mercoledì 30 novembre 2011
Siamo fritti
Ieri a Durban l'Organizzazione Metereologica Mondiale (WMO) ha presentato l'anteprima di Status of the Climate 2011, il rapporto annuale che sarà diffuso in formato completo nel marzo 2012. L'anno che sta per finire non è stato caldo come il precedente, ma sarà con tutta probabilità il più caldo di sempre tra gli anni in cui si è verificato il fenomeno de La Niña. All'influenza de La Niña i metereologi imputano eventi come la siccità in Est Africa e nel sud degli Stati Uniti, le inondazioni in Africa Meridionale, Australia e estremo oriente.
Il 2011 si classifica al decimo posto di sempre e conferma la sequenza torrida, visto che i tredici anni più caldi dal 1850 sono compresi negli ultimi quindici. L'ultimo decennio 2002-2011 è alla pari con quello 2001-2010 come decade più calda di sempre. La calotta polare artica oggi ha una superficie inferiore del 35% alla media 1979-2000 e appena superiore al 2007, anno del minimo storico.
Un altro rapporto indica che Pakistan, Guatemala e Colombia sono stati i paesi più colpiti da eventi metereologici estremi nel 2010. In una prospettiva a medio termine, con orizzonte 2030, le nazioni più vulnerabili ai danni del cambiamento climatico saranno Bangladesh, Birmania e Honduras.
Il 2011 si classifica al decimo posto di sempre e conferma la sequenza torrida, visto che i tredici anni più caldi dal 1850 sono compresi negli ultimi quindici. L'ultimo decennio 2002-2011 è alla pari con quello 2001-2010 come decade più calda di sempre. La calotta polare artica oggi ha una superficie inferiore del 35% alla media 1979-2000 e appena superiore al 2007, anno del minimo storico.
Un altro rapporto indica che Pakistan, Guatemala e Colombia sono stati i paesi più colpiti da eventi metereologici estremi nel 2010. In una prospettiva a medio termine, con orizzonte 2030, le nazioni più vulnerabili ai danni del cambiamento climatico saranno Bangladesh, Birmania e Honduras.
Serve davvero un nuovo trattato?
Ad un anno dalla scadenza del Protocollo di Kyoto il pianeta ha davvero bisogno di un nuovo trattato globale sulla limitazione delle emissioni?
Se lo domandavano David King e Achim Steiner in un articolo sul Guardian di qualche giorno fa, se lo chiede oggi anche Massimo Gaggi sul Corriere, anche se la sua visione è nettamente più pessimista.
Una riflessione fatta anche dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, che in merito alla riduzione delle emissioni di CO2 tempo fa aveva confessato di confidare più in iniziative autonome che in regole imposte. King e Steiner (direttore di UNEP) sostengono che sarà il mondo economico ("i mercati" utilizzando un termine molto di moda) a produrre risultanti concreti per la riduzione del riscaldamento globale. Nel 2010 sono stati investiti 156 miliardi di Euro nel settore delle energie rinnovabili, più di quanto speso per i combustibili fossili. Le imprese hanno già fatto la loro scelta per il futuro. La stessa Cina, che non intende sottoscrivere trattati, investe centinaia di miliardi nell'eolico e nel solare ed ha obiettivi di riduzione delle emissioni per unità di energia prodotta che sono molto più ambiziosi di quelli europei.
Un trattato in realtà è indispensabile, ma non per le grandi economie. Serve a tutelare le piccole nazioni e le categorie più deboli. A garantire supporto a chi non ha risorse proprie sufficienti per investire nel futuro, per superare le emergenze di ogni giorno. Ecco perché eventi come le COP hanno ancora senso e perché le Nazioni Unite, dove il voto di Kiribati vale come quello degli Stati Uniti, devono continuare a guidare questi processi.
Se lo domandavano David King e Achim Steiner in un articolo sul Guardian di qualche giorno fa, se lo chiede oggi anche Massimo Gaggi sul Corriere, anche se la sua visione è nettamente più pessimista.
Una riflessione fatta anche dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, che in merito alla riduzione delle emissioni di CO2 tempo fa aveva confessato di confidare più in iniziative autonome che in regole imposte. King e Steiner (direttore di UNEP) sostengono che sarà il mondo economico ("i mercati" utilizzando un termine molto di moda) a produrre risultanti concreti per la riduzione del riscaldamento globale. Nel 2010 sono stati investiti 156 miliardi di Euro nel settore delle energie rinnovabili, più di quanto speso per i combustibili fossili. Le imprese hanno già fatto la loro scelta per il futuro. La stessa Cina, che non intende sottoscrivere trattati, investe centinaia di miliardi nell'eolico e nel solare ed ha obiettivi di riduzione delle emissioni per unità di energia prodotta che sono molto più ambiziosi di quelli europei.
Un trattato in realtà è indispensabile, ma non per le grandi economie. Serve a tutelare le piccole nazioni e le categorie più deboli. A garantire supporto a chi non ha risorse proprie sufficienti per investire nel futuro, per superare le emergenze di ogni giorno. Ecco perché eventi come le COP hanno ancora senso e perché le Nazioni Unite, dove il voto di Kiribati vale come quello degli Stati Uniti, devono continuare a guidare questi processi.
Desaparecida
Concordo sul fatto che oggi le priorità siano altre, ma che fine ha fatto la fidanzata di Berlù? Qualcuno sostiene di averla vista, ma del resto c'è anche chi ha visto lo Yeti.
La COP18 del 2012 sarà in Qatar
Oggi a Durban le Nazioni Unite hanno confermato ufficialmente con un comunicato stampa che la COP18 del 2012 si terrà in Qatar dal 26 novembre al 6 dicembre, presumibilmente a Doha, il cui skyline è nella foto qui sopra.
Il Qatar e la Corea del Sud avevano avanzato la propria candidatura lo scorso anno alla COP16 di Cancun. Una mediazione diplomatica ha evitato la scelta della sede con un voto in plenaria, metodo mai utilizzato finora. La Corea ospiterà una sessione ministeriale di preparazione.
La scelta del Qatar è talmente estrema da sembrare una provocazione. Secondo i dati della Banca Mondiale l'emirato infatti è in testa alla classifica mondiale di emissioni, con 53.5 tonnellate di CO2 per abitante. Tiene a debita distanza gli Emirati Arabi, che seppure buoni secondi non superano le 33 tonnellate. Gli Stati Uniti si fermano a 19.3, l'Italia a 7.7, la Cina a 5.0.
