Il matrimonio dell'anno è domani a Rhinebeck, New York, dove Chelsea Clinton sposerà Marc Mezvinsky. Chelsea, rimodellata da numerosi interventi di chirurgia plastica, indossera un vestito nuziale di Vera Wang.
I pettegolezzi e le anticipazioni sull'evento sono molti, dal mancato invito per Barack Obama al problema del menu della serata.
Un menu non dovrebbe essere un problema, ma Chelsea è rigorosamente vegetariana e anche celiaca. Secondo il sito di gossip verde Ecorazzi lo chef incaricato Josh Kroner del Terrapin Restaurant di New York ha avuto precise istruzioni: dovrà servire pietanze senza ombra di carni e glutine per Chelsea e gli altri vegetariani. I carnivori impenitenti saranno soddisfatti con piatti di carne proveniente da animali nutriti esclusivamente con fieno, niente mangimi.
Il banchetto sarà servito in un fienile del '700 (per l'America roba da archeologi) e secondo i bene informati il matrimonio costerà attorno ai tre milioni di dollari, cioè circa seimila dollari per ognuno dei cinquecento invitati.
venerdì 30 luglio 2010
Anche Londra va in bici
Il sindaco Boris Johnson (foto) ha inaugurato oggi il bike sharing di Londra, che segue molte altre capitali europee in una inziativa che ha avuto successi oltre ogni aspettativa, come a Parigi.
Il sistema londinese Barclays Cycle Hire ha già più di 5000 biciclette distribuite in 315 parcheggi ed è il secondo in Europa per dimensioni, dopo Parigi, dove sono in funzione 1300 parcheggi. Ci sono già più di dodicimila Londinesi registrati, che potranno utilizzare le biciclette gratis per i primi trenta minuti. Altrimenti il costo è di una sterlina al giorno, cinque a settimana o 45 l'anno. Da parte sua la città di Londra si è impegnata ad investire 140 milioni di sterline in sei anni, circa 168 milioni di Euro. La rete dovrebbe espandersi fino alla zona delle olimpiadi 2012, dove l'accesso sarà consentito solo a piedi, in bicicletta o con il trasporto pubblico.
Il sistema londinese Barclays Cycle Hire ha già più di 5000 biciclette distribuite in 315 parcheggi ed è il secondo in Europa per dimensioni, dopo Parigi, dove sono in funzione 1300 parcheggi. Ci sono già più di dodicimila Londinesi registrati, che potranno utilizzare le biciclette gratis per i primi trenta minuti. Altrimenti il costo è di una sterlina al giorno, cinque a settimana o 45 l'anno. Da parte sua la città di Londra si è impegnata ad investire 140 milioni di sterline in sei anni, circa 168 milioni di Euro. La rete dovrebbe espandersi fino alla zona delle olimpiadi 2012, dove l'accesso sarà consentito solo a piedi, in bicicletta o con il trasporto pubblico.
giovedì 29 luglio 2010
Senilità atomica
Umberto Veronesi (85) sembra sempre più irretito dalla possibilià di essere il primo presidente della costtuenda Agenzia Nazionale per la Sicurezza Nucleare, strumento essenziale per dare il via allo strombazzatissimo programma atomico del governo. Dopo due anni di annunci nulla è stato fatto e persino la lista dei siti candidati ad ospitare le centrali deve essere ancora divulgata.
Dopo le dimissioni di un ministro filonucleare che ignorava che qualcuno gli avesse pagato una casa adesso la vestale atomica del governo Berlusconi è la ministra invisibile dell'ambiente Stefania Prestigiacomo, che ha dichiarato di volersi immolare per restituire i finanziamenti strappati da 3monti ai parchi italiani ma che nel frattempo ha fatto due gite a tema nucleare al cantiere della centrale francese di Flamanville (foto sotto) e alla sede USA della Westinghouse, oltre a partecipare con entusiasmo alla costituzione del Forum Nucleare presieduto da Chicco Testa a.k.a. Testa di Chicco (il testo ufficiale dell'intervento di Presty resterà negli annali).
Veronesi aveva scritto lunedì scorso sul Corriere della Sera le sue motivazioni e il giornale aveva ospitato il giorno successivo una replica spietatamente puntuale da parte di Milena Gabanelli che dimostrava la modesta conoscenza dell'illustre oncologo delle materie energetiche. E proprio ieri sempre il Corriere riprendeva un articolo del New York Times in cui le cifre dimostrano che ormai l'energia solare è meno costosa di quella nucleare, distruggendo un altro luogo comune sbandierato dai nuclearisti.
Il professore però non demorde e oggi scrive ancora della sua atomofilìa, stavolta su La Stampa. In questo articolo la prende larga e fa il sentimentale, parlando di orgoglio atomico nazionale e partendo da Enrico Fermi. Quello che però colpisce è come un uomo anziano ma ancora lucido come Veronesi non si interessi del lato sociale e politico del nucleare. Il suo è un approccio che vorrebbe essere scientifico, ma è viziato da gravi approssimazioni. Dovrebbe basarsi su dati e nozioni, ma questi sono carenti e imprecisi. E soprattutto non colgono il problema principale del nucleare, che è quello di una tecnologia complessa e apicale, concentrata in poche multinazionali (che poi sono i soci del club fondato da Chicco Testa a.k.a.Testa di Chicco) e in pochi megaimpianti costosissimi e complessi.
La produzione di energia oggi deve essere diffusa, con l'obiettivo affatto impossibile dell'autosufficienza delle comunità. Il Parlamento Europeo ha votato nel 2008 una risoluzione che chiede che tutti gli edifici siano autosufficienti entro il 2018, in grado cioè di produrre l'energia che consumano. I piccoli impianti portano ai territori occupazione, riducono la dipendenza energetica e aumentano l'efficienza delle reti. Il nucleare fa esattamente il contrario e, come scriveva ieri il Corriere, ormai non è più conveniente neppure sotto il profilo economico. Per non parlare dei tempi di realizzazione, che per un vegliardo come Veronesi dovrebbero pur avere un certo significato.
Dopo le dimissioni di un ministro filonucleare che ignorava che qualcuno gli avesse pagato una casa adesso la vestale atomica del governo Berlusconi è la ministra invisibile dell'ambiente Stefania Prestigiacomo, che ha dichiarato di volersi immolare per restituire i finanziamenti strappati da 3monti ai parchi italiani ma che nel frattempo ha fatto due gite a tema nucleare al cantiere della centrale francese di Flamanville (foto sotto) e alla sede USA della Westinghouse, oltre a partecipare con entusiasmo alla costituzione del Forum Nucleare presieduto da Chicco Testa a.k.a. Testa di Chicco (il testo ufficiale dell'intervento di Presty resterà negli annali).
Veronesi aveva scritto lunedì scorso sul Corriere della Sera le sue motivazioni e il giornale aveva ospitato il giorno successivo una replica spietatamente puntuale da parte di Milena Gabanelli che dimostrava la modesta conoscenza dell'illustre oncologo delle materie energetiche. E proprio ieri sempre il Corriere riprendeva un articolo del New York Times in cui le cifre dimostrano che ormai l'energia solare è meno costosa di quella nucleare, distruggendo un altro luogo comune sbandierato dai nuclearisti.
