Per capire il crescente distacco dell'Italia bempensante nei confronti del presidente del consiglio basta leggere la crudele cronaca dell'inviato del Corriere Maurizio Caprara a Tripoli per la visita di Berlù in occasione del vertice Africa-Unione Europea. Il pezzo non è pubblicato sull'edizione web del giornale ma si può reperire su varie rassegne stampa on line. Io ho scelto quella del Governo.
Caprara intanto ci tiene a sottolineare come "dopo che il Leader andato al potere con un colpo di Stato nel 1969 aveva cominciato la giornata definendo «terroristi» Banca mondiale e Fondo monetario internazionale e chiesto «la soppressione dell`Organizzazione mondiale del commercio», Berlusconi ha affrontato le telecamere con determinazione non minore". Naturalmente Berlù non ha smentito ne commentato i deliri del suo amico dittatore libico, ma solo i giudizi espressi sul suo conto dalla diplomazia USA: vanità, inettitudine, festini da ore piccole e stanchezza cronica (vedi foto).
Ancora Caprara: "Gheddafi, si seppe appena i racconti sulle sere con la minorenne marocchina Ruby diventarono pubblici, era stato evocato da Berlusconi per spiegare l`origine dell`espressione "Bunga bunga". Non tutto è noto dell`incontro che Cavaliere e Colonnello hanno avuto ieri nello smagliante e lucidato Rixos Center della capitale libica, altrove perseguitata da polvere di sabbia". (...) "Il Colonnello è rimasto quello di sempre: nel vertice, per frenare l`immigrazione clandestina ha intimato all`Ue di dare cinque miliardi di euro in aiuti all`Africa «altrimenti l`Europa diventerà un continente nero». Le sole congratulazioni in materia le ha riservate all`Italia. La cifra è la stessa citata il 30 agosto scorso. Quando, con Berlusconi, festeggiò il secondo anniversario del Trattato".
Non sono solo Marcegaglia, Montezemolo e i soliti comunisti di Repubblica. Ormai nel paese si percepisce una crescente intolleranza diffusa e non faziosa, la sensazione di vera inadeguatezza di un uomo ormai in caduta libera, comunque vadano le cose il 14 dicembre.
martedì 30 novembre 2010
E dopo Cancun?
Nella sessione di apertura di Cancun il Sud Africa ha annunciato formalmente che la COP 17 si svolgerà dal 28 novembre al 9 dicembre 2011 a Durban/eThekwini. Durban (eThekwini è il nome zulu e deriva da itheku, baia) è sulla costa dell'oceano indiano e con 3.5 milioni di abitanti è la capitale del Kwazulu-Natal e la terza città del Sud Africa.
L'organizzazione di una conferenza mondiale come la COP è un bel rompicapo ma può rivelarsi un buon affare. I Sudafricani contano di portare a Durban almeno trentamila persone, che nelle aspettative dovrebbero spendere 300 milioni di Rand (32.5 milioni di Euro).
La COP 18 del 2012 dovrebbe invece svolgersi in Asia, ma potrebbe essere ridimensionata dal Summit ONU sullo Sviluppo Sostenibile Rio+20 in programma a maggio dello stesso anno a Rio de Janeiro.
La Leaf è auto dell'anno
La Nissan Leaf è stata eletta auto dell'anno 2011 dalla giuria europea della stampa automobilistica (voti). Il riconoscimento viene assegnato per la prima volta a un auto elettrica.
In Europa la Leaf sarà commercializzata solo nella seconda metà del 2011, ma negli USA le prenotazioni erano state aperte il 20 aprile scorso e sono cominciate le consegne.
La Leaf ha una batteria garantita otto anni che secondo Nissan consente un'autonomia di circa 150 Km, anche se la Nissan USA recentemente ha diffuso tabelle che illustrano variazioni di consumo a seconda dei percorsi, dello stile di guida e del consumo di energia per usi diversi dalla trazione, come il condizionatore e l'autoradio. Nei casi peggiori, ovvero con guida in traffico urbano invernale o percorsi autostradali, l'autonomia scende attorno ai 100 Km. Su percorsi misti a velocità moderata supera facilmente i 200. Un difetto? Esteticamente la Leaf non è il massimo, particolarmente nel posteriore.
In Europa la Leaf sarà commercializzata solo nella seconda metà del 2011, ma negli USA le prenotazioni erano state aperte il 20 aprile scorso e sono cominciate le consegne.
La Leaf ha una batteria garantita otto anni che secondo Nissan consente un'autonomia di circa 150 Km, anche se la Nissan USA recentemente ha diffuso tabelle che illustrano variazioni di consumo a seconda dei percorsi, dello stile di guida e del consumo di energia per usi diversi dalla trazione, come il condizionatore e l'autoradio. Nei casi peggiori, ovvero con guida in traffico urbano invernale o percorsi autostradali, l'autonomia scende attorno ai 100 Km. Su percorsi misti a velocità moderata supera facilmente i 200. Un difetto? Esteticamente la Leaf non è il massimo, particolarmente nel posteriore.
Un pacchetto equilibrato
I messaggi politici ascoltati ieri nella sessione inaugurale della COP 16 ripetono che a Cancun dovrà essere approvato un balanced package di azioni che aprano la strada verso il nuovo accordo globale sulla riduzione delle emissioni. Ma da cosa dovrebbe essere composto questo "pacchetto equilibrato"? Dalla definizione di alcuni dei pilastri fondamentali dell’accordo, come il Green Fund, la ripartizione degli aiuti finanziari ai paesi in via di sviluppo. E poi un sistema condiviso di cessione delle tecnologie ai paesi più poveri, le politiche per limitare la deforestazione e il degrado delle foreste tropicali (REDD), l'adattamento ai cambiamenti climatici. Resterebbero indietro i due temi su cui l'accordo sembra ancora lontano: la mitigazione, ovvero la definizione delle quote di riduzione delle emissioni, e la forma giuridica del nuovo trattato che dovrà sostituire Kyoto, in scadenza nel 2012.
Il mantra di Cancun è "se non siamo d'accordo su tutto non è detto che non dobbiamo accordarci su niente". La volontà comune è di portare comunque a casa dei risultati, anche per dimostrare la validità di un percorso intrapreso tre anni fa (la famosa Bali Roadmap) e non mettere in discussione l'esistenza stessa del processo negoziale sotto l'egida delle Nazioni Unite. Il fatto che il Copenhagen Accord del 2009 sia rimasto un atto volontario, non essendo stato approvato all'unanimità, ha dato spazio ai pragmatismi di alcuni grandi paesi che vorrebbero prendere le decisioni in altre sedi internazionali dove non esiste potere di veto, come il G-20.
Nel frattempo le città e le autorità locali continuano il loro lavoro, dimostrando che se le posizioni delle nazioni sono ancora distanti, quella delle enti locali è una sola e consiste nell'intervenire prima che sia troppo tardi. Sono stati preparati molti emendamenti ai testi negoziali ONU, tutti centrati sulla formalizzazione del ruolo delle città nelle politiche di mitigazione e adattamento.
Qualcuno della delegazione delle Autorità Locali ha notato con disappunto che tra i discorsi di benvenuto della cerimonia di apertura non erano previsti interventi della città ospitante e dello stato di Quintana Roo.lunedì 29 novembre 2010
Benvenuti a Cancun da Ixchel
La cerimonia di apertura della COP 16 di Cancun è appena finita. Tra gli interventi anche il premio Nobel messicano per la chimica 1995 Mario Molina. Nel suo intervento la segretaria dell'UNFCCC Cristiana Figueres ha dato ai delegati di quasi 200 nazioni il benvenuto nella terra della dea Maya Ixchel. "Ixchel - ha detto Figueres - era la dea della luna, ma anche la dea della sapienza, della creatività e della tessitura. Mi auguro che possa ispirarvi, perché oggi tutti voi siete riuniti a Cancun per tessere assieme gli elementi di una risposta concreta al cambiamento climatico, usando come strumenti sia la creatività che la ragione".
Yes we Cancun/9
L'Europa sarà a Cancun con la volontà di riconquistare una leadership perduta nella tempesta diplomatica di Copenhagen 2009. Il parlamento europeo ha approvato pochi giorni fa una risoluzione che chiede di elevare il tetto di riduzione di emissioni del continente dal 20 al 30% entro il 2020. Sulla stessa linea si sono già espressi i governi di Germania, Gran Bretagna e Francia. E l'Italia?
In una intervista pubblicata oggi su Il Sole 24 Ore ecco uno stralcio dell'opinione del ministro invisibile dell'ambiente, Stefania Prestigiacomo: "Per quanto riguarda Kyoto 2, l'Italia ha già detto chiaramente e in tutte le sedi che non è disposta ad assumere ulteriori impegni in uno schema, quello di Kyoto, di cui gli Usa non fanno parte (non avendo mai ratificato il trattato) e che non prevede alcun tipo di impegno per paesi come Cina e India, su cui oggi grava la responsabilità della crescita delle emissioni globali. Sia chiaro: l'Italia, non è pregiudizialmente contraria ad assumere eventualmente nuovi impegni per poter giungere a un esito positivo; ma ritiene che le eventuali "concessioni" debbano essere fatte solo in caso di precisi "ritorni" in termini negoziali e non con il solo scopo di contribuire a costruire un quanto mai vago "clima di fiducia tra le parti". È una posizione chiara, che vale per Kyoto 2 come per l'ipotizzato passaggio a riduzioni di CO2 unilaterali dal 20% al 30% da parte europea. Siamo disposti a sacrifici se c'è un risultato utile per il clima e per un sistema globale di economia sostenibile. Non accetteremo invece ulteriori oneri inutili per fronteggiare l'effetto serra e capaci di intaccare la nostra competitività"
Evviva.
