La scorsa settimana ero in vacanza all'estero e non ho seguito con attenzione le accadenze politiche italiane.
Scopro solo oggi che il ministro Scajola è stato ospite del Meeting di Rimini il 25 agosto, nell'ambito di un avvincente dibattito dal titolo marzulliano Energia del futuro e futuro dell'energia.
Nell'occasione Scajola ha confermato quanto Sostenibilitalia aveva previsto da tempo: la scelta per la localizzazione delle centrali nucleari, già rinviata tre volte e ultimamente prevista entro la fine del 2009, sarà ulteriormente procrastinata.
"A primavera - entro sei mesi - l’Italia saprà dove saranno costruite le centrali nucleari" riferisce il Giornale di famiglia. Entro sei mesi dall'ultimo rinvio, sarebbe più corretto scrivere. Aprendo il link all'articolo del quotidiano di Feltrusconi si può leggere una sequenza impressionante di frasi a vanvera, tra le quali la mia preferita è "prima pietra nel 2013, primo reattore ultimato entro il 2018". Sui tempi e i costi del nucleare avevo già scritto qui e anche qui. Per riassumere, secondo le recenti esperienze in paesi più civili e pragmatici dell'Italia, dal momento della scelta dei siti alla ultimazione di una centrale passano dai 14 ai 22 anni.
Tornando all'ennesimo rinvio della scottante scelta dei siti delle centrali, ricordo ai più distratti che le elezioni regionali saranno indette, salvo colpi di scena, il 28 e 29 marzo 2010.
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