Pippo Civati ha concluso oggi il suo raduno politico a Reggio Emilia confermando la propria candidatura a segretario del PD. In realtà non è una notizia, da mesi lo aveva annunciato. Diciamo che oggi c'è stata la comunicazione ufficiale, di fronte ad una folta platea di aficionados. Nei due anni precedenti Civati aveva già organizzato un evento politico estivo nel reggiano, ad Albinea. Ma era una cosa più fricchettona e spontaneista, che giustamente è stata accantonata ora che Pippo è un parlamentare e una figura politica di caratura nazionale. Poi resta misterioso perché insistere nello scegliere come location per un weekend di luglio le afose pianure del reggiano e non un posto al mare o in montagna, ma non è questo il punto.
Il punto è la determinazione di Pippo Civati a candidarsi alla carica di segretario del PD in una fase politica molto confusa e ancora con le regole del congresso da definire. Questo gli fa onore, intendiamoci. Matteo Renzi invece, che con Pippo condivise la straordinaria prima Leopolda, aspetta di capire le regole di ingaggio prima di scendere in campo, un po' come ha fatto oggi a San Francisco nella America's Cup Luna Rossa. Ma alla fine anche Renzi ci sarà, come ci saranno altri più vicini al gruppo dirigente del PD: Cuperlo, Pittella, Fassina, Epifani e chi altro vorrà mettersi in gioco.
Civati ha seguito un percorso politico di successo, che lo ha portato a due elezioni in consiglio regionale in Lombardia e ora in Parlamento, dopo primarie vinte a mani basse nella sua Brianza. Pippo è brillante e colto, una figura di rilievo nel panorama generalmente poco interessante della politica nazionale. Da anni gestisce un blog ultraseguito dove dimostra le sue capacità di sintesi politica e letteraria. Al precedente congresso PD aveva appoggiato, come me, la mozione di Ignazio Marino, dal quale però prese le distanze molto velocemente. Alle recenti primarie per la premiership ha dichiarato a pochi giorni dal voto la sua scelta per Bersani, davvero difficile da comprendere.
Da quando è in parlamento Pippo ha guadagnato molto in visibilità, per via delle sue doti e anche di alcune scelte politiche fatte. Quella di non votare il governo delle larghe intese, ad esempio. Ma anche la volontà di dialogo con i grillisti, condivisa con Bersani e sostenuta più volte, poi derisa in un post del blog di Grillo stesso.
Che risultato avrà la candidatura di Pippo a segretario? Dipende da molte variabili, certo. Non solo dalla presenza dell'ex roommate Renzi, ma da chi altro si schiererà tra i nomi già fatti qui sopra. Negli anni della costruzione del suo progetto politico Civati aveva attratto molte persone interessanti e innovative, connotando i suoi progetti poi abbandonati (Oltre, Prossima Italia, ecc.) di voglia di partecipazione e cambiamento. Molti dei protagonisti di quella breve stagione oggi hanno preso le distanze, per una ragione o per l'altra. Incluso chi scrive. Resta uno zoccolo duro di fan che, tra un "mi piace" e un "retweet" affolla la rete e funziona molto bene da cassa di risonanza. Ma quanto vale questo rumore web in termini di consenso reale?
La candidatura di Pippo, visto lo stato delle cose, rischia di trasformarsi in una "testimonianza". Quando facevamo parte della mozione Marino ho detto spesso a Ignazio e Pippo stesso che rischiavamo di diventare una sorta di comunità di recupero del PD, che si prendeva in carico i malpancisti, i border line, quelli che non volevano rientrare negli schemi e nelle categorie della politica tradizionale. Spero che la visione di Civati sia diversa e superi il concetto della minoranza rappresentativa. Oggi il PD ha bisogno di una buona compagnia, come dice Francesco Nicodemo. Di una grande alleanza di innovatori che possa costruire un cartello alternativo alla attuale classe dirigente. In un progetto di questo tipo l'apporto di Civati potrebbe essere preziosissimo. Se invece la scelta di Pippo fosse per ostinarsi ad una corsa in solitario l'esito sarebbe prevedibile e poco interessante.