Sostenibilitalia seguirà la COP16 con aggiornamenti e informazioni, proseguendo un lavoro iniziato alla COP13 di Bali 2007. Altre notizie sul sito a21italy.it.
In una intervista pubblicata oggi su Il Sole 24 Ore ecco uno stralcio dell'opinione del ministro invisibile dell'ambiente, Stefania Prestigiacomo: "Per quanto riguarda Kyoto 2, l'Italia ha già detto chiaramente e in tutte le sedi che non è disposta ad assumere ulteriori impegni in uno schema, quello di Kyoto, di cui gli Usa non fanno parte (non avendo mai ratificato il trattato) e che non prevede alcun tipo di impegno per paesi come Cina e India, su cui oggi grava la responsabilità della crescita delle emissioni globali. Sia chiaro: l'Italia, non è pregiudizialmente contraria ad assumere eventualmente nuovi impegni per poter giungere a un esito positivo; ma ritiene che le eventuali "concessioni" debbano essere fatte solo in caso di precisi "ritorni" in termini negoziali e non con il solo scopo di contribuire a costruire un quanto mai vago "clima di fiducia tra le parti". È una posizione chiara, che vale per Kyoto 2 come per l'ipotizzato passaggio a riduzioni di CO2 unilaterali dal 20% al 30% da parte europea. Siamo disposti a sacrifici se c'è un risultato utile per il clima e per un sistema globale di economia sostenibile. Non accetteremo invece ulteriori oneri inutili per fronteggiare l'effetto serra e capaci di intaccare la nostra competitività"
Evviva.
Sostenibilitalia seguirà la COP16 con aggiornamenti e informazioni, proseguendo un lavoro iniziato alla COP13 di Bali 2007. Altre notizie sul sito a21italy.it.
Yes we Cancun/8
A poche ore dall'inizio della COP 16, che si aprirà ufficialmente alle 17 italiane di oggi, può essere utile descrivere brevemente i problemi dell'America di Obama e quanto questi possano influire sull'esito dei negoziati globali sul clima.
Gli USA sono l'unico grande paese occidentale che non ha sottoscritto il protocollo di Kyoto e che quindi non ha obblighi di riduzione delle emissioni da rispettare. Lo scorso anno alla COP 15 di Copenhagen Obama dichiarò la "volontà" di tagliare le emissioni americane del 17% al 2020 rispetto al 2005, che corrisponde a una riduzione tra il 3 e il 4 per cento rispetto al 1990 (il protocollo di Kyoto prevede una riduzione del 5.2% al 2012 rispetto al 1990). L'impegno politico di Obama non è stato ratificato da atti legislativi. Il Climate Bill che avrebbe trasformato in legge la riduzione del 17% è stato definitivamente ritirato dall'agenda del senato USA a luglio, ritenendo che non fosse adatto alla campagna elettorale. L'esito delle elezioni di midterm ha peggiorato la situazione, con i Democratici che hanno perso la camera e conservano maggioranza minima al senato. Le prospettive politiche non sono incoraggianti: nel 2012, assieme alle presidenziali, si svolgeranno le consultazioni per il rinnovo di un terzo dei seggi senatoriali. Di questi, due su tre sono occupati oggi da Democratici, che sarà estremamente difficile riconfermare in blocco. In ogni caso una maggioranza minima non basta, perché per ratificare un trattato internazionale al senato americano servono 67 voti favorevoli.
Lo stallo americano è il miglior alibi per la Cina e gli altri grandi paesi in via di sviluppo, che puntano il dito su Washington perché faccia la prima mossa.
Sostenibilitalia seguirà la COP16 con aggiornamenti e informazioni, proseguendo un lavoro iniziato alla COP13 di Bali 2007. Altre notizie sul sito a21italy.it.
Gli USA sono l'unico grande paese occidentale che non ha sottoscritto il protocollo di Kyoto e che quindi non ha obblighi di riduzione delle emissioni da rispettare. Lo scorso anno alla COP 15 di Copenhagen Obama dichiarò la "volontà" di tagliare le emissioni americane del 17% al 2020 rispetto al 2005, che corrisponde a una riduzione tra il 3 e il 4 per cento rispetto al 1990 (il protocollo di Kyoto prevede una riduzione del 5.2% al 2012 rispetto al 1990). L'impegno politico di Obama non è stato ratificato da atti legislativi. Il Climate Bill che avrebbe trasformato in legge la riduzione del 17% è stato definitivamente ritirato dall'agenda del senato USA a luglio, ritenendo che non fosse adatto alla campagna elettorale. L'esito delle elezioni di midterm ha peggiorato la situazione, con i Democratici che hanno perso la camera e conservano maggioranza minima al senato. Le prospettive politiche non sono incoraggianti: nel 2012, assieme alle presidenziali, si svolgeranno le consultazioni per il rinnovo di un terzo dei seggi senatoriali. Di questi, due su tre sono occupati oggi da Democratici, che sarà estremamente difficile riconfermare in blocco. In ogni caso una maggioranza minima non basta, perché per ratificare un trattato internazionale al senato americano servono 67 voti favorevoli.
Lo stallo americano è il miglior alibi per la Cina e gli altri grandi paesi in via di sviluppo, che puntano il dito su Washington perché faccia la prima mossa.
Sostenibilitalia seguirà la COP16 con aggiornamenti e informazioni, proseguendo un lavoro iniziato alla COP13 di Bali 2007. Altre notizie sul sito a21italy.it.
Yes we Cancun/7
Mancano 17 ore all'inizio della COP 16 di Cancun, la conferenza ONU sul clima che dovrà cercare di riportare i negoziati verso risultati concreti dopo la tempesta politica di Copenhagen 2010. Un resoconto sintetico ma esauriente sui temi in discussione a Cancun e le implicazioni politiche ed economiche di una partita così complessa come quella sul clima globale è pubblicato dall'Economist di questa settimana. Come riferisce il settimanale, le speranze su Cancun sono per un vertice unshowy but solid. Insomma, niente lustrini ma molta sostanza. Speriamo. Del resto il cambiamento climatico è la sfida più complicata che il genere umano abbia mai dovuto affrontare. Lo dice Bruce Usher in un altro articolo di grande interesse pubblicato sabato sul New York Times: "Il cambiamento climatico è un fenomeno globale, visto che le emissioni create da una nazione colpiscono tutte le altre. E' provocato da ogni genere di attività, ma i suoi effetti non saranno critici per un'altra generazione. Oggi è praticamente impossibile per più di 190 paesi negoziare - e alla fine ratificare - un accordo che influisce su tutti gli aspetti della loro economia per contrastare un problema così lontano nel futuro".
Sostenibilitalia seguirà la COP16 con aggiornamenti e informazioni, proseguendo un lavoro iniziato alla COP13 di Bali 2007. Altre notizie sul sito a21italy.it.
Sostenibilitalia seguirà la COP16 con aggiornamenti e informazioni, proseguendo un lavoro iniziato alla COP13 di Bali 2007. Altre notizie sul sito a21italy.it.
domenica 28 novembre 2010
Trai più considerati e influenti
"E abbiamo restituito prestigio e autorevolezza all'Italia in campo internazionale, se permettete, con un premier che è il più esperto e quindi, anche a seguito di questo, tra i più considerati e influenti nei vertici mondiali."
Questo è un estratto del messaggio mandato oggi da Berlù ai "Promotori della Libertà".
I documenti diffusi da Wikileaks confermano, direi.
Questo è un estratto del messaggio mandato oggi da Berlù ai "Promotori della Libertà".
I documenti diffusi da Wikileaks confermano, direi.
That's the press, baby, the press
Ecco l'editoriale con cui il New York Times motiva la sua decisione di pubblicare i documenti diffusi da Wikileaks.
Yes we Cancun/6
Mercoledì scorso il parlamento europeo ha adottato una risoluzione che invita ad aumentare al 30% la riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2020 perché questo sarebbe "nell'interesse del futuro sviluppo economico dell'Unione Europea".
I ministri di Francia, Germania e Gran Bretagna si erano già espressi in questo senso, ma avevano trovato la ferma opposizione del blocco ex-sovietico e dell'Italia. Così il Consiglio Europeo aveva preferito mantenere la formula con la quale si affermava la volontà di alzare il tetto al 30% "nel caso ne sussistano le condizioni", ovvero se gli altri grandi paesi faranno altrettanto. Bairbre de Brun, una delle firmatarie della risoluzione, ha dichiarato che "a Cancun ci sarà bisogno di una vera leadership e di volontà politica e non possiamo usare la crisi economica come scusa per le mancate azioni sul clima".
La risoluzione è stata approvata dal parlamento di Strasburgo con un margine ridotto: 292 favorevoli, 274 contrari e 38 astensioni. Il documento approva anche la proposta di inviare a Cancun una delegazione ufficiale di 15 parlamentari europei. Tra questi c'è anche un'italiana: Elisabetta Gardini del PdL.
I ministri di Francia, Germania e Gran Bretagna si erano già espressi in questo senso, ma avevano trovato la ferma opposizione del blocco ex-sovietico e dell'Italia. Così il Consiglio Europeo aveva preferito mantenere la formula con la quale si affermava la volontà di alzare il tetto al 30% "nel caso ne sussistano le condizioni", ovvero se gli altri grandi paesi faranno altrettanto. Bairbre de Brun, una delle firmatarie della risoluzione, ha dichiarato che "a Cancun ci sarà bisogno di una vera leadership e di volontà politica e non possiamo usare la crisi economica come scusa per le mancate azioni sul clima".
