martedì 30 giugno 2015
The Greek Conundrum - Il Paradosso Greco
La questione greca è complessa, lo sappiamo. Semplificarla non giova alla sua comprensione ma l'informazione, particolarmente l'informazione online, tende pericolosamente a questo. E la agorà globale dei social network semplifica ancora di più, ovviamente.
Il messaggio semplificato ricorrente è più o meno qualcosa come: "I poveri greci fanno sacrifici da anni e non ne possono più. La disoccupazione sale, le pensioni e i salari scendono, il debito pubblico va alle stelle, il paese è in ginocchio. Basta austerità, fate respirare la Grecia, date ai greci una speranza".
Non c'è niente di sbagliato o di inesatto in questo genere di messaggio, che fotografa con grande approssimazione ma con realismo la situazione del paese. E su questo messaggio Alexis Tsipras ha basato la sua campagna elettorale, vincendo le elezioni politiche e diventando il nuovo capo del governo. Dopo cinque mesi di trattative con Unione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale, con una mossa a sorpresa, Tsipras ha deciso di lasciare unilateralmente il tavolo dei negoziati e di indire un referendum popolare. In pratica ha deciso di non decidere. Non voglio giudicare qui la sua scelta, anche se capisco l'irritazione delle controparti, di chi per cinque mesi ha cercato di limare le diversità, di cercare con pazienza un accordo ormai apparentemente vicino e si rende conto all'improvviso di avere buttato via una montagna di tempo prezioso.
La riflessione che propongo è un'altra. Tsipras è stato eletto su un programma che era centrato su alcune questioni molto sentite da un paese in crisi. Alexis prometteva di non toccare le pensioni, di reintegrare i dipendenti statali licenziati perché in esubero, di smetterla con le politiche di austerità. Non era chiaro con quali soldi sarebbe riuscito a fare questo, ma comunque è bastato per vincere le elezioni, spazzare via il governo uscente di centrodestra, umiliare la sinistra storica di PASOK e KKE e formare un nuovo governo con un partitino nazionalista di destra, che gli garantiva i pochi seggi mancanti per avere la maggioranza.
Oggi Tsipras dice di non accettare le condizioni poste dalla Troika (tanto è sempre lei) perché è stato eletto sulla base di un altro programma e non se la sente di tradire il suo popolo. E chiede ai creditori della Grecia altro denaro, per attuare il suo programma. A parte che i miliardi di Euro che la Grecia riceverebbe non andrebbero alla gente ma proprio ai creditori, il punto è: se io mi faccio eleggere sulla base di un programma irrealizzabile, ho il diritto di chiedere poi concessioni e finanziamenti per realizzarlo? O, se preferite: in politica il realismo paga oppure è meglio promettere di tutto e di più e poi, quando è evidente che si tratta di un libro dei sogni, dare la colpa ai "cattivi" di turno? Che magari sono cattivi davvero, per carità. Ma quello che fa Tsipras non è politica, è populismo. Comunque vada il referendum Alexis Tsipras ne uscirà "pulito", la colpa sarà altrui. Mentre l'esito non cambierà la vita e il futuro dei Greci, cui si prospettano altra austertà e altri sacrifici con la vittoria del Sì e la drammatica incertezza di un futuro fuori dall'Eurozona con la vittoria del No.
Questo è il paradosso della Grecia, che Tsipras usa pro domo sua. In otto giorni il popolo esasperato, impoverito, che ha perso lucidità, deve reincarnarsi in uno stuolo di esperti di macroeconomia globale e decidere il futuro del paese per generazioni a venire. Un governo, un premier devono assumersi le proprie responsabilità. Sono stati eletti per decidere, come vuole la democrazia delegata. Invece, comunque finirà domenica prossima, Tsipras e Varoufakis diranno che loro non hanno colpe. Io lo trovo intollerabile. E affatto di sinistra.
Il messaggio semplificato ricorrente è più o meno qualcosa come: "I poveri greci fanno sacrifici da anni e non ne possono più. La disoccupazione sale, le pensioni e i salari scendono, il debito pubblico va alle stelle, il paese è in ginocchio. Basta austerità, fate respirare la Grecia, date ai greci una speranza".
Non c'è niente di sbagliato o di inesatto in questo genere di messaggio, che fotografa con grande approssimazione ma con realismo la situazione del paese. E su questo messaggio Alexis Tsipras ha basato la sua campagna elettorale, vincendo le elezioni politiche e diventando il nuovo capo del governo. Dopo cinque mesi di trattative con Unione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale, con una mossa a sorpresa, Tsipras ha deciso di lasciare unilateralmente il tavolo dei negoziati e di indire un referendum popolare. In pratica ha deciso di non decidere. Non voglio giudicare qui la sua scelta, anche se capisco l'irritazione delle controparti, di chi per cinque mesi ha cercato di limare le diversità, di cercare con pazienza un accordo ormai apparentemente vicino e si rende conto all'improvviso di avere buttato via una montagna di tempo prezioso.
La riflessione che propongo è un'altra. Tsipras è stato eletto su un programma che era centrato su alcune questioni molto sentite da un paese in crisi. Alexis prometteva di non toccare le pensioni, di reintegrare i dipendenti statali licenziati perché in esubero, di smetterla con le politiche di austerità. Non era chiaro con quali soldi sarebbe riuscito a fare questo, ma comunque è bastato per vincere le elezioni, spazzare via il governo uscente di centrodestra, umiliare la sinistra storica di PASOK e KKE e formare un nuovo governo con un partitino nazionalista di destra, che gli garantiva i pochi seggi mancanti per avere la maggioranza.
Oggi Tsipras dice di non accettare le condizioni poste dalla Troika (tanto è sempre lei) perché è stato eletto sulla base di un altro programma e non se la sente di tradire il suo popolo. E chiede ai creditori della Grecia altro denaro, per attuare il suo programma. A parte che i miliardi di Euro che la Grecia riceverebbe non andrebbero alla gente ma proprio ai creditori, il punto è: se io mi faccio eleggere sulla base di un programma irrealizzabile, ho il diritto di chiedere poi concessioni e finanziamenti per realizzarlo? O, se preferite: in politica il realismo paga oppure è meglio promettere di tutto e di più e poi, quando è evidente che si tratta di un libro dei sogni, dare la colpa ai "cattivi" di turno? Che magari sono cattivi davvero, per carità. Ma quello che fa Tsipras non è politica, è populismo. Comunque vada il referendum Alexis Tsipras ne uscirà "pulito", la colpa sarà altrui. Mentre l'esito non cambierà la vita e il futuro dei Greci, cui si prospettano altra austertà e altri sacrifici con la vittoria del Sì e la drammatica incertezza di un futuro fuori dall'Eurozona con la vittoria del No.
Questo è il paradosso della Grecia, che Tsipras usa pro domo sua. In otto giorni il popolo esasperato, impoverito, che ha perso lucidità, deve reincarnarsi in uno stuolo di esperti di macroeconomia globale e decidere il futuro del paese per generazioni a venire. Un governo, un premier devono assumersi le proprie responsabilità. Sono stati eletti per decidere, come vuole la democrazia delegata. Invece, comunque finirà domenica prossima, Tsipras e Varoufakis diranno che loro non hanno colpe. Io lo trovo intollerabile. E affatto di sinistra.
lunedì 29 giugno 2015
Un ministro autorevole e affidabile
"Il capital control all'interno di una unione monetaria è una contraddizione in termini. Il governo greco è contrario al concetto stesso" twittava Varoufakis ieri alle due di pomeriggio. Otto ore dopo la Grecia decideva di chiudere le banche per otto giorni.
Capital controls within a monetary union are a contradiction in terms. The Greek government opposes the very concept.