Il Qatar e la Corea del Sud avevano avanzato la propria candidatura lo scorso anno alla COP16 di Cancun. Una mediazione diplomatica ha evitato la scelta della sede con un voto in plenaria, metodo mai utilizzato finora. La Corea ospiterà una sessione ministeriale di preparazione.
La scelta del Qatar è talmente estrema da sembrare una provocazione. Secondo i dati della Banca Mondiale l'emirato infatti è in testa alla classifica mondiale di emissioni, con 53.5 tonnellate di CO2 per abitante. Tiene a debita distanza gli Emirati Arabi, che seppure buoni secondi non superano le 33 tonnellate. Gli Stati Uniti si fermano a 19.3, l'Italia a 7.7, la Cina a 5.0.
martedì 29 novembre 2011
I negoziatori al lavoro a Durban
L'inizio dei lavori della conferenza sul clima di Durban non ha riservato particolari sorprese. Tra gli interventi della plenaria di apertura l'Argentina, che è portavoce del potente gruppo G77+Cina, ha ribadito la necessità di una estensione del protocollo di Kyoto (che non impegna i paesi in via di sviluppo) e chiesto l'immediata operatività degli accordi di Cancun. L'Australia a nome di Umbrella Group sostiene la teoria di una transizione post-Kyoto in attesa di un accordo che sia sottoscritto da tutte le grandi economie del pianeta e che tenga conto delle rispettive capacità. L'Europa ha chiesto la definizione di un sistema globale di rendicontazione delle emissioni e l'apertura di una roadmap per definire un nuovo accordo globale da sottoscrivere entro il 2015, posizione sostenuta con qualche sfumatura diversa anche dalla Svizzera per EIG Group. All'avvio del gruppo di lavoro sul protocollo di Kyoto AWG-KP la Cina ha confermato di ritenere prioritario che da Durban si esca con un secondo periodo di applicazione del trattato, in scadenza nel 2012. il Gambia, a nome delle nazioni meno sviluppate (LDS) ha chiesto un secondo periodo del protocollo di Kyoto che preveda da parte dei paesi più ricchi una riduzione del 45% delle emissioni entro il 2020 e almeno del 95% entro il 2050. Mantenere in piedi Kyoto è una necessità condivisa anche dal gruppo dei piccoli stati insulari AOSIS, dall'African Group, dal gruppo latinoamericano ALBA e in generale da tutti i paesi in via di sviluppo.
Il clima, il genere, l'Africa
Tra i tanti eventi collaterali della COP 17 merita di essere segnalato il
primo Forum sul Cambiamento Climatico delle Donne Africane, in programma stasera
alle 20:15 a Durban. Il tema di genere collegato ai cambiamenti climatici
recentemente sta acquistando centralità ed è particolarmente importante in
Africa. Si parlerà del ruolo delle donne rispetto alle condizioni abitative e
alla riduzione e prevenzione dei rischi. Saranno analizzate anche le
disuguaglianze di genere che limitano l'accesso alle donne alla formazione, al
credito, alle nuove tecnologie. Sono previsti tra gli altri gli interventi di Al
Gore, Desmod Tutu e Graça Machel, che dal 1998 è la terza moglie di Nelson
Mandela.
La prima volta del "nuovo" ministro
Sul sito del Ministero dell'Ambiente è stato pubblicato un comunicato ufficiale sulla COP 17, in cui si legge:
La delegazione italiana a Durban sarà guidata dal ministro
dell'Ambiente Corrado Clini che si recherà alla Conferenza per le ministeriali a
partire dal 6 dicembre. Clini si è sempre recato al tavolo negoziale, in qualità
di direttore generale del ministero dell'Ambiente e adesso quindi si presenta
anche in veste politica. Serve "un partenariato tra economie sviluppate e quelle
emergenti - afferma Clini - per un'economia globale 'decarbonizzata' basata su
regole condivise, sulla cooperazione tecnologica, misure e incentivi globali a
favore di energie e tecnologie a basso tenore di carbonio". "La domanda di
energia - spiega Clini - cresce soprattutto nei paesi che stanno uscendo dal
sottosviluppo (dalla Cina al Sudafrica, dall'India al Brasile, dal Messico
all'Indonesia) e nessuno può chiedere a questi paesi di bloccare la propria
crescita economica. D'altra parte l'aumento della domanda di energia può essere
disgiunto dall'aumento delle emissioni sviluppando e usando fonti energetiche e
tecnologie a basso contenuto di carbonio a cominciare dalle
rinnovabili".
Interessante che sia lo stesso ufficio stampa del
ministero ha far notare come il "nuovo" ministro Clini abbia partecipato con un ruolo tecnico
apicale alle precedenti conferenze mentre stavolta "si presenta anche in veste
politica". Questo anche mi lascia perplesso, perché i due ruoli sono
ovviamente diversi e non sovrapponibili. In ogni caso la politica prevale,
infatti Clini arriverà a Durban solo martedì 6 dicembre per l'avvio dell'High
Level Segment, i tre giorni in cui i rappresentanti delle nazioni sfilano per le
dichiarazioni ufficiali.
Durban COP17 FAQ
Il Guardian da sempre è tra le testate più sensibili al tema dei cambiamenti climatici. In occasione dell'apertura della COP17 pubblica una interessante lista di domande e risposte (o FAQ, Frequently Asked Questions) sulla struttura della COP, sui temi in agenda e la possibilità di raggiungere soluzioni condivise, sui personaggi chiave.
Lasciando da parte la storia delle conferenze ONU sul clima, l'articolo elenca i quattro principali temi sul tavolo e la possibilità per ciascuno che a Durban si raggiunga un accordo, perché si sa che agli inglesi piace scommettere e le quote le hanno nel DNA: 1. Prolungamento del protocollo su Kyoto (2 possibilità su 10) 2. Limitazione delle emissioni di CO2 (1/10) 3. Finanziamenti per i paesi in via di sviluppo (7/10) 4. Protezione delle foreste tropicali (7/10).