La risoluzione è stata approvata dal parlamento di Strasburgo con un margine ridotto: 292 favorevoli, 274 contrari e 38 astensioni. Il documento approva anche la proposta di inviare a Cancun una delegazione ufficiale di 15 parlamentari europei. Tra questi c'è anche un'italiana: Elisabetta Gardini del PdL.
sabato 27 novembre 2010
L'uomo che non doveva chiedere mai
Una delle poche buone notizie delle ultime settimane è che l'uomo che non deve chiedere mai, Guido Bertolaso, ha finalmente abbandonato la guida della protezione civile. Ma prima di farlo ha sistemato alcune questioni in sospeso, come riferisce l'Espresso.
Yes we Cancun/5
Quando lo scorso febbraio Yvo de Boer annunciò le sue dimissioni da Segretario Esecutivo dell'UNFCCC molti lessero la sua rinuncia come la presa d'atto dell'insuccesso della COP15 di Copenhagen 2009.
Ieri il quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung ha pubblicato una intervista un cui de Boer ritorna alla sua ultima presenza a capo dei negoziati ONU sul clima, lo scorso giugno a Bonn. E la considera una grande occasione persa, un passo indietro che ha influito pesantemente sugli esiti della COP 16 di Cancun. De Boer non si aspetta risultati storici da Cancun ed esorta i delegati a concentrarsi su accordi parziali e tematici piuttosto che tentare di approvare un nuovo trattato globale. Una politica di piccoli passi che produca comunque risultati tangibili altrimenti, se l'esito dovesse essere un insuccesso come Copenhagen, "nessuno ci prenderà più sul serio".
Le posizioni di de Boer sembrano condivise dal suo successore alla guida dell'UNFCCC, Cristiana Figueres. "Dopo Copenhagen le nazioni hanno capito che non c'è un'unica soluzione. Dobbiamo portare il processo avanti passo dopo passo".
Ieri il quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung ha pubblicato una intervista un cui de Boer ritorna alla sua ultima presenza a capo dei negoziati ONU sul clima, lo scorso giugno a Bonn. E la considera una grande occasione persa, un passo indietro che ha influito pesantemente sugli esiti della COP 16 di Cancun. De Boer non si aspetta risultati storici da Cancun ed esorta i delegati a concentrarsi su accordi parziali e tematici piuttosto che tentare di approvare un nuovo trattato globale. Una politica di piccoli passi che produca comunque risultati tangibili altrimenti, se l'esito dovesse essere un insuccesso come Copenhagen, "nessuno ci prenderà più sul serio".
Le posizioni di de Boer sembrano condivise dal suo successore alla guida dell'UNFCCC, Cristiana Figueres. "Dopo Copenhagen le nazioni hanno capito che non c'è un'unica soluzione. Dobbiamo portare il processo avanti passo dopo passo".
Yes we Cancun/4
Mille miliardi di dollari. Questo è, ammonisce l'Agenzia Internazionale per l'Energia (IEA), il prezzo di quanto non si è fatto nel 2010 per combattere i cambiamenti climatici. Secondo la IEA oggi il costo di una azione efficace contro il riscaldamento globale è salito a 18mila miliardi di dollari da qui al 2030. "Se non si troverà un accordo a Cancun o ol massimo alla COP 17 di Johannesburg 2011 i costi lieviteranno ancora rendendo sempre più difficile trovare un accordo" ha aggiunto il capo economista della IEA Fatih Birol.
Nel frattempo il 2010 si avvia a raggiungere il 1998 e il 2005 in testa agli anni più caldi di sempre e tre giorni fa l'Organizzazione Metereologica Mondiale (WMO) ha diffuso un comunicato in cui certifica che i gas serra hanno raggiunto la massima concentrazione in atmosfera dall'epoca preindustriale, crescendo del 27.5 dal 1990 al 2009. I tre principali gas responsabili del riscaldamento globale sono l'ossido di carbonio (CO2, 63,5%), il metano (CH4, 18,1%) e l'ossido di azoto (N2O, 6,2%).
Per circa diecimila anni e fino alla metà del XVIII secolo il CO2 è rimasto sostanzialmente stabile a 280ppm (il PPM è l'indice delle molecole di gas per milione di molecole di aria). Secondo il WMO dal 1750 ad oggi il CO2 è cresciuto del 38%, con una media dell'1,88% negli ultimi dieci anni.
Il metano dal 1750 è aumentato addirittura del 158% e dipende per il 60% da attività umane (allevamenti, risaie, trivellazioni petrolifere, discariche) e per il restante 40% da fonti naturali come le paludi. Proprio sulle paludi il WMO lancia un allarme, perché l'aumento delle temperature nelle regioni artiche e lo scioglimento del permafrost potrebbe portare alla dispersione in atmosfera di ulteriori grandi quantità di metano.
L'Organizzazione Metereologica Mondiale ha messo in rete un video di tre minuti che spega l'azione dei gas serra.
Nel frattempo il 2010 si avvia a raggiungere il 1998 e il 2005 in testa agli anni più caldi di sempre e tre giorni fa l'Organizzazione Metereologica Mondiale (WMO) ha diffuso un comunicato in cui certifica che i gas serra hanno raggiunto la massima concentrazione in atmosfera dall'epoca preindustriale, crescendo del 27.5 dal 1990 al 2009. I tre principali gas responsabili del riscaldamento globale sono l'ossido di carbonio (CO2, 63,5%), il metano (CH4, 18,1%) e l'ossido di azoto (N2O, 6,2%).
Per circa diecimila anni e fino alla metà del XVIII secolo il CO2 è rimasto sostanzialmente stabile a 280ppm (il PPM è l'indice delle molecole di gas per milione di molecole di aria). Secondo il WMO dal 1750 ad oggi il CO2 è cresciuto del 38%, con una media dell'1,88% negli ultimi dieci anni.
Il metano dal 1750 è aumentato addirittura del 158% e dipende per il 60% da attività umane (allevamenti, risaie, trivellazioni petrolifere, discariche) e per il restante 40% da fonti naturali come le paludi. Proprio sulle paludi il WMO lancia un allarme, perché l'aumento delle temperature nelle regioni artiche e lo scioglimento del permafrost potrebbe portare alla dispersione in atmosfera di ulteriori grandi quantità di metano.
L'Organizzazione Metereologica Mondiale ha messo in rete un video di tre minuti che spega l'azione dei gas serra.
venerdì 26 novembre 2010
Libertà biometrica
Lo scorso anno era toccato a Serbia, Macedonia e Montenegro, adesso è finalmente il turno di Bosnia e Albania, che da metà dicembre potranno entrare nell'Unione Europea senza bisogno di un visto. La decisone è stata presa l'8 novembre e la settimana successiva la commissaria europea Cecilia Malmström ha celebrato l'evento con una visita a Tirana e Sarajevo. Adesso l'unico territorio dei Balcani a cui la UE richiede ancora il visto è il Kosovo.
Per Albanesi e Bosniaci l'evento è di portata storica e rappresenta in qualche modo l'ingresso in una Europa peraltro molto restia ad accettare una espansione Balcanica. L'Albania ha presentato lo scorso anno la domanda formale di accesso ai negoziati per entrare nella UE, la Bosnia non ha ancora i requisiti per farlo.
Gli abitanti dei due paesi potranno usufruire del nuovo regime solo se in possesso di un passaporto biometrico. Il documento è ricercatissimo e le domande superano di molto le possibilità di rilascio. In Albania vengono presentate più di seimila richieste al giorno. Ci sono centinaia di migliaia di Albanesi in Italia, e ben 800.000 in Grecia.
Per Albanesi e Bosniaci l'evento è di portata storica e rappresenta in qualche modo l'ingresso in una Europa peraltro molto restia ad accettare una espansione Balcanica. L'Albania ha presentato lo scorso anno la domanda formale di accesso ai negoziati per entrare nella UE, la Bosnia non ha ancora i requisiti per farlo.
Gli abitanti dei due paesi potranno usufruire del nuovo regime solo se in possesso di un passaporto biometrico. Il documento è ricercatissimo e le domande superano di molto le possibilità di rilascio. In Albania vengono presentate più di seimila richieste al giorno. Ci sono centinaia di migliaia di Albanesi in Italia, e ben 800.000 in Grecia.
Yes we Cancun/3
L'inviato speciale per il cambiamento climatico della Banca Mondiale è Andrew Steer, che in vista di Cancun è meno pessimista di altri. "L'onda sta cambiando - dice - e la percezione dei rischi legati al riscaldamento globale si sta diffondendo nei paesi in via di sviluppo". Nel 1990 solo il 10% delle nazioni riconosceva il cambiamento climatico come uno degli elementi chiave oer lo sviluppo, negli ultimi due anni questa percentuale è salita all'80%.
"Sono un po' depresso per Cancun" ha dichiarato al contrario Al Gore. "Il problema non è destinato a scomparire, ma a diventare sempre peggio".
In ogni caso la conferenza ONU sul clima che si aprirà lunedì sarà decisamente meno affollata di Copenhagen, dove lo scorso anno per la COP 15 si stimò la presenza di circa centomila persone, tra delegati e altro personale. I Messicani si aspettano l'arrivo di un decimo di questa cifra, qualcosa attorno alle diecimila presenze.