Il professore però non demorde e oggi scrive ancora della sua atomofilìa, stavolta su La Stampa. In questo articolo la prende larga e fa il sentimentale, parlando di orgoglio atomico nazionale e partendo da Enrico Fermi. Quello che però colpisce è come un uomo anziano ma ancora lucido come Veronesi non si interessi del lato sociale e politico del nucleare. Il suo è un approccio che vorrebbe essere scientifico, ma è viziato da gravi approssimazioni. Dovrebbe basarsi su dati e nozioni, ma questi sono carenti e imprecisi. E soprattutto non colgono il problema principale del nucleare, che è quello di una tecnologia complessa e apicale, concentrata in poche multinazionali (che poi sono i soci del club fondato da Chicco Testa a.k.a.Testa di Chicco) e in pochi megaimpianti costosissimi e complessi.
La produzione di energia oggi deve essere diffusa, con l'obiettivo affatto impossibile dell'autosufficienza delle comunità. Il Parlamento Europeo ha votato nel 2008 una risoluzione che chiede che tutti gli edifici siano autosufficienti entro il 2018, in grado cioè di produrre l'energia che consumano. I piccoli impianti portano ai territori occupazione, riducono la dipendenza energetica e aumentano l'efficienza delle reti. Il nucleare fa esattamente il contrario e, come scriveva ieri il Corriere, ormai non è più conveniente neppure sotto il profilo economico. Per non parlare dei tempi di realizzazione, che per un vegliardo come Veronesi dovrebbero pur avere un certo significato.
I parchi dimezzati
Chi ancora credeva in un ripensamento last minute è rimasto deluso: la manovra approvata ieri dalla Camera conserva la previsione di dimezzare i trasferimenti statali per la gestione delle aree protette. Proprio così, dimezzare, passando dai 52 milioni di Euro attuali a 26. 52 milioni di Euro significano meno di 90 centesimi per abitante, non esattamente una cifra astronomica per gestire 23 riserve che sommano a circa il 5% della superficie d'Italia. Con la metà semplicemente non si resiste, si muore.
I presidenti dei parchi nazionali avevano scritto giorni fa una lettera aperta al Presidente Napolitano per evidenziare la gravità della situazione. E dire che il 2010 sarebbe l'anno mondiale della biodiversità e che qualche mese fa il ministero dell'ambiente ha lanciato una strategia nazionale per la biodiversità.
I parchi italiani ricevono ogni anno 34 milioni di visitatori e la crisi economica non ha ridotto le presenze. Il giro d'affari è di 2 miliardi di Euro, con 86mila occupati. Il dimezzamento dei trasferimenti porterà gli enti alla paralisi e renderà estremamente difficile la conservazione e la gestione del nostro patrimonio naturale più prezioso.
Ma non tutto è perduto, almeno dando retta alla ministra invisibile dell'ambiente Stefania Prestigiacomo, che in occasione della sua gioiosa partecipazione al Forum Nucleare creato da Chicco Testa, a.k.a. Testa di Chicco, ha annunciato che "si immolerà" per i parchi. Come? Chiedendo che la legge finanziaria di fine anno reintegri i trasferimenti dimezzati. Staremo a vedere. Intanto ieri Presty ha offerto il suo voto favorevole alla manovra senza esitazioni.
I presidenti dei parchi nazionali avevano scritto giorni fa una lettera aperta al Presidente Napolitano per evidenziare la gravità della situazione. E dire che il 2010 sarebbe l'anno mondiale della biodiversità e che qualche mese fa il ministero dell'ambiente ha lanciato una strategia nazionale per la biodiversità.
I parchi italiani ricevono ogni anno 34 milioni di visitatori e la crisi economica non ha ridotto le presenze. Il giro d'affari è di 2 miliardi di Euro, con 86mila occupati. Il dimezzamento dei trasferimenti porterà gli enti alla paralisi e renderà estremamente difficile la conservazione e la gestione del nostro patrimonio naturale più prezioso.
Ma non tutto è perduto, almeno dando retta alla ministra invisibile dell'ambiente Stefania Prestigiacomo, che in occasione della sua gioiosa partecipazione al Forum Nucleare creato da Chicco Testa, a.k.a. Testa di Chicco, ha annunciato che "si immolerà" per i parchi. Come? Chiedendo che la legge finanziaria di fine anno reintegri i trasferimenti dimezzati. Staremo a vedere. Intanto ieri Presty ha offerto il suo voto favorevole alla manovra senza esitazioni.
martedì 27 luglio 2010
Il tempo nucleare non è galantuomo
Si parla molto dell'offerta fatta dal governo di destra a Umberto Veronesi di dirigere l'Agenzia Nazionale per la Sicurezza Nucleare, una struttura necessaria per l'avvio del programma atomico italiano. L'Agenzia avrebbe dovuto essere insediata da un bel pezzo e il ritardo della sua costituzione è uno degli esempi più evidenti della goffaggine e della inconsistenza delle idee nucleari di Berlusconi e sodali. Il ruolo dell'Agenzia infatti è centrale in tutti i passaggi propedeutici alla realizzazione di una centrale atomica e fino a quando questa non sarà operativa il cosiddetto cronoprogramma non potrà essere avviato.
Umberto Veronesi ha 85 anni. Dall'istituzione dell'Agenzia per la sicurezza al completamento della prima centrale nucleare, seguendo l'esperienza francese, passano almeno una quindicina di anni. Auguro all'illustre oncologo una vita terrena lunghissima, ma è inutile far notare come Veronesi potrebbe gestire da presidente solo le fasi inziali del processo.
Ieri Umberto Veronesi ha pubblicato sul Corriere della Sera le cinque ragioni per cui accetterebbe la presidenza dell'agenzia. Oggi, sempre sul Corriere, gli risponde Milena Gabanelli con una lettera breve e tagliente come un rasoio, notevole davvero.
Umberto Veronesi ha 85 anni. Dall'istituzione dell'Agenzia per la sicurezza al completamento della prima centrale nucleare, seguendo l'esperienza francese, passano almeno una quindicina di anni. Auguro all'illustre oncologo una vita terrena lunghissima, ma è inutile far notare come Veronesi potrebbe gestire da presidente solo le fasi inziali del processo.
Ieri Umberto Veronesi ha pubblicato sul Corriere della Sera le cinque ragioni per cui accetterebbe la presidenza dell'agenzia. Oggi, sempre sul Corriere, gli risponde Milena Gabanelli con una lettera breve e tagliente come un rasoio, notevole davvero.
lunedì 26 luglio 2010
Mestruazioni sostenibili
Le statistiche dicono che una donna occidentale usa in media 16.800 tamponi o assorbenti nella sua vita. E la grandissima maggioranza finisce nello scarico dei WC.
Intanto cominciamo dalla scelta del prodotto: sono più ecologici i tamponi o gli assorbenti? Secondo una ricerca svedese gli assorbenti hanno un impatto ambientale doppio rispetto ai tamponi. Questo dipende dal fatto che gli assorbenti hanno una componente plastica, fondamentalmente polietilene, che li rende molto più difficili da smaltire.
I numeri sono impressionanti: in USA e Canada si gettano ogni anno 20 miliardi tra tamponi e assorbenti. E il mercato comincia a proporre alternative ecologiche. Si va dai tamponi in cotone biologico agli assorbenti lavabili e riutilizzabili. Jade & Pearl propone tamponi in spugna naturale (foto) che sembra fossero usati persino da Cleopatra. Si cambiano ogni 4/6 ore e lavati ecologicamente, ad esempio con una soluzione di acqua e aceto, durano anche sei mesi. Il sito Planet Green propone una selezione di altre opzioni sostenibili. Per chi preferisce le scelte tradizionali Flushaway vende tamponi e assorbenti di foggia classica ma biodegradabili al cento per cento.