Quanto ai personaggi che giocheranno un ruolo da protagonisti la prima è Christiana Figueres, che si è già fatta notare oggi nella cerimonia di inaugurazione citando Nelson Mandela. La seconda Edna Molewa, ministro dell'ambiente del Sud Africa (con me nella foto scattata lo scorso anno alla COP16 di Cancun). Poi il commissario europeo Connie Hedegaard, il capodelegazione della Cina Xie Zhenhua, lo storico caponegoziatore americano Todd Stern. E naturalmente Jorge Arguello, ambasciatore dell'Argentina all'ONU e portavoce dell'influente coalizione G77+Cina che comprende 131 paesi in via di sviluppo.
Lasciando da parte la storia delle conferenze ONU sul clima, l'articolo elenca i quattro principali temi sul tavolo e la possibilità per ciascuno che a Durban si raggiunga un accordo, perché si sa che agli inglesi piace scommettere e le quote le hanno nel DNA: 1. Prolungamento del protocollo su Kyoto (2 possibilità su 10) 2. Limitazione delle emissioni di CO2 (1/10) 3. Finanziamenti per i paesi in via di sviluppo (7/10) 4. Protezione delle foreste tropicali (7/10).
Quanto ai personaggi che giocheranno un ruolo da protagonisti la prima è Christiana Figueres, che si è già fatta notare oggi nella cerimonia di inaugurazione citando Nelson Mandela. La seconda Edna Molewa, ministro dell'ambiente del Sud Africa (con me nella foto scattata lo scorso anno alla COP16 di Cancun). Poi il commissario europeo Connie Hedegaard, il capodelegazione della Cina Xie Zhenhua, lo storico caponegoziatore americano Todd Stern. E naturalmente Jorge Arguello, ambasciatore dell'Argentina all'ONU e portavoce dell'influente coalizione G77+Cina che comprende 131 paesi in via di sviluppo.
C'è gente seria in Danimarca
Mentre comincia la conferenza di Durban mi sembra utile ricordare che venerdì scorso la Danimarca ha approvato una decisione che impone di ricavare il 52% dell'energia dai generatori eolici entro il 2020 e di produrre il fabbisogno totale del paese da fonti rinnovabili entro il 2050, compresi i trasporti. La sola produzione di energia elettrica dovrebbe essere totalmente rinnovabile entro il 2035.
Nel 2001 il 44% dell'energia danese era generato da centrali a carbone. Secondo il nuovo piano energetico tutte le centrali a carbone, che oggi sono l'11% della produzione, saranno dismesse entro il 2030. E le emissioni di CO2 della Danimarca saranno ridotte del 35% entro il 2020.
Nel 2001 il 44% dell'energia danese era generato da centrali a carbone. Secondo il nuovo piano energetico tutte le centrali a carbone, che oggi sono l'11% della produzione, saranno dismesse entro il 2030. E le emissioni di CO2 della Danimarca saranno ridotte del 35% entro il 2020.
lunedì 28 novembre 2011
Durban, su il sipario
"Le cose sembrano impossibili fino a quando non riesci a
realizzarle". Questa citazione di Nelson Mandela è stata il mantra della segretaria generale UNFCCC, la
costaricana Christiana Figueres, che lo ha ripetuto almeno tre volte nel suo
intervento alla cerimonia di apertura della COP17 di Durban. Dopo di lei il
presidente sudafricano Jacob Zuma ha dato il benvenuto agli oltre 15000 delegati
(erano 60mila due anni fa a Copenhagen). Zuma nel suo intervento è stato molto diretto: "Non possiamo più trattare il cambiamento climatico solo come un
problema per l'ambiente, in realtà è una questione di vita o di morte."
Il presidente poi ha ricordato la necessità di mettere in
pratica le (poche) decisioni prese a Cancun, particolarmente attuare il
Green Climate Fund con cui i paesi occidentali decvono finanziare gli
interventi di adattamento delle nazioni in via di sviluppo, che a regime
dovrebbe essere di cento miliardi di dollari l'anno.
In precedenza l'assemblea aveva eletto presidente della COP il
ministro degli esteri del Sud Africa Maite Nkoana-Mashabane,
che succede alla collega messicana Patricia Espinosa. Visto che nel 2009 a
Copenhagen la presidenza era stata di Connie Hedegaard questa è la terza COP
consecutiva guidata da una donna.
Coincidenze inquietanti
Sembra quasi un monito l'alluvione che ha colpito ieri notte il Kwazulu-Natal, la regione di Durban, a poche ore dall'apertura ufficiale della COP17, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Ieri su twitter la segretaria UNFCCC Cristiana Figueres scriveva di come stesse piovendo forte.
Secondo i primi dati ci sono almeno sei morti e molte persone sono state tratte in salvo nelle loro case.
Secondo i primi dati ci sono almeno sei morti e molte persone sono state tratte in salvo nelle loro case.
domenica 27 novembre 2011
Il totem di Greenpeace
All'alba di oggi gli attivisti di Greenpeace hanno eretto una piccola turbina eolica sulla spiaggia di Durban. Gesto simbolico, anzi augurale. L'auspicio è che la conferenza delle Nazioni Unite sul clima che inizia domani possa portare risultati concreti per la lotta al riscaldamento globale.
sabato 26 novembre 2011
Occupy Durban
Le nazioni più indifese, le più piccole, le più dimenticate, stanno pensando ad una manifestazione di "indignazione" alla COP 17 che inizierà a Durban lunedì. L'idea è stata lanciata da José María Figueres, ex presidente di Costa Rica. Occupy COP17 ovviamente è già su twitter e su facebook, c'è anche un sito. L'appuntamento è per lunedì alle 11 a Durban, vediamo cosa succederà.
venerdì 25 novembre 2011
Cosa vuole l'Europa da Durban
Nello stallo dei negoziati, nell'ombra dei veti incrociati USA-Cina, l'Europa cerca di dare un senso alla conferenza ONU sul clima che inizierà lunedì a Durban in Sud Africa. La delusione per il mancato accordo raggiunto a Copenhagen nel 2009, la frustrazione per i modesti risultati ottenuti a Cancun lo scorso anno non permettono di avere aspettative troppo alte neppure questa volta, ma forse qualcosa si sta muovendo.
L'Europa, come ha ripetuto ieri la commissaria UE ai cambiamenti climatici Connie Hedegaard, è pronta a sottoscrivere un nuovo accordo che prolunghi il protocollo di Kyoto, rivedendo verso l'alto gli obiettivi di riduzione delle emissioni. Ma sa che quasi tutti gli altri grandi paesi non sono disposti a farlo adesso. Oltre alla UE ad oggi gli unici disponibili per un Kyoto 2 sono Svizzera, Norvegia, Australia e Nuova Zelanda.
