Domani a Bruxelles si riunisce in sessione straordinaria il Consiglio Europeo, qui sopra l'agenda del meeting. Al punto "sessione di lavoro" si parlerà di nomine, argomento spinoso e ancora irrisolto. Il Presidente del Consiglio Europeo viene eletto per due anni e mezzo, rinnovabile una sola volta. Il mandato di Herman Van Rompuy scadrà il 30 novembre 2014. Il mandato dell'Alto Rappresentantedell'Unione per gli Affarti Esteri e e Politiche di Sicrezza dura invece cinque anni, come quello degli altri Commissari. Quindi il mandato di Catherine Ashton scadrà il 31 ottobre 2014, come tutta la Commissione Europea.
Sono andato a cercare nell'archivio di
Sostenibilitalia i giorni delle nomine di Van Rompuy e Ashton, nel 2009.
I giudizi dati allora erano molto sferzanti nei confronti di ambedue.
El Pais scriveva senza mezzi termini che "due sconosciuti guideranno l'Europa". Il
Guardian rimpiangeva Blair alla presidenza e definisce "oscura" la Ashton.
Liberation si chiedeva "ma perché loro?" e definiva Van Rompuy "un presidente decorativo". Da parte sua
Le Monde intervistava l'ex premier Michel Rocard che giudicava il tandem Van Rompuy- Ashton "una scelta sbagliata".
Mogherini con Ashton
Oggi sta succedendo più o meno lo stesso. Il Popolare Juncker presidente della Commissione, sostenuto da PSE e ALDE, porta a una candidatura socialista al Consiglio Europeo. Dovrebbe essere la danese
Thorning Schmidt (quella dei selfie con Obama al funerale di Mandela). Federica Mogherini secondo il presidente del Parlamento Schulz è una "eccellente candidata" agli esteri, ma le resistenze della Germania e di parte del PPE complicano le cose. Le accuse di inesperienza rivolte a Mogherini non sembrano particolarmente fondate: Ashton era perlomeno altrettanto inesperta. Inoltre la baronessa di Upholland in Lancashire non ha mai passato un elezione, essendo stata sempre nominata.
I dieci paesi dell'est Europa si opporrebbero a Mogherini lamentando il suo atteggiamento troppo morbido nei confronti della Russia, ma in realtà è un gesto strumentale: i paesi dell'ex blocco sovietico rivendicano uno dei ruoli apicali nella Commissione e sfruttano la situazione per alzare il tiro. La Germania, che dei paesi dell'Est vuole essere riferimento politico, gioca sui due tavoli. Per altro l'Italia è sempre stata in linea con la posizione comune europea nei confronti della crisi in Ucraina e dei rapporti con la Russia, quindi non è certo la persona di Mogherni a costituire un problema. Qualcuno - non disinteressato - cerca anche di tirare fuori dalla cripta Enrico Letta come presidente del Consiglio Europeo, magari sperando che questo scalzi Mario Draghi dalla BCE.
Il Consiglio di domani potrebbe non essere decisivo, ma sarebbe grave. Prima è in programma un pre-vertice del PSE, a cui però Matteo Renzi non parteciperà, come François Hollande.