— Yanis Varoufakis (@yanisvaroufakis) June 28, 2015
The Sarajevo moment
A fully fledged monetary union has the means to transfer resources from one region to another. This is what happens in the US or the UK, for example, with higher taxes in areas that are doing well being redistributed to areas with slower growth and higher unemployment.The euro, however, was constructed along different lines. Countries were allowed to join even though it was clear they would struggle to compete with the better performing nations such as Germany. A stability and growth pact designed to ensure a common set of budget controls was a poor substitute for fiscal union. From the start, it was obvious that the only mechanism for a country that ran into severe difficulties would be harsh austerity. Greece is the result of what happens when politics is allowed to override economics.If Greece leaves, the idea that the euro is irrevocable is broken. Any government that runs into difficulties in the future will have the Greek option of devaluation as an alternative to endless austerity. Just as importantly, the financial markets will know that, and will pile pressure on countries that look vulnerable. That’s why Greece represents an existential crisis for the eurozone.It will be said in response that Greece is a small, insignificant country and that the single currency has much better defences than it had at the last moment of acute trouble in the summer of 2012. Diplomats in Europe’s capitals took very much the same view in late June 1914.
sabato 27 giugno 2015
Altro che Speranza, Cuperlo e Bersani, il futuro è Reichlin
Oggi a Bologna si sono riuniti i Bersaniani, per comodità definiti la minoranza del PD. L'intervento più vivace pare sia stato di Alfredo Reichlin, alla faccia delle nuove leve e degli ex segretari delle non-vittorie. Reichlin ha definito il premier e segretario Renzi "un ignorante", aggiungendo che dietro Renzi "c'è un vuoto politico, non c'è una cultura politica, non c'è un disegno del futuro".
Reichlin ha compiuto 90 anni un mese fa. Complimenti per la lucidità di pensiero e per la voglia di pensare ad un disegno per il futuro. Adesso aspettiamo le esternazioni di Arnaldo Forlani, che 90 anni li compirà a dicembre, e di Rino Formica, che con i suoi 88 anni è ancora un ragazzino.
Reichlin ha compiuto 90 anni un mese fa. Complimenti per la lucidità di pensiero e per la voglia di pensare ad un disegno per il futuro. Adesso aspettiamo le esternazioni di Arnaldo Forlani, che 90 anni li compirà a dicembre, e di Rino Formica, che con i suoi 88 anni è ancora un ragazzino.
#Greferendum
Mentre #Greferendum si sta affermando come hashtag ufficiale, sul canale YouTube di Alexis Tsipras è stato caricato il video del discorso in cui il premier greco annuncia il referendum. Secondo Ekathimerini quella di Tsipras è stata una decisione non premeditata.
Yes They Can
The White House was illuminated in honor of same-sex marriage http://t.co/3pN8XFFBTp pic.twitter.com/QHCHR7htUq
— The New York Times (@nytimes) June 27, 2015
Il referendum di Tsipras è un rischio calcolato o una mossa disperata?
Ieri sera Alexis Tsipras ha comunicato a sopresa a Merkel, Hollande e Draghi la decisione di indire un referendum popolare sull'accettazione delle misure richieste da Unione Europea, FMI e BCE. La consultazione dovrebbe svolgersi domenica 5 luglio, tra otto giorni. Poi Tsipras ha annunciato la proposta in televisione e convocato per mezzogiorno di oggi una seduta straordinaria del parlamento, che dovrà esprimersi in merito. La votazione, prevista inizialmente per le 19, è stata poi rimandata a mezzanotte. Poche ore che però fanno molta differenza, perché nel pomeriggio a Bruxelles è in programma un meeting dell'Eurogruppo per discutere il caso greco. La riunione di Bruxelles era indetta da tempo, ed è stata confermata. Si tratta del quinto Eurogruppo convocato sulla crisi greca nelle ultime due settimane. I ministri sono giustamente stressati.
"Dopo cinque mesi di duri negoziati purtroppo i nostri partner ci hanno presentato una proposta che è un ultimatum per la democrazia della Grecia e per il popolo Greco. Un ultimatum che va contro i principi fondanti e i valori dell'Europa" ha detto il premier nel suo messaggio televisivo, aggiungendo che la Grecia è stata "umiliata e ricattata".
Chiaro quindi che il referendum, per Tsipras, dovrà essere un plebiscito di NO alle richieste della ex Troika. Parlamentari di Syriza hanno salutato con favore il referendum, ribadendo che le richieste dell'Europa vanno oltre il mandato elettorale conferito al governo greco e che deve essere il popolo a decidere. "Chi ha le leve del potere dovrà tenere conto di questo voto, altrimenti la democrazia non esiste" ha detto Panagiotis Lafazanis, ministro e leader dell'ala più radicale di Syriza. Il ministro dell'interno Nikos Voutsis, aprendo il dibattito parlamentare iniziato a mezzogiorno, ha ribadito che "Il governo greco non è neutrale ed è per votare NO". Anche il leader dell'estrema destra di Alba Dorata Nikos Michaloliakos ha confermato l'appoggio al referendum e il voto contrario alle richieste dell'Europa.
La mossa greca ha provocato molta irritazione a Bruxelles, sia per le modalità che per l'uso strumentale del voto popolare. Non è un caso che in molti paesi, Italia inclusa, i referendum su temi di natura fiscale non siano ammessi. Perché di fronte a un quesito tipo "volete pagare più tasse, lavorare di più e andare in pensione più tardi" la risposta dell'elettorato è scontata. Lo stesso ex premier Venizelos ha detto che il referendum sarebbe incostituzionale, perché in Grecia le consultazioni popolari sono ammesse solo per questioni di interesse nazionale, come la difesa dello stato e la politica internazionale. Qualcuno ha ripescato un intervento di Tsipras del 2011 in cui criticava aspramente l'idea di un referendum sullo stesso tema, paventata dall'allora premier Papandreou. In Grecia l'ultimo referendum popolare si è svolto nel 1974.
La Grecia finora ha ricevuto 240 miliardi di Euro di aiuti finanziari, che si è impegnata a restituire secondo un calendario concordato. Si tratta del più grande programma di aiuti mai messo in atto dalla finanza mondiale. La prossima scadenza riguarda un miliardo di Euro ed è fissata per martedì prossimo 30 giugno. Tsipras ha chiesto a Draghi e ai leader europei di posticipare questa scadenza a dopo il referendum, ma le prime voci che arrivano da Bruxelles sembrano escludere la possibilità di un rinvio, che tra l'altro in alcuni paesi come la Germania dovrebbe essere approvato da un voto del parlamento.
La agenzia di scommesse Ladbrokes ha già pubblicato le quote per l'esito del referendum, prevedendo la vittoria dei NO.
"Dopo cinque mesi di duri negoziati purtroppo i nostri partner ci hanno presentato una proposta che è un ultimatum per la democrazia della Grecia e per il popolo Greco. Un ultimatum che va contro i principi fondanti e i valori dell'Europa" ha detto il premier nel suo messaggio televisivo, aggiungendo che la Grecia è stata "umiliata e ricattata".
Chiaro quindi che il referendum, per Tsipras, dovrà essere un plebiscito di NO alle richieste della ex Troika. Parlamentari di Syriza hanno salutato con favore il referendum, ribadendo che le richieste dell'Europa vanno oltre il mandato elettorale conferito al governo greco e che deve essere il popolo a decidere. "Chi ha le leve del potere dovrà tenere conto di questo voto, altrimenti la democrazia non esiste" ha detto Panagiotis Lafazanis, ministro e leader dell'ala più radicale di Syriza. Il ministro dell'interno Nikos Voutsis, aprendo il dibattito parlamentare iniziato a mezzogiorno, ha ribadito che "Il governo greco non è neutrale ed è per votare NO". Anche il leader dell'estrema destra di Alba Dorata Nikos Michaloliakos ha confermato l'appoggio al referendum e il voto contrario alle richieste dell'Europa.
