L'Europa sarà a Cancun con la volontà di riconquistare una leadership perduta nella tempesta diplomatica di Copenhagen 2009. Il parlamento europeo ha approvato pochi giorni fa una risoluzione che chiede di elevare il tetto di riduzione di emissioni del continente dal 20 al 30% entro il 2020. Sulla stessa linea si sono già espressi i governi di Germania, Gran Bretagna e Francia. E l'Italia?
In una intervista pubblicata oggi su Il Sole 24 Ore ecco uno stralcio dell'opinione del ministro invisibile dell'ambiente, Stefania Prestigiacomo: "Per quanto riguarda Kyoto 2, l'Italia ha già detto chiaramente e in tutte le sedi che non è disposta ad assumere ulteriori impegni in uno schema, quello di Kyoto, di cui gli Usa non fanno parte (non avendo mai ratificato il trattato) e che non prevede alcun tipo di impegno per paesi come Cina e India, su cui oggi grava la responsabilità della crescita delle emissioni globali. Sia chiaro: l'Italia, non è pregiudizialmente contraria ad assumere eventualmente nuovi impegni per poter giungere a un esito positivo; ma ritiene che le eventuali "concessioni" debbano essere fatte solo in caso di precisi "ritorni" in termini negoziali e non con il solo scopo di contribuire a costruire un quanto mai vago "clima di fiducia tra le parti". È una posizione chiara, che vale per Kyoto 2 come per l'ipotizzato passaggio a riduzioni di CO2 unilaterali dal 20% al 30% da parte europea. Siamo disposti a sacrifici se c'è un risultato utile per il clima e per un sistema globale di economia sostenibile. Non accetteremo invece ulteriori oneri inutili per fronteggiare l'effetto serra e capaci di intaccare la nostra competitività"
Evviva.
Sostenibilitalia seguirà la COP16 con aggiornamenti e informazioni, proseguendo un lavoro iniziato alla COP13 di Bali 2007. Altre notizie sul sito a21italy.it.
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