Umberto Veronesi (85) sembra sempre più irretito dalla possibilià di essere il primo presidente della costtuenda Agenzia Nazionale per la Sicurezza Nucleare, strumento essenziale per dare il via allo strombazzatissimo programma atomico del governo. Dopo due anni di annunci nulla è stato fatto e persino la lista dei siti candidati ad ospitare le centrali deve essere ancora divulgata.
Dopo le dimissioni di un ministro filonucleare che ignorava che qualcuno gli avesse pagato una casa adesso la vestale atomica del governo Berlusconi è la ministra invisibile dell'ambiente Stefania Prestigiacomo, che ha dichiarato di volersi immolare per restituire i finanziamenti strappati da 3monti ai parchi italiani ma che nel frattempo ha fatto due gite a tema nucleare al cantiere della centrale francese di Flamanville (foto sotto) e alla sede USA della Westinghouse, oltre a partecipare con entusiasmo alla costituzione del Forum Nucleare presieduto da Chicco Testa a.k.a. Testa di Chicco (il testo ufficiale dell'intervento di Presty resterà negli annali).
Veronesi aveva scritto lunedì scorso sul Corriere della Sera le sue motivazioni e il giornale aveva ospitato il giorno successivo una replica spietatamente puntuale da parte di Milena Gabanelli che dimostrava la modesta conoscenza dell'illustre oncologo delle materie energetiche. E proprio ieri sempre il Corriere riprendeva un articolo del New York Times in cui le cifre dimostrano che ormai l'energia solare è meno costosa di quella nucleare, distruggendo un altro luogo comune sbandierato dai nuclearisti.
Il professore però non demorde e oggi scrive ancora della sua atomofilìa, stavolta su La Stampa. In questo articolo la prende larga e fa il sentimentale, parlando di orgoglio atomico nazionale e partendo da Enrico Fermi. Quello che però colpisce è come un uomo anziano ma ancora lucido come Veronesi non si interessi del lato sociale e politico del nucleare. Il suo è un approccio che vorrebbe essere scientifico, ma è viziato da gravi approssimazioni. Dovrebbe basarsi su dati e nozioni, ma questi sono carenti e imprecisi. E soprattutto non colgono il problema principale del nucleare, che è quello di una tecnologia complessa e apicale, concentrata in poche multinazionali (che poi sono i soci del club fondato da Chicco Testa a.k.a.Testa di Chicco) e in pochi megaimpianti costosissimi e complessi.
La produzione di energia oggi deve essere diffusa, con l'obiettivo affatto impossibile dell'autosufficienza delle comunità. Il Parlamento Europeo ha votato nel 2008 una risoluzione che chiede che tutti gli edifici siano autosufficienti entro il 2018, in grado cioè di produrre l'energia che consumano. I piccoli impianti portano ai territori occupazione, riducono la dipendenza energetica e aumentano l'efficienza delle reti. Il nucleare fa esattamente il contrario e, come scriveva ieri il Corriere, ormai non è più conveniente neppure sotto il profilo economico. Per non parlare dei tempi di realizzazione, che per un vegliardo come Veronesi dovrebbero pur avere un certo significato.