In Europa le donne sono ancora pagate il 18% in meno degli uomini. Questi sono i dati illustrati dalla vicepresidente della Commissione Viviane Reding (foto), che ha sottolineato come "in tempi di crisi non possiamo permetterci questo gap di genere".
Il dato del 18% è medio, con il record dell'Estonia dove la forbice si allarga fino al 30.3%. Stupiscono anche i valori dei tre mercati del lavoro più importanti dell'Unione: in Francia, Gran Bretagna e Germania il divario è superiore alla media e si attesta sul 23.2 per cento. Questi dati in realtà andrebbero interpretati con cautela, perché non tengono conto del fatto che molte donne hanno scelto impieghi part-time. In Germania ad esempio, dove il divario è del 23.8, il 69% delle madri ha fatto questa scelta (erano solo il 53 per cento dieci anni fa). Che qualcosa nei dati non quadri lo si deduce dalla tabella comparativa pubblicata dalla UE dove l'Italia sarebbe una improbabile eccellenza, con solo il 4.9% di divario.
La commissaria Reding ha commentato queste cifre alla presentazione della Carta delle Donne, che sarà seguita da una nuova strategia per la parità fra uomini e donne che la Commissione adotterà a metà 2010. La strategia fornirà un quadro d'azione coordinato per tutte le politiche dell'Unione europea. La parità salariale è uno dei cinque punti fondamentali della Carta.
La Commissione Europea ha anche messo a punto un calcolatore per quantificare il divario di retribuzione tra donne e uomini.
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