Mille miliardi di dollari. Questo è, ammonisce l'Agenzia Internazionale per l'Energia (IEA), il prezzo di quanto non si è fatto nel 2010 per combattere i cambiamenti climatici. Secondo la IEA oggi il costo di una azione efficace contro il riscaldamento globale è salito a 18mila miliardi di dollari da qui al 2030. "Se non si troverà un accordo a Cancun o ol massimo alla COP 17 di Johannesburg 2011 i costi lieviteranno ancora rendendo sempre più difficile trovare un accordo" ha aggiunto il capo economista della IEA Fatih Birol.
Nel frattempo il 2010 si avvia a raggiungere il 1998 e il 2005 in testa agli anni più caldi di sempre e tre giorni fa l'Organizzazione Metereologica Mondiale (WMO) ha diffuso un comunicato in cui certifica che i gas serra hanno raggiunto la massima concentrazione in atmosfera dall'epoca preindustriale, crescendo del 27.5 dal 1990 al 2009. I tre principali gas responsabili del riscaldamento globale sono l'ossido di carbonio (CO2, 63,5%), il metano (CH4, 18,1%) e l'ossido di azoto (N2O, 6,2%).
Per circa diecimila anni e fino alla metà del XVIII secolo il CO2 è rimasto sostanzialmente stabile a 280ppm (il PPM è l'indice delle molecole di gas per milione di molecole di aria). Secondo il WMO dal 1750 ad oggi il CO2 è cresciuto del 38%, con una media dell'1,88% negli ultimi dieci anni.
Il metano dal 1750 è aumentato addirittura del 158% e dipende per il 60% da attività umane (allevamenti, risaie, trivellazioni petrolifere, discariche) e per il restante 40% da fonti naturali come le paludi. Proprio sulle paludi il WMO lancia un allarme, perché l'aumento delle temperature nelle regioni artiche e lo scioglimento del permafrost potrebbe portare alla dispersione in atmosfera di ulteriori grandi quantità di metano.
L'Organizzazione Metereologica Mondiale ha messo in rete un video di tre minuti che spega l'azione dei gas serra.
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