La mossa greca ha provocato molta irritazione a Bruxelles, sia per le modalità che per l'uso strumentale del voto popolare. Non è un caso che in molti paesi, Italia inclusa, i referendum su temi di natura fiscale non siano ammessi. Perché di fronte a un quesito tipo "volete pagare più tasse, lavorare di più e andare in pensione più tardi" la risposta dell'elettorato è scontata. Lo stesso ex premier Venizelos ha detto che il referendum sarebbe incostituzionale, perché in Grecia le consultazioni popolari sono ammesse solo per questioni di interesse nazionale, come la difesa dello stato e la politica internazionale. Qualcuno ha ripescato un intervento di Tsipras del 2011 in cui criticava aspramente l'idea di un referendum sullo stesso tema, paventata dall'allora premier Papandreou. In Grecia l'ultimo referendum popolare si è svolto nel 1974.
La Grecia finora ha ricevuto 240 miliardi di Euro di aiuti finanziari, che si è impegnata a restituire secondo un calendario concordato. Si tratta del più grande programma di aiuti mai messo in atto dalla finanza mondiale. La prossima scadenza riguarda un miliardo di Euro ed è fissata per martedì prossimo 30 giugno. Tsipras ha chiesto a Draghi e ai leader europei di posticipare questa scadenza a dopo il referendum, ma le prime voci che arrivano da Bruxelles sembrano escludere la possibilità di un rinvio, che tra l'altro in alcuni paesi come la Germania dovrebbe essere approvato da un voto del parlamento.
La agenzia di scommesse Ladbrokes ha già pubblicato le quote per l'esito del referendum, prevedendo la vittoria dei NO.
#Greece bailout #referendum odds:
1/3 NO to deal
2/1 YES to deal
http://t.co/4CWIfTXJ2p pic.twitter.com/dY7OqtsnXX
— Ladbrokes Politics (@LadPolitics) June 27, 2015
venerdì 26 giugno 2015
Economia Circolare, l'Europa ci prova
Yes They Can
Today is a big step in our march toward equality. Gay and lesbian couples now have the right to marry, just like anyone else. #LoveWins
— President Obama (@POTUS) June 26, 2015
Proud. pic.twitter.com/9J44PCYeuQ
— Hillary Clinton (@HillaryClinton) June 26, 2015
James Taylor al numero uno, finalmente
Il 14 marzo 1970 un giovane James Taylor entrava per la prima volta nella Top 200 di Billboard con l'album Sweet Baby James. Due giorni fa James Taylor (67) ha debuttato al numero uno con Before This World, il suo primo album di inediti da tredici anni a questa parte. Certo, oggi si vendono meno dischi. Before This World ha totalizzato 96mila copie tra dischi, download e streaming. L'ultimo album di inediti risale al 2002 ed era October Road. Allora debuttò al quarto posto, ma con 154mila copie.
After 45-year wait -- James Taylor has earned his first No. 1 album on the #Billboard200 chart http://t.co/xvulWf2qgS pic.twitter.com/ctN7yGLy3f
— billboard (@billboard) June 25, 2015
mercoledì 24 giugno 2015
Cosa hanno in comune Fassina e Civati?
Dalla prima volta che ho visto la copertina di questo libro di Stefano Fassina ho pensato che la foto fosse micidiale, di una tragica, involontaria comicità. Fassina sembra darsi un pugno in bocca da solo, e ha anche la smorfia di chi il cazzotto lo accusa.
Oggi Fassina ha formalizzato la sua uscita dal Partito Democratico. Galeotto fu il testo di legge sulla riforma della scuola, a suo dire. Nella conferenza stampa in cui ha ufficilazzato il suo addio, convocata oggi alla Camera dei Deputati, Fassina ha indicato il percorso che intende seguire e chi saranno i suoi compagni di viaggio. "Il 4 luglio con Civati, Cofferati e Pastorino ci ritroveremo per avviare un percorso politico sui territori, plurale, che possa raccogliere le tante energie che sono andate nell'astensionismo. Vogliamo provare a ricoinvolgerle per una sinistra di governo ma con una agenda alternativa".
Apro una parentesi per ricordare che luglio, per gli atomi della sinistra italiana, sarà un mese cruciale. Sabato 4, come appena scritto, Fassina, Cofferati, Civati e Pastorino faranno qualcosa. Il sabato successivo, l'11 luglio, Sel riunirà la sua assemblea nazionale che, secondo alcuni, potrebbe decretare lo scioglimento del partito e la sua confluenza in un soggetto "altro". Ciccio Ferrara, deputato di Sel, è intervenuto con un articolo sul Manifesto di pochi giorni fa dal titolo "Sciogliamo Sel e allarghiamo il campo, è l'ultima chiamata". Il giorno dopo l'assemblea dei vendoliani, domenica 12, i militanti di Rifondazione e Pcdi, assieme ad altri nostalgici, si riuniranno per ricostruire il partito comunista. Su tutti aleggia sempre la maglia della salute di Landini, con la sua Coalizione Sociale da definire.
Ma cosa unisce gente come Fassina e Civati (per non parlare di Ferrero, presente con entusiasmo domenica alla convention di Possibile)? Niente. Stefano Fassina è un quadro della filiera PC-PDS-DS, allevato all'ombra di Visco e Bersani, fedele allo schema leninista del partito centro di decisioni politiche e istituzionali. Di indole vittimista, ma con qualche debolezza nelle comparsate mediatiche (la foto patinata assieme a Brunetta è diventata la sua tragica icona politica).
Civati è cresciuto politicamente nella sinistra lombarda dell'era Penati, dimostrando indubbie doti di comunicazione e dimestichezza ai nuovi media, ma anche grande narcisismo. Non ha mai governato e non ama ruoli subalterni. Molti di coloro con cui in passato ha collaborato (da Renzi a Taddei, da Serracchiani a Scalfarotto) sono diventati sgraditi e quindi cancellati, rimossi. Al contrario i nemici di un tempo, come Bindi, Bersani e lo stesso Fassina, sono stati riabilitati nel nome della comune causa antirenzista. Dalla sua Civati ha lo zoccolo duro di un fan club adorante, che però in fase di voto dimostra limiti enormi.
Fassina e Civati sono uniti da due sole cose: detestano ambedue Renzi e amano il protagonismo. Del resto tra loro stessi i toni sono stati a lungo piuttosto pesanti. Basta rivedere il filmato qui sotto oppure questo video dell'assemblea nazionale PD di maggio 2013, due anni fa. Quelli di Occupy PD, con in testa la adesso europarlamentare Schlein, anche lei oggi civatamente uscita dal PD ma non dal seggio, sono assieme ad un manipolo di altri civatissimi che aggrediscono verbalmente e dileggiano Fassina. Ma allora il segretario del PD era Epifani, quindi il suo sodale Fassina era un nemico. Oggi Fassina, Schlein e Civati sono felicemente sulla stessa sponda, scambiandosi affettuosità.
Il futuro della sinistra italiana non può essere costruito da mummie politiche come Cofferati, da comunisti nostalgici come Ferrero, da ex movimentisti come Casarini (avvistato domenica scorsa a Possibile), da perdenti come Fassina e Civati. E stupisce come costoro continuino a citare come riferimenti i movimenti di Grecia e Spagna, cresciuti e consolidati su basi assolutamente diverse. Quelli di Fassina e Civati sono dispettucci rancorosi, tutto qui.
Oggi Fassina ha formalizzato la sua uscita dal Partito Democratico. Galeotto fu il testo di legge sulla riforma della scuola, a suo dire. Nella conferenza stampa in cui ha ufficilazzato il suo addio, convocata oggi alla Camera dei Deputati, Fassina ha indicato il percorso che intende seguire e chi saranno i suoi compagni di viaggio. "Il 4 luglio con Civati, Cofferati e Pastorino ci ritroveremo per avviare un percorso politico sui territori, plurale, che possa raccogliere le tante energie che sono andate nell'astensionismo. Vogliamo provare a ricoinvolgerle per una sinistra di governo ma con una agenda alternativa".