L'offerta di Bruxelles è quella di improntare una roadmap verso un nuovo accordo globale, da costruire entro il 2015 e da approvare alla COP 22 del 2016. Questo accordo dovrà essere sottoscritto da tutti: USA, Cina, Russia, Giappone, India, Canada, Brasile, Australia, Corea del Sud, Indonesia, Sud Africa, ecc. ecc. Nel frattempo l'Europa potrà unilateralmente accettare un prolungamento di Kyoto, utile soprattutto per evitare l'interruzione dei meccanismi finanziari legati al protocollo.
Secondo alcuni osservatori l'ipotesi di un accordo da siglare entro il 2016 per essere applicato nel 2020 è decisamente tardiva. Secondo altri è l'unica possibilità realistica di raggiungere un consenso tra tutti gli attori. Del resto, dicono alcuni navigati negoziatori, anche il protocollo di Kyoto iniziò il suo percorso con un "mandato" del 1995, per essere poi adottato nel 1997 e messo in pratica solo nel 2005.
L'ipotesi europea, seppure annunciata ufficialmente ieri, non è stata formalizzata e per ora non è nell'agenda della COP 17 di Durban. Probabilmente sarà presentata nel corso dei negoziati. I Sudafricani la vedono con grande interesse, perché potrebbe dare un profondo significato alla loro conferenza.
L'Europa, come ha ripetuto ieri la commissaria UE ai cambiamenti climatici Connie Hedegaard, è pronta a sottoscrivere un nuovo accordo che prolunghi il protocollo di Kyoto, rivedendo verso l'alto gli obiettivi di riduzione delle emissioni. Ma sa che quasi tutti gli altri grandi paesi non sono disposti a farlo adesso. Oltre alla UE ad oggi gli unici disponibili per un Kyoto 2 sono Svizzera, Norvegia, Australia e Nuova Zelanda.
L'offerta di Bruxelles è quella di improntare una roadmap verso un nuovo accordo globale, da costruire entro il 2015 e da approvare alla COP 22 del 2016. Questo accordo dovrà essere sottoscritto da tutti: USA, Cina, Russia, Giappone, India, Canada, Brasile, Australia, Corea del Sud, Indonesia, Sud Africa, ecc. ecc. Nel frattempo l'Europa potrà unilateralmente accettare un prolungamento di Kyoto, utile soprattutto per evitare l'interruzione dei meccanismi finanziari legati al protocollo.
Secondo alcuni osservatori l'ipotesi di un accordo da siglare entro il 2016 per essere applicato nel 2020 è decisamente tardiva. Secondo altri è l'unica possibilità realistica di raggiungere un consenso tra tutti gli attori. Del resto, dicono alcuni navigati negoziatori, anche il protocollo di Kyoto iniziò il suo percorso con un "mandato" del 1995, per essere poi adottato nel 1997 e messo in pratica solo nel 2005.
L'ipotesi europea, seppure annunciata ufficialmente ieri, non è stata formalizzata e per ora non è nell'agenda della COP 17 di Durban. Probabilmente sarà presentata nel corso dei negoziati. I Sudafricani la vedono con grande interesse, perché potrebbe dare un profondo significato alla loro conferenza.
Il clima non tira più come una volta
Secondo fonti di stampa del Sudafrica i delegati accreditati per la COP 17, la conferenza sul clima delle Nazioni Unite che inizia lunedì prossimo a Durban, sono "solo" 11.810. Due anni fa a Copenhagen erano 34.000.
Clima, l'Europa lancia la sfida
Mancano solo tre giorni all'inizio della COP17 di Durban, di cui Sostenibilitalia si occuperà diffusamente, come accade ogni anno per le conferenze sul clima delle Nazioni Unite che seguo in prima persona dal 2007. Sarò anche a Durban, per raccontare da vicino un evento di cui finora si è sentito parlare davvero poco. Colpa della crisi finanziaria internazionale che accentra le attenzioni, ma anche dello stallo nei negoziati verso un estensione del protocollo di Kyoto, che scadrà tra un anno.
Ieri la commissaria europea ai cambiamenti climatici Connie Hedegaard ha illustrato in una conferenza stampa la posizione di Bruxelles, che intende rilanciare la sfida. Il videoclip è qui sopra. "L'Europa sarebbe disponibile a sottoscrivere un nuovo trattato a Durban, ma la realtà è che gli altri, a partire da USA e Cina, non lo sono" ha detto chiaramente Hedegaard. "Sosteniamo un prolungamento di Kyoto, ma rappresentiamo solo l'11% delle emissioni globali, ovviamente non può bastare."
L'Europa è disposta ad aprire la strada verso un Kyoto 2, ma solo a condizione che gli altri grandi paesi indichino con chiarezza i tempi e i modi di adesione in una nuova roadmap che dovrebbe concludersi nel 2020. Nel prossimo post entrerò nel dettaglio della proposta europea.
giovedì 24 novembre 2011
Mimmo, il negazionista alluvionato
L'alluvione che ha colpito la piana di Milazzo ha sciolto le briglie al vicepresidente del Senato Domenico "Mimmo" Nania (61), nato e residente a Barcellona Pozzo di Gotto. Nania ha chiesto al governo la proclamazione dello stato di emergenza e il blocco delle scadenze fiscali per i residenti della zona.
Il "nuovo" ministro dell'ambiente Clini commentando l'evento ha detto al TG1 che "Il clima è cambiato e l'Unione Europea ha chiesto a tutti i Paesi europei di predisporre un Piano di adattamento ai mutamenti climatici per organizzarsi proprio in rapporto a questi cambiamenti e identificare le risposte ai cambiamenti previsti dai modelli climatici". "È assolutamente urgente che l'Italia prenda atto che ci troviamo in una situazione climatica nuova rispetto a quella degli ultimi decenni altrimenti rincorreremo emergenze su emergenze. Il nostro territorio è stato gestito molto male, comunque la situazione climatica più o meno consentiva di reggere eventi climatici rari" ha ribadito il ministro a SkyTG24, sottolineando che la pioggia oggi ha ora una "frequenza molto più alta e una intensità molto più forte".
