La lega dovrebbe avere 27 seggi nel nuovo Parlamento Europeo, almeno secondo l'ultima proiezione diffusa venerdì scorso da Strasburgo. Un balzo in avanti clamoroso rispetto agli attuali cinque, ai quali si è aggiunto il transfuga 5 stelle Zanni. Attualmente i sondaggi accreditano la Lega di un 32-33 per cento. Alle elezioni europee del 2014 raccolse un modesto 4.06.
Quando un partito raggiunge in breve tempo risultati così eclatanti il problema principale è quello di trovare candidati all'altezza del ruolo. La Lega ha una classe dirigente collaudata solo nel nord Italia, mentre nel resto del paese i tanti voti di Salvini rischiano di premiare candidati improvvisati, soggetti pittoreschi, personaggi riciclati che hanno fiutato l'opportunità.
Il fenomeno non è nuovo. Lo stesso accadde a suo tempo con L'Italia dei Valori di Di Pietro e, in misura più eclatante, con il Movimento 5 Stelle. Questa volta i 5 stelle non si aspettano nessun boom: i sondaggi accreditano al partito di Di Maio 18 seggi, e il trend è in vistoso calo. Nel 2014 il Movimento elesse 17 eurodeputati, diventati poi 14 per le defezioni di Affronte (passato ai Verdi), di Borrelli (passato al gruppo misto) e del citato Zanni. Sulla piattaforma Rousseau si è appena conclusa la prima scrematura degli aspiranti candidati, ridotti adesso a 200, dieci per regione. Tra loro anche tutti i 14 eurodeputati uscenti ancora "fedeli". Vedremo.
Nella Lega invece c'è una ventina di posti liberi in Europa, anche se i cinque uscenti venissero ricandidati e avessero successo. Borghezio è all'Europarlamento dal 2001, diciotto anni. Sarà interessante vedere chi Salvini porterà a Strasburgo, particolarmente nel centro sud dove praticamente non esistono leghisti della prima ora. Per molti sarà un'occasione irripetibile.
Quando un partito raggiunge in breve tempo risultati così eclatanti il problema principale è quello di trovare candidati all'altezza del ruolo. La Lega ha una classe dirigente collaudata solo nel nord Italia, mentre nel resto del paese i tanti voti di Salvini rischiano di premiare candidati improvvisati, soggetti pittoreschi, personaggi riciclati che hanno fiutato l'opportunità.
Il fenomeno non è nuovo. Lo stesso accadde a suo tempo con L'Italia dei Valori di Di Pietro e, in misura più eclatante, con il Movimento 5 Stelle. Questa volta i 5 stelle non si aspettano nessun boom: i sondaggi accreditano al partito di Di Maio 18 seggi, e il trend è in vistoso calo. Nel 2014 il Movimento elesse 17 eurodeputati, diventati poi 14 per le defezioni di Affronte (passato ai Verdi), di Borrelli (passato al gruppo misto) e del citato Zanni. Sulla piattaforma Rousseau si è appena conclusa la prima scrematura degli aspiranti candidati, ridotti adesso a 200, dieci per regione. Tra loro anche tutti i 14 eurodeputati uscenti ancora "fedeli". Vedremo.
Nella Lega invece c'è una ventina di posti liberi in Europa, anche se i cinque uscenti venissero ricandidati e avessero successo. Borghezio è all'Europarlamento dal 2001, diciotto anni. Sarà interessante vedere chi Salvini porterà a Strasburgo, particolarmente nel centro sud dove praticamente non esistono leghisti della prima ora. Per molti sarà un'occasione irripetibile.
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