giovedì 30 agosto 2012
Fuggire dalla Siria/2
Fino a un paio di settimane fa i profughi Siriani diretti in Turchia erano al massimo 500 al giorno. Adesso ci sono punte di cinquemila e anche al sud, al confine giordano, la scorsa settimana 10.200 esuli hanno raggiunto il campo di Za’atri.
La Turchia, assieme ad UNHCR, sta cercando di allestire campi per accogliere fino a duecentomila profughi.
In Europa occidentale si parla molto poco di questo. In Italia praticamente nulla.
La Turchia, assieme ad UNHCR, sta cercando di allestire campi per accogliere fino a duecentomila profughi.
In Europa occidentale si parla molto poco di questo. In Italia praticamente nulla.
martedì 28 agosto 2012
A cinquecento metri dal demonio/2
"Gli apparecchi idonei al gioco d'azzardo non possono essere installati all'interno ovvero in un raggio di 500
metri da istituti scolastici di qualsiasi grado centri giovanili o altri
istituti frequentati principalmente da giovani, strutture residenziali o
semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio assistenziale,
luoghi di culto. Ulteriori limitazioni possono essere stabilite con
decreto del ministero dell'interno, di concerto con il ministero
dell'economia e delle finanze e con il ministero della salute".
Questo sarebbe il testo dell'articolo che regola il gioco d'azzardo contenuto nel decreto sanità del governo Monti e fortemente voluto dal ministro Balduzzi. Rispetto al post che avevo pubblicato ieri va aggiunto che i fatidici 500 metri devono essere rispettati anche dai luoghi di culto. Scuole, chiese, ospedali, case di riposo e centri giovanili. Basta prendere una mappa e un compasso per capire che non sarà possibile installare videopoker nelle città, a parte le estreme periferie e particolarmente i centri commerciali.
Scelta giusta? Io non sono un giocatore e concordo con il ministro sul fatto che le macchinette mangiasoldi non siano un esempio edificante. Tuttavia un paio di cose non mi vanno giù.
Primo: passi la distanza dalle scuole, per motivi diciamo educativi (anche se i meno spaventati dai 500 metri sono certamente i ragazzi, come scrivevo anche ieri). Ma perché mantenere la distanza di sicurezza anche dai luoghi di culto? Qual è il rapporto tra fede, misticismo e videopoker? Perché dalle chiese e non dalle biblioteche o dai musei?
Secondo: epuriamo i bar delle città dai videopoker, benissimo. Ma le ricevitorie e le strisce di gratta e vinci esposte nei supermercati e nei bar sono educative? Lo stato italiano è un biscazziere e negli ultimi anni ha moltiplicato le sue entrate dai giochi di azzardo. Ho visto gente acquistare serenamente i gratta e vinci con i buoni pasto. Vabbuò, dira qualcuno, io ho visto altri comprarci le bottiglie di gin. Vero anche questo.
Balduzzi e il governo dei professori permettono di sperperare denaro nei gratta e vinci a cinque metri da scuole e chiese, mentre per i videopoker occorre prendere l'auto o la metro. Secondo Balduzzi i videopoker andrebbero ascritti nelle "nuove dipendenze". Forse i gratta e vinci sono in giro da più anni e quindi non possono essere considerati nuovi. Ma Balduzzi i siti statali di Sisal e Lottomatica li avrà visti?
Questo sarebbe il testo dell'articolo che regola il gioco d'azzardo contenuto nel decreto sanità del governo Monti e fortemente voluto dal ministro Balduzzi. Rispetto al post che avevo pubblicato ieri va aggiunto che i fatidici 500 metri devono essere rispettati anche dai luoghi di culto. Scuole, chiese, ospedali, case di riposo e centri giovanili. Basta prendere una mappa e un compasso per capire che non sarà possibile installare videopoker nelle città, a parte le estreme periferie e particolarmente i centri commerciali.
Scelta giusta? Io non sono un giocatore e concordo con il ministro sul fatto che le macchinette mangiasoldi non siano un esempio edificante. Tuttavia un paio di cose non mi vanno giù.
Primo: passi la distanza dalle scuole, per motivi diciamo educativi (anche se i meno spaventati dai 500 metri sono certamente i ragazzi, come scrivevo anche ieri). Ma perché mantenere la distanza di sicurezza anche dai luoghi di culto? Qual è il rapporto tra fede, misticismo e videopoker? Perché dalle chiese e non dalle biblioteche o dai musei?
Secondo: epuriamo i bar delle città dai videopoker, benissimo. Ma le ricevitorie e le strisce di gratta e vinci esposte nei supermercati e nei bar sono educative? Lo stato italiano è un biscazziere e negli ultimi anni ha moltiplicato le sue entrate dai giochi di azzardo. Ho visto gente acquistare serenamente i gratta e vinci con i buoni pasto. Vabbuò, dira qualcuno, io ho visto altri comprarci le bottiglie di gin. Vero anche questo.
Balduzzi e il governo dei professori permettono di sperperare denaro nei gratta e vinci a cinque metri da scuole e chiese, mentre per i videopoker occorre prendere l'auto o la metro. Secondo Balduzzi i videopoker andrebbero ascritti nelle "nuove dipendenze". Forse i gratta e vinci sono in giro da più anni e quindi non possono essere considerati nuovi. Ma Balduzzi i siti statali di Sisal e Lottomatica li avrà visti?
lunedì 27 agosto 2012
A cinquecento metri dal demonio
Premessa: non ho mai giocato a videopoker o con le slot. Non ho mai comprato un gratta e vinci. Non ho mai speso un euro al superenalotto o a win for life. Una ventina di anni fa ho comprato qualche biglietto della lotteria, in stazione a Roma e Milano o in Autogrill, come voleva la regola. Insomma non sono un italiano medio, a giudicare dalle statistiche.
Non essendo vittima del gioco credo di poter dire con serenità che questa decisione del governo di piazzare slot e videopoker a cinquecento metri da scuole e ospedali è una idiozia. In primis perché il proibizionismo, anche se "distanziale", non ha mai pagato. Poi perché le tentazioni e i vizi non si misurano a metri. Anzi, la difficoltà nel raggiungerli può renderli più desiderabili. Inoltre perché proibire le slot a 500 mt da scuole e ospedali significa eliminarle dalle città, intese come tessuto urbano compatto. Dai centri e dalle periferie storiche. Nella città compatta c'è almeno una scuola nel raggio di 500 metri. Inoltre il decreto prevederebbe il limite invalicabile dei 500 mt anche da "centri giovanili o da istituti frequentati principalmente da giovani". Quindi oratori, circoli. Con una interpretazione estensiva anche impianti sportivi.
Il pregevole risultato che otterranno Balduzzi e il governo Monti sarà quello di creare una ennesima barriera verso i centri storici e la città consolidata, comprese le periferie del '900. Perché lì sono le scuole, e spesso ancora gli ospedali. Si andrà tutti a giocare nei già iperludici poli di periferia, come le multisale e i centri commerciali. I gestori dei bar urbani e delle sale slot in città si incazzeranno, secondo me a ragione. Ci sarà ancora meno gente nel centro delle città, dove altri pubblici esercizi chiuderanno. Mentre il volume di affari del settore dei giochi non calerà, ci scommetto.
Se l'Italia è un popolo di giocatori e scommettitori, dato acquisito che non gradisco ma certo non posso ignorare, fateli giocare dove gli pare. Nel raggio di 500 mt dalle scuole c'è una città viva, con un cuore che per continuare a battere non può subire altri divieti. Tanto i minori che vogliono giocare alle slot, scafati come sono, dei 500 mt se ne fregano. A piedi 500 mt si fanno in tre minuti, in motorino in 20 secondi. Alla faccia di Balduzzi.
Non essendo vittima del gioco credo di poter dire con serenità che questa decisione del governo di piazzare slot e videopoker a cinquecento metri da scuole e ospedali è una idiozia. In primis perché il proibizionismo, anche se "distanziale", non ha mai pagato. Poi perché le tentazioni e i vizi non si misurano a metri. Anzi, la difficoltà nel raggiungerli può renderli più desiderabili. Inoltre perché proibire le slot a 500 mt da scuole e ospedali significa eliminarle dalle città, intese come tessuto urbano compatto. Dai centri e dalle periferie storiche. Nella città compatta c'è almeno una scuola nel raggio di 500 metri. Inoltre il decreto prevederebbe il limite invalicabile dei 500 mt anche da "centri giovanili o da istituti frequentati principalmente da giovani". Quindi oratori, circoli. Con una interpretazione estensiva anche impianti sportivi.
Il pregevole risultato che otterranno Balduzzi e il governo Monti sarà quello di creare una ennesima barriera verso i centri storici e la città consolidata, comprese le periferie del '900. Perché lì sono le scuole, e spesso ancora gli ospedali. Si andrà tutti a giocare nei già iperludici poli di periferia, come le multisale e i centri commerciali. I gestori dei bar urbani e delle sale slot in città si incazzeranno, secondo me a ragione. Ci sarà ancora meno gente nel centro delle città, dove altri pubblici esercizi chiuderanno. Mentre il volume di affari del settore dei giochi non calerà, ci scommetto.