Intanto cominciamo dalla scelta del prodotto: sono più ecologici i tamponi o gli assorbenti? Secondo una ricerca svedese gli assorbenti hanno un impatto ambientale doppio rispetto ai tamponi. Questo dipende dal fatto che gli assorbenti hanno una componente plastica, fondamentalmente polietilene, che li rende molto più difficili da smaltire.
I numeri sono impressionanti: in USA e Canada si gettano ogni anno 20 miliardi tra tamponi e assorbenti. E il mercato comincia a proporre alternative ecologiche. Si va dai tamponi in cotone biologico agli assorbenti lavabili e riutilizzabili. Jade & Pearl propone tamponi in spugna naturale (foto) che sembra fossero usati persino da Cleopatra. Si cambiano ogni 4/6 ore e lavati ecologicamente, ad esempio con una soluzione di acqua e aceto, durano anche sei mesi. Il sito Planet Green propone una selezione di altre opzioni sostenibili. Per chi preferisce le scelte tradizionali Flushaway vende tamponi e assorbenti di foggia classica ma biodegradabili al cento per cento.
domenica 25 luglio 2010
La tenda più grande del mondo
In gergo tecnico si chiama tensostruttura, ma in poche parole è una tenda. Anzi, il Khan Shatyry Entertainment Centre è la tenda più grande del mondo, appena inaugurata ad Astana, capitale del Kazakistan. Il progetto di Norman Foster è stato realizzato dall'impresa turca Sembolinsaat e le dimensioni spaventano: 150 metri di altezza, una base ellittica di 200 metri per circa 100.000 mq di superficie. Il clima continentale del Kazakistan obbliga l'oggetto a reagire ad escursioni climatiche che vanno dai -35° invernali ai +35° estivi. La struttura è realizzata con tre strati di un polimero, l'etilene tetrafluoroetilene (EFTE), che dovrebbe essere in grado di evitare i fenomeni di condensa e la formazione di ghiaccio nei mesi freddi. L'EFTE ha una consistenza traslucida che permette una illuminazione naturale dell'interno. Un camino apicale produce un ricambio d'aria per abbassare le temperature estive.
Il momento critico della costruzione è stato quando il tendone è stato sollevato e ancorato all'obliquo albero maestro. Per sollevare e agganciare la struttura, che pesa 2000 tonnellate, ci sono volute quattro gru giganti e quattro settimane di lavoro.
Il momento critico della costruzione è stato quando il tendone è stato sollevato e ancorato all'obliquo albero maestro. Per sollevare e agganciare la struttura, che pesa 2000 tonnellate, ci sono volute quattro gru giganti e quattro settimane di lavoro.
sabato 24 luglio 2010
Arresti europei
La Commissione Europea vuole che chiunque sia arrestato in Europa possa conoscere i suoi diritti nella madrelingua. La proposta di Bruxelles è che, contestualmente all'arresto, il sospettato possa essere informato in 22 lingue, tramite un documento scritto che l'ufficiale di polizia dovrà fornire all'arrestato.
La commissaria europea lussemburghese alla giustizia Viviane Reding ha illustrato l'iniziativa, che dovrà essere approvata dal Parlamento Europeo e sucessivamente dagli stati membri.
Oggi solo 12 paesi europei illustrano i diritti agli arrestati, in testa la Germania con un testo tradotto in 48 lingue.
La commissaria europea lussemburghese alla giustizia Viviane Reding ha illustrato l'iniziativa, che dovrà essere approvata dal Parlamento Europeo e sucessivamente dagli stati membri.
Oggi solo 12 paesi europei illustrano i diritti agli arrestati, in testa la Germania con un testo tradotto in 48 lingue.
mercoledì 21 luglio 2010
martedì 20 luglio 2010
Paparazzi
La vera notizia di questi giorni è che qualcuno in Sri Lanka ha fotografato un Lori Gracile. Si tratta del quarto avvistamento del piccolo lemure dal 1939 ad oggi, più elusivo anche di Salinger.
Lunga vita alla batteria
In Italia purtroppo no, ma nel resto del mondo l'automobile è sempre più elettrica. La Nissan ha già superato il numero massimo di prenotazioni per la Leaf e la Honda ha annunciato che dal 2011 in Giappone venderà il suo modello di punta, la Civic, solo in versione ibrida.
Ma i detrattori dell'auto elettrica continuano ad agitare lo spettro del problema principale: le batterie. Le batterie delle auto sono troppo pesanti, impiegano troppo tempo a caricarsi e soprattutto durano poco, con il rischio di doverle cambiare presto spendendo un sacco di soldi. Così la Chevrolet, alla vigilia del lancio dell'attesissima Volt, ha dichiarato che sul blocco batterie dell'auto offrirà una garanzia di otto anni o centomila miglia, alzando l'asticella a livelli impensabili. Per capire come General Motors stia lanciando la batteria oltre l'ostacolo basta dire che le batterie dei computer e dei telefonini sono generalmente garantite per un anno.
La Volt ha un'autonomia di 560 Km. I primi 60 grazie alle batterie, gli altri 500 con un pieno di benzina. La benzina alimenta il piccolo motore a scoppio di un generatore che sostituisce le batterie nel fornire energia al motore elettrico. Il 75% degli automobilisti non percorre più di 60 Km al giorno.
Ma i detrattori dell'auto elettrica continuano ad agitare lo spettro del problema principale: le batterie. Le batterie delle auto sono troppo pesanti, impiegano troppo tempo a caricarsi e soprattutto durano poco, con il rischio di doverle cambiare presto spendendo un sacco di soldi. Così la Chevrolet, alla vigilia del lancio dell'attesissima Volt, ha dichiarato che sul blocco batterie dell'auto offrirà una garanzia di otto anni o centomila miglia, alzando l'asticella a livelli impensabili. Per capire come General Motors stia lanciando la batteria oltre l'ostacolo basta dire che le batterie dei computer e dei telefonini sono generalmente garantite per un anno.
La Volt ha un'autonomia di 560 Km. I primi 60 grazie alle batterie, gli altri 500 con un pieno di benzina. La benzina alimenta il piccolo motore a scoppio di un generatore che sostituisce le batterie nel fornire energia al motore elettrico. Il 75% degli automobilisti non percorre più di 60 Km al giorno.
domenica 18 luglio 2010
Coperte corte
Mentre il tappo della BP sembra tenere, qualcuno fa notare che una variazione di bilancio approvata il mese scorso dalla camera USA cancellerebbe 400 milioni di dollari destinati al dopo Katrina per dirottarli su altri programmi. La nuova principale voce di spesa sono 304 milioni per indagini e interventi collegati con la perdita di greggio sottomarina della Deepwater Horizon.
L'uragano Katrina cinque anni fa devastò New Orleans. Per cancellare i danni provocati da Katrina serviranno ancora molto tempo e molto denaro, tanto che la città si è inventata un "turismo del disastro". Un giro turistico completo dei luoghi devastati nell'agosto 2005 dura tre ore e mezzo e costa 45 dollari.