Insomma il ministro dell'ambiente punta il dito sui cambiamenti climatici, dovuti al riscaldamento globale, come causa della maggiore frequenza di eventi metereologici estremi. Sarebbe bello che anche il senatore Nania facesse questo collegamento, visto che due anni fa fu tra i 34 firmatari di una mozione negazionista presentata al Senato dalla destra nella quale si metteva in discussione la teoria stessa del riscaldamento globale e si diceva che, anche ammesso che il riscaldamento ci sia, non è poi detto che faccia così tanti danni (qui il link al testo integrale dagli atti del Senato).
Non succede solo in Bangladesh o in Tailandia. Questa volta il senatore negazionista Nania le conseguenze dei cambiamenti climatici se le è ritrovate sotto casa.
Il "nuovo" ministro dell'ambiente Clini commentando l'evento ha detto al TG1 che "Il clima è cambiato e l'Unione Europea ha chiesto a tutti i Paesi europei di predisporre un Piano di adattamento ai mutamenti climatici per organizzarsi proprio in rapporto a questi cambiamenti e identificare le risposte ai cambiamenti previsti dai modelli climatici". "È assolutamente urgente che l'Italia prenda atto che ci troviamo in una situazione climatica nuova rispetto a quella degli ultimi decenni altrimenti rincorreremo emergenze su emergenze. Il nostro territorio è stato gestito molto male, comunque la situazione climatica più o meno consentiva di reggere eventi climatici rari" ha ribadito il ministro a SkyTG24, sottolineando che la pioggia oggi ha ora una "frequenza molto più alta e una intensità molto più forte".
Insomma il ministro dell'ambiente punta il dito sui cambiamenti climatici, dovuti al riscaldamento globale, come causa della maggiore frequenza di eventi metereologici estremi. Sarebbe bello che anche il senatore Nania facesse questo collegamento, visto che due anni fa fu tra i 34 firmatari di una mozione negazionista presentata al Senato dalla destra nella quale si metteva in discussione la teoria stessa del riscaldamento globale e si diceva che, anche ammesso che il riscaldamento ci sia, non è poi detto che faccia così tanti danni (qui il link al testo integrale dagli atti del Senato).
Non succede solo in Bangladesh o in Tailandia. Questa volta il senatore negazionista Nania le conseguenze dei cambiamenti climatici se le è ritrovate sotto casa.
Alla salute
Darren Jones (38) beve sei litri di Diet Coke al giorno, da dieci anni. Al prezzo corrente della bibita in Inghilterra spende circa 300 Euro al mese. Lui sostiene che l'abuso di Diet Coke non gli ha procurato conseguenze fisiche, ma a giudicare dalla foto non sembra esattamente lo specchio della salute.
Thanksgiving
A Thanksgiving si ringrazia per quello che si ha e si è ricevuto nel corso dell'anno. E lo si dovrebbe condividere con gli altri. Poi si mangia, un menu autunnale con zucca, patate e soprattutto tacchino arrosto, il piatto simbolo della ricorrenza. L'industria americana produce 250 milioni di tacchini l'anno e buona parte di loro non vede l'alba del quarto venerdì di novembre. Eccetto alcuni fortunati bipedi, come i tacchini che ogni anno vengono "amnistiati" nella cerimonia che si svolge alla Casa Bianca. I protagonisti quest'anno è stato Liberty, un tacchino di quattro mesi e 22 Kg di peso, fotografato qui sopra con Barack e le figlie Sasha (10) e Malia (13). Obama stamattina ha anche lanciato un messaggio alla nazione.
mercoledì 23 novembre 2011
Paul Motian, 1931 - 2011
Uno dei più importanti batteristi jazz di sempre, Paul Motian ha vissuto in prima persona in 60 anni di carriera le trasformazioni della musica contemporanea. I primi successi risalgono all'unione con il raffinato pianista Bill Evans, nel 1956, con cui formò tre anni doppo un trio stabile con il bassista Scott LaFaro che poì morì in un incidente d'auto nel 1961 e fu sostituito da Chuck Israels.
Motian era il contrario del batterista energico e potente. Usava lo strumento, in particolare i piatti, con un approccio rigorosamente minimalista per creare un tappeto di suoni delicati e imprevedibili, certamente personalissimi.
Dopo l'unione con Bill Evans suonò tra gli altri con Paul Bley, Keith Jarrett, Charlie Haden, Don Cherry. Curiosamente era anche sul palco di Woodstock con Arlo Guthrie, nel 1969. Nel 2004 e 2008 anche due dischi con Enrico Rava per la ECM.
Dal 2006 Motian non viaggiava più ("Non vado più neanche a Brooklyn" disse nel 2006 in una intervista al New York Times) ma continuava ad esibirsi regolarmente nel tempio jazz del Village Vanguard alternando le tre formazioni di cui era leader: la Paul Motan Band, il Trio+1 e lo splendido trio con Bill Frisell alla chitarra e Joe Lovano al sax.
Paul Motian è morto ieri a Manhattan per le complicazioni di una sindrome mielodisplastica, una malattia del midollo osseo. I suoi ultimi concerti al Vanguard sono stati lo scorso settembre.
Motian era il contrario del batterista energico e potente. Usava lo strumento, in particolare i piatti, con un approccio rigorosamente minimalista per creare un tappeto di suoni delicati e imprevedibili, certamente personalissimi.
Dopo l'unione con Bill Evans suonò tra gli altri con Paul Bley, Keith Jarrett, Charlie Haden, Don Cherry. Curiosamente era anche sul palco di Woodstock con Arlo Guthrie, nel 1969. Nel 2004 e 2008 anche due dischi con Enrico Rava per la ECM.
Dal 2006 Motian non viaggiava più ("Non vado più neanche a Brooklyn" disse nel 2006 in una intervista al New York Times) ma continuava ad esibirsi regolarmente nel tempio jazz del Village Vanguard alternando le tre formazioni di cui era leader: la Paul Motan Band, il Trio+1 e lo splendido trio con Bill Frisell alla chitarra e Joe Lovano al sax.
Paul Motian è morto ieri a Manhattan per le complicazioni di una sindrome mielodisplastica, una malattia del midollo osseo. I suoi ultimi concerti al Vanguard sono stati lo scorso settembre.