Se l'Italia è un popolo di giocatori e scommettitori, dato acquisito che non gradisco ma certo non posso ignorare, fateli giocare dove gli pare. Nel raggio di 500 mt dalle scuole c'è una città viva, con un cuore che per continuare a battere non può subire altri divieti. Tanto i minori che vogliono giocare alle slot, scafati come sono, dei 500 mt se ne fregano. A piedi 500 mt si fanno in tre minuti, in motorino in 20 secondi. Alla faccia di Balduzzi.
domenica 26 agosto 2012
Lo scontrino gratta e vinci
Gabriele Giacomini scrive su La Voce di esperimenti effettuati in Asia per incentivare l'emissione degli scontrini fiscali, e invita a considerare la possibilità di fare qualcosa di simile in Italia. A Taiwan si è provato ad inserire nello scontrino un numero per partecipare ad un a estrazione di premi. In Cina allo scontrino veniva allegato un gratta e vinci. I risultati sono stati interessanti, con incrementi di oltre il 10% degli scontrini emessi.
"La lotteria abbinata al rilascio della ricevuta fiscale può essere considerata come una sorta di premio che la collettività riserva ad alcuni cittadini virtuosi (e fortunati)" scrive Giacomini.
"Le lotterie sono una tassa su chi è asino in matematica" scriveva qualcun altro con saggezza. Ma lasciamo perdere la filosofia e torniamo agli scontrini-riffa. Pensiamo all'applicazione del sistema nel nostro paese. Come prima cosa bisognerebbe decidere se offrire una possibilità di vincità pr ciascuno scontrino o se collegarla all'importo, tipo un biglietto ogni tot Euro. Naturalmente la prima ipotesi è molto più semplice da gestire, ma l'esercente italiano furbo ed elusivo, di fronte alla richiesta del cliente di avere lo scontrino-biglietto, risponderebbe col classico "Dottò, va bene se batto un Euro?" E saremmo daccapo.
"La lotteria abbinata al rilascio della ricevuta fiscale può essere considerata come una sorta di premio che la collettività riserva ad alcuni cittadini virtuosi (e fortunati)" scrive Giacomini.
"Le lotterie sono una tassa su chi è asino in matematica" scriveva qualcun altro con saggezza. Ma lasciamo perdere la filosofia e torniamo agli scontrini-riffa. Pensiamo all'applicazione del sistema nel nostro paese. Come prima cosa bisognerebbe decidere se offrire una possibilità di vincità pr ciascuno scontrino o se collegarla all'importo, tipo un biglietto ogni tot Euro. Naturalmente la prima ipotesi è molto più semplice da gestire, ma l'esercente italiano furbo ed elusivo, di fronte alla richiesta del cliente di avere lo scontrino-biglietto, risponderebbe col classico "Dottò, va bene se batto un Euro?" E saremmo daccapo.
venerdì 24 agosto 2012
Il Fatto trash
Inutile commentare le dichiarazioni della signora Began, poveretta. Il Fatto Quotidiano invece, che la ospita, ormai è un degno rivale di Libero.
La destra che non ti aspettavi
"Il fatto è che l'onda anomala del berlusconismo ha spinto nella nostra
metà del campo (che noi chiamiamo sinistra) forze, linguaggi,
comportamenti e pulsioni che sono oggettivamente di destra." (...)
"Ecco perché per coloro che sostengono queste posizioni Berlusconi non è mai stato il vero avversario, ma semplicemente lo strumento con cui suonare la loro musica. Per questa nuova destra, Napolitano e Berlusconi devono essere uguali, ingannando i cittadini. (...)
"Altro che guerra civile a sinistra. Siamo davanti a parole e opere tipiche di una nuova destra che lavora trasversalmente e insidia il campo "democratico" per la debolezza culturale e lo scarso spirito di battaglia della sinistra italiana, e per l'eccessiva indulgenza che tutti abbiamo avuto con l'antipolitica, davanti all'inconcludenza della politica italiana."
Da tempo maneggio La Repubblica con un leggero fastidio, ma l'editoriale di Ezio Mauro di oggi merita di essere letto tutto, e condiviso.
"Ecco perché per coloro che sostengono queste posizioni Berlusconi non è mai stato il vero avversario, ma semplicemente lo strumento con cui suonare la loro musica. Per questa nuova destra, Napolitano e Berlusconi devono essere uguali, ingannando i cittadini. (...)
"Altro che guerra civile a sinistra. Siamo davanti a parole e opere tipiche di una nuova destra che lavora trasversalmente e insidia il campo "democratico" per la debolezza culturale e lo scarso spirito di battaglia della sinistra italiana, e per l'eccessiva indulgenza che tutti abbiamo avuto con l'antipolitica, davanti all'inconcludenza della politica italiana."
Da tempo maneggio La Repubblica con un leggero fastidio, ma l'editoriale di Ezio Mauro di oggi merita di essere letto tutto, e condiviso.
Walk On By
L'agenda digitale e quale
La mezzanotte è passata e stamattina il ministro Passera presenterà in consiglio dei ministri l'attesa agenda digitale.
Attesa è dire poco. Lo stesso ministro la aveva annunciata entro giugno, cioè tre mesi fa. Tre mesi, per un governo con un lifespan di 18, non sono pochi.
"Sull'Agenda digitale ci mettiamo la faccia" aveva confermato ad aprile il ministro nel suo intervento all’Italian Digital Agenda Annual Forum di Confindustria Digitale. Vabbuò, direbbe il comandante Schettino. La faccia nel frattempo si è abbronzata, perché siamo ormai arrivati a settembre.
Passera, che nella foto sembra Giucas Casella, dovrà inventarsi qualche magia per riuscire a riportare, con colpevole ritardo, l'Italia in linea con gli standard digitali europei. Secondo Wired l'agenda digitale dovrebbe aumentare la velocità del traffico digitale, rilanciare la moneta elettronica, il commercio online e l’informatizzazione di scuole, ospedali, tribunali e pubblica amministrazione. Primi risultati a fine 2013, termine ultimo di tutti i progetti il 2020. Per le prime fasi sarebbe previsto un investimento di 400 milioni di euro.
Attesa è dire poco. Lo stesso ministro la aveva annunciata entro giugno, cioè tre mesi fa. Tre mesi, per un governo con un lifespan di 18, non sono pochi.
"Sull'Agenda digitale ci mettiamo la faccia" aveva confermato ad aprile il ministro nel suo intervento all’Italian Digital Agenda Annual Forum di Confindustria Digitale. Vabbuò, direbbe il comandante Schettino. La faccia nel frattempo si è abbronzata, perché siamo ormai arrivati a settembre.
Passera, che nella foto sembra Giucas Casella, dovrà inventarsi qualche magia per riuscire a riportare, con colpevole ritardo, l'Italia in linea con gli standard digitali europei. Secondo Wired l'agenda digitale dovrebbe aumentare la velocità del traffico digitale, rilanciare la moneta elettronica, il commercio online e l’informatizzazione di scuole, ospedali, tribunali e pubblica amministrazione. Primi risultati a fine 2013, termine ultimo di tutti i progetti il 2020. Per le prime fasi sarebbe previsto un investimento di 400 milioni di euro.
giovedì 23 agosto 2012
Il momento di riposarsi
Quello che ha detto Matteo Orfini nelle interviste è semplicemente di buon senso: chi è stato ministro due volte in passato non potrà esserlo in futuro, nel caso il PD e il centrosinistra vincano le prossime elezioni (e vai con gli scongiuri).
Il ragionamento non fa una piega. Non solo per il riferimento ai due mandati ministeriali, ma per il dato temporale. Chi è già stato due volte ministro ha avuto nel più recente dei casi (governo Amato, aprile 2000) la prima nomina oltre dodici anni fa, se poi è stato nominato nuovamente da Prodi nel 2006. Altrimenti si va ancora più indietro.
L'unica possibilità che ha la politica di riconquistare credibilità, di dimostrare che non sono solo i professori a sapere governare un paese è quella di offrire una immagine di rinnovamento vero. Se necessario anche ammettendo le proprie colpe. Perché, come dice Orfini, "l'Italia si trova in un mare di guai, e non si può darne a Berlusconi l'intera responsabilità. Una parte di colpa la hanno anche i risultati non sempre eccellenti dei governi di centrosinistra".
Prendiamo zia Rosi Bindi. Eletta al Parlamento Europeo con la DC nel 1989, dal 1994 è a Montecitorio. Ministro nel Prodi I del 1996, poi nel D'Alema I e nel D'Alema II, poi di nuovo nel Prodi II del 2006. Siede su un seggio parlamentare da 23 anni.
Ricominciare a fare buona politica, riavvicinare i delusi e i giovani attratti dai populismi è di per sé molto difficile. Farlo riproponendo gente come lei è semplicemente impossibile. E' arrivato il momento di riposarsi.
Il ragionamento non fa una piega. Non solo per il riferimento ai due mandati ministeriali, ma per il dato temporale. Chi è già stato due volte ministro ha avuto nel più recente dei casi (governo Amato, aprile 2000) la prima nomina oltre dodici anni fa, se poi è stato nominato nuovamente da Prodi nel 2006. Altrimenti si va ancora più indietro.