Il punto è la determinazione di Pippo Civati a candidarsi alla carica di segretario del PD in una fase politica molto confusa e ancora con le regole del congresso da definire. Questo gli fa onore, intendiamoci. Matteo Renzi invece, che con Pippo condivise la straordinaria prima Leopolda, aspetta di capire le regole di ingaggio prima di scendere in campo, un po' come ha fatto oggi a San Francisco nella America's Cup Luna Rossa. Ma alla fine anche Renzi ci sarà, come ci saranno altri più vicini al gruppo dirigente del PD: Cuperlo, Pittella, Fassina, Epifani e chi altro vorrà mettersi in gioco.
Civati ha seguito un percorso politico di successo, che lo ha portato a due elezioni in consiglio regionale in Lombardia e ora in Parlamento, dopo primarie vinte a mani basse nella sua Brianza. Pippo è brillante e colto, una figura di rilievo nel panorama generalmente poco interessante della politica nazionale. Da anni gestisce un blog ultraseguito dove dimostra le sue capacità di sintesi politica e letteraria. Al precedente congresso PD aveva appoggiato, come me, la mozione di Ignazio Marino, dal quale però prese le distanze molto velocemente. Alle recenti primarie per la premiership ha dichiarato a pochi giorni dal voto la sua scelta per Bersani, davvero difficile da comprendere.
Da quando è in parlamento Pippo ha guadagnato molto in visibilità, per via delle sue doti e anche di alcune scelte politiche fatte. Quella di non votare il governo delle larghe intese, ad esempio. Ma anche la volontà di dialogo con i grillisti, condivisa con Bersani e sostenuta più volte, poi derisa in un post del blog di Grillo stesso.
Che risultato avrà la candidatura di Pippo a segretario? Dipende da molte variabili, certo. Non solo dalla presenza dell'ex roommate Renzi, ma da chi altro si schiererà tra i nomi già fatti qui sopra. Negli anni della costruzione del suo progetto politico Civati aveva attratto molte persone interessanti e innovative, connotando i suoi progetti poi abbandonati (Oltre, Prossima Italia, ecc.) di voglia di partecipazione e cambiamento. Molti dei protagonisti di quella breve stagione oggi hanno preso le distanze, per una ragione o per l'altra. Incluso chi scrive. Resta uno zoccolo duro di fan che, tra un "mi piace" e un "retweet" affolla la rete e funziona molto bene da cassa di risonanza. Ma quanto vale questo rumore web in termini di consenso reale?
La candidatura di Pippo, visto lo stato delle cose, rischia di trasformarsi in una "testimonianza". Quando facevamo parte della mozione Marino ho detto spesso a Ignazio e Pippo stesso che rischiavamo di diventare una sorta di comunità di recupero del PD, che si prendeva in carico i malpancisti, i border line, quelli che non volevano rientrare negli schemi e nelle categorie della politica tradizionale. Spero che la visione di Civati sia diversa e superi il concetto della minoranza rappresentativa. Oggi il PD ha bisogno di una buona compagnia, come dice Francesco Nicodemo. Di una grande alleanza di innovatori che possa costruire un cartello alternativo alla attuale classe dirigente. In un progetto di questo tipo l'apporto di Civati potrebbe essere preziosissimo. Se invece la scelta di Pippo fosse per ostinarsi ad una corsa in solitario l'esito sarebbe prevedibile e poco interessante.
Per costituire una "buona compagnia" ci vuole spirito aperto e disinteressato, zero tatticismi e voglia di rovesciare canoni e prassi... Un'alternativa di sistema alla quale né Renzi né la confusa compagine che ruota attorno a Cuperlo e a Fassina sembra voler perseguire.
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