Non fumare più, masticare troppo
Fonti ufficiali confermano che Barack Obama ha definitivamente smesso di fumare. Del resto un presidente USA non può essere schiavo di un vizio come il tabagismo, sempre meno tollerato in America. Secondo le cronache gli sforzi di Obama per eliminare le sigarette risalgono al 2006. Durante un recente check-up il medico di Barack ha dichiarato che Obama è "in forma e libero dal tabacco" ma sembra che ci sia ancora qualche problema di dipendenza. Negli ultimi appuntamenti importanti Obama è stato visto masticare, anche in incontri ufficiali come il G20 di Nizza. I bene informati dicono che faccia uso di gomme alla nicotina Nicorette. Molta attività mandibolare è stata notata anche al meeting ASEAN di Bali della scorsa settimana, dove erano presenti tutti i leader delle nazioni del sud est asiatico (nella foto Obama alle prese con una gomma in quella occasione).
Il problema è che in Asia, particolarmente in Giappone, masticare gomma in occasioni pubbliche, tantopiù istituzionali, è considerato un gesto di grave maleducazione. In questo filmato della TV giapponese NHK Barack purtroppo non si regola.
Il problema è che in Asia, particolarmente in Giappone, masticare gomma in occasioni pubbliche, tantopiù istituzionali, è considerato un gesto di grave maleducazione. In questo filmato della TV giapponese NHK Barack purtroppo non si regola.
martedì 22 novembre 2011
Idee datate
Leonard Cohen (77) pubblica il 31 gennaio 2012 Old Ideas, un album di inediti. Il primo da Dear Heather dell'ottobre 2004. Sul suo sito si può prenotare il disco, scaricando come premio l'MP3 di Show Me The Place, uno dei pezzi. C'è anche una edizione speciale in 5500 copie con una litografia dell'artista numerata e firmata.
Chi invece vuole solo scroccare può ascoltare Show Me The Place in streaming sul sito di Rolling Stone, che aggiunge anche i video di Lullaby e The Darkness, altri due pezzi del nuovo album eseguiti da Cohen in concerti recenti.
Odontopolitica
Monti all'Europa. "Saremo più incisivi". Bruxelles insiste sulla linea del rigore: "Non trascurate neppure canini e molari".
Quel "nuovo" ministro così atomico
lunedì 21 novembre 2011
Spegni quella sigaretta
Le sigarette non si spengono da sole. E chi le getta via o le lascia incustodite rischia di innescare incendi. In Europa si stima che le sigarette causino 30.000 incendi l'anno e 500 morti. Venerdì scorso sono scaduti i tre anni propedeutici all'introduzione di sigarette autoestinguenti nell'Unione Europea. Questo periodo era stato accordato agli stati membri per adeguarsi alla normativa che prescrive sigarette con Reduced Ignition Propensity (RIP) L'obbligo è già in vigore da tempo in USA, Canada e Australia. In Europa finora lo ha applicato solo la Finlandia, dall'aprile 2010.
Tecnicamente la ridotta propensione alla combustione si realizza inserendo due fasce di carta meno porosa, che riducono l'introduzione di ossigeno. L'obbligo di adeguarsi, che interesserà circa 500 milioni di fumatori, sarà legge dalla data di pubblicazione sulla gazzetta ufficiale d'Europa. L'efficacia di questi metodi autoestinguenti è da tempo in discussione, particolarmente negli Stati Uniti dove la norma è in vigore dal 2004. Si contesta l'aumento di prodotti chimici nelle sigarette e l'effetto che questi anelli di carta non porosa provocano sulla brace accesa, che tende a cadere. L'eventualità è particolarmente rischiosa per i fumatori alla guida. Ma in macchina nessuno dovrebbe fumare, si sa.
Tecnicamente la ridotta propensione alla combustione si realizza inserendo due fasce di carta meno porosa, che riducono l'introduzione di ossigeno. L'obbligo di adeguarsi, che interesserà circa 500 milioni di fumatori, sarà legge dalla data di pubblicazione sulla gazzetta ufficiale d'Europa. L'efficacia di questi metodi autoestinguenti è da tempo in discussione, particolarmente negli Stati Uniti dove la norma è in vigore dal 2004. Si contesta l'aumento di prodotti chimici nelle sigarette e l'effetto che questi anelli di carta non porosa provocano sulla brace accesa, che tende a cadere. L'eventualità è particolarmente rischiosa per i fumatori alla guida. Ma in macchina nessuno dovrebbe fumare, si sa.
Essere un cesso, ma di lusso.
Sabato scorso abbiamo celebrato World Toilet Day, ricordando che due miliardi e mezzo di persone non hanno un WC sul quale sedersi, e soprattutto non possono tirare l'acqua.
Chi invece questo lusso lo possiede può scegliere anche soluzioni prestigiose come il WC nella foto, ritenuto il più caro del mondo. Lo produce la Toto, fa parte della collezione Miyabi, è decorato a mano con lamina d'oro 24k e nel mercato USA è in vendita con un prezzo di listino di 12.000 dollari (lavandino non incluso).
Per chi preferisce soluzioni minimaliste ma più tecnologiche c'è Numi della Kohler che ha talmente tante funzioni da richiedere un telecomando con touch screen. Il coperchio si solleva da solo con un rilevatore di movimento, il sedile è riscaldato, c'è anche uno scaldapiedi, bidet incorporato, illuminazione LED, deodorante, deumidificante, musica. Costa solo 6.400 dollari, meno di cinquemila Euro.
Chi invece questo lusso lo possiede può scegliere anche soluzioni prestigiose come il WC nella foto, ritenuto il più caro del mondo. Lo produce la Toto, fa parte della collezione Miyabi, è decorato a mano con lamina d'oro 24k e nel mercato USA è in vendita con un prezzo di listino di 12.000 dollari (lavandino non incluso).
Per chi preferisce soluzioni minimaliste ma più tecnologiche c'è Numi della Kohler che ha talmente tante funzioni da richiedere un telecomando con touch screen. Il coperchio si solleva da solo con un rilevatore di movimento, il sedile è riscaldato, c'è anche uno scaldapiedi, bidet incorporato, illuminazione LED, deodorante, deumidificante, musica. Costa solo 6.400 dollari, meno di cinquemila Euro.
domenica 20 novembre 2011
sabato 19 novembre 2011
World Toilet Day
Oggi si celebra il World Toilet Day, la giornata mondiale del WC. Sembrerà poco elegante, ma serve a tenere bene in mente che più di due miliardi e mezzo di persone su questo pianeta non hanno ancora accesso a servizi sanitari. Ricordateneve ogni volta che tirate l'acqua.
venerdì 18 novembre 2011
Il ministro e il direttore
Il neo ministro dell'ambiente Corrado Clini non dovrà certo chiedere a qualcuno di aiutarlo ad orientarsi nel palazzone di via Cristoforo Colombo. Lavora al ministero fin dalla sua creazione e ultimamente, con il pensionamento degli altri dirigenti storici, era rimasto l'ultimo dei "fondatori".