L'unica possibilità che ha la politica di riconquistare credibilità, di dimostrare che non sono solo i professori a sapere governare un paese è quella di offrire una immagine di rinnovamento vero. Se necessario anche ammettendo le proprie colpe. Perché, come dice Orfini, "l'Italia si trova in un mare di guai, e non si può darne a Berlusconi l'intera responsabilità. Una parte di colpa la hanno anche i risultati non sempre eccellenti dei governi di centrosinistra".
Prendiamo zia Rosi Bindi. Eletta al Parlamento Europeo con la DC nel 1989, dal 1994 è a Montecitorio. Ministro nel Prodi I del 1996, poi nel D'Alema I e nel D'Alema II, poi di nuovo nel Prodi II del 2006. Siede su un seggio parlamentare da 23 anni.
Ricominciare a fare buona politica, riavvicinare i delusi e i giovani attratti dai populismi è di per sé molto difficile. Farlo riproponendo gente come lei è semplicemente impossibile. E' arrivato il momento di riposarsi.
mercoledì 22 agosto 2012
I am a Romney Girl
Questo video, intitolato Romney Girl e basato sull'hit Barbie Girl degli Aqua (1997), ha come protagonista femminile Miss Swiss Bank Account che chiede al sosia di Mitt Romney se ha "qualcosa da nascondere". Abbastanza divertente, ma non per il governo svizzero che attraverso la sua ambasciata a Washington ha espresso il proprio disappunto allo staff di Barack Obama. Le proteste della Svizzera sarebbero motivate dal fatto che il videoclip "offre l'impressione che avere un conto bancario in Svizzera sia di per sè sospetto e abbia come unica motivazione quella di nascondere denaro al fisco".
Lo scorso luglio Vanity Fair aveva pubblicato un report dettagliato sui depositi offshore di Romney, dalle Cayman alla Svizzera. L'articolo era firmato da Nicholas Shaxson, autore del libro Paradisi Fiscali considerato un classico dai fiscalisti più spregiudicati. Di fronte alla richiesta di fornire le sue dichiarazioni dei redditi Romney finora ha diffuso solo i dati del 2010.
L'opulenza degli scarti e degli avanzi
Gli Americani gettano via quasi la metà del loro cibo. Questo è il dato incredibile di una ricerca appena presentata dal Natural Resources Defense Council.
Negli Stati Uniti la filiera alimentare consuma il 10% dell'energia del paese, utilizza l'80% dell'acqua potabile e occupa la metà della superficie nazionale. Eppure il 40% dei prodotti finiscono nella spazzatura, provocando una perdita economica di 165 miliardi di dollari l'anno. Inoltre in America la raccolta differenziata dell'organico è praticamente inesistente, così il cibo gettato finisce sepolto in discarica a marcire, producendo il 23% delle emissioni di metano.
Come si può gettare tutto questo? Per cominciare gli Americani adorano vedere montagne di merce nei supermarket, con il risultato di quantità incredibili di invenduto. Un altro mito made in USA sono le porzioni gigantesche, sia a casa che al ristorante, con buona parte del cibo che rimane nel piatto. C'è poi la questione delle scadenze in etichetta, che continua a creare molta confusione e spinge a gettare merce ancora integra.
Ogni americano getta nella spazzatura 10 Kg di cibo al mese. Nel sud est asiatico queste percentuali si riducono a un decimo.
Negli Stati Uniti la filiera alimentare consuma il 10% dell'energia del paese, utilizza l'80% dell'acqua potabile e occupa la metà della superficie nazionale. Eppure il 40% dei prodotti finiscono nella spazzatura, provocando una perdita economica di 165 miliardi di dollari l'anno. Inoltre in America la raccolta differenziata dell'organico è praticamente inesistente, così il cibo gettato finisce sepolto in discarica a marcire, producendo il 23% delle emissioni di metano.
Come si può gettare tutto questo? Per cominciare gli Americani adorano vedere montagne di merce nei supermarket, con il risultato di quantità incredibili di invenduto. Un altro mito made in USA sono le porzioni gigantesche, sia a casa che al ristorante, con buona parte del cibo che rimane nel piatto. C'è poi la questione delle scadenze in etichetta, che continua a creare molta confusione e spinge a gettare merce ancora integra.
Ogni americano getta nella spazzatura 10 Kg di cibo al mese. Nel sud est asiatico queste percentuali si riducono a un decimo.
martedì 21 agosto 2012
Succede anche (e forse solo) nella rigorosa inflessibile Germania
Christian Wulff (53), presidente della Germania, è stato costretto a dimettersi lo scorso 17 febbraio dopo le accuse di corruzione nel suo ruolo precedente di primo ministro dello stato di Bassa Sassonia.
Malgrado la fine ingloriosa del suo mandato Wulff potrà godere dell'incremento della pensione da presidente, appena deciso e messo a bilancio dal governo tedesco.
L'aumento è di 18.000 Euro e porterà la pensione annuale di tutti gli ex presidenti da 199.000 a 217.000 Euro.
Malgrado la fine ingloriosa del suo mandato Wulff potrà godere dell'incremento della pensione da presidente, appena deciso e messo a bilancio dal governo tedesco.
L'aumento è di 18.000 Euro e porterà la pensione annuale di tutti gli ex presidenti da 199.000 a 217.000 Euro.
lunedì 20 agosto 2012
Tony Scott, 1944 - 2012
“… that’s the way it goes, but every once in awhile, it goes the other way too.” True Romance
da this isn't happiness
Siccità e globalizzazione
Giugno 2012 è stato il 328imo mese consecutivo a registrare temperature globali superiori alla media e molto probabilmente luglio sarà il 329imo. Intanto lo scorso luglio è stato il più caldo e arido di sempre negli Stati Uniti. O perlomeno dal 1894, quando negli USA si è iniziato a registrare le temperature. Il record precedente apparteneva al luglio 1936, erano gli anni della Grande Depressione. Quanto a precipitazioni il 2012 negli Stati Uniti è il più siccitoso degli ultimi 60 anni e i raccolti saranno molto colpiti.
La produzione di granturco sarà di scarsa qualità e almeno il 20% in meno del solito. Quella di soia la più bassa degli ultimi anni. Gli effetti sui prezzi alimentari si faranno sentire in autunno, a cominciare da un aumento attorno al 5% per il pollame, la carne bovina, le uova, il latte e i formaggi. Gli allevamenti avicoli sono i più colpiti, visto che il mais costituisce fino al 70% della dieta dei pennuti.
Gli effetti della siccità americana saranno globali e la paura è arrivata anche in Cina, paese che consuma grandi quantità di oli vegetali. Lo scorso anno la Cina ha acquistato oltre 10 miliardi di dollari di soia americana, e la domanda è in crescita. I Cinesi friggono molto e l'olio viene venduto in taniche da cinque litri, che una famiglia media consuma nel giro di un mese. La scarsa produzione americana porterà ad un aumento dei prezzi che preoccupa il governo cinese.
C'è anche chi approfitta della siccità per intervenire sull'economia nazionale. Il governo tailandese sta acquistando riso dai contadini a prezzi superiori al mercato, migliorando le entrate delle aziende agricole e nella certezza di fare comunque un buon investimento alla luce della scarsa produzione americana (da maggio ad oggi i futures del riso sono cresciuti del 7%).
La produzione di granturco sarà di scarsa qualità e almeno il 20% in meno del solito. Quella di soia la più bassa degli ultimi anni. Gli effetti sui prezzi alimentari si faranno sentire in autunno, a cominciare da un aumento attorno al 5% per il pollame, la carne bovina, le uova, il latte e i formaggi. Gli allevamenti avicoli sono i più colpiti, visto che il mais costituisce fino al 70% della dieta dei pennuti.
Gli effetti della siccità americana saranno globali e la paura è arrivata anche in Cina, paese che consuma grandi quantità di oli vegetali. Lo scorso anno la Cina ha acquistato oltre 10 miliardi di dollari di soia americana, e la domanda è in crescita. I Cinesi friggono molto e l'olio viene venduto in taniche da cinque litri, che una famiglia media consuma nel giro di un mese. La scarsa produzione americana porterà ad un aumento dei prezzi che preoccupa il governo cinese.
C'è anche chi approfitta della siccità per intervenire sull'economia nazionale. Il governo tailandese sta acquistando riso dai contadini a prezzi superiori al mercato, migliorando le entrate delle aziende agricole e nella certezza di fare comunque un buon investimento alla luce della scarsa produzione americana (da maggio ad oggi i futures del riso sono cresciuti del 7%).
domenica 19 agosto 2012
Imprese
Così è troppo facile. Io aggiungerei anche qualche squalo a digiuno da una settimana e una pietra da 10 Kg legata al collo.
The Singer
Art Garfunkel ha 70 anni compiuti nel 2011, come Paul Simon. Il 28 agosto uscirà un doppio CD intitolato The Singer, che cerca di sintetizzare la sua carriera in 34 canzoni. Ci sono due inediti. Uno è Lena, inciso con Dean Parks alla chitarra, Lee Sklar al basso e Russ Kunkel alla batteria. Lena è una bella electric ballad e si può ascoltare in anteprima qui, sul sito di Rolling Stone.
