Dopo i pochi minuti passati a monologare davanti a Matteo Renzi, ieri Beppe Grillo ha monologato una ventina di minuti con i giornalisti. Ha detto molte delle solite cose su cui è noioso soffermarsi. Verso il minuto 11:30 del video qui sopra però si è messo a parlare di lavoro. Ha detto che "il lavoro non c'è più e sarà sempre meno". La colpa, secondo Grillo, sarebbe delle macchine. "Le acciaierie stanno mandando via migliaia di persone perché ci sono le automazioni " ha continuato. E ancora: "Tutto quello che fa l'uomo è tassato, tutto quello che fa la macchina è in nero".
Questa visione oscurantista è piuttosto sorprendente. Dipingere "le macchine" come nemiche dei lavoratori è anacronismo allo stato puro. Particolarmente bizzarro per Grillo, che esalta l'immaterialità della rete e della comunicazione online, ovviamente possibile solo per mezzo delle "macchine" e del progresso tecnologico.
Non ho intenzione di scomodare Smith, Marx, Ricardo, Schumpeter, le leggi della robotica di Asimov, Negroponte, le recenti teorie sull'Accelerazionismo. Concludo semplicemente con la constatazione che Grillo non sa quello che dice. E questo lo rende ancora più inquietante e potenzialmente pericoloso.
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