"Sono un po' depresso per Cancun" ha dichiarato al contrario Al Gore. "Il problema non è destinato a scomparire, ma a diventare sempre peggio".
In ogni caso la conferenza ONU sul clima che si aprirà lunedì sarà decisamente meno affollata di Copenhagen, dove lo scorso anno per la COP 15 si stimò la presenza di circa centomila persone, tra delegati e altro personale. I Messicani si aspettano l'arrivo di un decimo di questa cifra, qualcosa attorno alle diecimila presenze.
Mariastella senza lode
Il segretario PD Bersani solidarizza con i ricercatori precari universitari e li raggiunge sui tetti di Roma con il toscano in bocca. Il ministro Gelmini, che non ha mai brillato per ironia, lo definisce uno "studente ripetente". Bersani non se la prende per niente, pubblica solo in rete la fotocopia del libretto universitario con una sflza di trenta che precedono una laurea in filosofia con 110 e lode, presa a Bologna in quattro anni. E sfida Gelmini a fare altrettanto.
La carriera scolastica dei ministri è sempre interessante, quella del ministro all'istruzione in modo particolare. Tanto da creare anche leggende in rete. Su facebook c'è da tempo un gruppo (i membri ad oggi sono 8.002) denominato Gelmini!? 3 volte bocciata e 2 volte rimandata agli esami di stato. Non è vero, naturalmente. Ma qual è la verità sugli studi di Gelmini? La biografia ufficiale sul sito del Governo non ne fa cenno. Wikipedia racconta che la ministra "dopo aver frequentato il biennio al liceo Manin di Cremona e per un breve periodo il liceo Bagatta di Desenzano del Garda, si è diplomata presso il liceo privato confessionale Arici". Le notizie più dettagliate sono state pubblicate da L'Espresso in un articolo dello scorso agosto, dal quale apprendiamo che il liceo diocesano Arici è a Brescia. In questo istituto privato la Gelmini si diploma a 19 nel 1992, quindi senza avere ripetuto anni scolastici, con il non esaltante voto di 50/60.
Dove Mariastella perde qualche colpo è all'università. Si laurea infatti in legge solo nel 1999, tre anni fuori corso, con una tesi sui referendum regionali e un punteggio di 100/110. Considerando che era arrivata con una media del 27, che valeva un punteggio di 99.28, la tesi deve essere stata davvero resistibile. Relatore della tesi era il professore di diritto costituzionale Antonio D'Andrea, il quale non deve conservare un buon ricordo della Gelmini, sulla quale va giù pesante sia nell'articolo de L'Espresso che in una intervista sul Corriere di oggi.
Tre anni dopo la laurea, nel 2002, la Gelmini da Brescia scende a Reggio Calabria per presentarsi all'esame di stato per l'iscrizione all'albo degli avvocati. Un classico, le sedi meridionali sono affollate di laureati del nord che le ritengono più abbordabili per garantirsi l'accesso alla professione.
Conclusione: vince Bersani a mani basse. Però Mariastella non fuma il toscano.
La carriera scolastica dei ministri è sempre interessante, quella del ministro all'istruzione in modo particolare. Tanto da creare anche leggende in rete. Su facebook c'è da tempo un gruppo (i membri ad oggi sono 8.002) denominato Gelmini!? 3 volte bocciata e 2 volte rimandata agli esami di stato. Non è vero, naturalmente. Ma qual è la verità sugli studi di Gelmini? La biografia ufficiale sul sito del Governo non ne fa cenno. Wikipedia racconta che la ministra "dopo aver frequentato il biennio al liceo Manin di Cremona e per un breve periodo il liceo Bagatta di Desenzano del Garda, si è diplomata presso il liceo privato confessionale Arici". Le notizie più dettagliate sono state pubblicate da L'Espresso in un articolo dello scorso agosto, dal quale apprendiamo che il liceo diocesano Arici è a Brescia. In questo istituto privato la Gelmini si diploma a 19 nel 1992, quindi senza avere ripetuto anni scolastici, con il non esaltante voto di 50/60.
Dove Mariastella perde qualche colpo è all'università. Si laurea infatti in legge solo nel 1999, tre anni fuori corso, con una tesi sui referendum regionali e un punteggio di 100/110. Considerando che era arrivata con una media del 27, che valeva un punteggio di 99.28, la tesi deve essere stata davvero resistibile. Relatore della tesi era il professore di diritto costituzionale Antonio D'Andrea, il quale non deve conservare un buon ricordo della Gelmini, sulla quale va giù pesante sia nell'articolo de L'Espresso che in una intervista sul Corriere di oggi.
Tre anni dopo la laurea, nel 2002, la Gelmini da Brescia scende a Reggio Calabria per presentarsi all'esame di stato per l'iscrizione all'albo degli avvocati. Un classico, le sedi meridionali sono affollate di laureati del nord che le ritengono più abbordabili per garantirsi l'accesso alla professione.
Conclusione: vince Bersani a mani basse. Però Mariastella non fuma il toscano.
giovedì 25 novembre 2010
Indice di Sviluppo Umano
Lo chiamano Human development index ed è la sintesi tra aspettativa di vita, educazione e PIL pro capite. Generalmente lo si misura su base nazionale, ma The Economist ha elaborato un prospetto che classifica le nazioni assieme agli stati USA.
I risultati sono interessanti, con Norvegia e Germania davanti al Connecticut. L'Italia, venticinquesima tra le nazioni (siamo longevi, si sa...) è dietro tutti gli stati americani.
Negotiator
Gli Applegeek che vogliono sapere tutto sulla COP16 di Cancun possono scaricare da iTunes Negotiatior, una applicazione per iPhone e iPad offerta dalle Nazioni Unite per seguire i lavori della conferenza mondiale sul clima che comincia lunedì prossimo. Con Negotiator si accede agli ultimi video e foto, si leggono i documenti e i programmi del giorno, ci si collega ai canali COP16 su facebook e twitter.
mercoledì 24 novembre 2010
Yes we Cancun/2
Le città e i governi locali continuano a reclamare un ruolo da protagonisti nei negoziati globali sul clima. Impresa non facile, dopo che la tempesta politica di Copenhagen aveva spazzato via tutti i testi negoziali faticosamente costruiti nell'arco del 2009. In quei documenti, grazie a un tenace lavoro di lobbying con le delegazioni governative, erano stati inseriti molti riferimenti alle autorità locali in materia di mitigazione, adattamento e risorse finanziarie.
Dopo il Copenaghen Accord, il cui stringatissimo testo non fa riferimento ai governi locali, si è ripartiti da capo. Non solo lobbying, ma ricerca di alleanze e di una immagine più unita possibile. Uno degli atti più importanti è stata la sottoscrizione di un protocollo di intesa tra il Comitato delle Regioni e la Conferenza dei Sindaci USA, ratificato a Bruxelles alla presenza del commissario europeo ai cambiamenti climatici Connie Hedegaard. Il protocollo raccomanda l'adozione di misure locali intese a migliorare l'efficienza energetica degli edifici, promuovere le fonti di energia rinnovabile, adottare una mobilità urbana sostenibile e modificare il comportamento dei cittadini. Il Comitato delle Regioni ha anche adottato una risoluzione presentata come contributo degli enti locali europei alla COP 16 di Cancun.
Un altro documento di impegni, chiamato Mexico City Pact, è stato approvato domenica scorsa dai leaders riuniti al World Mayors Summit on Climate a Città del Messico. Questo testo è diviso in due parti. La prima spiega perché le città sono centrali nella lotta ai cambiamenti climatici. La seconda elenca una serie di azioni volontarie da intraprendere a livello locale, sulla falsariga del Patto dei Sindaci proposto dalla Commissione Europea.
Dopo il Copenaghen Accord, il cui stringatissimo testo non fa riferimento ai governi locali, si è ripartiti da capo. Non solo lobbying, ma ricerca di alleanze e di una immagine più unita possibile. Uno degli atti più importanti è stata la sottoscrizione di un protocollo di intesa tra il Comitato delle Regioni e la Conferenza dei Sindaci USA, ratificato a Bruxelles alla presenza del commissario europeo ai cambiamenti climatici Connie Hedegaard. Il protocollo raccomanda l'adozione di misure locali intese a migliorare l'efficienza energetica degli edifici, promuovere le fonti di energia rinnovabile, adottare una mobilità urbana sostenibile e modificare il comportamento dei cittadini. Il Comitato delle Regioni ha anche adottato una risoluzione presentata come contributo degli enti locali europei alla COP 16 di Cancun.
Un altro documento di impegni, chiamato Mexico City Pact, è stato approvato domenica scorsa dai leaders riuniti al World Mayors Summit on Climate a Città del Messico. Questo testo è diviso in due parti. La prima spiega perché le città sono centrali nella lotta ai cambiamenti climatici. La seconda elenca una serie di azioni volontarie da intraprendere a livello locale, sulla falsariga del Patto dei Sindaci proposto dalla Commissione Europea.
Cosa faceva Vendola in America?
Il tour americano di Nichi Vendola non era una visita promozionale. La Stampa e pochi altri lo avevano già raccontato. Il presidente di Puglia ha partecipato al Governors' Gobal Climate Summit costruito da Arnold Schwarzenegger dopo un annuncio fatto lo scorso anno alla COP15 di Copenhagen. La rete di Schwarzy, battezzata con l'acronimo R20, vuole coinvolgere le autorità regionali del pianeta e renderle un interlocutore di peso nei negoziati mondiali sul clima. L'idea è interessante ma in Italia non riceve grande attenzione. L'unica regione a rispondere è la Puglia di Vendola.