Io ho sempre avuto una attenzione speciale per Garfunkel, il lato debole del duo. Quello che cantava e non suonava niente, che non scriveva canzoni. Quello alto e con gli occhi azzurri, ma poco concreto. Il secchione era Paul Simon, un maestro e leader vero.
La coppia si è divisa e ripresa più volte. Art ha scritto una poesia molto bella per i 70 anni di Paul. La teoria di Garfunkel è che se Simon non fosse stato prematuro sarebbero nati lo stesso giorno, perché lo stesso giorno sarebbero stati concepiti (Paul è nato il 13 ottobre, Art il 5 novembre).
Io ho sempre avuto una attenzione speciale per Garfunkel, il lato debole del duo. Quello che cantava e non suonava niente, che non scriveva canzoni. Quello alto e con gli occhi azzurri, ma poco concreto. Il secchione era Paul Simon, un maestro e leader vero.
La coppia si è divisa e ripresa più volte. Art ha scritto una poesia molto bella per i 70 anni di Paul. La teoria di Garfunkel è che se Simon non fosse stato prematuro sarebbero nati lo stesso giorno, perché lo stesso giorno sarebbero stati concepiti (Paul è nato il 13 ottobre, Art il 5 novembre).
sabato 18 agosto 2012
Quando conviene essere uguali
Avviso: questo post è scritto in rigoroso stile Travagliese. Fate conto sia un editoriale di Anno Zero.
E così il consigliere regionale emiliano del M5S Favia pagava per apparire nelle TV locali. Orrore nella base grillista e immediato anatema del Grande Capo, che prima scrive nel suo ultravisto blog che "pagare per andare in TV è come pagare per il proprio funerale", poi obbliga Favia ad un imbarazzante mea culpa e alla promessa che mai più, mai più, mai più.
Del resto le stelle sono cinque ma chi decide è sempre uno. Quello di Grillo non è un partito, ma neppure un movimento. E' solo un fan club, dove si diramano bollettini. La struttura non è verticistica, è puramente apicale.
Ma Favia ha confessato la colpa, quindi adesso l'importante è cercare altri complici. Perché purtroppo le comparsate TV di Favia e dei Grillisti erano condivise da altri partiti emiliani, ma non dal vituperato PD.
A sistemare le cose ci pensa Il Fatto Quotidiano, con un'inchiesta da Pulitzer della sua redazione locale. Dopo lunghe indagini (sai che fatica, bastava leggere i palinsesti) si scopre, per fortuna, che anche il consigliere romagnolo del PD Thomas Casadei ha pagato per degli spazi sulle reti locali.
La notizia è sconvolgente. Il Fatto può metterla in prima pagina della sua edizione web, e il suo cosiddetto vicedirettore Travaglio può riposare più tranquillo. Le nuove rivelazioni di Casadei confermano che i Grillisti sono colpevoli, ma il PD non è innocente. Tanto basterà per giustificare il prossimo editoriale di Travaglio contro il Presidente della Repubblica, che il cosiddetto vicedirettore definisce vero segretario del PD.
Solo che il PD non ha mai rifiutato i finanziamenti pubblici ai partiti, né ha mai negato di utilizzarli per quello a cui sono destinati, come la comunicazione istituzionale. Non c'è nulla di strano se con i soldi del partito i Democratici acquistano spazi di informazione politica. Sono i Grillisti ad avere sempre sbandierato la rinuncia, altera e inflessibile, a qualunque finanziamento o rimborso. Quindi lo scoop de Il Fatto è solo un diversivo, una non notizia.
Quello che colpisce è che i Grillisti hanno sempre cercato di essere diversi dagli odiati partiti. Questa volta invece, per salvare la faccia, il fan club di Beppe e i suoi soci cercano ogni appiglio per dimostrare di essere uguali. Ma proprio uguali a quei partiti di cui hanno decretato la condanna a morte. E la loro fanzine, il quotidiano di Padellaro e Travaglio, si presta al gioco per l'ennesima volta. (Applausi e taglio pubblicità)
E così il consigliere regionale emiliano del M5S Favia pagava per apparire nelle TV locali. Orrore nella base grillista e immediato anatema del Grande Capo, che prima scrive nel suo ultravisto blog che "pagare per andare in TV è come pagare per il proprio funerale", poi obbliga Favia ad un imbarazzante mea culpa e alla promessa che mai più, mai più, mai più.
Del resto le stelle sono cinque ma chi decide è sempre uno. Quello di Grillo non è un partito, ma neppure un movimento. E' solo un fan club, dove si diramano bollettini. La struttura non è verticistica, è puramente apicale.
Ma Favia ha confessato la colpa, quindi adesso l'importante è cercare altri complici. Perché purtroppo le comparsate TV di Favia e dei Grillisti erano condivise da altri partiti emiliani, ma non dal vituperato PD.
A sistemare le cose ci pensa Il Fatto Quotidiano, con un'inchiesta da Pulitzer della sua redazione locale. Dopo lunghe indagini (sai che fatica, bastava leggere i palinsesti) si scopre, per fortuna, che anche il consigliere romagnolo del PD Thomas Casadei ha pagato per degli spazi sulle reti locali.
La notizia è sconvolgente. Il Fatto può metterla in prima pagina della sua edizione web, e il suo cosiddetto vicedirettore Travaglio può riposare più tranquillo. Le nuove rivelazioni di Casadei confermano che i Grillisti sono colpevoli, ma il PD non è innocente. Tanto basterà per giustificare il prossimo editoriale di Travaglio contro il Presidente della Repubblica, che il cosiddetto vicedirettore definisce vero segretario del PD.
Solo che il PD non ha mai rifiutato i finanziamenti pubblici ai partiti, né ha mai negato di utilizzarli per quello a cui sono destinati, come la comunicazione istituzionale. Non c'è nulla di strano se con i soldi del partito i Democratici acquistano spazi di informazione politica. Sono i Grillisti ad avere sempre sbandierato la rinuncia, altera e inflessibile, a qualunque finanziamento o rimborso. Quindi lo scoop de Il Fatto è solo un diversivo, una non notizia.
Quello che colpisce è che i Grillisti hanno sempre cercato di essere diversi dagli odiati partiti. Questa volta invece, per salvare la faccia, il fan club di Beppe e i suoi soci cercano ogni appiglio per dimostrare di essere uguali. Ma proprio uguali a quei partiti di cui hanno decretato la condanna a morte. E la loro fanzine, il quotidiano di Padellaro e Travaglio, si presta al gioco per l'ennesima volta. (Applausi e taglio pubblicità)
Woodstock, 43 anni dopo
Il 18 agosto 1969 finiva il festival di Woodstock. Gli organizzatori avevano allestito un programma di eccezione e si aspettavano l'arrivo di almeno 50.000 persone, malgrado la rassegna si tenesse nei terreni di un allevamento di mucche nelle Catskills.
Arrivarono almeno in 400.000, e tutto filò liscio. Non successe nulla di grave, malgrado un violento temporale e un mare di fango. Sul sito di Life c'è una bella galleria di foto sulla vita di quei giorni a Woodstock.
Ah. Secondo alcune ricerche le persone che dicono di essere state a Woodstock sono almeno tre milioni.
Arrivarono almeno in 400.000, e tutto filò liscio. Non successe nulla di grave, malgrado un violento temporale e un mare di fango. Sul sito di Life c'è una bella galleria di foto sulla vita di quei giorni a Woodstock.
Ah. Secondo alcune ricerche le persone che dicono di essere state a Woodstock sono almeno tre milioni.
venerdì 17 agosto 2012
Perché Parigi è Parigi
OK, l'ostacolo iniziale è capire o no l'inglese. Chi lo capisce scoprirà un video di tre minuti che merita di essere visto e che spiega - in una prospettiva yankee, quindi necessariamente approssimativa - i segni e i linguaggi dei prospetti urbani di Parigi.
Luz Sustentable da Guinness
Il Messico è entrato nel Guinnes dei Primati per avere sostituito 22.9 milioni di lampadine a incandescenza con bulbi fluorescenti. Per partecipare al programma Luz Sustentable era sufficiente presentarsi ad uno dei 1100 punti di scambio sparsi per il paese con una bolletta elettrica, un documento e quattro vecchie lampadine. In cambio si ricevevano quattro lampade fluorescenti.
Luz Sustentable è parzialmente finanziato dalla Banca Mondiale ed entra adesso nella seconda fase, con l'obiettivo di sostituire altri 23 milioni di lampadine. Si calcola che la prima fase abbia prodotto 1400 Gwh di riduzione dei consumi elettrici e 700.000 tonnellate di CO2 in meno. Al termine della seconda fase queste cifre dovrebbero raddoppiare.
Luz Sustentable è parzialmente finanziato dalla Banca Mondiale ed entra adesso nella seconda fase, con l'obiettivo di sostituire altri 23 milioni di lampadine. Si calcola che la prima fase abbia prodotto 1400 Gwh di riduzione dei consumi elettrici e 700.000 tonnellate di CO2 in meno. Al termine della seconda fase queste cifre dovrebbero raddoppiare.