L'uragano Katrina cinque anni fa devastò New Orleans. Per cancellare i danni provocati da Katrina serviranno ancora molto tempo e molto denaro, tanto che la città si è inventata un "turismo del disastro". Un giro turistico completo dei luoghi devastati nell'agosto 2005 dura tre ore e mezzo e costa 45 dollari.
venerdì 16 luglio 2010
giovedì 15 luglio 2010
Facciamo 30 e non se ne parla più
Il nuovo segretario di stato inglese per l'energia e i cambiamenti climatici è il liberaldemocratico Chris Huhne (foto).
Sul Financial Times di oggi Huhne firma assieme ai suoli colleghi francese e tedesco Jean-Louis Borloo e Norbert Röttgen un intervento che illustra i benefici che avrebbe l'economia europea se l'obiettivo di riduzione di CO2 passasse dal 20 al 30%. Questo non solo per motivi ambientali, ma perché rappresenterebbe una grande opportunità economica visto che "l'Europa non è sola e la corsa verso un'economia a basso tenore di carbonio è già cominciata. I concorrenti economici dell'Europa non stanno a guardare" scrivono i ministri dei tre paesi più potenti del continente.
Huhne, Borloo e Röttgen ricordano come la crisi economica abbia già ridotto le emissioni europee del 11% e di conseguenza il prezzo del carbonio sia crollato, rendendo molto meno conveniente investire in energie alternative e in nuove tecnologie a basso consumo. Nell'intervento vengono elencati anche i dati economici che Sostenibilitalia aveva già riportato: i consumi ridotti dalla crisi hanno ridimensionato di un terzo l'investimento economico previsto per raggiungere la riduzione del 20% entro il 2020, da 70 a 48 miliardi di Euro. Partendo da queste nuove basi l'aumento al 30% costerebbe solo 11 miliardi, ovvero meno dello 0,1% del PIL europeo. Se invece resteremo bloccati all'obiettivo del 20% - aggiungono i ministri - perderemo la competizione contro paesi come Cina, Giappone e Stati Uniti, che stanno investendo in modo massiccio nella green economy.
L'intervento non era atteso e ha colto di sorpresa i media e il mondo politico, vista la cautela con cui Francia e Germania si erano mosse finora. La Gran Bretagna aveva sempre puntato all'obiettivo del 30% di riduzione, ma il passaggio del governo dai socialisti alla coalizione di conservatori e liberali avrebbe potuto modificare la posizione di Londra. Invece i tre grandi governi di destra d'Europa rilanciano, innescando un meccanismo che avrà effetti importanti sui negoziati verso la COP 16 di Cancun e naturalmente sulla posizione degli altri paesi europei.
Le precedenti proposte di elevare il tetto europeo di riduzione delle emissioni al 30%, sostenute principalmente da Regno Unito e Spagna, avevano trovato reazioni tiepide dagli altri grandi e ferma opposizione da parte dell'Italia. All'ultimo Consiglio Europeo dei ministri dell'ambiente, dove Francia e Germania avevano fatto le prime convinte aperture verso il 30%, la ministra invisibile dell'ambiente Stefania Prestigiacomo aveva chiesto ai colleghi di ragionare ''in maniera legata alla realtà'' e a non scrivere ''libri di sogni''.Facciamo sempre la nostra figura, non c'è che dire.
Sul Financial Times di oggi Huhne firma assieme ai suoli colleghi francese e tedesco Jean-Louis Borloo e Norbert Röttgen un intervento che illustra i benefici che avrebbe l'economia europea se l'obiettivo di riduzione di CO2 passasse dal 20 al 30%. Questo non solo per motivi ambientali, ma perché rappresenterebbe una grande opportunità economica visto che "l'Europa non è sola e la corsa verso un'economia a basso tenore di carbonio è già cominciata. I concorrenti economici dell'Europa non stanno a guardare" scrivono i ministri dei tre paesi più potenti del continente.
Huhne, Borloo e Röttgen ricordano come la crisi economica abbia già ridotto le emissioni europee del 11% e di conseguenza il prezzo del carbonio sia crollato, rendendo molto meno conveniente investire in energie alternative e in nuove tecnologie a basso consumo. Nell'intervento vengono elencati anche i dati economici che Sostenibilitalia aveva già riportato: i consumi ridotti dalla crisi hanno ridimensionato di un terzo l'investimento economico previsto per raggiungere la riduzione del 20% entro il 2020, da 70 a 48 miliardi di Euro. Partendo da queste nuove basi l'aumento al 30% costerebbe solo 11 miliardi, ovvero meno dello 0,1% del PIL europeo. Se invece resteremo bloccati all'obiettivo del 20% - aggiungono i ministri - perderemo la competizione contro paesi come Cina, Giappone e Stati Uniti, che stanno investendo in modo massiccio nella green economy.
L'intervento non era atteso e ha colto di sorpresa i media e il mondo politico, vista la cautela con cui Francia e Germania si erano mosse finora. La Gran Bretagna aveva sempre puntato all'obiettivo del 30% di riduzione, ma il passaggio del governo dai socialisti alla coalizione di conservatori e liberali avrebbe potuto modificare la posizione di Londra. Invece i tre grandi governi di destra d'Europa rilanciano, innescando un meccanismo che avrà effetti importanti sui negoziati verso la COP 16 di Cancun e naturalmente sulla posizione degli altri paesi europei.
Le precedenti proposte di elevare il tetto europeo di riduzione delle emissioni al 30%, sostenute principalmente da Regno Unito e Spagna, avevano trovato reazioni tiepide dagli altri grandi e ferma opposizione da parte dell'Italia. All'ultimo Consiglio Europeo dei ministri dell'ambiente, dove Francia e Germania avevano fatto le prime convinte aperture verso il 30%, la ministra invisibile dell'ambiente Stefania Prestigiacomo aveva chiesto ai colleghi di ragionare ''in maniera legata alla realtà'' e a non scrivere ''libri di sogni''.Facciamo sempre la nostra figura, non c'è che dire.
mercoledì 14 luglio 2010
Amo il Giappone, non i Soprintendenti
Per un paese come l'Italia, abituato al dispotico e insindacabile potere delle soprintendenze, certi interventi sembrano possibili solo su un altro pianeta. E in effetti il Giappone è quasi un altro pianeta e di certo non deve sottostare ai capricci di un qualsiasi soprintendente, convinto di custodire nella sua scatola cranica le declinazioni assolute della bellezza, del pregio e della memoria. Le soprintendenze sono rimaste l'unica autorità monocratica dell'Italia e forse dell'occidente. La democrazia, la partecipazione e la sussidiarietà non le scalfiscono.
Così su un sito raffinato come Dornob scopro un intervento a Hyogo di Katsuhiro Miyamoto Associati con un ampliamento di un edificio composto da un elemento originale che risale a 300 anni fa e una porzione del primo novecento. Il nuovo volume, interamente costruito in legno, si sviluppa attorno a tre lati dell'edificio storico, per il quale funge anche da protezione antisismica. Le facciate esterne sono ricoperte da tavole di legno di cedro bruciato, che si mescola alla perfezione con lo stile vernacolare dell'architettura del luogo.