Schwarzenegger è a fine mandato e presto cederà il suo ruolo a Jerry Brown, ma ha voluto convocare questo summit mondiale di autorità subnazionali sul tema dei cambiamenti climatici. Le conclusioni del vertice, svoltosi nel campus di Davis dell'Università Statale di California, sono perentorie. "Non possiamo aspettare le iniziative nazionali e internazionali, c'è bisogno di agire subito e lo faremo come R20" ha detto Schwarzenegger. "Il ruolo dei governi regionali è cruciale e la California ha dimostrato come istituire una legislazione per incentivare la green economy, creare nuovi posti di lavoro e migliorare l'ambiente".
Schwarzenegger è a fine mandato e presto cederà il suo ruolo a Jerry Brown, ma ha voluto convocare questo summit mondiale di autorità subnazionali sul tema dei cambiamenti climatici. Le conclusioni del vertice, svoltosi nel campus di Davis dell'Università Statale di California, sono perentorie. "Non possiamo aspettare le iniziative nazionali e internazionali, c'è bisogno di agire subito e lo faremo come R20" ha detto Schwarzenegger. "Il ruolo dei governi regionali è cruciale e la California ha dimostrato come istituire una legislazione per incentivare la green economy, creare nuovi posti di lavoro e migliorare l'ambiente".
martedì 23 novembre 2010
Riproduzione riservata
Il governo venezuelano ha vietato l'uso di "nome, immagine e figura" del presidente Hugo Chavez in "cantieri di infrastrutture, costruzioni, complessi scolastici ed edifici pubblici di ogni genere" senza preventiva autorizzazione dell'interessato.
lunedì 22 novembre 2010
Yes we Cancun/1
A una settimana dall'inizio della COP 16 di Cancun è il caso di riepilogare lo stato dell'arte dei negoziati sul clima. Per farlo conviene tornare agli esiti del recente meeting G20 di Seoul, l'ultimo imcontro dei leader mondiali prima della COP 16 messicana. Infatti, al contrario di quanto accaduto a Copenhagen lo scorso anno, a Cancun non è prevista la presenza massiccia dei capi di stato e la maggior parte delle delegazioni saranno guidate da un ministro.
Il G20 si è concluso con l'adozione del Seoul Action Plan, un documento in 74 punti in cui si parla anche di cambiamenti climatici e green growth (punti 66-68 a pagina 18 di questo testo). Anche la dichiarazione finale dei leaders al paragrafo 14 recita: confermiamo il nostro impegno determinato a combattere il cambiamento climatico, come descritto nel documento adottato dai leader a Seoul. Apprezziamo la relazione del presidente (messicano, ndr) Calderon sullo stato dei negoziati ONU sul clima, così come quella del primo ministro (etiope, ndr) Meles Zenawi sulla relazione che il gruppo di esperti ha presentato al segretario generale delle Nazioni Unite sul tema dei finanziamenti per i cambiamenti climatici. Faremo di tutto perché Cancun si concluda in modo bilanciato e positivo.
In che cosa si tradurrà questo impegno per un balanced and successful outcome non è ancora chiaro ma, come si dice in questi casi, la "volontà politica" è ribadita chiaramente. (1/continua)
Il G20 si è concluso con l'adozione del Seoul Action Plan, un documento in 74 punti in cui si parla anche di cambiamenti climatici e green growth (punti 66-68 a pagina 18 di questo testo). Anche la dichiarazione finale dei leaders al paragrafo 14 recita: confermiamo il nostro impegno determinato a combattere il cambiamento climatico, come descritto nel documento adottato dai leader a Seoul. Apprezziamo la relazione del presidente (messicano, ndr) Calderon sullo stato dei negoziati ONU sul clima, così come quella del primo ministro (etiope, ndr) Meles Zenawi sulla relazione che il gruppo di esperti ha presentato al segretario generale delle Nazioni Unite sul tema dei finanziamenti per i cambiamenti climatici. Faremo di tutto perché Cancun si concluda in modo bilanciato e positivo.
In che cosa si tradurrà questo impegno per un balanced and successful outcome non è ancora chiaro ma, come si dice in questi casi, la "volontà politica" è ribadita chiaramente. (1/continua)
La nuova agricoltura europea
La politica agricola comunitaria (CAP/PAC) divora quasi 60 miliardi di Euro, il 40% del bilancio dell'Unione Europea, risultando con grande distacco la prima fonte di spesa UE. Ed è ora di rimetterci le mani, perché il 1 gennaio 2014 entrerà il vigore la nuova PAC, la prima costruita sull'Europa allargata ai paesi dell'ex blocco sovietico. Giovedì scorso Bruxelles ha presentato La PAC verso il 2020: rispondere alle future sfide dell'alimentazione, delle risorse naturali e del territorio, una comunicazione che traccia le prime linee della nuova politica agricola comunitaria. Il commissario romeno Dacian Cioloş ha sottolineato come la nuova PAC dovrà garantire "una crescita sostenibile, intelligente e inclusiva". Gli aiuti saranno maggiormente orientati verso gli agricoltori attivi e in tutti i programmi saranno inserite considerazioni in materia di ambiente, cambiamento climatico e innovazione.
Quello presentato giovedì scorso è un documento di indirizzo politico, che individua tre opzioni: la prima vede solo dei cambiamenti graduali, la seconda punta a una politica più ecologica, equa, efficiente ed efficace, la terza vorrebbe abbandonare le misure di sostegno al reddito e le misure di mercato e concentrare l'azione sugli obiettivi in materia di ambiente e cambiamento climatico. Si attendono le reazioni di Francia, Germania e Spagna che sono i grandi "clienti" della PAC (la Francia da sola incassa 10.44 miliardi di Euro, Germania e Spagna 7.5 a testa).
Il nuovo regolamento è previsto per la metà del 2011.
Quello presentato giovedì scorso è un documento di indirizzo politico, che individua tre opzioni: la prima vede solo dei cambiamenti graduali, la seconda punta a una politica più ecologica, equa, efficiente ed efficace, la terza vorrebbe abbandonare le misure di sostegno al reddito e le misure di mercato e concentrare l'azione sugli obiettivi in materia di ambiente e cambiamento climatico. Si attendono le reazioni di Francia, Germania e Spagna che sono i grandi "clienti" della PAC (la Francia da sola incassa 10.44 miliardi di Euro, Germania e Spagna 7.5 a testa).
Il nuovo regolamento è previsto per la metà del 2011.
domenica 21 novembre 2010
Fascino prefabbricato
Inhabitat racconta l'atterraggio di una piccola casa prefabbricata nel West Village di Manhattan, all'angolo tra Charles e Washington Street. Il modulo nasce da un container, foderato esternamente con listelli di cedro e all'interno con pareti e pavimenti in bambù. Ci sono una cucina e un bagno con finestra e skylight sul box doccia. Il progetto è dello studio di Toronto di Jason Halter e Christos Marcopoulous e la realizzazione di Meka World. Sono 30 metri quadrati composti per il 70% da materiali riciclati e che arrivano assemblati al 95%. Per piazzarli, concludere la costruzione e gli allacci ai servizi non servono più di due settimane, fondazioni escluse. Il prezzo è di 39.000 dollari, meno di 28.500 Euro. Meka World propone altri modelli più spaziosi, anche su due piani.Per l'utilizzo in zone remote è prevista una versione con bagno chimico e un set di pannelli fotovoltaici a tetto che eliminano la necessità di collegarsi ai servizi in rete. Ne parla anche il Daily News.
Macedonia o niente
Secondo un sondaggio recente il 79.8% degli abitanti della Macedonia vorrebbe che la nazione entrasse nell'Unione Europea e nella NATO. Ma il 62.6% non sarebbe disposto a barattare questo con il cambio del nome del paese.
Si tratta di una vecchia storia: quando nel 1991 la regione di Skopje della ex Yugoslavia ha guadagnato l'indipendenza e si è chiamata Macedonia la Grecia ha opposto fierissima resistenza. I Greci infatti chiamano Macedonia la loro regione nordorientale, con capitale Salonicco, e non accettano doppioni. La questione si è rivelata spinosa, tanto che la Macedonia entrò nel 1993 alle Nazioni Unite con l'acronimo FYROM (Former Yugoslavian Republic of Macedonia), definito "denominazione provvisoria" ma ancora in uso dopo 17 anni. Nel frattempo più di 120 nazioni hanno riconosciuto il paese con la denominazione ufficiale di "Repubblica di Macedonia", ma la Grecia continua a mettersi di traverso. La Macedonia ha chiesto da tempo di entrare nella UE, e i negoziati sono in corso. L'ultimo rapporto sui progressi del processo di annessione ha allarmato Skopje perché invece che di "lingua macedone" il report parla di "lingua nazionale". Il presidente Gjorgje Ivanov ha immediatamente convocato l'ambascatore europeo a Skopje Erwan Fouere per chiarimenti, per sentirsi rispondere che si era trattato di "un fraintendimento", ma molti vedono dietro al refuso la longa mano di Atene.
Per tenere alto il morale ieri l'agenzia di stampa nazionale Mina notava che l'ultima mappa della NATO include il territorio macedone nell'alleanza.Tanto per aumentare la confusione.
