Berlusconi, sette ministri italiani e una delegazione monstre di centinaia di nostri dignitari sono in Israele in visita ufficiale. Nel frattempo il mondo commenta la notizia trapelata venerdì e ripresa dalla stampa internazionale che conferma l'uso da parte di Israele di bombe al fosforo a Gaza nel 2009.
Tutto era cominciato con un articolo denuncia del Times di Londra che testimoniava l'uso di bombe al fosforo bianco da parte di Israele, armi proibite in zone abitate dalla convenzione di Ginevra del 1980.
Il fosforo bianco reagisce al'ossigeno dell'aria con una fiamma gialla che continua a bruciare, anche a contatto con la pelle. Le ferite causate sono ustioni devastanti e il fosforo non si spegne neanche sotto gli estintori.
L'errore cruciale degli Israeliani è stato quello di usare bombe al fosforo nell'attacco che ha colpito il 15 gennaio 2009 la sede delle Nazioni Unite a Gaza, uno degli "incidenti" più imbarazzanti dell'offensiva nei territori palestinesi. Alcune bombe al fosforo inesplose furono trovate tra le macerie del presidio ONU, ma Israele continuò a negare il loro uso. Le Nazioni Unite aprirono un'inchiesta a cui Israele ha risposto con un rapporto, diffuso lo scorso venerdì sera con poco clamore, sperando che la festività ebraica del sabato ammortizzasse gli effetti. Bisogna scorrere il rapporto fino al paragrafo 108 per trovare l'ammissione dell'uso di bombe al fosforo bianco. Vengono chiamati in causa due alti ufficiali israeliani, tra i quali lo stesso comandante delle operazioni militari a Gaza. Nei loro confronti non viene preso alcun provvedimento, a parte un "richiamo".
Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon presenterà il suo rapporto sull'attacco a Gaza la prossima settimna nella seduta della assemblea generale. La conseguenza potrebbe essere una denuncia di Israele al tribunale internazionale per i crimini di guerra dell'Aia. Perché questo non accada il primo ministro israeliano Netanyahu dovrebe ordinare una indagine neutrale affidata a un giudice della corte suprema. Il rapporto diffuso venerdì da Israele è stato infatti redatto da fonti delle forze armate, che in pratica hanno indagato su se stesse. Netanyahu ha fatto sapere che deciderà in merito alla fine della settimana.
Il nostro primo ministro ha passato gli ultimi due giorni in Israele, con un bel codazzo. Seguendo i suoi istinti, più da piazzista che da statista, ha ribadito nello sconcerto generale che sogna di vedere Israele nell'Unione Europea.
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