Così su un sito raffinato come Dornob scopro un intervento a Hyogo di Katsuhiro Miyamoto Associati con un ampliamento di un edificio composto da un elemento originale che risale a 300 anni fa e una porzione del primo novecento. Il nuovo volume, interamente costruito in legno, si sviluppa attorno a tre lati dell'edificio storico, per il quale funge anche da protezione antisismica. Le facciate esterne sono ricoperte da tavole di legno di cedro bruciato, che si mescola alla perfezione con lo stile vernacolare dell'architettura del luogo.
martedì 13 luglio 2010
IRENA adesso esiste davvero
Sostenibilitalia aveva annunciato la nascita di IRENA nel gennaio 2009, raccontando la non semplice gestazione di questa Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili. IRENA (che è l'acronimo di International Renewable Energy Agency) è ufficialmente entrata in attività il 6 luglio scorso, ovvero 30 giorni dopo la 25ima ratifica dell'adesione di uno stato. Così prevedeva lo statuto approvato a Bonn nel 2009.
IRENA è la prima agenzia internazionale e per ora l'unica ad essere stata fondata nel XXI secolo. La sede è negli Emirati Arabi, ad Abu Dhabi, con un centro di ricerca distaccato a Bonn e un ufficio di rappresentanza a vienna. La direttrice è Hélène Pelosse, una francese di 40 anni. L'agenzia dovrà aiutare la diffusione e la conoscenza delle energie rinnovabili nel pianeta, con un programma di lavoro e un budget che per il 2010 è di quasi 14 milioni di dollari.
IRENA è la prima agenzia internazionale e per ora l'unica ad essere stata fondata nel XXI secolo. La sede è negli Emirati Arabi, ad Abu Dhabi, con un centro di ricerca distaccato a Bonn e un ufficio di rappresentanza a vienna. La direttrice è Hélène Pelosse, una francese di 40 anni. L'agenzia dovrà aiutare la diffusione e la conoscenza delle energie rinnovabili nel pianeta, con un programma di lavoro e un budget che per il 2010 è di quasi 14 milioni di dollari.
lunedì 12 luglio 2010
Lampade vive
Prendi un globo con dentro una lampada fluorescente e tempestalo con ottanta piante di Tillandsia fuchsii varietà Gracilis, una specie epifita che cresce senza bisogno di terreno e acqua, sfruttando l'umidità dell'aria.
Il progetto di questa "lampada viva" è di Kara Bartelt per lo studio californiano Lettuce. Si vende in serie strettamente limitata a 299 dollari.
Il progetto di questa "lampada viva" è di Kara Bartelt per lo studio californiano Lettuce. Si vende in serie strettamente limitata a 299 dollari.
domenica 11 luglio 2010
Europa organica per l'organico
Martedì scorso il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione che invita la Commissione ad emanare una specifica direttiva per i rifiuti organici (biowaste). Il documento, presentato dal Portoghese José Manuel Fernandes (PPE) chiede di avviare programmi nazionali per la raccolta differenziata e il riciclaggio dell'organico, di contabilizzare la riduzione di emissioni di CO2 derivanti e di classificare i vari tipi di compost che si ottengono.
In Europa si producono ogni anno da 118 a 138 milioni di tonnellate di rifiuti organici (cibo, scarti agricoli e industriali). Il loro riutilizzo potrebbe portare un valore aggiunto fino a 7 miliardi di Euro.
Un terzo del cibo prodotto in Europa viene gettato via. Di questo un quarto arriva neri bidoni ancora intatto, nella sua confezione originale.
Update di lunedì 11 luglio: Repubblica di oggi dedica due pagine al tema del cibo di scarto.
In Europa si producono ogni anno da 118 a 138 milioni di tonnellate di rifiuti organici (cibo, scarti agricoli e industriali). Il loro riutilizzo potrebbe portare un valore aggiunto fino a 7 miliardi di Euro.
Un terzo del cibo prodotto in Europa viene gettato via. Di questo un quarto arriva neri bidoni ancora intatto, nella sua confezione originale.
Update di lunedì 11 luglio: Repubblica di oggi dedica due pagine al tema del cibo di scarto.
venerdì 9 luglio 2010
A volte ritornano
Oggi ho acquistato il primo numero della nuova serie di Alfabeta. Non senza fatica, perché le copie distribuite, almeno in provincia, sono poche.
Alfabeta usci per l'ultima volta con il numero 114 nel dicembre 1988, a dieci anni di distanza dall'esordio del 1979. Costava seimila lire e nel numero di addio, oltre a una breve nota che annunciava la sospensione delle pubblicazioni "per qualche mese" c'erano dei disegni inediti di Andrea Pazienza, un intervento di Bifo e i soliti articoli e saggi di grande spessore, con l'immancabile poesia di Antonio Porta.
Il nuovo Alfabeta non è uscito dopo qualche mese, ma dopo 22 anni. Costa cinque Euro e graficamente non è molto diverso dall'originale, il cui austero e pulitissimo layout era stato disegnato da Gianni Sassi, grafico di punta dei tardi anni '70 (cfr. le copertine dei dischi Cramps, ad esempio).
Del comitato storico sono rimasti Omar Calabrese, Umberto Eco, Maurizio Ferraris, Carlo Formenti e Pier Aldo Rovatti. C'è ancora Nanni Balestrini ed è pubblicata postuma una deliziosa poesia di Edoardo Sanguineti, anche lui del gruppo di fondatori.
Questo numero si apre con vari interventi sull'attualità del ruolo di intellettuale. Nell'editoriale, non firmato, è scritto che la rivista vuole "scommettere, con ostinazione ed entusiasmo, sul valore inattuale dell'intelligenza".
Alfabeta2 ha anche un sito, che vuole essere complementare alla rivista, non anastatico né subordinato.
Leggere una rivista così fa sentire poco giovani, ma fa anche sentire bene.
Alfabeta usci per l'ultima volta con il numero 114 nel dicembre 1988, a dieci anni di distanza dall'esordio del 1979. Costava seimila lire e nel numero di addio, oltre a una breve nota che annunciava la sospensione delle pubblicazioni "per qualche mese" c'erano dei disegni inediti di Andrea Pazienza, un intervento di Bifo e i soliti articoli e saggi di grande spessore, con l'immancabile poesia di Antonio Porta.
Il nuovo Alfabeta non è uscito dopo qualche mese, ma dopo 22 anni. Costa cinque Euro e graficamente non è molto diverso dall'originale, il cui austero e pulitissimo layout era stato disegnato da Gianni Sassi, grafico di punta dei tardi anni '70 (cfr. le copertine dei dischi Cramps, ad esempio).
Del comitato storico sono rimasti Omar Calabrese, Umberto Eco, Maurizio Ferraris, Carlo Formenti e Pier Aldo Rovatti. C'è ancora Nanni Balestrini ed è pubblicata postuma una deliziosa poesia di Edoardo Sanguineti, anche lui del gruppo di fondatori.
Questo numero si apre con vari interventi sull'attualità del ruolo di intellettuale. Nell'editoriale, non firmato, è scritto che la rivista vuole "scommettere, con ostinazione ed entusiasmo, sul valore inattuale dell'intelligenza".
Alfabeta2 ha anche un sito, che vuole essere complementare alla rivista, non anastatico né subordinato.
Leggere una rivista così fa sentire poco giovani, ma fa anche sentire bene.
I brevetti, le traduzioni, la patria
Il ministro Andrea Ronchi (foto) si è opposto con fermezza a una proposta dell'Unione Europea di limitare la necessità di tradurre i brevetti europei solo nelle tre lingue ufficiali: inglese, francese e tedesco.