Si tratta di una vecchia storia: quando nel 1991 la regione di Skopje della ex Yugoslavia ha guadagnato l'indipendenza e si è chiamata Macedonia la Grecia ha opposto fierissima resistenza. I Greci infatti chiamano Macedonia la loro regione nordorientale, con capitale Salonicco, e non accettano doppioni. La questione si è rivelata spinosa, tanto che la Macedonia entrò nel 1993 alle Nazioni Unite con l'acronimo FYROM (Former Yugoslavian Republic of Macedonia), definito "denominazione provvisoria" ma ancora in uso dopo 17 anni. Nel frattempo più di 120 nazioni hanno riconosciuto il paese con la denominazione ufficiale di "Repubblica di Macedonia", ma la Grecia continua a mettersi di traverso. La Macedonia ha chiesto da tempo di entrare nella UE, e i negoziati sono in corso. L'ultimo rapporto sui progressi del processo di annessione ha allarmato Skopje perché invece che di "lingua macedone" il report parla di "lingua nazionale". Il presidente Gjorgje Ivanov ha immediatamente convocato l'ambascatore europeo a Skopje Erwan Fouere per chiarimenti, per sentirsi rispondere che si era trattato di "un fraintendimento", ma molti vedono dietro al refuso la longa mano di Atene.
Per tenere alto il morale ieri l'agenzia di stampa nazionale Mina notava che l'ultima mappa della NATO include il territorio macedone nell'alleanza.Tanto per aumentare la confusione.
giovedì 18 novembre 2010
Fine della commedia
La camera ha approvato oggi l'emendamento alla legge finanziaria (io continuo a chiamarla così, non mi pare che tiri aria di "stabilità") che reintroduce la detrazione fiscale del 55% per gli interventi di risparmio energetico negli edifici. Il nuovo regolamento è peggiorativo, raddoppiando da 5 a 10 anni i tempi in cui viene rateizzata la detrazione.
Non è il solito pacco
Finalmente Amazon sta per aprire in Italia. Se ne parlava da un po', ma la conferma è arrivata con l'avvistamento dei cartelloni di una campagna di affissioni teaser con la scritta "Non è il solito pacco". Il gigante dell'e-commerce mondiale entra in un mercato ancora ridotto (meno di 8 miliardi di Euro, contro i 34 in UK e i 26 in Germania) ma con un incremento del 14% rispetto al 2009.
Compro su Amazon dal secolo scorso, quando il sito era attivo solo in USA ed era una libreria. Adesso vende praticamente tutto, dalle falciatrici ai cioccolatini. Negli ultimi tempi io utilizzo i siti europei, dove si evitano sgradite incursioni della dogana e le spedizioni sono più veloci. I miei acquisti sono generalmente libri, dischi e video, ma ho comprato anche un costume da Lord Fener per mio figlio.
Anche per chi è già familiare con i siti stranieri, l'apertura di una filiale italiana di Amazon permetterà di avere accesso al catalogo nazionale di libri, dischi e film. E visto che Amazon vende a prezzi imbattibili, l'effetto generale sul mercato sarà dirompente. A tremare sono gli altri e-seller come IBS o BOL, ma anche i negozi tradizionali. Se poi neppure Amazon riuscirà ad abbassare gli assurdi prezzi italiani (da noi un CD nuovo costa in media più di 20 Euro) si potrà sempre continuare con i siti stranieri. Ad esempio Amazon.uk, che da un mese spedisce gratis anche in Italia, vende Symphonicities di Sting a 9 sterline, che sono 10,5 Euro. Da noi costa 16.40 € su IBS e BOL, 16.72 da Feltrinelli, 17.90 da Nannucci, 18.90 da FNAC.
Aggiornamento 1: ne parla anche il Post, secondo cui l'annuncio ufficiale è previsto per la prossima settimana. Si dovrebbe cominciare con otto categorie merceologiche: libri, musica, dvd, software, videogiochi, apparecchi elettronici, orologi, giocattoli. Avvisate Babbo Natale.
Aggiornamento 2: se ne è accorto anche il Corriere.
Compro su Amazon dal secolo scorso, quando il sito era attivo solo in USA ed era una libreria. Adesso vende praticamente tutto, dalle falciatrici ai cioccolatini. Negli ultimi tempi io utilizzo i siti europei, dove si evitano sgradite incursioni della dogana e le spedizioni sono più veloci. I miei acquisti sono generalmente libri, dischi e video, ma ho comprato anche un costume da Lord Fener per mio figlio.
Anche per chi è già familiare con i siti stranieri, l'apertura di una filiale italiana di Amazon permetterà di avere accesso al catalogo nazionale di libri, dischi e film. E visto che Amazon vende a prezzi imbattibili, l'effetto generale sul mercato sarà dirompente. A tremare sono gli altri e-seller come IBS o BOL, ma anche i negozi tradizionali. Se poi neppure Amazon riuscirà ad abbassare gli assurdi prezzi italiani (da noi un CD nuovo costa in media più di 20 Euro) si potrà sempre continuare con i siti stranieri. Ad esempio Amazon.uk, che da un mese spedisce gratis anche in Italia, vende Symphonicities di Sting a 9 sterline, che sono 10,5 Euro. Da noi costa 16.40 € su IBS e BOL, 16.72 da Feltrinelli, 17.90 da Nannucci, 18.90 da FNAC.
Aggiornamento 1: ne parla anche il Post, secondo cui l'annuncio ufficiale è previsto per la prossima settimana. Si dovrebbe cominciare con otto categorie merceologiche: libri, musica, dvd, software, videogiochi, apparecchi elettronici, orologi, giocattoli. Avvisate Babbo Natale.
Aggiornamento 2: se ne è accorto anche il Corriere.
mercoledì 17 novembre 2010
Ma Penati non ha già dato?
Con quello che Pierluigi Bersani ha definito un gesto nobile, Filippo Penati si è dimesso dalla segreteria nazionale del Partito Democratico a seguito della sconfitta di Stefano Boeri, candidato ufficiale del PD alle primarie di Milano. Lo ha fatto con un atto stravagante per un politico conservatore come lui: una lettera aperta a Pierluigi Bersani pubblicata sulla sua pagina facebook.
"Continuerò a impegnarmi con convinzione per la città" ha voluto sottolineare Penati. La notizia non ha proprio rallegrato tutti, come dimostrano i commenti di Gad Lerner e Luca Sofri.
"Continuerò a impegnarmi con convinzione per la città" ha voluto sottolineare Penati. La notizia non ha proprio rallegrato tutti, come dimostrano i commenti di Gad Lerner e Luca Sofri.
Veronesi difende Radio Vaticana
L'impianto monstre di Radio Vaticana di Santa Maria di Galeria è sotto accusa da anni per le sue emissioni elttromagnetiche. Radio Vaticana trasmette in tutto il mondo in onde medie, che richiedono impianti di enorme potenza. Così la procura di Roma aveva disposto nel 2006 un incidente probatorio nell'ambito del procedimento penale nei confronti dei responsabili dell'emittente.
Secondo il coordinamento dei comitati di cittadini di Roma Nord il perito d'ufficio, Andrea Micheli dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, avrebbe consegnato una relazione che attesta nella zona dei ripetitori un rischio di contrarre leucemie quasi cinque volte superiore al normale. La perizia descrive un "coerente, importante, significativo" pericolo di ammalarsi e morire di leucemia, linfoma e mieloma dovuto alla "lunga esposizione residenziale ai ripetitori di Radio Vaticana fino a 12 chilometri di distanza da questa".Il testo integrale della perizia (397 pagine) è qui.
Naturalmente Radio Vaticana ha presentato una perizia di parte, in cui si contesta la relazione tra la presenza dei ripetitori e il tasso di linfomi molto superiore alla norma. Gli autori della perizia sono Susanna Lagorio e il fresco presidente dell'Agenzia per la sicurezza nucleare Umberto Veronesi, che negano ogni addebito.
Secondo il coordinamento dei comitati di cittadini di Roma Nord il perito d'ufficio, Andrea Micheli dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, avrebbe consegnato una relazione che attesta nella zona dei ripetitori un rischio di contrarre leucemie quasi cinque volte superiore al normale. La perizia descrive un "coerente, importante, significativo" pericolo di ammalarsi e morire di leucemia, linfoma e mieloma dovuto alla "lunga esposizione residenziale ai ripetitori di Radio Vaticana fino a 12 chilometri di distanza da questa".Il testo integrale della perizia (397 pagine) è qui.
Naturalmente Radio Vaticana ha presentato una perizia di parte, in cui si contesta la relazione tra la presenza dei ripetitori e il tasso di linfomi molto superiore alla norma. Gli autori della perizia sono Susanna Lagorio e il fresco presidente dell'Agenzia per la sicurezza nucleare Umberto Veronesi, che negano ogni addebito.
La stampante di strade
Questa macchina si chiama Tiger Stone, ma qualcuno la ha già ribattezzata road printer. Dovrebbe essere in grado di stendere in un giorno 400 metri di strada di mattoni larga fino a sei metri e pronta all'uso.
A proposito di immagine all'estero
Ierii il Guardian ha pubblicato un articolo spietato su Berlù che cominxcia con "E' diffcile capire cosa altro debba fare Silvio Berlusconi per essere estromesso dal comando..."
martedì 16 novembre 2010
2010, il più caldo di sempre
I dati parziali dei primi nove mesi del 2010 indicano che l'anno corrente sarà il più caldo dal 1880, quando iniziò la registrazione delle temperature del suolo e degli oceani.
In Francia ci mettono 24 ore.
Rimpasto in 24 ore in Francia e terzo governo guidato da François Fillon, con una decisa sterzata verso destra dell'esecutivo. Spicca la rimozione dal posto chiave degli esteri dell'ex socialista Bernard Kouchner.