Il Ministro che sussurrava ai ministri/2
La questione Ilva è davvero complicata. Il ministro dell'ambiente Clini ha preso una posizione piuttosto netta, non gradita a tutti. E non parlo solo degli ambientalisti di rigorosa osservanza. Ad esempio Gad Lerner scrive sul suo blog "La vicenda dell’Ilva di Taranto rivela connivenze (Clini) e mancata vigilanza (Vendola). Non errori ma occhi chiusi apposta".
Non sono un fan del ministro Clini, ma credo che in questa circostanza, complicata e davvero scivolosa, si stia muovendo con positiva circospezione. Come del resto scriveva due giorni fa Francesco Ferrante su Europa.
E non oso pensare cosa avrebbe potuto fare (anzi, non fare) o decidere (anzi, non decidere) in una situazione simile il ministro invisibile dell'ambiente Stefania Prestigiacomo. Probabilmente avrebbe passato la patata bollente al suo direttore generale, un certo Corrado Clini.
Non sono un fan del ministro Clini, ma credo che in questa circostanza, complicata e davvero scivolosa, si stia muovendo con positiva circospezione. Come del resto scriveva due giorni fa Francesco Ferrante su Europa.
E non oso pensare cosa avrebbe potuto fare (anzi, non fare) o decidere (anzi, non decidere) in una situazione simile il ministro invisibile dell'ambiente Stefania Prestigiacomo. Probabilmente avrebbe passato la patata bollente al suo direttore generale, un certo Corrado Clini.
Per Hollande un Roma vale 300 Euro
Un biglietto di sola andata per la Romania e 300 Euro di buonuscita. Questa l'offerta del premier socialista francese François Hollande per i Rom (Roma nella comune accezione europea). Dopo avere smantellato campi nomadi a Lille, Lyon e Parigi la Francia è riuscita a far salire su un volo per Bucarest 240 Roma.
La scelta di Hollande sembra in linea con quanto già fatto dal suo predecessore Sarkozy nel 2010. Le proteste sono numerose e furenti, particolarmente da sinistra.
Così il ministro degli interni Manuel Valls ha pubblicato un comunicato ufficiale in cui si giustificano gli interventi. Il comunicato ministeriale si conclude con la richiesta di "una riflessione e di proposte di soluzione che non si limitino al territorio nazionale (francese, ndr) ma che comprendano un concreto rafforzamento delle politiche di inserimento nei paesi d'origine".
I Roma provengono principalmente da Romania e Bulgaria, nazioni che non fanno parte del trattato di Schengen. I loro permessi di soggiorno quindi sono limitati a 90 giorni, a meno che non si dimostri di avere un lavoro o di studiare.
Tuttavia la precedente esperienza degli espatri di Sarkozy del 2010 ha dimostrato che i Roma tornano a casa con i 300 Euro e poi ripartono, perché le frontiere in Europa sono comunque aperte.
Per capire meglio la situazione c'è un articolo interessante di Valeriu Nicolae (lui stesso un Roma) su European Voice.
Ah, nella lista di bufale miracolose realizzate da Hollande nei primi 100 giorni di governo, che in rete ha avuto una diffusione virale, di Roma non c'era traccia.
La scelta di Hollande sembra in linea con quanto già fatto dal suo predecessore Sarkozy nel 2010. Le proteste sono numerose e furenti, particolarmente da sinistra.
Così il ministro degli interni Manuel Valls ha pubblicato un comunicato ufficiale in cui si giustificano gli interventi. Il comunicato ministeriale si conclude con la richiesta di "una riflessione e di proposte di soluzione che non si limitino al territorio nazionale (francese, ndr) ma che comprendano un concreto rafforzamento delle politiche di inserimento nei paesi d'origine".
I Roma provengono principalmente da Romania e Bulgaria, nazioni che non fanno parte del trattato di Schengen. I loro permessi di soggiorno quindi sono limitati a 90 giorni, a meno che non si dimostri di avere un lavoro o di studiare.
Tuttavia la precedente esperienza degli espatri di Sarkozy del 2010 ha dimostrato che i Roma tornano a casa con i 300 Euro e poi ripartono, perché le frontiere in Europa sono comunque aperte.
Per capire meglio la situazione c'è un articolo interessante di Valeriu Nicolae (lui stesso un Roma) su European Voice.
Ah, nella lista di bufale miracolose realizzate da Hollande nei primi 100 giorni di governo, che in rete ha avuto una diffusione virale, di Roma non c'era traccia.
giovedì 16 agosto 2012
Le non notizie di Ferragosto
La rivelazione ferragostana della spartizione delle cariche prossime future del PD è già diventata base di discussione politica anche per fonti solitamente serie e caute. Chiara Geloni spiega molto bene qui perché lo "scoop" del papello, scritto da Claudio Cerasa per Il Foglio e ripreso dai giornali di Berlù e dalla fanzine del M5S, sia in realtà una non notizia.
mercoledì 15 agosto 2012
Ma che caldo che fa in Islanda
Lassù nessuno ha avuto la discutibile idea di battezzare le ondate di caldo con i nomi degli imperatori romani, ma anche in Islanda l'estate 2012 sarà memorabile.
Il quotidiano Morgunblaðið segnala il record di 16 giorni consecutivi con temperature oltre i 20°. Il massimo di 15 giorni in fila si era registrato nel 1990 e nel 2008. La temperatura record di 26.6° è stata registrata ad Hallormsstadur, sulla costa Est.
Il sito Iceland Review riporta con grande risalto questa "notizia": Gils Harðarson, chef dell'Hotel Edda di Neskaupstaður, nell'Islanda Orientale, ha confermato che dei turisti spagnoli hanno acceso il ventilatore e si sono lamentati per il caldo.
L'estate più calda di sempre piace ai residenti e ai turisti, ma il metereologo e star locale Sigurður Þ. Ragnarson - conosciuto come Siggi Stormur - mette in guardia da una situazione che lui ritiene "molto grave". Oltre a seccare l'erba dei pascoli e provocare incendi, il caldo scioglie i ghiacciai. Secondo Stormur la riduzione del peso della neve sui vulcani islandesi potrebbe causare nuove eruzioni vulcaniche.
L'Islanda aveva già passato un inverno insolitamente caldo, con temperature molto superiori alla media.
Il quotidiano Morgunblaðið segnala il record di 16 giorni consecutivi con temperature oltre i 20°. Il massimo di 15 giorni in fila si era registrato nel 1990 e nel 2008. La temperatura record di 26.6° è stata registrata ad Hallormsstadur, sulla costa Est.
Il sito Iceland Review riporta con grande risalto questa "notizia": Gils Harðarson, chef dell'Hotel Edda di Neskaupstaður, nell'Islanda Orientale, ha confermato che dei turisti spagnoli hanno acceso il ventilatore e si sono lamentati per il caldo.
L'estate più calda di sempre piace ai residenti e ai turisti, ma il metereologo e star locale Sigurður Þ. Ragnarson - conosciuto come Siggi Stormur - mette in guardia da una situazione che lui ritiene "molto grave". Oltre a seccare l'erba dei pascoli e provocare incendi, il caldo scioglie i ghiacciai. Secondo Stormur la riduzione del peso della neve sui vulcani islandesi potrebbe causare nuove eruzioni vulcaniche.
L'Islanda aveva già passato un inverno insolitamente caldo, con temperature molto superiori alla media.
Un governo top down/2
Oggi su Europa c'è un articolo di Roberto Della Seta intitotato Passera, in ministro del secolo scorso. L'amico senatore Roberto ritorna su molti degli argomenti di cui avevo scritto qui su Sostenibilitalia due giorni fa.
lunedì 13 agosto 2012
Un governo top down
Qualunque opinione si abbia del governo Monti, una sensazione è condivisa da tutti: questo è un esecutivo di gente abituata a decidere e poco avvezza ad interloquire. Gente che nelle vite precedenti siedeva a capotavola nei CDA o dietro cattedre prestigiose. Personaggi che gestivano ruoli apicali con responsabilità e decisione, e che hanno trasferito le loro doti di leadership nei ruoli di governo. Professori e capitani di impresa che tendono a relazionarsi con i loro pari, considerando doverose ma non particolarmente illuminanti le altre relazioni sociali.
Il modello decisionale top down non prevede grande partecipazione. Certo, nel XXI secolo le consultazioni sono un obbligo. Ma le scelte, dopo avere pazientemente ascoltato gli interlocutori ineludibili, restano al vertice. Come nei CDA, come nei consigli di facoltà e nei senati accademici.
Le scelte in tema di energia del ministro Passera, di cui oggi la stampa ha molto parlato, sono l'ultimo esempio di pratica top down del governo Monti. Si punta ad aumentare la produzione nazionale di petrolio, che è in mano ad un pugno di aziende. Si incoraggiano i rigassificatori, anche questi gestiti da pochi brand, alcuni gli stessi dell'industria petrolifera. Si considera la produzione di rinnovabili una fastidiosa necessità, con la prospettiva di ulteriori radicali riduzioni degli incentivi.
Passera ragiona di energia e pensa ad Eni, Snam, Enel, Gdf, Api. Conferma la solidità dell'oligopolio, che secondo i piani del governo Monti continuerà a gestire l'energia in Italia a suo piacimento. Le pratiche bottom up, come i piccoli impianti solari, geotermici e a biomasse sono solo dettagli. Eppure il fotovoltaico, sovvenzionato quanto si vuole ma ormai efficiente e sostanzioso in termini di produzione, immette quote rilevanti di energia rinnovabile nelle ore di picco, mettendo fuori mercato le obsolete centrali a carbone e a gas degli oligarchi.
