel scientifico della IPCC e degli scienziati impegnati nelle ricerche sul clima e le posizioni politiche dei 196 stati che fanno parte della Convenzione ONU.
Nella sessione plenaria conclusiva di SBSTA di ieri tra i vari punti all'ordine del giorno c'era l'ultimo rapporto IPCC, che indica un riscaldamento globale di 1.5°C come soglia minima di sicurezza planetaria. Ricordiamo che l'Accordo di Parigi prevede azioni per limitare l'aumento delle temperature a un livello "ben al di sotto" dei 2°C. Il draft test proposto nella plenaria SBSTA includeva la frase "prendendo atto (noting, nel testo originale) del rapporto IPCC sulla soglia di 1.5°C di riscaldamento globale". Molte nazioni hanno sollevato obiezioni. Le Maldive, come portavoce dei piccoli stati insulari. Colombia, Corea del Sud. Etiopia, a nome dei paesi meno sviluppati. E poi Unione Europea, Canada, Norvegia, Ghana, Nuova Zelanda, Sudafrica, Zambia, Tanzania, Argentina. Questi paesi hanno proposto che al posto di noting fosse scritto welcoming, ovvero "accogliendo con favore". Questa modifica ha trovato la ferma opposizione di Russia, Arabia Saudita e Kuwait. Gli Stati Uniti, che sono usciti dall'Accordo di Parigi ma partecipano ai lavori delle COP, hanno rimarcato che il recepimento del rapporto IPCC da parte della commissione SBSTA non significa che gli USA lo facciano proprio.
Alla fine è stato proposto un testo di compromesso che in originale dice che i membri di SBSTA “welcome the effort of the IPCC experts”, cioè accolgono con favore il contributo degli esperti di IPCC. Soluzione che ha lasciato insoddisfatti molti stati che insistevano per una adozione completa. Risultato finale: tutto rimandato alla prossima sessione di SBSTA, prevista per giugno 2019.
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