Escono sette ministri, tra cui Fadela Amara (sopra) che era alle politiche urbane. Peccato, secondo me aveva fatto cose molto interessanti. Tra gli entranti il sindaco di Bordeaux Alain Juppè (sotto), che va alla difesa (e resta sindaco).
Escono sette ministri, tra cui Fadela Amara (sopra) che era alle politiche urbane. Peccato, secondo me aveva fatto cose molto interessanti. Tra gli entranti il sindaco di Bordeaux Alain Juppè (sotto), che va alla difesa (e resta sindaco).
Il cupo futuro dell'energia
L'Agenzia Internazionale per l'Energia (IEA) ha presentato l'edizione 2010 di World Energy Outlook (736 pagine, prezzo 150€ stampato, 120€ in pdf. Ma si può scaricare gratis una sintesi di 22 pagine, anche in italiano). La ricerca analizza l'evoluzione della situazione energetica mondiale da oggi al 2035 in tre scenari diversi, con risultati decisamente preoccupanti.
Presentando il volume a Londra il direttore esecutivo IEA Nobuo Tanaka ha detto che "il mondo dell'energia sta affrontando una incertezza mai riscontrata prima". Uno dei tre scenari analizzati prende spunto dagli impegni presi per ridurre le emissioni di CO2, a partire dal Copenhagen Accord dello scorso anno. L'intesa sottoscritta alla COP15 ha come obiettivo un riscaldamento massimo del pianeta di 2°, ma secondo la IEA le misure intraprese sono inadeguate e porterebbero a un aumento delle temperature attorno ai 3.5°.
L'agenzia prevede un aumento costante della domanda di petrolio, che si contrae dopo il 2015 nei paesi OCSE ma continua la sua espansione nel resto del mondo, particolarmente nel settore dei trasporti dove non si intravedono alternative a breve termine. Proprio per la mancanza di alternative il prezzo del petrolio è comunque destinato ad aumentare a 113 dolari al barile nel 2035 (oggi è a quota 84 dollari). Si individua una crescita consistente del cosiddetto "petrolio non convenzionale" (sabbie bituminose canadesi, petrolio pesante venezuelano) e nuovi grandi giacimenti nella regione del Caspio.
Sul fronte della produzione di energia invece le rinnovabili sono in crescita, con una proiezione dal 19% attuale ad un terzo del totale, superando il carbone. Il rapporto è pieno di grafici e cifre di grande interesse, un riassunto delle principali è nelle sei pagine del factsheets.
Come ridurre il consumo di petrolio? L'Agenzia individua due strumenti principali: una crescente tassazione delle emissioni di CO2 (carbon tax) in Occidente e la eliminazione dei contributi pubblici per i combustibili fossili, che nel 2009 sono stati 312 miliardi di dollari, cioè 230 miliardi di Euro. La IEA conclude che l'obiettivo di limitare il riscaldamento globale sotto i 2° è ancora possibile, ma per poco. Bisogna agire.
Presentando il volume a Londra il direttore esecutivo IEA Nobuo Tanaka ha detto che "il mondo dell'energia sta affrontando una incertezza mai riscontrata prima". Uno dei tre scenari analizzati prende spunto dagli impegni presi per ridurre le emissioni di CO2, a partire dal Copenhagen Accord dello scorso anno. L'intesa sottoscritta alla COP15 ha come obiettivo un riscaldamento massimo del pianeta di 2°, ma secondo la IEA le misure intraprese sono inadeguate e porterebbero a un aumento delle temperature attorno ai 3.5°.
L'agenzia prevede un aumento costante della domanda di petrolio, che si contrae dopo il 2015 nei paesi OCSE ma continua la sua espansione nel resto del mondo, particolarmente nel settore dei trasporti dove non si intravedono alternative a breve termine. Proprio per la mancanza di alternative il prezzo del petrolio è comunque destinato ad aumentare a 113 dolari al barile nel 2035 (oggi è a quota 84 dollari). Si individua una crescita consistente del cosiddetto "petrolio non convenzionale" (sabbie bituminose canadesi, petrolio pesante venezuelano) e nuovi grandi giacimenti nella regione del Caspio.
Sul fronte della produzione di energia invece le rinnovabili sono in crescita, con una proiezione dal 19% attuale ad un terzo del totale, superando il carbone. Il rapporto è pieno di grafici e cifre di grande interesse, un riassunto delle principali è nelle sei pagine del factsheets.
Come ridurre il consumo di petrolio? L'Agenzia individua due strumenti principali: una crescente tassazione delle emissioni di CO2 (carbon tax) in Occidente e la eliminazione dei contributi pubblici per i combustibili fossili, che nel 2009 sono stati 312 miliardi di dollari, cioè 230 miliardi di Euro. La IEA conclude che l'obiettivo di limitare il riscaldamento globale sotto i 2° è ancora possibile, ma per poco. Bisogna agire.
lunedì 15 novembre 2010
Dinasty
Il governo ha i giorni contati e la destra è nel panico. Che carta giocare per il dopo Berlù? I più devoti al Cavaliere hanno proposto il modello nordcoreano, ovvero la successione familiare. Del resto nel PdL funziona così, il capo decide e comunica ai sudditi il verdetto, come ieri quando ha designato Letizia Moratti, il peggior sindaco che Milano abbia mai avuto, come candidata per un secondo mandato a Palazzo Marino. "Berlusconi è così, ti sorprende sempre" ha commentato donna Letizia.
Un'altra fedelissima di casa Berlù è la ministra invisibile dell'ambiente Stefania Prestigiacomo, che intervistata oggi dal Corriere della Sera sull'ipotesi di una candidatura a premier di Marina Berlusconi (!) risponde: "So che viene invocata. Potrebbe essere una bellissima novità. Una donna veramente in gamba. Ma dovrebbe sempre avvenire dopo il ricorso al popolo".
Presty ci tranquillizza: la successione familiare alla guida del paese sarà comunque sottoposta al giudizio popolare. Del resto si vota anche in Corea del Nord.
Marina Berlusconi primo ministro, non è uno scherzo. Magari con papà presidente della repubblica. Novella 2000 ha subito ripreso la notizia.
Un'altra fedelissima di casa Berlù è la ministra invisibile dell'ambiente Stefania Prestigiacomo, che intervistata oggi dal Corriere della Sera sull'ipotesi di una candidatura a premier di Marina Berlusconi (!) risponde: "So che viene invocata. Potrebbe essere una bellissima novità. Una donna veramente in gamba. Ma dovrebbe sempre avvenire dopo il ricorso al popolo".
Presty ci tranquillizza: la successione familiare alla guida del paese sarà comunque sottoposta al giudizio popolare. Del resto si vota anche in Corea del Nord.
Marina Berlusconi primo ministro, non è uno scherzo. Magari con papà presidente della repubblica. Novella 2000 ha subito ripreso la notizia.
domenica 14 novembre 2010
Eccesso di liquidità
Il New York Times di oggi pubblica in prima pagina e con grande evidenza un lungo articolo che prende spunto dal dato - incontroveretibile e allarmante - dello scioglimento dei ghiacciai polari. Questo fenomeno è conseguenza o no del riscaldamento globale? Secondo la maggioranza di scienziati sì, ma il punto non sembra essere questo. Il problema è quello di riuscire a rispondere a un fenomeno oggettivo che sta accadendo in tempi molto più rapidi di quanto prevedessero i modelli matematici sviluppati finora. Di certo lo scioglimento dei giacciai dipende dall'aumento delle temperature medie del pianeta e sarà sempre più consistente con il crescere delle temperature.
Attualmente il livello degli oceani sta salendo ad un ritmo relativamente lento, con un incremento progressivo dagli inizi del '900. Il dato attuale e di circa 2.5 cm ogni dieci anni, ma le previsioni dei climatologi per il prossimo futuro sono molto più allarmanti. I vari modelli matematici concludono che entro la fine di questo secolo i mari cresceranno da un minimo di 70 cm a un massimo di due metri, con una previsione di sintesi che sembra convergere su circa un metro.
L'inchiesta del NYT è molto ricca e cita le opinioni di numerosi studiosi. Le conclusioni non sono ideologiche ma cercano di far capire le gravissime conseguenze che potrebbero derivare da un innalzamento del livello degli oceani.
Attualmente il livello degli oceani sta salendo ad un ritmo relativamente lento, con un incremento progressivo dagli inizi del '900. Il dato attuale e di circa 2.5 cm ogni dieci anni, ma le previsioni dei climatologi per il prossimo futuro sono molto più allarmanti. I vari modelli matematici concludono che entro la fine di questo secolo i mari cresceranno da un minimo di 70 cm a un massimo di due metri, con una previsione di sintesi che sembra convergere su circa un metro.
L'inchiesta del NYT è molto ricca e cita le opinioni di numerosi studiosi. Le conclusioni non sono ideologiche ma cercano di far capire le gravissime conseguenze che potrebbero derivare da un innalzamento del livello degli oceani.
sabato 13 novembre 2010
L'ultima parola di Las Vegas sul 55%
La rivolta generale contro la mancata riconferma degli incentivi del 55% per l'edilizia ha fatto dichiarare al sottosegretario Las Vegas che il bonus potrebbe essere reintrodotto non all'interno del decreto milleproroghe, come annunciato ieri, ma con un emendamento in aula durante la discussione della legge finanziaria. Potrebbe accadere martedì prossimo. Tanto per restare in tema, sara un azzardo, un bluff? Io butterei un chip e andrei a vedere.