Apro una parentesi per ricordare che luglio, per gli atomi della sinistra italiana, sarà un mese cruciale. Sabato 4, come appena scritto, Fassina, Cofferati, Civati e Pastorino faranno qualcosa. Il sabato successivo, l'11 luglio, Sel riunirà la sua assemblea nazionale che, secondo alcuni, potrebbe decretare lo scioglimento del partito e la sua confluenza in un soggetto "altro". Ciccio Ferrara, deputato di Sel, è intervenuto con un articolo sul Manifesto di pochi giorni fa dal titolo "Sciogliamo Sel e allarghiamo il campo, è l'ultima chiamata". Il giorno dopo l'assemblea dei vendoliani, domenica 12, i militanti di Rifondazione e Pcdi, assieme ad altri nostalgici, si riuniranno per ricostruire il partito comunista. Su tutti aleggia sempre la maglia della salute di Landini, con la sua Coalizione Sociale da definire.
Ma cosa unisce gente come Fassina e Civati (per non parlare di Ferrero, presente con entusiasmo domenica alla convention di Possibile)? Niente. Stefano Fassina è un quadro della filiera PC-PDS-DS, allevato all'ombra di Visco e Bersani, fedele allo schema leninista del partito centro di decisioni politiche e istituzionali. Di indole vittimista, ma con qualche debolezza nelle comparsate mediatiche (la foto patinata assieme a Brunetta è diventata la sua tragica icona politica).
Civati è cresciuto politicamente nella sinistra lombarda dell'era Penati, dimostrando indubbie doti di comunicazione e dimestichezza ai nuovi media, ma anche grande narcisismo. Non ha mai governato e non ama ruoli subalterni. Molti di coloro con cui in passato ha collaborato (da Renzi a Taddei, da Serracchiani a Scalfarotto) sono diventati sgraditi e quindi cancellati, rimossi. Al contrario i nemici di un tempo, come Bindi, Bersani e lo stesso Fassina, sono stati riabilitati nel nome della comune causa antirenzista. Dalla sua Civati ha lo zoccolo duro di un fan club adorante, che però in fase di voto dimostra limiti enormi.
Fassina e Civati sono uniti da due sole cose: detestano ambedue Renzi e amano il protagonismo. Del resto tra loro stessi i toni sono stati a lungo piuttosto pesanti. Basta rivedere il filmato qui sotto oppure questo video dell'assemblea nazionale PD di maggio 2013, due anni fa. Quelli di Occupy PD, con in testa la adesso europarlamentare Schlein, anche lei oggi civatamente uscita dal PD ma non dal seggio, sono assieme ad un manipolo di altri civatissimi che aggrediscono verbalmente e dileggiano Fassina. Ma allora il segretario del PD era Epifani, quindi il suo sodale Fassina era un nemico. Oggi Fassina, Schlein e Civati sono felicemente sulla stessa sponda, scambiandosi affettuosità.
Il futuro della sinistra italiana non può essere costruito da mummie politiche come Cofferati, da comunisti nostalgici come Ferrero, da ex movimentisti come Casarini (avvistato domenica scorsa a Possibile), da perdenti come Fassina e Civati. E stupisce come costoro continuino a citare come riferimenti i movimenti di Grecia e Spagna, cresciuti e consolidati su basi assolutamente diverse. Quelli di Fassina e Civati sono dispettucci rancorosi, tutto qui.
domenica 21 giugno 2015
The mood is good
"L'atmosfera sembra positiva. Il portavoce del ministro greco alle finanze ha definito i leader dell'Eurozona 'bugiardi patologici'."
The mood is good: spokesman of Greek Finance Minister calls eurozone leaders "pathological liars" https://t.co/2dPZytFlnK
— Pieter Cleppe (@pietercleppe) June 21, 2015
sabato 20 giugno 2015
World Refugee Day
Oggi è la Giornata Mondiale dei Rifugiati, World Refugee Day. Si celebra dal 2001, ma quest'anno ha un significato particolare, per l'Italia, per l'Europa e per il Mediterraneo. Anche se noi occidentali pensiamo che le migrazioni siano tutte rivolte verso di noi, in realtà oggi l'86 per cento dei rifugiati è stato accolto e vive nei paesi in via di sviluppo. Dieci anni fa era il 70 per cento.
venerdì 19 giugno 2015
Grecia, le quotazioni dei bookmakers
Ecco le ultime quotazioni del bookmaker irlandese Paddy Power sulla crisi greca.
4/5: La Grecia adotterà un'altra moneta al posto dell'Euro entro il 2017
6/5: La Commissione Europea sancirà il default della Grecia entro il 2015
9/4: La Grecia tornera a votare entro il 2015
2/1: La Grecia uscirà dalla zona Euro entro il 2015
(via The Guardian)
4/5: La Grecia adotterà un'altra moneta al posto dell'Euro entro il 2017
6/5: La Commissione Europea sancirà il default della Grecia entro il 2015
9/4: La Grecia tornera a votare entro il 2015
2/1: La Grecia uscirà dalla zona Euro entro il 2015
(via The Guardian)
Rassegna stampa da Atene
Headlines #Greece
"Last Chance for Deal"
"Knife at our Throat"
"SOS Greece" pic.twitter.com/qhwwmj8Ng7
— Derek Gatopoulos (@dgatopoulos) June 19, 2015
giovedì 18 giugno 2015
"Yanis, ricordati che voglio indietro i miei soldi"
Don't forget Yanis, i want my money back! #IMF #Lagarde talking to #Greece fin min @yanisvaroufakis at #Eurogroup pic.twitter.com/62v7k6mTLR
— Dirk Hoeren (@DirkHoeren) June 18, 2015
Oggi inizia il Ramadan 2015
Oggi inizia il mese del Ramadan e il ministro degli esteri tedesco Steinmeier lancia un tweet con un messaggio di auguri al mondo islamico.
FM #Steinmeier wishes a peaceful #Ramadan2015 to all Muslims around the world. http://t.co/lnIJS1bGIT #RamadanKareem pic.twitter.com/XFGOHmnsPi
— GermanForeignOffice (@GermanyDiplo) June 18, 2015
A Parigi si andrà a 30 all'ora
La sindaca di Parigi Anne Hidalgo ha annunciato che entro la fine dell'anno il 30 per cento delle vie di Parigi saranno "zone 30". La riduzione della velocità dei mezzi sarà poi applicata progressivamente a tutta la città, con l'obiettivo di arrivare al 90 per cento entro il 2020. "La velocità di 50 Knh diventerà un eccezione, applicata solo alle strade di grande traffico" ha detto Hidalgo. "La rue n’est pas une route!" ha detto l'assessore comunale ai trasporti Christophe Najdovsk.
La borsa di Atene è a picco
La Borsa di Atene ha perso il 18 per cento in una settimana, rtaggiungendo il minimo storico degli ultimi tre anni.
#Greece's Athex share index hits fresh 3yr low below 670. pic.twitter.com/o8AmLJfXAV
— Holger Zschaepitz (@Schuldensuehner) June 18, 2015
mercoledì 17 giugno 2015
Atene, Piazza Syntagma, adesso
Banner at the anti-austerity demo:
"Our lives do not belong to the creditors" #Greece #syntagma pic.twitter.com/pNFLnvziV1 via @NickBarnets
— spyros gkelis (@northaura) June 17, 2015
Due amici, un secolo di musica
Gilberto Gil e Caetano Veloso hanno 72 anni e sono amici da quando ne avevano 17, cinquantacinque anni fa. Furono loro negli anni '60 ad aprile la strada alla nuova musica brasiliana con Tropicalia, uno stile che fondeva i ritmi carioca di samba e bossa con le sonorità del rock. Una intuizione tamente rivoluzionaria che il governo militare di quegli anni li giudicò dei sovversivi e li fece arrestare, per poi costringerli all'esilio a Londra. Ritornarono in Brasile solo nel 1972.
