Nei prossimi 20 anni lo sviluppo dell'economia globale raddoppierà. Allo stesso tempo le emissioni in atmosfera dovranno essere ridotte almeno del 30 per cento per mantenere gli obiettivi minimi dell'Accordo di Parigi. L'energia dovrà essere prodotta sempre più da fonti rinnovabili e usata con parsimonia ed efficienza, aumentando l'intensità energetica, che è il rapporto tra energia primaria consumata e prodotto interno lordo.
Nella gelida Katowice nevica, ma piove anche carbone americano. Ieri gli Stati Uniti hanno svolto il loro evento a favore dei combustibili fossili, già presentato lo scorso anno alla COP23 di Bonn/Fiji. Il titolo dell'evento era Tecnologie innovative stimolano dinamismo economico e ha visto la partecipazione di Wells Griffith, consulente di Donald Trump in tema di energia. Griffith è stato molto chiaro: "Crediamo fermamente che nessuna nazione debba sacrificare la propria prosperità economica per cercare di raggiungere la sostenibilità ambientale" (vedi clip sotto).
L'evento è stato interrotto da manifestanti con cori di "Keep it in the ground" ovvero "Lascialo sotto terra" riferito all'estrazione di carbone e altri combustibili fossili. Nessun altro paese ha accettato l'invito a partecipare, a parte l'Australia. Nemmeno la carbonizzatissima Polonia padrona di casa.
Il migliore esempio di quanto l'America di Trump sia isolata è arrivato nello stesso giorno. Non è un segnale politico, ma economico: 415 grandi investitori, con un portafoglio da 32mila miliardi di dollari, hanno chiesto maggiore azione politica sul cambiamento climatico e dichiarato la volontà di disinvestire dal settore dei combustibili fossili. Lo hanno fatto presentando un Global Investor Statement in rappresentanza di alcuni dei colossi della finanza come Schroders plc, BNP Paribas Asset Management, Aberdeen Standard Investments and UBS Asset Management. Tra loro anche il New York State Common Retirement Fund, che amministra 207 miliardi di dollari di fondi pensione. A questo link il testo ufficiale della dichiarazione.
Nella gelida Katowice nevica, ma piove anche carbone americano. Ieri gli Stati Uniti hanno svolto il loro evento a favore dei combustibili fossili, già presentato lo scorso anno alla COP23 di Bonn/Fiji. Il titolo dell'evento era Tecnologie innovative stimolano dinamismo economico e ha visto la partecipazione di Wells Griffith, consulente di Donald Trump in tema di energia. Griffith è stato molto chiaro: "Crediamo fermamente che nessuna nazione debba sacrificare la propria prosperità economica per cercare di raggiungere la sostenibilità ambientale" (vedi clip sotto).
L'evento è stato interrotto da manifestanti con cori di "Keep it in the ground" ovvero "Lascialo sotto terra" riferito all'estrazione di carbone e altri combustibili fossili. Nessun altro paese ha accettato l'invito a partecipare, a parte l'Australia. Nemmeno la carbonizzatissima Polonia padrona di casa.
Il migliore esempio di quanto l'America di Trump sia isolata è arrivato nello stesso giorno. Non è un segnale politico, ma economico: 415 grandi investitori, con un portafoglio da 32mila miliardi di dollari, hanno chiesto maggiore azione politica sul cambiamento climatico e dichiarato la volontà di disinvestire dal settore dei combustibili fossili. Lo hanno fatto presentando un Global Investor Statement in rappresentanza di alcuni dei colossi della finanza come Schroders plc, BNP Paribas Asset Management, Aberdeen Standard Investments and UBS Asset Management. Tra loro anche il New York State Common Retirement Fund, che amministra 207 miliardi di dollari di fondi pensione. A questo link il testo ufficiale della dichiarazione.
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