Da dirigente apicale ha visto passare ministri di ogni genere, dal volatile Bordon allo strutturato Matteoli, dall'impetuoso Pecoraro Scanio (con cui le scintille scattavano spesso) alla malcapitata Prestigiacomo.
L'incompetenza e il disinteresse di Presty verso la delega ambientale avevano già trasformato Clini in una sorta di ministro ombra, in grado di indirizzare e consigliare (influenzare?) la ministra invisibile. Oggi Clini è allo scoperto e non ha cominciato benissimo, cadendo nel primo trabocchetto mediatico che gli è stato teso.
Confesso che questo mi interessa poco. Credo invece fermamente nella inopportunità che un dirigente apicale di un ministero venga nominato ministro. Come sono convinto che un dirigente di un ente locale non debba diventare assessore. I ruoli sono diversi e non intercambiabili. Chi ha lavorato per decenni all'interno di una struttura pubblica deve concludere la sua carriera nell'organigramma, non passare dall'altra parte e svolgere le famose "funzioni di indirizzo e di controllo" di Bassaniniana memoria. Senza trascurare che gli ex colleghi tendono ad avere un comportamento scarsamente collaborativo verso chi ha assunto ruoli politici.
Magari Corrado Clini si dimostrerà un buon ministro, e sinceramente me lo auguro. Perché l'Italia ha bisogno di riportare le tematiche della sostenibilità, della lotta ai cambiamenti climatici, dell'ambiente e della green economy al centro delle strategie di governo, come fanno da tempo tutti i grandi paesi. In ogni caso la sua nomina lascia molte perplessità. Clini è stato un brillante direttore generale del ministero dell'ambiente, particolarmente rispettato in campo internazionale. Sarebbe stato meglio lasciarlo concludere un prestigioso percorso professionale in quel ruolo.
Da dirigente apicale ha visto passare ministri di ogni genere, dal volatile Bordon allo strutturato Matteoli, dall'impetuoso Pecoraro Scanio (con cui le scintille scattavano spesso) alla malcapitata Prestigiacomo.
L'incompetenza e il disinteresse di Presty verso la delega ambientale avevano già trasformato Clini in una sorta di ministro ombra, in grado di indirizzare e consigliare (influenzare?) la ministra invisibile. Oggi Clini è allo scoperto e non ha cominciato benissimo, cadendo nel primo trabocchetto mediatico che gli è stato teso.
Confesso che questo mi interessa poco. Credo invece fermamente nella inopportunità che un dirigente apicale di un ministero venga nominato ministro. Come sono convinto che un dirigente di un ente locale non debba diventare assessore. I ruoli sono diversi e non intercambiabili. Chi ha lavorato per decenni all'interno di una struttura pubblica deve concludere la sua carriera nell'organigramma, non passare dall'altra parte e svolgere le famose "funzioni di indirizzo e di controllo" di Bassaniniana memoria. Senza trascurare che gli ex colleghi tendono ad avere un comportamento scarsamente collaborativo verso chi ha assunto ruoli politici.
Magari Corrado Clini si dimostrerà un buon ministro, e sinceramente me lo auguro. Perché l'Italia ha bisogno di riportare le tematiche della sostenibilità, della lotta ai cambiamenti climatici, dell'ambiente e della green economy al centro delle strategie di governo, come fanno da tempo tutti i grandi paesi. In ogni caso la sua nomina lascia molte perplessità. Clini è stato un brillante direttore generale del ministero dell'ambiente, particolarmente rispettato in campo internazionale. Sarebbe stato meglio lasciarlo concludere un prestigioso percorso professionale in quel ruolo.
giovedì 17 novembre 2011
La giornata mondiale della filosofia
Oggi è la Giornata Mondiale della Filosofia, che dal 2002 l'UNESCO celebra il terzo giovedì di novembre. Ecco perché Mario Monti non si è scomposto davanti alle dichiarazioni di Berlù che il suo governo "durerà quanto vuole il PdL". L'ha presa, giustamente, con filosofia.
Dire, Fare, Baciare
Niente da fare, la campagna pubblicitaria Benetton sul tema del non odio con i baci tra i leader non piace ai suoi protagonisti. Dopo le rimostranze del Vaticano anche la presidenza USA ha fatto sapere di non gradire le immagini "fotoshoppate" che propongono un bocca a bocca tra il presidente Obama e Hugo Chavez. Obama in un'altra immagine è a contatto orale con il premier cinese Hu Jintao.
"La Casa Bianca disapprova da sempre l'utilizzo del nome e dell'immagine del presidente per scopi commerciali" ha dichiarato il portavoce di Obama Eric Schultz.
"La Casa Bianca disapprova da sempre l'utilizzo del nome e dell'immagine del presidente per scopi commerciali" ha dichiarato il portavoce di Obama Eric Schultz.
Intermediazione Urbana
Scrivo da Barcellona, dove mi hanno invitato a relazionare al seminario internazionale Città Mediterranee: civilizzazione e sviluppo. Un appuntamento di prestigio, organizzato dall'Istituto di Studi Catalani, l'accademia nazionale delle lettere e delle scienze di Catalogna, fondata nel 1907.
La mia relazione è prevista domani nella sessione dedicata alla intermediazione urbana, in cui si esaminerà il tema delle relazioni tra città mediterranee e territorio, con particolare riferimento al ruolo strategico delle città medio-piccole. Le città intermedie, appunto. Saranno approfonditi quattro casi studio: Izmir (Turchia), El Mansoura (Egitto), Tangeri (Marocco) e la mia città, Ancona.
La mia relazione è prevista domani nella sessione dedicata alla intermediazione urbana, in cui si esaminerà il tema delle relazioni tra città mediterranee e territorio, con particolare riferimento al ruolo strategico delle città medio-piccole. Le città intermedie, appunto. Saranno approfonditi quattro casi studio: Izmir (Turchia), El Mansoura (Egitto), Tangeri (Marocco) e la mia città, Ancona.
mercoledì 16 novembre 2011
Tolerance day
Oggi è la giornata mondiale della tolleranza. Che si può tradurre anche come indulgenza, o sopportazione. Ecco perché Mario Monti nel suo discorso di insediamento ha ringraziato Silvio Berlusconi.