Gilberto e Caetano stanno partendo per un nuovo tour dal titolo Due Amici - Un Secolo Di Musica. Non suonano assieme dal 2004. Il 10 luglio saranno a Chieri (TO), l'11 a Bollate (MI), il 17 a Perugia per Umbria Jazz e il 19 a Udine.
martedì 16 giugno 2015
I bond greci a due anni sfiorano il 30%
Borrowing rates thru the roof! 2-yr yield near 30%
#Greece HT @Investingcom pic.twitter.com/UwAENr5x5X
— Derek Gatopoulos (@dgatopoulos) June 16, 2015
E l'enciclica sul clima diventa un giallo
Papa Francesco aveva annunciato da tempo la redazione di una enciclica sul clima, confermando la notizia anche al segretario generale ONU Ban Ki-moon lo scorso 28 aprile. La presentazione di Laudato sì (titolo mutuato dall'incipit de Il Cantico Delle Creature di Francesco d'Assisi) è fissata da tempo per le 12 di giovedì prossimo, tra due giorni. Famiglia Cristiana aveva anche anticipato la copertina (sotto) ed era stato reso pubblico il panel di esperti e autorità religiose che parteciperanno all'evento.
Il protocollo è stato rotto ieri da L'Espresso, che ha pubblicato sul suo sito il testo completo dell'enciclica e lo ha reso disponibile anche per il download in .pdf. Chi ha scelto di passare sottobanco le 191 pagine dell'enciclica? Secondo molti vaticanisti il leak sarebbe opera della fazione più conservatrice della Chiesa, ostile al linguaggio di rinnovamento di Papa Francesco. La diffusione anticipata dell'enciclica dovrebbe servire a stemperarne l'effetto mediatico. Poco dopo che L'Espresso ha pubblicato il documento il portavoce vaticano padre Federico Lombardi ha diffuso questa nota: "È stato pubblicato il testo italiano di una bozza dell'Enciclica del Papa 'Laudato si'». Si fa presente che non si tratta del testo finale e che la regola dell'Embargo rimane in vigore. Si invita a rispettare la correttezza giornalistica che richiede di attendere la pubblicazione ufficiale del testo finale".
Il protocollo è stato rotto ieri da L'Espresso, che ha pubblicato sul suo sito il testo completo dell'enciclica e lo ha reso disponibile anche per il download in .pdf. Chi ha scelto di passare sottobanco le 191 pagine dell'enciclica? Secondo molti vaticanisti il leak sarebbe opera della fazione più conservatrice della Chiesa, ostile al linguaggio di rinnovamento di Papa Francesco. La diffusione anticipata dell'enciclica dovrebbe servire a stemperarne l'effetto mediatico. Poco dopo che L'Espresso ha pubblicato il documento il portavoce vaticano padre Federico Lombardi ha diffuso questa nota: "È stato pubblicato il testo italiano di una bozza dell'Enciclica del Papa 'Laudato si'». Si fa presente che non si tratta del testo finale e che la regola dell'Embargo rimane in vigore. Si invita a rispettare la correttezza giornalistica che richiede di attendere la pubblicazione ufficiale del testo finale".
sabato 13 giugno 2015
Song of the Day
Si chiama Mackenzie Scott, nome d'arte Torres, ed è nata a Macon, Georgia, 24 anni fa. Sprinter è il suo secondo album, pubblicato il 5 maggio scorso, e questa è la titletrack. Tanta roba, come si dice.
Pixelangelo
Si intitola Fake Shrimp, ovvero Gambero Finto, la mostra di Tabor Robak allestita alla Team Gallery di New York fino al 21 giugno. Robak ha solo 26 anni ed è un talento dell'arte elettronica, del rendering e delle nuove tecnologie. Nella recensione della mostra sul New York Times Roberta Smith cita John Baldessari quando disse che un nuovo mezzo di espressione non è più innovativo quando un artista è in grado di usarlo con la stessa naturalezza con cui usa una matita. Non ha caso New York Magazine definisce Robak "Pixelangelo".
I lavori di Robak sono incredibili, come Butterfly Room, nella foto sopra: cento piccoli monitor led messi in loop con una serie infinita di immagini in sequenza. O come l'installazione visibile sulla parete di fondo all'inizio del filmato qui sotto, dal titolo Where Is My Water?, realizzata con dodici schermi verticali. Il video merita di essere guardato più di una volta, lascia a bocca aperta.
I lavori di Robak sono incredibili, come Butterfly Room, nella foto sopra: cento piccoli monitor led messi in loop con una serie infinita di immagini in sequenza. O come l'installazione visibile sulla parete di fondo all'inizio del filmato qui sotto, dal titolo Where Is My Water?, realizzata con dodici schermi verticali. Il video merita di essere guardato più di una volta, lascia a bocca aperta.
I tweet di Manuela Carmena, da oggi sindaco di Madrid
Ya estamos. Muchas gracias. Ahora, todos y todas somos alcaldesas. @AhoraMadrid, #AhoraLaGente, #FelizMadridNuevo.
— Manuela Carmena (@ManuelaCarmena) June 13, 2015
«Gracias, Madrid. Vamos a gobernar escuchando. Llamadnos por nuestros nombres de pila, somos vuestros servidores.» http://t.co/gWq9yUzRRh
— Manuela Carmena (@ManuelaCarmena) June 13, 2015
«Vamos a trabajar con la política de los cuidados. Hay paridad, pero además en este gobierno tendrá gran peso la cultura de las mujeres».
— Manuela Carmena (@ManuelaCarmena) June 13, 2015
giovedì 11 giugno 2015
Cosa ci sarà da ridere
Άκουσε για βήμα μπροστά της Ελλάδας, και άρχισε τους πανηγυρισμούς ο @atsipras ... #ert #Tsipras #Greece pic.twitter.com/J5NUBjjjbt
— Ιάκωβος_Ι. (@iakovos_i) June 11, 2015
Συγγνωμη ο Βαρουφακης γτ πηγε στην #ert με το πυζαμακι του? pic.twitter.com/XMGUfAnxLf
— Αλ-αουχ-αντρο (@AlexandrosFL350) June 11, 2015
Ornette Coleman, 1930 - 2015
Ornette Coleman, compositore e sassofonista, è morto stamattina di arresto cardiaco a Manhattan. Alle anagrafe era Randolph Denard Ornette Coleman, nato a Fort Worth in Texas il 9 marzo 1930. La madre gli regalò un sax alto quando Ornette aveva 14 anni e lui inizio un percorso musicale creativo molto personale e fuori dagli schemi. "Ognuno ha il suo Do" diceva, intendendo che il centro tonale della musica non è uguale per tutti, ma che tutti assieme creavano un "unisono". La teoria può sembrare bizzarra, ma le sue melodie erano intriganti. Coleman aggiungeva: "Non voglio che i miei musicisti seguano me, ma che seguano se stessi, ma stando con me".
Ornette Coleman, che aveva imparato la musica a orecchio, ha suonato praticamente con tutti i jazzisti di un paio di generazioni. Resta memorabile il suo quartetto del 1959 con Don Cherry alla tromba, Charlie Haden al basso e Billy Higgins alla batteria, con il quale incise nove album tra i quali Free Jazz del 1961.
