In Italia la giustizia sarà anche lenta, ma un ricorso al TAR non si nega a nessuno, figuriamoci ai gendarmi del Codacons. Ingannevole è il cuore più di ogni cosa, scriveva J.T. Leroy o chi per lui.
Nel nostro straordinario paese non bastano tre legislature per fare una legge urbanistica o per assegnare le frequenze TV, ma è sufficiente la sentenza di un tribunale amministrativo per cancellare i parcheggi a pagamento a Roma.
Un ricorso al TAR sulle zone blu nel quartiere Ostiense viene accolto. Il neosindaco Alemanno non oppone resistenza e spegne i parcometri non solo nel quartiere, ma in tutta la città. "Ripresenteremo un provvedimento mercoledì prossimo in giunta" dice in un secondo momento.
Potremmo perderci nei meandri del codice civile e del codice della strada per dibattere la liceità delle zone blu. Il punto non è questo. Le crepe del diritto sono superate dalla realtà e dall'emergenza: le nostre città sono sature di automobili che, alla faccia degli aumenti dei carburanti, ognuno pretende di guidare fino a destinazione, sia questa il luogo di lavoro, lo shopping o la movida serale.
Le zone blu servono a non trasformare le strade in parcheggi per pendolari. Incentivano il trasporto pubblico. Riducono l'inquinamento. Aumentano la qualità della vita.
I miei complimenti al Codacons, la cui denominazione completa è coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e la tutela dei diritti di utenti e consumatori. Il Codacons è talmente dalla parte dei consumatori che il suo numero telefonico per le segnalazioni degli utenti costa solo due euro al minuto. Business is business. E naturalmente sul loro sito è disponibile da ieri un modello per richiedere il rimborso delle multe in zona blu.
A Carlo Rienzi, presidente Codacons, vanno le congratulazioni di Sostenibilitalia per la coerenza nelle azioni di tutela dell'ambiente e un suggerimento: cambiare nome. La denominazione corretta dell'associazione dovrebbe essere coordinamento delle associazioni per la difesa del parcheggio gratuito e la tutela di chi non rinuncia all'auto privata.
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