Faranno buon brodo?
Il governo Monti ha giurato. L'età media dei ministri è di 63.2 e il più giovane (Balduzzi) ha 56 anni.
Se poi fossero entrati anche Letta (76) e Amato (73) avrebbero potuto girare il sequel di Cocoon.
Se poi fossero entrati anche Letta (76) e Amato (73) avrebbero potuto girare il sequel di Cocoon.
martedì 15 novembre 2011
Riciclare, per forza
Oggi è America Recycles Day, giornata che gli Stati Uniti dedicano al riciclaggio dei rifiuti. Gli Americani riciclano ancora molto poco rispetto all'Europa, ma anche nel resto del mondo succedono cose interessanti. The Atlantic pubblica una bella galleria fotografica sul tema.
(via Rafa Ocana).
(via Rafa Ocana).
Disoccupate le strade dai sogni
Un paio di ore fa, quando a New York era passata da poco l'una di notte, la polizia si è recata in massa a Zuccotti Park, dove da due mesi sono accampati i protesters di Occupy Wall Street. Hanno distribuito il volantino qui sopra (la foto viene da New York Magazine). C'è scritto che il proprietario di Zuccotti Park e la città di New York hanno valutato che l'occupazione continuata del parco crea condizioni preoccupanti per il rischio di incendio e la salute dei dimostranti e della comunità. Gli occupanti sono quindi invitati a rimuovere immediatamente ogni oggetti, incluse tende e sacchi a pelo. Si chiede poi di allontanarsi per permettere la pulizia del parco. Nel parco, è scritto alla fine, si potrà tornare tra alcune ore ma non sarà più possibile portare tende, sacchi a pelo, stuoie o altro. La diretta sull'account twitter dei dimostranti.
"Disoccupate le strade dai sogni" cantava Claudio Lolli nel 1977.
"Disoccupate le strade dai sogni" cantava Claudio Lolli nel 1977.
lunedì 14 novembre 2011
Il "nuovo" ministro dell'ambiente?
La voce oggi corre sulla rete, veicolata da varie fonti di cui la più autorevole è Repubblica. Ci sono molti se
da sciogliere. Se il governo Monti sarà composto solo da tecnici (improbabile). Se ci
saranno davvero solo dodici ministri (improbabile). Se il ministero dell'ambiente sarà
autonomo (improbabile) e non inglobato in una delega più pesante, come le infrastrutture.
Risolti tutti questi dubbi, sembra che il ministro dell'ambiente potrebbe essere Corrado Clini (64), attuale direttore generale del ministero dove è impiegato dalla sua fondazione, nel 1990.
Nel mondo dell'ambientalismo e della sostenibilità l'indiscrezione non ha fatto registrare particolari esultanze.
Risolti tutti questi dubbi, sembra che il ministro dell'ambiente potrebbe essere Corrado Clini (64), attuale direttore generale del ministero dove è impiegato dalla sua fondazione, nel 1990.
Nel mondo dell'ambientalismo e della sostenibilità l'indiscrezione non ha fatto registrare particolari esultanze.
Tirare il collo a quel 55%
Con grande sorpresa di tutti la proroga della detrazione fiscale del 55% per gli interventi di riqualificazione energetica sugli immobili non è stata inclusa nel testo finale del maxiemendamento alla legge di stabilità. Le associazioni di categoria e i professionisti del settore sono sul piede di guerra. Le bozze del decreto fiscale che erano circolate comprendevano una proroga fino al 2014 del bonus, seppure rimodulato a seconda delle categorie di intervento e con un massimo del 52%.
Ma si spera ancora, anche se appare davvero incomprensibile l'attesa dell'ultima ora per il varo di un provvedimento giudicato indispensabile sia per raggiungere gli impegni europei di riduzione delle emissioni, sia per mantenere in piedi un settore in crisi gravissima come l'edilizia. La via più breve sarebbe il sospirato e sempre rimandato Decreto Sviluppo, che il ministro Romani ha più volte annunciato e che potrebbe essere approvato come colpo di coda del governo. L'alternativa, ancora più tirata per il collo, potrebbe essere l'inclusione delle detrazioni nel classico decreto milleproroghe di fine anno, in questo caso per mano del nuovo governo.
Ma si spera ancora, anche se appare davvero incomprensibile l'attesa dell'ultima ora per il varo di un provvedimento giudicato indispensabile sia per raggiungere gli impegni europei di riduzione delle emissioni, sia per mantenere in piedi un settore in crisi gravissima come l'edilizia. La via più breve sarebbe il sospirato e sempre rimandato Decreto Sviluppo, che il ministro Romani ha più volte annunciato e che potrebbe essere approvato come colpo di coda del governo. L'alternativa, ancora più tirata per il collo, potrebbe essere l'inclusione delle detrazioni nel classico decreto milleproroghe di fine anno, in questo caso per mano del nuovo governo.
Gita a quello che rimane
Il governo giapponese ha radunato un po' di giornalisti, li ha vestiti con maschere e tute protettive, li ha caricati su un bus e li ha portati alla centrale nucleare di Fukushima. Time dedica alla gita una photogallery.
Zona Rimozione/8
Berlù si è dimesso, una stagione politica è finita. Sostenibilitalia sta pubblicando una
galleria di immagini che documentano le gesta imbarazzanti di un premier
inadeguato e impresentabile e del suo governo. Per non dimenticare.
domenica 13 novembre 2011
Visti dall'alto
Earth | Time Lapse View from Space | Fly Over | Nasa, ISS from Michael König on Vimeo.
La terra vista dai 400 Km di distanza della stazione spaziale internazionale, la lista dei luoghi è qui.
Hallelujah
Hallelujah. Questo il titolo dell'articolo di oggi dell'Economist sulle dimissioni di Berlù.
Tanti saluti a...
Ecco un'altra vittima della mort subite del governo. Anna Maria Bernini (46), nominata ministro alle politiche comunitarie il 27 luglio 2011 probabilmente per meriti televisivi, viste le sue appassionate difese del premier in prima serata.
Bernini è rimasta in carica 108 giorni. Praticamente ha avuto solo il tempo per stamparsi i biglietti da visita.
Bernini è rimasta in carica 108 giorni. Praticamente ha avuto solo il tempo per stamparsi i biglietti da visita.
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