OK il prezzo è giusto
Come racconta Luca Sofri, aprire una gioielleria nel mezzo di piazza Duomo a Milano sembrava impossibile. Poi il sindaco Moratti ha fatto il miracolo, ma la curia non ci sta.
venerdì 12 novembre 2010
Il governo morirà assieme al 55%?
Il mancato rinnovo della detrazione del 55% sugli interventi di riqualificazione energetica in edilizia sta scatenando un coro di reazioni negative, come era facile prevedere. I conti sui benefici del provvedimento li fa come al solito meglio di tutti Il Sole 24 Ore, che riporta anche la volonta politica delle opposizioni e di FLI di ripristinare l'incentivo. Anche fonti governative fanno filtrare la voce che le detrazioni saranno inserite nel calderone del famigerato decreto milleproroghe, ma si tratta solo di affermazioni ufficiose, anche se autorevoli.
Questo clima di incertezza sembra creato ad arte per produrre una serie di conseguenze deprecabili. Se il 55% sarà davvero inserito nel decreto milleproroghe l'ufficialità del rinnovo delle detrazioni avverrà comunque quando molte imprese avranno già fissato i loro budget di investimenti per il prossimo anno, riducendo drasticamente l'efficacia del provvedimento (ma limitando anche le perdite di entrate per lo Stato). Se invece il governo cade rapidamente, ipotesi sempre più probabile, la detrazione non viene rinnovata.
Nel frattempo l'esecutivo a sorpresa raddoppia i fondi per le scuole private ma non sembra interessato a confermare una provvedimento che secondo le stime avrebbe creato ogni anno almeno 50.000 posti di lavoro, particolarmente nel settore delle piccole e medie imprese e dell'artigianato di servizio.
La scelta di Tremonti & Co. ovviamente non è casuale e dimostra la sostanziale incapacità del governo di individuare le vie di uscita dalla crisi economica e i settori su cui puntare per la ripresa. Il resto d'Europa investe in via prioritaria sulla green economy e sulla banda larga, l'Italia di Berlù invece pensa alle centrali atomiche e al ponte sullo stretto.
Le associazioni degli artigiani e degli industriali sono inferocite, le famiglie e le imprese che contavano sul bonus per migliorare il rendimento energetico di case e uffici sono costrette a rivedere i loro piani. E dire che la scorsa settimana le commissioni parlamentari avevano raccomandato non solo il rinnovo delle detrazioni, ma anche l'estensione dei benefit alle pubbliche amministrazioni.
Questo clima di incertezza sembra creato ad arte per produrre una serie di conseguenze deprecabili. Se il 55% sarà davvero inserito nel decreto milleproroghe l'ufficialità del rinnovo delle detrazioni avverrà comunque quando molte imprese avranno già fissato i loro budget di investimenti per il prossimo anno, riducendo drasticamente l'efficacia del provvedimento (ma limitando anche le perdite di entrate per lo Stato). Se invece il governo cade rapidamente, ipotesi sempre più probabile, la detrazione non viene rinnovata.
Nel frattempo l'esecutivo a sorpresa raddoppia i fondi per le scuole private ma non sembra interessato a confermare una provvedimento che secondo le stime avrebbe creato ogni anno almeno 50.000 posti di lavoro, particolarmente nel settore delle piccole e medie imprese e dell'artigianato di servizio.
La scelta di Tremonti & Co. ovviamente non è casuale e dimostra la sostanziale incapacità del governo di individuare le vie di uscita dalla crisi economica e i settori su cui puntare per la ripresa. Il resto d'Europa investe in via prioritaria sulla green economy e sulla banda larga, l'Italia di Berlù invece pensa alle centrali atomiche e al ponte sullo stretto.
Le associazioni degli artigiani e degli industriali sono inferocite, le famiglie e le imprese che contavano sul bonus per migliorare il rendimento energetico di case e uffici sono costrette a rivedere i loro piani. E dire che la scorsa settimana le commissioni parlamentari avevano raccomandato non solo il rinnovo delle detrazioni, ma anche l'estensione dei benefit alle pubbliche amministrazioni.
giovedì 11 novembre 2010
Whisky sostenibile
Il colosso mondiale dei drink Diageo ha costruito la prima nuova distilleria in Scozia da 30 anni a questa parte. Il progetto architettonico è dello studio scozzese Austin Smith Lord i quali con la collaborazione degli ingegneri di AECOM hanno realizzato un edificio ad alte prestazioni energetiche, tanto da meritarsi la certificazione di eccellenza da parte di BREEAM. La nuova distilleria utilizza gli scarti di fermentazione dei cereali come biomasse per produrre energia ed ha un sistema di recupero dell'acqua che permette di risparmiare 300.000 metri cubi l'anno. Il calore prodotto nei processi di distillazione viene riutilizzato per il teleriscaldamento.
Diageo produce, tra i tanti marchi, Johnnie Walker e J&B e la nuova distilleria dovrebbe aumentare la produzione di whisky di 10 milioni di litri l'anno. La struttura è stata inaugurata un mese fa ed è costata 40 milioni di sterline, circa 47 milioni di Euro.
Diageo produce, tra i tanti marchi, Johnnie Walker e J&B e la nuova distilleria dovrebbe aumentare la produzione di whisky di 10 milioni di litri l'anno. La struttura è stata inaugurata un mese fa ed è costata 40 milioni di sterline, circa 47 milioni di Euro.
Avvelenare i pozzi
Le voci di stampa confermano quanto si temeva: la nuova finanziaria, ribattezzata dal capoclasse "legge di stabilità", cancellerà le detrazioni del 55% per gli interventi di riqualificazione energetica nell'edilizia introdotte dal governo Prodi.
Viste le condizioni in cui versa il governo questa bella idea sembra uno dei dispetti finali di Tremonti. Il regime di detrazioni, oltre a migliorare il rendimento di case ed uffici e quindi ridurre la bolletta energetica nazionale, aveva permesso a molte imprese di reggere in un periodo di profonda crisi. Il settore artigiano ne aveva tratto grande profitto e confidava in una proroga, che a quanto pare non ci sarà.
Viste le condizioni in cui versa il governo questa bella idea sembra uno dei dispetti finali di Tremonti. Il regime di detrazioni, oltre a migliorare il rendimento di case ed uffici e quindi ridurre la bolletta energetica nazionale, aveva permesso a molte imprese di reggere in un periodo di profonda crisi. Il settore artigiano ne aveva tratto grande profitto e confidava in una proroga, che a quanto pare non ci sarà.
mercoledì 10 novembre 2010
Brava sindacalista, pessima ministra
La protesta di Stefania Prestigiacomo per i tagli effettuati da Tremonti al bilancio del ministero dell'ambiente ha guadagnato l'endorsement di lusso di Giorgio Napolitano. Ma soprattutto ha riportato in prima linea la ministra siciliana, che si rivela una buona sindacalista e dimostra una grinta insospettata nel cercare di difendere la sua dote.
Le rivendicazioni di Presty in termini di assegnazione di fondi non possono però farci dimenticare che la sua attività di governo resta praticamente inesistente. E che anche nel testa a testa con Tremonti la ministra dimostra la sua visione ristretta delle tematiche dell'ambiente, visto sempre come emergenza e mai come opportunità, in una logica difensiva e non di sviluppo.
Le rivendicazioni di Presty in termini di assegnazione di fondi non possono però farci dimenticare che la sua attività di governo resta praticamente inesistente. E che anche nel testa a testa con Tremonti la ministra dimostra la sua visione ristretta delle tematiche dell'ambiente, visto sempre come emergenza e mai come opportunità, in una logica difensiva e non di sviluppo.
martedì 9 novembre 2010
Ambiente intimo e gestione familiare
Quando fu inaugurato nel 1927 aveva 2700 camere ed era l'albergo più grande del mondo. Dopo una ristrutturazione totale conclusa nel 1985 l'Hilton di Chicago oggi ha "solo" 1543 camere.
Nel 1968 su Michigan Avenue, proprio davanti all'albergo la polizia di Chicago caricò i 10.000 che manifestavano contro la convention del Partito Democratico che doveva designare Hubert Humphrey candidato alla presidenza (Humphrey poi fu sconfitto da Richard Nixon). La decisione di attaccare i dimostranti fu data dal sindaco Richard Daley, che rimase per sempre bollato da quell'evento. Oggi il sindaco di Chicago è suo figlio, Richard Daley. Graham Nash scrisse una canzone sull'evento che diventò uno degli inni del periodo hippie.
Ho passato tre notti all'Hilton di Chicago alla camera 1871, invitato a parlare al seminario UNEP per l'evento finale del premio LivCom Awards, che si svolgeva dentro l'albergo. Adesso sono ad Atlanta, sulla strada di casa.
Nel 1968 su Michigan Avenue, proprio davanti all'albergo la polizia di Chicago caricò i 10.000 che manifestavano contro la convention del Partito Democratico che doveva designare Hubert Humphrey candidato alla presidenza (Humphrey poi fu sconfitto da Richard Nixon). La decisione di attaccare i dimostranti fu data dal sindaco Richard Daley, che rimase per sempre bollato da quell'evento. Oggi il sindaco di Chicago è suo figlio, Richard Daley. Graham Nash scrisse una canzone sull'evento che diventò uno degli inni del periodo hippie.
Ho passato tre notti all'Hilton di Chicago alla camera 1871, invitato a parlare al seminario UNEP per l'evento finale del premio LivCom Awards, che si svolgeva dentro l'albergo. Adesso sono ad Atlanta, sulla strada di casa.
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