Negli anni '60 Coleman comprò un edificio a Soho, che ancora era molto lontana dall'andare di moda, e vi stabilì il suo quartier generale creativo. Sempre aperto a sperimentare e collaborare, nel 1985 incise Song X con Pat Metheny e nel 1988 arruolo Jerry Garcia dei Grateful Dead per l'album Virgin Beauty. Negli anni '90 fece anche uno spettacolo chiamato Tone Dialing con ballerini, fachiri del circo, Lou Reed e Laurie Anderson. Il suo ultimo concerto è stato a Prospect Park, Brooklyn un anno fa, il 12 giugno 2014, nel corso di una serata in suo onore.
Ornette Coleman, che aveva imparato la musica a orecchio, ha suonato praticamente con tutti i jazzisti di un paio di generazioni. Resta memorabile il suo quartetto del 1959 con Don Cherry alla tromba, Charlie Haden al basso e Billy Higgins alla batteria, con il quale incise nove album tra i quali Free Jazz del 1961.
Negli anni '60 Coleman comprò un edificio a Soho, che ancora era molto lontana dall'andare di moda, e vi stabilì il suo quartier generale creativo. Sempre aperto a sperimentare e collaborare, nel 1985 incise Song X con Pat Metheny e nel 1988 arruolo Jerry Garcia dei Grateful Dead per l'album Virgin Beauty. Negli anni '90 fece anche uno spettacolo chiamato Tone Dialing con ballerini, fachiri del circo, Lou Reed e Laurie Anderson. Il suo ultimo concerto è stato a Prospect Park, Brooklyn un anno fa, il 12 giugno 2014, nel corso di una serata in suo onore.
Grecia, il tempo per Tsipras sta per scadere
I negoziatori del Fondo Monetario Internazionale sono ripartiti da Bruxelles. Sembra che non ci sia più nulla da negoziare con la Grecia, quella presentata a Tsipras la scorsa settimana resta l'ultima offerta. Questa sopra è la foto scelta oggi dal Guardian per il liveblogging sulla crisi greca.
The IMF is really pissed. #Greece pic.twitter.com/J8I35ZyPI2
— Mathieu von Rohr (@mathieuvonrohr) June 11, 2015
Christopher Lee, 1922 - 2015
Domenica 7 giugno è morto Sir Christopher Lee, il migiore Dracula di sempre, anche se i miei figli lo conoscono come il conte Dooku. La notizia è stata diffusa dalla moglie solo oggi.
Perché c'è sempre qualcuno più a sinistra
Oggi 700 tra sindacati, associazioni e organizzazioni politiche scenderanno in piazza in Grecia CONTRO il governo di sinistra di Alexis Tsipras, accusato di essere troppo morbido e accomodante nella trattativa economica con UE e FMI. La mobilitazione è organizzata da PAME, il sindacato legato al partito comunista greco "per lottare contro le nuove misure economiche in programma che cancelleranno i pochi diritti che sono rimasti ai lavoratori".
La manifestazione principale è in programma stasera alle 19:30 ad Atene, davanti al ministero delle finanze che nel frattempo è stato occupato.
La manifestazione principale è in programma stasera alle 19:30 ad Atene, davanti al ministero delle finanze che nel frattempo è stato occupato.
Mucche sul ghiaccio e tacchini sul tetto
Ricordate le bizzarre metafore di Bersani, come "meglio un passerotto in mano che un tacchino sul tetto"? Stamattina, interrogato da un giornalista sui colloqui con Alexis Tsipras in programma oggi, il presidente della Commissione Europea Juncker ha risposto: "Quando una mucca è sul ghiaccio la devi tirare fuori". Potrebbe essere un riferimento al classico proverbio svedese Det är ingen ko på isen, så länge bakbenen står på land, che letteralmente si traduce Una mucca non è sul ghiaccio fino a quando le zampe posteriori sono ancora sulla terra e il cui senso è che non c'è ancora motivo di preoccuparsi. Ma, visto che Juncker non è scandinavo ma lussemburghese, potrebbe essere semplicemente un modo per dire che chi si trova in difficoltà va aiutato.
Non è la prima prima volta che le mucche vengono usate come metafore nella crisi greca. Martedì scorso il ministro Varoufakis, intervistato da Christiane Amampour della CNN, aveva detto che "chiedere altri sacrifici alla Grecia è come bastonare una mucca malata perché faccia più latte."
Non è la prima prima volta che le mucche vengono usate come metafore nella crisi greca. Martedì scorso il ministro Varoufakis, intervistato da Christiane Amampour della CNN, aveva detto che "chiedere altri sacrifici alla Grecia è come bastonare una mucca malata perché faccia più latte."
'When a cow is on the ice you have to push it off' - Juncker on top cryptic form today ahead of talks with Greece's Tsipras
— Danny Kemp (@dannyctkemp) June 11, 2015
mercoledì 10 giugno 2015
La Pop Art nel XXI secolo è David Salle
Per David Salle (63) nel terzo millennio la Pop Art è ancora il riferimento principale. La galleria Skarstedt di Chelsea a New York ospita fino al 27 giugno New Paintings, una esposizione degli ultimi lavori di Salle. Sono tutte opere di grande formato, con almeno un lato che supera i due metri.
This Is The Fun, il quadro qui sotto, è 244 x 178 cm.
This Is The Fun, il quadro qui sotto, è 244 x 178 cm.
Epidemia MERS, la Corea è nel panico
La Corea del Sud sta vivendo la peggiora epidemia di MERS sviluppatasi fuori dalla penisola arabica. I morti accertati sono nove, i contagiati 108, le persone messe in quarantena 3500, delle qual 650 hanno superato indenni le due settimane di incubazione del virus e sono tornate alla vita normale..
La prima vittima dell'outbreak coreano è stato un uomo di affari di ritorno dall'Arabia Saudita. Sono state chiuse 2500 scuole (comprese 22 università) e la presidente Park Geun-hye ha annullato la sua visita negli Stati Uniti.
La MERS (l'acronimo sta per Middle East Respiratory Syndrome) è causata da un cornavirus simile a quello della SARS e le teorie più accreditate (ma non confermate) sembrano indicarne l'origine nel contagio dagli animali, particolarmente i cammelli. Non esistono cure o vaccini, ma il virus non è particolarmente aggressivo. Il contgio avviene solo con il contatto diretto con persone malate e non per via aerea. Finora le statistiche globali dii WHO-OMS registrano un morto ogni tre contagiati. Tutti i nove deceduti in Corea avevano già altre gravi patologie in atto. Secondo le autorità coreane l'epidemia potrebbe avere raggiunto il suo picco e i prossimi giorni saranno cruciali per verificarlo.
La prima vittima dell'outbreak coreano è stato un uomo di affari di ritorno dall'Arabia Saudita. Sono state chiuse 2500 scuole (comprese 22 università) e la presidente Park Geun-hye ha annullato la sua visita negli Stati Uniti.
La MERS (l'acronimo sta per Middle East Respiratory Syndrome) è causata da un cornavirus simile a quello della SARS e le teorie più accreditate (ma non confermate) sembrano indicarne l'origine nel contagio dagli animali, particolarmente i cammelli. Non esistono cure o vaccini, ma il virus non è particolarmente aggressivo. Il contgio avviene solo con il contatto diretto con persone malate e non per via aerea. Finora le statistiche globali dii WHO-OMS registrano un morto ogni tre contagiati. Tutti i nove deceduti in Corea avevano già altre gravi patologie in atto. Secondo le autorità coreane l'epidemia potrebbe avere raggiunto il suo picco e i prossimi giorni saranno cruciali per verificarlo.
Cento posti per ballare
Ripetere gli stessi passi di danza in cento luoghi diversi. Poi montarli con un lavoro di precisione. La colonna sonora è The Sun di Parov Stelar ft. Graham Candy (LCAW Remix)
Grecia, la metafora delle farmacie
Le 9.800 farmacie greche oggi sono in sciopero. Protestano contro la legge che prevede la vendita dei farmaci da banco (o OTC, over the counter) anche nei supermercati. La legge era stata approvata nel 2014 dal governo Samaras e rientrava tra i suggerimenti della Troika per stimolare la competitività interna. Sempre nel settore della sanità il governo Samaras era intervenuto per portare al 60% l'uso di farmaci generici nelle strutture pubbliche.