Secondo la normativa vigente il depositario di un brevetto lo deve tradurre nella lingua di ogni paese in cui vuole sia applicato il copyright. La proposta avanzata dalla Commissione prevede il deposito del brevetto in una delle tre lingue principali e la traduzione nelle altre due. Questo ridurrebbe moltissimo il costo di un brevetto, che per via delle traduzioni oggi in Europa costa dieci volte di più che negli Stati Uniti. "Per essere competitivi occorre incoraggiare l'innovazione e oggi ottenere un brevetto è troppo costoso e complicato" ha spiegato il commissario al mercato interno Michel Barnier. Il comunicato stampa in Italiano spiega nel dettaglio le motivazioni di Bruxelles.
Nel comunicato ufficiale pubblicato sul sito ministeriale Ronchi invece dichiara: "L'Italia non è assolutamente disposta ad avallare un regime linguistico fortemente discriminatorio e penalizzante per le imprese italiane. (...) Se la situazione non cambierà, l'Italia non potrà che esercitare il diritto di veto".
Secondo la normativa vigente il depositario di un brevetto lo deve tradurre nella lingua di ogni paese in cui vuole sia applicato il copyright. La proposta avanzata dalla Commissione prevede il deposito del brevetto in una delle tre lingue principali e la traduzione nelle altre due. Questo ridurrebbe moltissimo il costo di un brevetto, che per via delle traduzioni oggi in Europa costa dieci volte di più che negli Stati Uniti. "Per essere competitivi occorre incoraggiare l'innovazione e oggi ottenere un brevetto è troppo costoso e complicato" ha spiegato il commissario al mercato interno Michel Barnier. Il comunicato stampa in Italiano spiega nel dettaglio le motivazioni di Bruxelles.
Nel comunicato ufficiale pubblicato sul sito ministeriale Ronchi invece dichiara: "L'Italia non è assolutamente disposta ad avallare un regime linguistico fortemente discriminatorio e penalizzante per le imprese italiane. (...) Se la situazione non cambierà, l'Italia non potrà che esercitare il diritto di veto".
Massacrati
L'ANCI Toscana ha chiesto alla agenzia Comunica di elaborare una campagna di informazione sulle conseguenze per i comuni della manovra finanziaria del governo
La campagna è aggressiva ma efficace. ANCI Toscana mette a disposizione un kit con cartolina, locandina e poster dei quattro soggetti, sia in bassa risoluzione per il web che in alta per la stampa. Ci sono anche degli spot video da 20 secondi (questi bruttini).
La campagna è aggressiva ma efficace. ANCI Toscana mette a disposizione un kit con cartolina, locandina e poster dei quattro soggetti, sia in bassa risoluzione per il web che in alta per la stampa. Ci sono anche degli spot video da 20 secondi (questi bruttini).
Rosso di sera e di mattina
Sul New York Times di oggi Frank Bruni confessa e racconta nei dettagli la sua conversione al Bloody Mary.
giovedì 8 luglio 2010
Dammi cinque minuti
Tutte le case automobilistiche stanno lavorando a progetti di auto elettriche o ibride plug in, ovvero ricaricabili con una spina a casa o in apposite stazioni sparse nel territorio. Le batterie agli ioni di litio hanno fatto grandi progressi, ma l'autonomia delle auto elettriche in genere non supera i 100/150 Km, rendendole perfette per l'uso quotidiano (il 90% degli automobilisti non supera i 60 km al giorno) ma inadatte ai lunghi percorsi, per via dei tempi di ricarica troppo lunghi.
Le soluzioni alternative sono ingegnose, ma spesso complesse: la Chevrolet nella Volt ha accoppiato al motore elettrico un piccolo motore a scoppio che funziona solo da generatore, ricaricando le batterie di bordo in marcia. Il progetto Fluence di Renault-Nissan, che partirà tra breve in Israele e Danimarca, prevede addirittura una rete di stazioni dove il blocco batteria da 250 kg viene sostituito con un altro carico. Questo perché il più rapido sistema di ricarica delle batterie al litio richiede oggi almeno trenta minuti.
La tecnologia del settore però sta andando davvero veloce. Così la azienda giapponese JFE ha sviluppato un sistema di ricarica che raggiunge il 50% della capacità in tre minuti e il 70% in soli cinque minuti, rendendo l'operazione molto simile al tempo che si perde ad una pompa di benzina. JFE ha testato il caricatore su un modello elettrico della Mitsubishi, che dopo cinque minuti di carica ha fatto più di 80 km di strada.
Il futuro dell'auto elettrica potrebbe improvvisamente essere molto più luminoso. Anche se i motoristi sfegatati, maniaci del tacco-punta e del fuori giri, non sembrano gradire, come dimostra la prova su strada della Fluence pubblicata su Autoblog.
Le soluzioni alternative sono ingegnose, ma spesso complesse: la Chevrolet nella Volt ha accoppiato al motore elettrico un piccolo motore a scoppio che funziona solo da generatore, ricaricando le batterie di bordo in marcia. Il progetto Fluence di Renault-Nissan, che partirà tra breve in Israele e Danimarca, prevede addirittura una rete di stazioni dove il blocco batteria da 250 kg viene sostituito con un altro carico. Questo perché il più rapido sistema di ricarica delle batterie al litio richiede oggi almeno trenta minuti.
La tecnologia del settore però sta andando davvero veloce. Così la azienda giapponese JFE ha sviluppato un sistema di ricarica che raggiunge il 50% della capacità in tre minuti e il 70% in soli cinque minuti, rendendo l'operazione molto simile al tempo che si perde ad una pompa di benzina. JFE ha testato il caricatore su un modello elettrico della Mitsubishi, che dopo cinque minuti di carica ha fatto più di 80 km di strada.
Il futuro dell'auto elettrica potrebbe improvvisamente essere molto più luminoso. Anche se i motoristi sfegatati, maniaci del tacco-punta e del fuori giri, non sembrano gradire, come dimostra la prova su strada della Fluence pubblicata su Autoblog.
Lelio Luttazzi, 1923 - 2010
Lelio Luttazzi per me era una radio accesa in cucina alle 13 di ogni venerdì, appena tornato da scuola. Hit Parade, nata nel 1967, presentava le dieci canzoni più popolari d'Italia. I 45 giri delle mie preferite li compravo in un negozio di dischi che si chiamava Futura, dove c'erano due cabine per ascoltare i pezzi non in cuffia ma attraverso un piccolo altoparlante mono.
Spesso registravo Hit Parade, ma Luttazzi "sporcava" sempre le canzoni facendo un secondo annuncio verso metà pezzo, sovrapposto agli applausi del pubblico finto. La classifica poi la leggevo sul Radiocorriere di mia nonna e la confrontavo con quella di Ciao 2001 che compravo io.
Roba da secolo scorso.
Spesso registravo Hit Parade, ma Luttazzi "sporcava" sempre le canzoni facendo un secondo annuncio verso metà pezzo, sovrapposto agli applausi del pubblico finto. La classifica poi la leggevo sul Radiocorriere di mia nonna e la confrontavo con quella di Ciao 2001 che compravo io.
Roba da secolo scorso.
mercoledì 7 luglio 2010
L'oracolo coi tentacoli
Il polipo Paul, oracolo indiscusso dei mondiali di calcio 2010, ha scelto la Spagna affossando la giovane aitante Germania. Speriamo ci abbia preso anche stavolta, se non altro per quei due poveracci morti ad Hannover per mano di un tifoso tedesco.
martedì 6 luglio 2010
Venti regioni e un capoclasse
"Perché avendo come unica interfaccia l'Unione Europea, le Regioni italiane non si unificano a Bruxelles in un solo ufficio?" ha dichiarato oggi alla stampa il ministro della manovra più iniqua della storia nazionale, tanto sperequata da non essere potabile neppure per Formigone e Polverina.