Un paese moderno, quello di cui qualche volta parlano Monti e i suoi ministri, sa che l'energia va prodotta preferibilmente dove la si consuma, distribuendo nella rete le risorse e riducendo la dipendenza dai grandi gruppi che fanno e disfano a loro piacimento. I piani energetici vanno costruiti dal basso, bottom up. Non dimentichiamo che per l'Italia il nucleare fino all'anno scorso sembrava una necessità ineludibile, grazie alla propaganda del governo della destra, degli oligarchi e dei loro testimonial à la C. Testa. Oggi l'Italia con il fotovoltaico bottom up produce più energia di una centrale nucleare, che avrebbe avuto bisogno di almeno dieci anni per essere operativa.
Il governo Monti è stato un necessario, drastico distacco dalle paillettes e dalle bugie di Berlù. Vederlo continuare a ragionare con logiche arretrate e poco democratiche è davvero molto deludente.
Il modello decisionale top down non prevede grande partecipazione. Certo, nel XXI secolo le consultazioni sono un obbligo. Ma le scelte, dopo avere pazientemente ascoltato gli interlocutori ineludibili, restano al vertice. Come nei CDA, come nei consigli di facoltà e nei senati accademici.
Le scelte in tema di energia del ministro Passera, di cui oggi la stampa ha molto parlato, sono l'ultimo esempio di pratica top down del governo Monti. Si punta ad aumentare la produzione nazionale di petrolio, che è in mano ad un pugno di aziende. Si incoraggiano i rigassificatori, anche questi gestiti da pochi brand, alcuni gli stessi dell'industria petrolifera. Si considera la produzione di rinnovabili una fastidiosa necessità, con la prospettiva di ulteriori radicali riduzioni degli incentivi.
Passera ragiona di energia e pensa ad Eni, Snam, Enel, Gdf, Api. Conferma la solidità dell'oligopolio, che secondo i piani del governo Monti continuerà a gestire l'energia in Italia a suo piacimento. Le pratiche bottom up, come i piccoli impianti solari, geotermici e a biomasse sono solo dettagli. Eppure il fotovoltaico, sovvenzionato quanto si vuole ma ormai efficiente e sostanzioso in termini di produzione, immette quote rilevanti di energia rinnovabile nelle ore di picco, mettendo fuori mercato le obsolete centrali a carbone e a gas degli oligarchi.
Un paese moderno, quello di cui qualche volta parlano Monti e i suoi ministri, sa che l'energia va prodotta preferibilmente dove la si consuma, distribuendo nella rete le risorse e riducendo la dipendenza dai grandi gruppi che fanno e disfano a loro piacimento. I piani energetici vanno costruiti dal basso, bottom up. Non dimentichiamo che per l'Italia il nucleare fino all'anno scorso sembrava una necessità ineludibile, grazie alla propaganda del governo della destra, degli oligarchi e dei loro testimonial à la C. Testa. Oggi l'Italia con il fotovoltaico bottom up produce più energia di una centrale nucleare, che avrebbe avuto bisogno di almeno dieci anni per essere operativa.
Il governo Monti è stato un necessario, drastico distacco dalle paillettes e dalle bugie di Berlù. Vederlo continuare a ragionare con logiche arretrate e poco democratiche è davvero molto deludente.
domenica 12 agosto 2012
sabato 11 agosto 2012
Braccia rubate alla pastorizia
L'Italia è davvero un paese bizzarro. Nel pieno della recessione, con milioni di persone che hanno perso il lavoro, altri milioni di autonomi che vedono ridotte le loro entrate di numeri a due cifre, altri milioni di dipendenti che vedono scendere il loro potere di acquisto, siamo tutti qui affranti e solidali di fronte a un atleta che piange dopo essere stato beccato positivo ad un controllo antidoping.
L'atleta è un campione olimpico. Di mestiere faceva il carabiniere, per meriti sportivi. Aveva anche molti sponsor, tra cui spicca una azienda di merendine, che evidentemente lo aveva scelto perché sarebbe dovuto essere un esempio per i nostri bambini.
L'atleta dopato, dopo avere subito il controllo antidoping, si pente (ma va?). Un classico italiota. Come quelli che non fanno gli scontrini: fino a che non arriva la finanza tutto bene, poi subito cenere sul capo. L'atleta dopato e subitamente pentito però racconta un sacco di bugie. Che ha comprato la droga (EPO) in Turchia, suscitando la rivolta dei farmacisti turchi che chiedono riscontri, che lui non sa dare (e del resto non risultano suoi viaggi in Turchia). Che ha incontrato spesso un famigerato dottore alchimista e bannato dai campi di gara, ma solo per ricevere tabelle di allenamento. Che ha tenuto in frigo per tutto l'inverno le fiale di doping, dicendo alla sua compagna campionessa mondiale che erano vitamine (e lei ci avrebbe creduto, sì ciao). Che avrebbe fatto tutto da solo. Che comunque alle olimpiadi non sarebbe andato (e allora perché doparsi?).
La faccio breve: per me Alex Schwazer fa schifo. Ed è ancora più repellente vedendo i tanti bravi ragazzi e ragazze che a Londra si stanno facendo onore per l'Italia e che certo non spunteranno un ricco contratto con una fabbrica di merendine.
Il più indignato sembra essere il suo allenatore Michele Didoni che in una intervista video usa toni durissimi. Ma l'Italia è un paese cattolico, confessionale. Tre padre nostro, tre ave maria e arriva l'assoluzione. Se poi c'è anche la lacrima in diretta televisiva si diventa quasi un eroe. Così vedere il giovane campione bugiardo piangere e pentirsi basta per assolverlo. Ha ammesso le sue colpe, tanto basta per molti. E poi le immagini di suo padre contrito, di sua madre affranta. Della fidanzata campionessa che "non lo perdona ma non lo lascia" e che naturalmente era all'oscuro di tutto. Ma per favore.
L'atleta è un campione olimpico. Di mestiere faceva il carabiniere, per meriti sportivi. Aveva anche molti sponsor, tra cui spicca una azienda di merendine, che evidentemente lo aveva scelto perché sarebbe dovuto essere un esempio per i nostri bambini.
L'atleta dopato, dopo avere subito il controllo antidoping, si pente (ma va?). Un classico italiota. Come quelli che non fanno gli scontrini: fino a che non arriva la finanza tutto bene, poi subito cenere sul capo. L'atleta dopato e subitamente pentito però racconta un sacco di bugie. Che ha comprato la droga (EPO) in Turchia, suscitando la rivolta dei farmacisti turchi che chiedono riscontri, che lui non sa dare (e del resto non risultano suoi viaggi in Turchia). Che ha incontrato spesso un famigerato dottore alchimista e bannato dai campi di gara, ma solo per ricevere tabelle di allenamento. Che ha tenuto in frigo per tutto l'inverno le fiale di doping, dicendo alla sua compagna campionessa mondiale che erano vitamine (e lei ci avrebbe creduto, sì ciao). Che avrebbe fatto tutto da solo. Che comunque alle olimpiadi non sarebbe andato (e allora perché doparsi?).
La faccio breve: per me Alex Schwazer fa schifo. Ed è ancora più repellente vedendo i tanti bravi ragazzi e ragazze che a Londra si stanno facendo onore per l'Italia e che certo non spunteranno un ricco contratto con una fabbrica di merendine.
Il più indignato sembra essere il suo allenatore Michele Didoni che in una intervista video usa toni durissimi. Ma l'Italia è un paese cattolico, confessionale. Tre padre nostro, tre ave maria e arriva l'assoluzione. Se poi c'è anche la lacrima in diretta televisiva si diventa quasi un eroe. Così vedere il giovane campione bugiardo piangere e pentirsi basta per assolverlo. Ha ammesso le sue colpe, tanto basta per molti. E poi le immagini di suo padre contrito, di sua madre affranta. Della fidanzata campionessa che "non lo perdona ma non lo lascia" e che naturalmente era all'oscuro di tutto. Ma per favore.
Fuggire dalla Siria
La situazione in Siria peggiora di giorno in giorno e la gente scappa. Secondo il portavoce dell'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) sono già 150.000 i profughi siriani che hanno passato il confine. Le cifre ufficiali parlano di 54.000 in Turchia, 37.000 in Libano, 46.000 in Giordania e 14.000 in Iraq. Inoltre più di 23.000 iracheni residenti in Siria sono tornati nel loro paese.
Secondo le autorità turche oltre quattromila profughi hanno passato il confine nelle ultime 48 ore, molti provenienti dalla zona di Aleppo. Hürriyet Daily News riferisce di tremila profughi in attesa al valico di frontiera di Öncüpınarnel distretto di Kilis. I Turchi fanno il possibile per accogliere gli esuli Siriani e stanno costruendo cinque nuovi campi che potranno ospitare fino a 50.000 persone. Nel frattempo 1.400 sono stati trasferiti in dormitori per studenti a Kahramanmaraş, altri tremila negli studentati di Gaziantep.