I farmacisti greci si erano subito opposti all'apertura del mercato proclamando due giorni di sciopero nel marzo 2014. L'opposizione dei farmacisti alla liberalizzazione della vendita dei farmaci da banco, già disponibili in molti paesi, è stata molto forte anche in Italia, così come quella ai progetti di apertura di nuove farmacie. Una categoria corporativa e protetta come quella dei farmacisti naturalmente non ha alcuno interesse a "dividere la torta" e la sua posizione è comprensibile. Altrettanto vero è che, nei paesi dove la vendita dei farmaci è stata liberalizzata, l'aumento della concorrenza ha avuto come conseguenza una decisa riduzione dei prezzi, a beneficio dei consumatori.
La posizione incomprensibile è quella del governo Tsipras, che si schiera apertamente con i farmacisti. Ieri il ministro della salute Panagiotis Kouroumblis ha dichiarato: "Le istituzioni (UE e FMI, ndr.) hanno ossessioni che purtroppo non trovano spiegazioni...visto che non esiste un problema di concorrenza. Stiamo lottando perché queste ossessioni non si realizzino, e lo faremo fino alla fine".
I farmacisti greci si erano subito opposti all'apertura del mercato proclamando due giorni di sciopero nel marzo 2014. L'opposizione dei farmacisti alla liberalizzazione della vendita dei farmaci da banco, già disponibili in molti paesi, è stata molto forte anche in Italia, così come quella ai progetti di apertura di nuove farmacie. Una categoria corporativa e protetta come quella dei farmacisti naturalmente non ha alcuno interesse a "dividere la torta" e la sua posizione è comprensibile. Altrettanto vero è che, nei paesi dove la vendita dei farmaci è stata liberalizzata, l'aumento della concorrenza ha avuto come conseguenza una decisa riduzione dei prezzi, a beneficio dei consumatori.
La posizione incomprensibile è quella del governo Tsipras, che si schiera apertamente con i farmacisti. Ieri il ministro della salute Panagiotis Kouroumblis ha dichiarato: "Le istituzioni (UE e FMI, ndr.) hanno ossessioni che purtroppo non trovano spiegazioni...visto che non esiste un problema di concorrenza. Stiamo lottando perché queste ossessioni non si realizzino, e lo faremo fino alla fine".
martedì 9 giugno 2015
Il premier romeno è indagato, ma per lui è un complotto
Victor Ponta, primo ministro della Romania, è indagato dal DNA (Dipartimento Nazionale Anticorruzione) per riciclaggio, evasione fiscale e conflitto di interessi. Il presidente della repubblica Klaus Iohannis e tutti i partiti (meno il suo) ne hanno chiesto le dimissioni, ma lui non ne vuole sapere.
Ponta, in carica dal 2012, è un ex giudice.
Ponta, in carica dal 2012, è un ex giudice.
275 milioni di fondi europei per il Mediterraneo
Il programma promuoverà la cooperazione tra le regioni di 10 Stati membri dell'Unione europea (Cipro, Croazia, Francia, Grecia, Italia, Malta, Portogallo, Regno Unito - Gibilterra, Slovenia, Spagna) e 3 paesi candidati (Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro).
Il programma sarà incentrato su quattro priorità principali:
- incentivazione dell'innovazione attraverso la collaborazione tra PMI, autorità pubbliche ed enti di ricerca per la promozione della crescita intelligente e sostenibile
- investimento nell'economia a basse emissioni di carbonio, attraverso l'efficienza energetica e la produzione e l'utilizzo di energia rinnovabile, nonché la mobilità a basse emissioni di carbonio
- tutela delle risorse naturali e culturali e della biodiversità attraverso l'analisi e la pianificazione congiunte, nonché il trasferimento delle buone pratiche
- potenziamento della governance del Mediterraneo attraverso progetti di cooperazione che coinvolgano partner regionali, nazionali e internazionali per il miglioramento dei processi decisionali e lo sviluppo di strategie comuni
- promozione dell'innovazione degli attori pubblici e privati coinvolti nei settori della crescita verde e blu, nelle industrie creative e nell'economia sociale aumentando del 16 % la quota dei cluster innovativi coinvolti in attività transnazionali
- sviluppo della capacità di gestire più efficientemente l'energia negli edifici pubblici raddoppiando il numero di piani con misure di gestione energetica per parchi immobiliari pubblici
- aumento dell'accesso e dell'utilizzo dei sistemi di trasporto sostenibile raddoppiando la quota di piani urbani con azioni morbide per il trasporto a basse emissioni di carbonio
- miglioramento del 10 % del livello di sostenibilità del turismo nelle regioni costiere MED attraverso una migliore cooperazione e una pianificazione congiunta e integrata
domenica 7 giugno 2015
Le nostre povere scuole
Un paio di elezioni fa avevo letto qualcuno scrivere che, per molti cittadini, andare a votare è l'unica occasione per verificare lo stato in cui versano gli edifci scolastici italiani. E anche per testare la creatività degli addetti nel problem solving. Questo è il modo di indicare la via giusta utilizzato domenica scorsa nel mio seggio. Dall'altra parte, grazie.
sabato 6 giugno 2015
Domenica Carlos Santana suonerà l'inno americano
Domenica prossima Carlos Santana suonerà l'inno nazionale americano prima della gara due della finale NBA alla Oracle Arena di Oakland tra Oakland Warriors e Cleveland Cavaliers. Con lui sul palco anche la moglie Cindy Blackman Santana, batterista che ha suonato per molto tempo con Lenny Kravitz (e che è nativa di Cleveland, attenzione...)..
Santana si era già esibito con l'inno lo scorso anno a San Francisco alle World Series dei San Francisco Giants, assieme a suo figlio Salvador. (sotto)
Santana si era già esibito con l'inno lo scorso anno a San Francisco alle World Series dei San Francisco Giants, assieme a suo figlio Salvador. (sotto)
Una agenda urbana per l'Europa
Sarebbe stato bello approvare l'Agenda Urbana nel corso del semestre di presidenza italiana della UE ma, come spesso accade a Bruxelles, i tempi si sono dilatati. Il ritardo è in parte giustificato dalla larga consultazione che la DG Politiche Regionali e Urbane ha avviato per la redazione dell'Agenda Urbana, presentata a Bruxelles martedì 2 giugno nel CITIES Forum e inclusa
nell'ordine dei lavori del Consiglio di Coesione convocato per il 9
giugno.
Sarà quindi la Lettonia a fare da apripista alla Agenda Urbana, che dovrebbe essere definitivamente approvata ne corso della presidenza dell'Olanda nel primo semestre 2016.
Sarà quindi la Lettonia a fare da apripista alla Agenda Urbana, che dovrebbe essere definitivamente approvata ne corso della presidenza dell'Olanda nel primo semestre 2016.
venerdì 5 giugno 2015
Il Paradosso della Grecia di Tsipras
I sinistrissimi italiani hanno già abbandonato la Grecia per piantare le loro bandiere in Spagna (#traslocamos). Avete più sentito Vendola, Spinelli, Flores o altri parlare di Tsipras? Il povero Alexis è stato subito scaricato da antagonisti e professori, appena ci si è accorti che la sua ricetta economica non sta in piedi.