Arguta deduzione, signor ministro. E perché allora, visto che l'interlocutore comune è il governo degli Stati Uniti, tutti i paesi del mondo non creano una unica ambasciata a Washington?
Il pressapochismo e le contraddizioni di Tremonti sono intollerabili, quasi quanto la sua supponenza. L'ordinamento politico e la struttura della Commissione Europea si basa sulle regioni. Le regioni sono il principale strumento operativo della sussidiarietà comunitaria e l'interlocutore diretto della Commissione Europea per la gestione di gran parte dei fondi strutturali e dei programmi. Tutte le regioni d'Europa hanno una rappresentanza a Bruxelles, spesso molto più consistente di quella delle regioni italiane. La comunità spagnola di Valencia a Bruxelles ha un ufficio con 51 addetti, quello della Regione Marche ha una dipendente.
Mantenere una rappresentanza a Bruxelles è cruciale per garantire una presenza ai tavoli politici, per mettere in pratica le necessarie azioni di lobbying virtuoso, per cercare partnership e convergenze con le altre regioni d'Europa. Naturalmente le esigenze e le opportunità comunitarie sono profondamente diverse tra Friuli e Sardegna, o tra Lombardia e Puglia. Le regioni d'Italia, di qualunque colore politico, devono investire nell'Europa ed essere presenti in prima persona, anche per coprire e rimediare le assenze, le gaffes, le promesse mancate e le incapacità del governo nazionale.
Tremonti dovrebbe essere uno dei promotori e dei garanti del federalismo di destra così caro alla Lega. Il federalismo non può esistere senza che le regioni possano avere una interlocuzione diretta con l'Europa.
Piuttosto che degli uffici di Bruxelles delle regioni d'Italia l'occhiuto Valtellinese potrebbe occuparsi delle nostre missioni diplomatiche al'estero, brulicanti di imboscati con stipendi annuali a sei cifre. O magari rivolgere le sue attenzioni a carrozzoni costosi e arcaici come l'ICE, dove il potentissimo Umberto Vattani, ex ambasciatore a Bruxelles, ex segretario generale della Farnesina, impera incontrastato.
Antipatico come un capoclasse, Tremonti è un uomo incompetente, arrogante e dannoso per il paese.
Arguta deduzione, signor ministro. E perché allora, visto che l'interlocutore comune è il governo degli Stati Uniti, tutti i paesi del mondo non creano una unica ambasciata a Washington?
Il pressapochismo e le contraddizioni di Tremonti sono intollerabili, quasi quanto la sua supponenza. L'ordinamento politico e la struttura della Commissione Europea si basa sulle regioni. Le regioni sono il principale strumento operativo della sussidiarietà comunitaria e l'interlocutore diretto della Commissione Europea per la gestione di gran parte dei fondi strutturali e dei programmi. Tutte le regioni d'Europa hanno una rappresentanza a Bruxelles, spesso molto più consistente di quella delle regioni italiane. La comunità spagnola di Valencia a Bruxelles ha un ufficio con 51 addetti, quello della Regione Marche ha una dipendente.
Mantenere una rappresentanza a Bruxelles è cruciale per garantire una presenza ai tavoli politici, per mettere in pratica le necessarie azioni di lobbying virtuoso, per cercare partnership e convergenze con le altre regioni d'Europa. Naturalmente le esigenze e le opportunità comunitarie sono profondamente diverse tra Friuli e Sardegna, o tra Lombardia e Puglia. Le regioni d'Italia, di qualunque colore politico, devono investire nell'Europa ed essere presenti in prima persona, anche per coprire e rimediare le assenze, le gaffes, le promesse mancate e le incapacità del governo nazionale.
Tremonti dovrebbe essere uno dei promotori e dei garanti del federalismo di destra così caro alla Lega. Il federalismo non può esistere senza che le regioni possano avere una interlocuzione diretta con l'Europa.
Piuttosto che degli uffici di Bruxelles delle regioni d'Italia l'occhiuto Valtellinese potrebbe occuparsi delle nostre missioni diplomatiche al'estero, brulicanti di imboscati con stipendi annuali a sei cifre. O magari rivolgere le sue attenzioni a carrozzoni costosi e arcaici come l'ICE, dove il potentissimo Umberto Vattani, ex ambasciatore a Bruxelles, ex segretario generale della Farnesina, impera incontrastato.
Antipatico come un capoclasse, Tremonti è un uomo incompetente, arrogante e dannoso per il paese.
Orti mobili
Siamo una generazione inquieta e precaria, di migranti e traslocatori. Ecco allora Bacsac, una serie di contenitori leggeri e pratici per l'allevamento e il trasporto di piante.
Il catalogo di Bacsac comprende contenitori dai 3 ai 500 litri, tutti realizzati in tessuto sintetico riciclabile al 100%, impermeabile e traspirante, resistente al sole e al gelo.
Il catalogo di Bacsac comprende contenitori dai 3 ai 500 litri, tutti realizzati in tessuto sintetico riciclabile al 100%, impermeabile e traspirante, resistente al sole e al gelo.
lunedì 5 luglio 2010
Prima di tutto Ciellini
La Regione Lombardia, in tempi di crisi e di tagli micidiali, destina 234mila Euro al meeting di Rimini di Comunione e Liberazione.
La fortuna dei venditori di ciambelle
In Cina le temperature sono sopra i 35°. Nel Sichuan l'unica salvezza è un bagno, ma apparentemente nessuno sa nuotare (foto Reuters).
Glamour sostenibile
Vogliamo andare oltre l'immagine dell'ecologista sciatto, con i capelli scarmigliati e i vestiti stile centro di prima accoglienza?
Se siete stanchi (soprattutto stanche) di questo stereotipo e volete cercare una sponda eco-chic ecco CocoEco, bimestrale on-line dedicato a moda, bellezza, cultura e viaggi. Tutto ovviamente in chiave di sostenibilità.
A CocoEco ci si abbona pagando 11.95 dollari con Paypal, meno di dieci Euro.
Se siete stanchi (soprattutto stanche) di questo stereotipo e volete cercare una sponda eco-chic ecco CocoEco, bimestrale on-line dedicato a moda, bellezza, cultura e viaggi. Tutto ovviamente in chiave di sostenibilità.
A CocoEco ci si abbona pagando 11.95 dollari con Paypal, meno di dieci Euro.
domenica 4 luglio 2010
Obama finanzia la green economy
Nel suo settimanale discorso radio (registrazione) di ieri Barack Obama ha annunciato che il governo americano finanzierà con 1.85 miliardi di dollari due imprese americane, con l'obiettivo di creare 5000 nuovi posti di lavoro.
1.45 miliardi sono destinati ad Abengoa Solar per la costruzione di Solana, una centrale solare a concentrazione che sorgerà nel deserto dell'Arizona. Con i suoi 280 MegaWatt di potenza Solana sarà la più grande centrale solare del mondo, in grado di alimentare 70.000 abitazioni ed eliminare 400.000 t di CO2.