Secondo le autorità turche oltre quattromila profughi hanno passato il confine nelle ultime 48 ore, molti provenienti dalla zona di Aleppo. Hürriyet Daily News riferisce di tremila profughi in attesa al valico di frontiera di Öncüpınarnel distretto di Kilis. I Turchi fanno il possibile per accogliere gli esuli Siriani e stanno costruendo cinque nuovi campi che potranno ospitare fino a 50.000 persone. Nel frattempo 1.400 sono stati trasferiti in dormitori per studenti a Kahramanmaraş, altri tremila negli studentati di Gaziantep.
venerdì 10 agosto 2012
La Grecia stringe sui clandestini
La crisi siriana aggiunge pressione sulla già affollata rotta di migrazione che dalla Turchia porta in Europa, cioè in Grecia. Il confine terrestre tra i due paesi è già valicato clandestinamente da circa centomila migranti ogni anno. I clandestini attraversano il fiume Evros di notte a bordo di canotti e gommoni.
La Grecia sta costruendo un muro di cemento e filo spinato lungo il confine. I lavori sono iniziati ad aprile e dovrebbero concludersi in settembre.
Il confine è pattugliato anche da Frontex, l'agenzia europea che controlla le frontiere, con l'operazione Poseidon Land.
Il nuovo governo greco ha deciso di aumentare ancora la sorveglianza, chiamando al confine 1881 guardie di frontiera che dovranno affiancarsi per due mesi alle 600 normalmente impiegate lungo il fiume Evros. Il preavviso di soli due giorni ha messo sul piede di guerra i sindacati delle guardie di frontiera greche, che sono in tutto meno di 4000.
La Turchia ospita già più di 44.000 rifugiati siriani ufficialmente registrati, più un numero indeterminato di clandestini. In Grecia si calcola vivano più di un milione di immigrati a fronte di una popolazione di circa undici milioni.
La Grecia sta costruendo un muro di cemento e filo spinato lungo il confine. I lavori sono iniziati ad aprile e dovrebbero concludersi in settembre.
Il confine è pattugliato anche da Frontex, l'agenzia europea che controlla le frontiere, con l'operazione Poseidon Land.
Il nuovo governo greco ha deciso di aumentare ancora la sorveglianza, chiamando al confine 1881 guardie di frontiera che dovranno affiancarsi per due mesi alle 600 normalmente impiegate lungo il fiume Evros. Il preavviso di soli due giorni ha messo sul piede di guerra i sindacati delle guardie di frontiera greche, che sono in tutto meno di 4000.
La Turchia ospita già più di 44.000 rifugiati siriani ufficialmente registrati, più un numero indeterminato di clandestini. In Grecia si calcola vivano più di un milione di immigrati a fronte di una popolazione di circa undici milioni.
giovedì 9 agosto 2012
Mai più senza
Un dock per iPhone fatto come un telefono anni '50, con la cornetta funzionante. Da usare con la app iRetrophone, che ripristina la selezione rotativa.
Rifiuti urbani, l'Italia tra i peggiori d'Europa
La DG Ambiente della Commissione Europea ha diffuso martedì un report sulla gestione dei rifiuti solidi urbani nei 27 paesi della UE. Come prevedibile i risultati dell'Italia sono affatto lusinghieri. Il nostro paese è una delle dodici nazioni che non rispetta la direttiva europea sui rifiuti, assieme a Bulgaria, Cechia, Cipro, Estonia, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Romania e Slovacchia.
I primi della classe sono Austria e Olanda, che portano in discarica rispettivamente lo 0.7 e lo 0.4 dei rifiuti. Il resto viene riciclato o recuperato. La peggiore in assoluto è la Grecia, che non è conforme a 16 dei 18 criteri utilizzati per l'indagine. In Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Olanda e Svezia la porzione di rifiuti che finisce in discarica è inferiore al 5%. In Bulgaria al contrario non esiste raccolta differenziata, che secondo la direttiva dovrebbe raggiungere in ogni stato membro un minimo del 50% entro il 2020.
L'Italia riceve nove cartellini rossi e nella classifica generale è ventesima su 27. Peggio di noi fanno solo Lettonia, Cipro, Romania, Lituania, Malta, Bulgaria e appunto la Grecia.
Secondo la Commissione la corretta applicazione della Direttiva Rifiuti porterebbe risparmi pari a 72 miliardi di Euro. Il settore del trattamento e del riciclo aumenterebbe il suo giro di affari annuale di 42 miliardi, con la possibilità di creare 400.000 nuovi posti di lavoro entro il 2020.
I primi della classe sono Austria e Olanda, che portano in discarica rispettivamente lo 0.7 e lo 0.4 dei rifiuti. Il resto viene riciclato o recuperato. La peggiore in assoluto è la Grecia, che non è conforme a 16 dei 18 criteri utilizzati per l'indagine. In Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Olanda e Svezia la porzione di rifiuti che finisce in discarica è inferiore al 5%. In Bulgaria al contrario non esiste raccolta differenziata, che secondo la direttiva dovrebbe raggiungere in ogni stato membro un minimo del 50% entro il 2020.
L'Italia riceve nove cartellini rossi e nella classifica generale è ventesima su 27. Peggio di noi fanno solo Lettonia, Cipro, Romania, Lituania, Malta, Bulgaria e appunto la Grecia.
Secondo la Commissione la corretta applicazione della Direttiva Rifiuti porterebbe risparmi pari a 72 miliardi di Euro. Il settore del trattamento e del riciclo aumenterebbe il suo giro di affari annuale di 42 miliardi, con la possibilità di creare 400.000 nuovi posti di lavoro entro il 2020.
mercoledì 8 agosto 2012
Le mascotte più brutte di sempre
LOCOG, la società privata che organizza le olimpiadi, aveva previsto di ricavare 70 milioni di sterline dalla vendita di gadget con l'immagine di Wenlock e Mandeville. Dopo la prima settimana di gare i pupazzi delle orribili mascotte sono già in vendita scontati dell'80%.
Irritato dal coro di giudizi negativi sui due ciclopi nani, lo stesso Grant Hunter ha scritto su Salon un appassionato articolo in loro difesa, sostenendo che "i bambini li adorano". Sarà.
lunedì 6 agosto 2012
Il ministro che sussurrava ai ministri
I veleni dell'Ilva di Taranto non hanno contagiato solo il quartiere Tamburi e il Mar Grande e Mar Piccolo di Taranto, ma anche il ministero dell'ambiente. A cominciare dall'uomo solo al comando, il ministro Corrado Clini. Alcune intercettazioni di alti funzionari dell'Ilva parlano di un certo "Corrado" come uomo di fiducia nel ministero.
Clini, ministro da pochi mesi, è direttore del ministero dal 1990, come precisa la sua biografia ministeriale. Oggi in aspettativa, ovvio. Ma 21 anni passati a dirigere la struttura gli permettono di conoscere ogni angolo dell'orribile palazzo di Via Cristoforo Colombo dove ha sede il ministero.
Secondo la migliore tradizione dei dirigenti apicali dello stato Clini ha visto passare il cadavere di molti ministri, da Ruffolo (che lo nominò dirigente) a Prestigiacomo, passando per Ripa di Meana, Rutelli, Spini, Matteoli, Baratta, Ronchi, Bordon, Pecoraro Scanio. Ma ha visto andarsene altrove o in pensione anche molti suoi colleghi, tanto che al termine del mandato di Prestigiacomo era rimasto l'unico direttore di ruolo in servizio al ministero.
Quando i ministri non possiedono particolare competenza, i dirigenti sono informalmente investiti da ruoli decisionali molto importanti. Nei tre anni in cui in via Cristoforo Colombo era insediata il ministro invisibile Prestigiacomo il direttore Clini ha certamente dovuto consigliarla e indirizzarla.
Oggi su Repubblica c'è una intervista a Clini di Antonio Cianciullo in cui il ministro nega di essere il "Corrado" delle intercettazioni. E aggiunge ""Io rispondo del mio operato e di questa vicenda non so nulla."
Se aggiungiamo le ipocrisie del quinto conto energia, i contributi ai combustibili fossili, la scarsa attenzione agli enti locali e ai network, le posizioni ultramoderate nei negoziati internazionali, possiamo essere certi che il governo Monti non passerà alla storia per le politiche sui temi dell'energia e dell'ambiente.
Clini, ministro da pochi mesi, è direttore del ministero dal 1990, come precisa la sua biografia ministeriale. Oggi in aspettativa, ovvio. Ma 21 anni passati a dirigere la struttura gli permettono di conoscere ogni angolo dell'orribile palazzo di Via Cristoforo Colombo dove ha sede il ministero.
Secondo la migliore tradizione dei dirigenti apicali dello stato Clini ha visto passare il cadavere di molti ministri, da Ruffolo (che lo nominò dirigente) a Prestigiacomo, passando per Ripa di Meana, Rutelli, Spini, Matteoli, Baratta, Ronchi, Bordon, Pecoraro Scanio. Ma ha visto andarsene altrove o in pensione anche molti suoi colleghi, tanto che al termine del mandato di Prestigiacomo era rimasto l'unico direttore di ruolo in servizio al ministero.