Oggi sul Corriere della Sera c'è un pezzo interessante di Francesco Giavazzi, che ripercorre gli errori compiuti dalla UE e dalla Grecia da quando nel 2002 Atene è entrata nell'unione monetaria. Da allora ha ricevuto dall'Europa più di 400 miliardi di prestito, due volte il PIL nazionale. Senza sostanziali riforme interne, con un sistema economico statalista dove l'impiego pubblico è cresciuto a dismisura. Alexis Tsipras non sembra voler "cambiare verso", per usare un renzismo. Stasera al parlamento greco ha fatto un discorso stralunato, prendendosela con tutti ma sostanzialmente non proponendo niente, come al solito. Ha confermato che non accetterà la "assurda proposta dei creditori" e non firmerà nessun nuovo protocollo con BCE, Banca Mondiale e Unione Europea. Tuttavia ha aggiunto che è ottimista sulla possibilità di un accordo. "Il tempo non sta scadendo per noi, sta scadendo per tutti" ha detto come un novello Sansone a noi Eurofilistei. Oggi la borsa di Atene ha perso il cinque per cento e i principali titoli bancari almeno il dieci.
Se la Grecia non riceve la tranche di 7.2 miliardi di prestito entro la fine del mese il paese salta. Le conseguenze economiche per l'Europa non sarebbero tragiche, anche se i paesi più esposti nel debito verso Atene avrebbero contraccolpi notevoli. E tra questi c'è l'Italia. Come scrive Giavazzi, la partita più preoccupante è quella politica, con l'Europa che perde terreno ad oriente, la delicata situazione della UE con la Turchia e la Russia di Putin che cerca con aggressività sbocchi ad ovest.
Nel suo discorso di stasera al parlamento Tsipras ha chiesto l'appoggio dei partiti di opposizione per non sottostare alle "assurde richieste" dell''Europa. L'ex premier Samaras gli ha risposto: "Tu hai completamente distrutto e isolato il paese". il leader del Pasok Venizelos invece ha ricordato che, oltre ai 7.2 miliardi di cui la Grecia ha urgente bisogno, senza un terzo memorandum con l'Europa, cioè un nuovo accordo con riforme in cambio di altri prestiti, il paese sarebbe comunque finito.
Oggi sul Corriere della Sera c'è un pezzo interessante di Francesco Giavazzi, che ripercorre gli errori compiuti dalla UE e dalla Grecia da quando nel 2002 Atene è entrata nell'unione monetaria. Da allora ha ricevuto dall'Europa più di 400 miliardi di prestito, due volte il PIL nazionale. Senza sostanziali riforme interne, con un sistema economico statalista dove l'impiego pubblico è cresciuto a dismisura. Alexis Tsipras non sembra voler "cambiare verso", per usare un renzismo. Stasera al parlamento greco ha fatto un discorso stralunato, prendendosela con tutti ma sostanzialmente non proponendo niente, come al solito. Ha confermato che non accetterà la "assurda proposta dei creditori" e non firmerà nessun nuovo protocollo con BCE, Banca Mondiale e Unione Europea. Tuttavia ha aggiunto che è ottimista sulla possibilità di un accordo. "Il tempo non sta scadendo per noi, sta scadendo per tutti" ha detto come un novello Sansone a noi Eurofilistei. Oggi la borsa di Atene ha perso il cinque per cento e i principali titoli bancari almeno il dieci.
Se la Grecia non riceve la tranche di 7.2 miliardi di prestito entro la fine del mese il paese salta. Le conseguenze economiche per l'Europa non sarebbero tragiche, anche se i paesi più esposti nel debito verso Atene avrebbero contraccolpi notevoli. E tra questi c'è l'Italia. Come scrive Giavazzi, la partita più preoccupante è quella politica, con l'Europa che perde terreno ad oriente, la delicata situazione della UE con la Turchia e la Russia di Putin che cerca con aggressività sbocchi ad ovest.
Nel suo discorso di stasera al parlamento Tsipras ha chiesto l'appoggio dei partiti di opposizione per non sottostare alle "assurde richieste" dell''Europa. L'ex premier Samaras gli ha risposto: "Tu hai completamente distrutto e isolato il paese". il leader del Pasok Venizelos invece ha ricordato che, oltre ai 7.2 miliardi di cui la Grecia ha urgente bisogno, senza un terzo memorandum con l'Europa, cioè un nuovo accordo con riforme in cambio di altri prestiti, il paese sarebbe comunque finito.
Piccoli romanzi elettorali
Domenica scorsa tra i comuni impegnati per le regionali c'era anche Voghera, quarantamila abitanti, snodo ferroviario in provincia di Pavia. Il sindaco uscente era Carlo Barbieri, eletto nel 2010 al primo turno con un plebiscitario 61.4%. Barbieri si ripresentava anche stavolta, senza però l'appoggio di Lega, Fratelli e altri, che hanno proposto Aurelio Torriani, già sindaco per dieci anni prima di Barbieri. Il PD presentava Pier Ezio Ghezzi, supportato da una robusta lista civica.
Lo spoglio ha premiato ancora Barbieri, ma solo con un 34.1 per cento che lo costringe al ballottaggio. Dietro di lui il candidato leghista ha ottenuto 5.166 voti e quello del PD 5.163. Tre voti di scarto, che valgono lo 0.02 per cento e il diritto ad accedere al ballottaggio.
Il candidato PD Ghezzi ha fatto ricontrollare i voti di due sezioni e ha trovato 19 schede a suo favore che non sarebbero state conteggiate. Ora riccorrerà al TAR Lombardia.
Lo spoglio ha premiato ancora Barbieri, ma solo con un 34.1 per cento che lo costringe al ballottaggio. Dietro di lui il candidato leghista ha ottenuto 5.166 voti e quello del PD 5.163. Tre voti di scarto, che valgono lo 0.02 per cento e il diritto ad accedere al ballottaggio.
Il candidato PD Ghezzi ha fatto ricontrollare i voti di due sezioni e ha trovato 19 schede a suo favore che non sarebbero state conteggiate. Ora riccorrerà al TAR Lombardia.
giovedì 4 giugno 2015
I am Cait
Il 26 luglio in America si vedrà il primo episodio di un documentario sulla vicenda di Caitlyn Jenner (65), che come Bruce Jenner vinse la medaglia d'oro nel decathlon alle olimpiadi del 1976 a Montreal.
Jenner si dichiara politicamente conservatrice e vota partito repubblicano. Nella sua vita da uomo si è sposata tre volte e ha avuto due figli da ogni moglie. Il divorzio dalla terza moglie Krish Kardashian è stato formalizzato un mese e mezzo fa, il 23 marzo 2015.
Oggi è uscito il trailer.
Jenner si dichiara politicamente conservatrice e vota partito repubblicano. Nella sua vita da uomo si è sposata tre volte e ha avuto due figli da ogni moglie. Il divorzio dalla terza moglie Krish Kardashian è stato formalizzato un mese e mezzo fa, il 23 marzo 2015.
Oggi è uscito il trailer.
mercoledì 3 giugno 2015
Arriva il Ramadan, attesi 50°C in Arabia Saudita
Secondo un articolo pubblicato sulla Saudi Gazette il Ramadan 2015, che inizierà il 18 giugno, vedrà temperature più alte del normale, con punte di 50°C all'ombra e 65°C alla diretta esposizione solare. Le altissime temperature saranno conseguenza dell'ondata di caldo umido proveniente dall'India.
Nel frattempo l'ondata di calore in atto in India ha già ucciso quasi 2500 persone ed è stata classificata la quinta peggiore della storia. Al momento la situazione più critica è in Pakistan. Hyderabad ha registrato temperature superiori a 49°C per quattro giorni consecutivi.
Nel frattempo l'ondata di calore in atto in India ha già ucciso quasi 2500 persone ed è stata classificata la quinta peggiore della storia. Al momento la situazione più critica è in Pakistan. Hyderabad ha registrato temperature superiori a 49°C per quattro giorni consecutivi.
#India #HeatWave, Now 5th Deadliest on Record, Kills More Than 2,300. Latest info: http://t.co/ymVrZ1s5D0 pic.twitter.com/gemLk4nlRj
— The Weather Channel (@weatherchannel) June 2, 2015
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