Un contributo di 400 milioni andrà alla Abound, una azienda che produce film fotovoltaico. Abound aprirà due nuovi stabilimenti in Colorado e in Indiana. Quello in Indiana appare particolarmente simbolico come esempio di gren economy perché sarà realizzato riconvertendo una fabbrica abbandonata della Chrysler.
1.45 miliardi sono destinati ad Abengoa Solar per la costruzione di Solana, una centrale solare a concentrazione che sorgerà nel deserto dell'Arizona. Con i suoi 280 MegaWatt di potenza Solana sarà la più grande centrale solare del mondo, in grado di alimentare 70.000 abitazioni ed eliminare 400.000 t di CO2.
Un contributo di 400 milioni andrà alla Abound, una azienda che produce film fotovoltaico. Abound aprirà due nuovi stabilimenti in Colorado e in Indiana. Quello in Indiana appare particolarmente simbolico come esempio di gren economy perché sarà realizzato riconvertendo una fabbrica abbandonata della Chrysler.
venerdì 2 luglio 2010
Europa, presidenza senza governo
Nella consueta indifferenza dei mass media italiani la Spagna ha ceduto la presidenza europea al Belgio, che la manterrà fino alla fine del 2010 per poi passarla all'Ungheria.
Il logo è identico a quello del semestre spagnolo, cambiano solo i colori della scritta in corsivo che sono quelli della bandiera nazionale. La stessa cosa accadrà per il prossimo semestre ungherese, infatti i tre paesi avevano promosso un concorso per un simbolo congiunto, che è rappresentato anche dal suffisso trio presente nelle tre versioni.
Il Belgio raccolgie il testimone di una presidenza spagnola nata con grandi aspettative ma poi ridotta ai minimi termini dalla crisi economica e dal problema del debito pubblico. Da parte sua Bruxelles non sta certo meglio di Madrid: i conti preoccupano un po' meno che in Spagna ma le recenti elezioni hanno registrato l'affermazione dei separatisti fiamminghi e la grande difficoltà a formare una coalizione di governo. La confusione che regna nel paese è esemplificata dal sito ufficiale della presidenza belga, che vede cinque sottomenu dedicati rispettivamente al Belgio Federale, alla Wallonia, a Bruxelles capitale, alla comunità fiamminga e a quella di lingua tedesca.
In attesa che il paese abbia un governo la presidenza è stata assunta dal premier uscente Yves Leterme, che si limita però all'ordinaria amministrazione mentre continua la ricerca di una coalizione di maggioranza. La situazione politica belga è particolarmente complessa perché praticamente nessun partito ha una dimensione nazionale. Secondo gli osservatori è estremamente improbabile che si riesca a formare un governo prima di ottobre, quando il turno belga di presidenza europea sarà già oltre la metà.
L'agenda politica del semestre si dovrebbe concentrare sull'attuazione del trattato di Lisbona, sulla individuazione di nuove regole per stabilizzare i mercati finanziari e sulla creazione del corpo diplomatico europeo (European External Action Service), che dovrebbe completare la struttura internazionale dell'unione guidata da Catherine Ashton.
Nell'incertezza politica la presidenza belga ha deciso di celebrarsi con una serie di eventi in programma domani (sabato 3 luglio) in 12 location del paese sotto il marchio comune I ♥ EU. L'attrazione principale è il concerto a Place de Luxembourg, nella esplanade davanti al parlamento europeo, dove sono attese oltre 40.000 persone. La star della serata sarà Brian Molko, cantante e chitarrista del gruppo inglese dei Placebo ma di origini belghe.
Io avrei fatto cantare Adamo.
Il logo è identico a quello del semestre spagnolo, cambiano solo i colori della scritta in corsivo che sono quelli della bandiera nazionale. La stessa cosa accadrà per il prossimo semestre ungherese, infatti i tre paesi avevano promosso un concorso per un simbolo congiunto, che è rappresentato anche dal suffisso trio presente nelle tre versioni.
Il Belgio raccolgie il testimone di una presidenza spagnola nata con grandi aspettative ma poi ridotta ai minimi termini dalla crisi economica e dal problema del debito pubblico. Da parte sua Bruxelles non sta certo meglio di Madrid: i conti preoccupano un po' meno che in Spagna ma le recenti elezioni hanno registrato l'affermazione dei separatisti fiamminghi e la grande difficoltà a formare una coalizione di governo. La confusione che regna nel paese è esemplificata dal sito ufficiale della presidenza belga, che vede cinque sottomenu dedicati rispettivamente al Belgio Federale, alla Wallonia, a Bruxelles capitale, alla comunità fiamminga e a quella di lingua tedesca.
In attesa che il paese abbia un governo la presidenza è stata assunta dal premier uscente Yves Leterme, che si limita però all'ordinaria amministrazione mentre continua la ricerca di una coalizione di maggioranza. La situazione politica belga è particolarmente complessa perché praticamente nessun partito ha una dimensione nazionale. Secondo gli osservatori è estremamente improbabile che si riesca a formare un governo prima di ottobre, quando il turno belga di presidenza europea sarà già oltre la metà.
L'agenda politica del semestre si dovrebbe concentrare sull'attuazione del trattato di Lisbona, sulla individuazione di nuove regole per stabilizzare i mercati finanziari e sulla creazione del corpo diplomatico europeo (European External Action Service), che dovrebbe completare la struttura internazionale dell'unione guidata da Catherine Ashton.
Nell'incertezza politica la presidenza belga ha deciso di celebrarsi con una serie di eventi in programma domani (sabato 3 luglio) in 12 location del paese sotto il marchio comune I ♥ EU. L'attrazione principale è il concerto a Place de Luxembourg, nella esplanade davanti al parlamento europeo, dove sono attese oltre 40.000 persone. La star della serata sarà Brian Molko, cantante e chitarrista del gruppo inglese dei Placebo ma di origini belghe.
Io avrei fatto cantare Adamo.
giovedì 1 luglio 2010
L'isola che non ci sarà
Kitubia, Bangladesh meridionale. Un video di due minuti racconta di come l'isola sta sparendo, tra tempeste e maree crescenti. Molto triste.
Un matrimonio e 400.000 lattine
Pete Geyer e Andrea Parrish (foto) di Spokane, Washington, USA non saranno la coppia più bella del mondo, ma il loro matrimonio, previsto per il prossimo 31 luglio, ha fatto notizia. Tutte le spese per la cerimonia e i festeggiamenti, compresi abiti, fiori e DJ, sono state pagate raccogliendo centinaia di migliaia di lattine di alluminio da riciclare.
La coppia ha messo assieme qualcosa come 280.000 lattine in poco più di sei mesi. Per arrivare al totale virtuale di 400.000 è arrivata una donazione di Alcoa e United Recycling Services, due delle principali organizzazioni americane impegnate nel riciclo dell'alluminio.
Non sarà un matrimonio fastoso: le lattine valgono 1 centesimo di dollaro l'una, quindi il budget è di 4000 dollari in totale. La notizia però è arrivata alle agenzie e ai grandi quotidiani.
La coppia ha messo assieme qualcosa come 280.000 lattine in poco più di sei mesi. Per arrivare al totale virtuale di 400.000 è arrivata una donazione di Alcoa e United Recycling Services, due delle principali organizzazioni americane impegnate nel riciclo dell'alluminio.
Non sarà un matrimonio fastoso: le lattine valgono 1 centesimo di dollaro l'una, quindi il budget è di 4000 dollari in totale. La notizia però è arrivata alle agenzie e ai grandi quotidiani.
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