Quando i ministri non possiedono particolare competenza, i dirigenti sono informalmente investiti da ruoli decisionali molto importanti. Nei tre anni in cui in via Cristoforo Colombo era insediata il ministro invisibile Prestigiacomo il direttore Clini ha certamente dovuto consigliarla e indirizzarla.
Oggi su Repubblica c'è una intervista a Clini di Antonio Cianciullo in cui il ministro nega di essere il "Corrado" delle intercettazioni. E aggiunge ""Io rispondo del mio operato e di questa vicenda non so nulla."
Se aggiungiamo le ipocrisie del quinto conto energia, i contributi ai combustibili fossili, la scarsa attenzione agli enti locali e ai network, le posizioni ultramoderate nei negoziati internazionali, possiamo essere certi che il governo Monti non passerà alla storia per le politiche sui temi dell'energia e dell'ambiente.
sabato 4 agosto 2012
Renato Nicolini, 1942 - 2012
Visto dal 2012 sembra tutto facile e scontato, ma bisogna ricordare il clima di quegli anni. I tardi '70 e primi '80 del secolo scorso, con i posti di blocco in città e le sirene delle scorte, con il rumore delle vetrine spaccate, l'odore acre dei lacrimogeni e il sordo scoppio delle molotov.
Nella stagione più cupa Renato Nicolini, assieme a Gianni Borgna, inventò l'Estate Romana, aprendo al pubblico spazi dimenticati della città, sdoganando la cultura pop, rilanciando la voglia di condividere e - finalmente - divertirsi. Il contagio romano provocò nuove Estati in tutta Italia, con le amministrazioni che si trasformavano in organizzatori culturali aprendo una lunga stagione in cui le città offrivano spettacoli, mostre e dibattiti alla gente.
Visto dal 2012 sembra tutto facile e scontato, ma fino ad allora la sinistra, e particolarmente il PCI, erano rinchiusi in una immagine tetra e noiosissima, diffidenti alle novità culturali e ideologicamente avversi al divertimento fine a se stesso. L'effimero ha ben poco a che fare con il materialismo storico. Con le Estati Romane Renato Nicolini aprì una porta che nessuno ha più potuto chiudere. Il teatro, la musica, il cinema, la danza, le arti figurative avevano trovato nuovi spazi e nuovi spettatori. La sinistra era diventata la fabbrica della cultura nazionale, primato che conserva ancora oggi.
Visto dal 2012 sembra tutto facile e scontato ma a Renato Nicolini, che è morto oggi a Roma, dobbiamo tutti moltissimo.
Nella stagione più cupa Renato Nicolini, assieme a Gianni Borgna, inventò l'Estate Romana, aprendo al pubblico spazi dimenticati della città, sdoganando la cultura pop, rilanciando la voglia di condividere e - finalmente - divertirsi. Il contagio romano provocò nuove Estati in tutta Italia, con le amministrazioni che si trasformavano in organizzatori culturali aprendo una lunga stagione in cui le città offrivano spettacoli, mostre e dibattiti alla gente.
Visto dal 2012 sembra tutto facile e scontato, ma fino ad allora la sinistra, e particolarmente il PCI, erano rinchiusi in una immagine tetra e noiosissima, diffidenti alle novità culturali e ideologicamente avversi al divertimento fine a se stesso. L'effimero ha ben poco a che fare con il materialismo storico. Con le Estati Romane Renato Nicolini aprì una porta che nessuno ha più potuto chiudere. Il teatro, la musica, il cinema, la danza, le arti figurative avevano trovato nuovi spazi e nuovi spettatori. La sinistra era diventata la fabbrica della cultura nazionale, primato che conserva ancora oggi.
Visto dal 2012 sembra tutto facile e scontato ma a Renato Nicolini, che è morto oggi a Roma, dobbiamo tutti moltissimo.
Diavoli e conversioni
Intervistato oggi da Repubblica sul tema delle alleanze, il postcomunista oggi sinistrecologo Nichi Vendola narra di "diavoli" e "conversioni", confermando che l'Italia resta un paese confessionale.
venerdì 3 agosto 2012
La bolletta energetica di Facebook
Il 1 agosto Facebook ha pubblicato la sua energy and carbon footprint, le cui cifre principali per l'anno 2011 sono le seguenti:
1. Un consumo di energia di 532 milioni di Kw, che sono il totale dell'elettricità necessaria per gli uffici e i data center.
2. Emissioni di CO2 pari a 285.000 tonnellate, calcolate sommando l'energia elettrica, i tragitti casa-lavoro del personale, le trasferte dei dipendenti, la costruzione dei data center.
L'energia consumata proviene per il 23% da fonti rinnovabili, per il 27% dal carbone, per il 17% da gas naturale, per il 13% da fonte nucleare. Il restante 20% non è tracciabile.
Naturalmete la compagnia si fa forte di avere quasi un miliardo di utenti per mostrare le cifre procapite: ognuno dei circa 950 milioni di profili facebook ha una impronta di carbonio equivalente a un paio di bicchieri di vino o tre banane. Il che aumenta i sensi di colpa per chi, come me, ha un profilo facebook e beve la sua razione quotidiana di vino. Tre banane però non le mangio.
1. Un consumo di energia di 532 milioni di Kw, che sono il totale dell'elettricità necessaria per gli uffici e i data center.
2. Emissioni di CO2 pari a 285.000 tonnellate, calcolate sommando l'energia elettrica, i tragitti casa-lavoro del personale, le trasferte dei dipendenti, la costruzione dei data center.
L'energia consumata proviene per il 23% da fonti rinnovabili, per il 27% dal carbone, per il 17% da gas naturale, per il 13% da fonte nucleare. Il restante 20% non è tracciabile.
Naturalmete la compagnia si fa forte di avere quasi un miliardo di utenti per mostrare le cifre procapite: ognuno dei circa 950 milioni di profili facebook ha una impronta di carbonio equivalente a un paio di bicchieri di vino o tre banane. Il che aumenta i sensi di colpa per chi, come me, ha un profilo facebook e beve la sua razione quotidiana di vino. Tre banane però non le mangio.
Alla ricerca della Syriza de noantri
Prima di dare la linea Di Pietro Travaglio ci spiega che il vero segretario del PD è Napolitano, che "l'inquisito" Vendola è "un’anatra zoppa e lessa" e che è in arrivo "un golpe bianco gattopardesco" destinato a colpire "chi non ci sta" che sarebbero i prediletti de Il Fatto, ovvero "Di Pietro, Grillo, liste civiche" per i quali è già pronto il "confino politico-mediatico".
All'amico Di Pietro, per il quale nel 2008 fece una pubblica dichiarazione di voto, Fra Vaglio consiglia di "sciogliere l’Idv per aprirsi al mondo delle professioni, della Fiom, dei nuovi sindaci." Le professioni e la Fiom, ma infatti.
Sempre su Il Fatto oggi una lunga intervista al sindaco di Napoli De Magistris, che lancia il movimento dei sindaci ("Penso a Milano, Palermo, Bari, Genova, Cagliari"), dice che "il vero plusvalore sarà il capitale umano" e che "il capitalismo è in fase terminale". Ed è ancora Il Fatto ad ospitare Paolo Ferrero di Rifondazione Comunista che chiama all'alleanza Fiom e Idv.
Tutti alla ricerca dell'araba
giovedì 2 agosto 2012
Lucio Quarantotto, 1957 - 2012
Personaggio molto schivo, Lucio Quarantotto aveva pubblicato tre album tra il 1982 e il 1990, con grande attenzione della critica e anche un Premio Tenco per l'opera prima. Poi, tramite Caterina Caselli, l'occasione di scrivere alcuni testi per quello che allora era un promettente tenore, Andrea Bocelli. Tra questi anche Con Te Partirò, presentata da Bocelli a Sanremo 1995 e in seguito diventata in inglese Time To Say Goodbye e in spagnolo Por Ti Volaré. Solo la versione inglese ha venduto oltre 12 milioni di copie. Sono poi arrivate decine di cover da artisti di tutto il mondo.
I diritti d'autore garantivano a Quarantotto una vita tranquilla, ma non sono serviti a sconfiggere la depressione. Lucio scriveva versi improbabili e bellissimi, che cantava con una voce baritonale difficile da accoppiare con quel volto sfuggente e spesso spaurito.
Avevo incontrato Lucio Quarantotto proprio a quel festival di Sanremo del 1995, parlammo un po' seduti al bar dell'Hotel Londra. Una persona molto complicata. C'è un video del concerto del 1 maggio 1990 a Roma con Lucio che canta E Se Questa Fosse L'Ultima con Caterina Caselli. Caterina stona come sempre, Lucio caracolla per il palco chiaramente non a suo agio. Strano rivederlo adesso.
Conservo il vinile di Di Mattina Molto Presto, impreziosito dai bellissimi disegni di Marcello Jori.
mercoledì 1 agosto 2012
Il pollo della speranza
Oggi Pierluigi Bersani e Nichi Vendola si sono incontrati. Al termine del colloquio Vendola ha commentato: "L'obiettivo è costruire un "polo della speranza" che costituisca "il punto di svolta per l'Italia vampirizzata da Berlusconi".
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