La Commissione sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite (UNFCCC) ha ufficializzato ieri la convocazione di una nuova sessione di negoziati prima della COP 17 di Durban.
La conclusione delle due settimane di climate talks di Bonn, seppure tra qualche spiraglio di ottimismo, non aveva portato a risultati memorabili. Così ci si rivedrà tutti al Centro de Convenciones ATLAPA di Panama City dal 1 al 7 ottobre.
giovedì 30 giugno 2011
Atomkraft? Nein danke
Oggi il parlamento tedesco voterà la proposta del governo Merkel di una progressiva riduzione del'energia nucleare fino a una totale eliminazione entro il 2022.Il voto non dovrebbe riservare sorprese, con buona parte dell'opposizione disposta a sostenere il piano Merkel.
L'ostacolo principale per il governo poteva essere l'intransigenza dei Verdi, molto forti in Germania, che in origine chiedevano un piano di dismissione da completare entro il 2017, cinque anni prima di quanto proposto dal governo. Il partito ecologista si è riunito sabato scorso a Berlino e dopo sei ore di dibattito molto acceso ha deciso di appoggiare la linea Merkel, rinunciando ad anticipare i tempi.
La proposta al voto oggi prevede la chiusura di tutti i 17 reattori nucleari tedeschi entro il 2022. Solo lo scorso anno la Germania aveva emendato un precedente piano di dismissione decidendo di prolungare i tempi di esercizio dei reattori di una media di 17 anni, che avrebbe portato l'attività delle centrali atomiche fino al 2040.
L'ostacolo principale per il governo poteva essere l'intransigenza dei Verdi, molto forti in Germania, che in origine chiedevano un piano di dismissione da completare entro il 2017, cinque anni prima di quanto proposto dal governo. Il partito ecologista si è riunito sabato scorso a Berlino e dopo sei ore di dibattito molto acceso ha deciso di appoggiare la linea Merkel, rinunciando ad anticipare i tempi.
La proposta al voto oggi prevede la chiusura di tutti i 17 reattori nucleari tedeschi entro il 2022. Solo lo scorso anno la Germania aveva emendato un precedente piano di dismissione decidendo di prolungare i tempi di esercizio dei reattori di una media di 17 anni, che avrebbe portato l'attività delle centrali atomiche fino al 2040.
martedì 28 giugno 2011
Clima, la Polonia blocca l'Europa
Il Consiglio Europeo sull'Ambiente convocato in Lussemburgo la scorsa settimana aveva in agenda la "Roadmap verso un'economia a basso tenore di carbonio nel 2050" (testo in italiano). La roadmap, presentata lo scorso marzo, prevede una riduzione delle emissioni del 40% al 2030, del 60% al 2040 e dell'85-90% al 2050. Nell'immediato si indicava una riduzione al 2020 almeno del 25%, con Danimarca, Germania, Gram Bretagna, Grecia, Portogallo, Spagna e Svezia disposte ad alzare la soglia al 30%.
A Lussemburgo la presidenza ungherese aveva appoggiato l'adozione della roadmap, opinione condivisa da tutti i 27 paesi. Meno uno: la Polonia.
Visto che in questo settore l'Europa prevede decisioni unanimi la roadmap quindi non è stata approvata. Il ministro inglese Huhne ha parlato amaramente di "un giorno grigio per l'Europa".La Polonia produce il 90% della sua energia dal carbone, tuttavia il suo veto ala risoluzione non era previsto. Il blocco della roadmap fa prevedere uno stallo totale per i prossimi sei mesi, visto che il 1 luglio sarà proprio la Polonia ad assumere la presidenza di turno e a dettare l'agenda. Sarà la Polonia a dover coordinare una posizione comune europea alla COP 17 di Durban del prossimo dicembre.
Ulteriore sconcerto e preoccupazione vengono dalle dichiarazioni del Commissario Europeo al Bilancio Janusz Lewandowski, ovviamente polacco. Lewandowski in un briefing alla stampa polacca avrebbe detto che "ci sono dati che mettono in discussione il fatto che il carbone sia la prinicipale causa delle emissioni di CO2. Inoltre crescono le perplessità sulla stessa esistenza del cambiamento climatico". Poi qualcuno deve avere detto qualcosa al commissario polacco, che ieri ha diffuso una dichiarazione ufficiale di smentita, à la Berlusconi.
A Lussemburgo la presidenza ungherese aveva appoggiato l'adozione della roadmap, opinione condivisa da tutti i 27 paesi. Meno uno: la Polonia.
Visto che in questo settore l'Europa prevede decisioni unanimi la roadmap quindi non è stata approvata. Il ministro inglese Huhne ha parlato amaramente di "un giorno grigio per l'Europa".La Polonia produce il 90% della sua energia dal carbone, tuttavia il suo veto ala risoluzione non era previsto. Il blocco della roadmap fa prevedere uno stallo totale per i prossimi sei mesi, visto che il 1 luglio sarà proprio la Polonia ad assumere la presidenza di turno e a dettare l'agenda. Sarà la Polonia a dover coordinare una posizione comune europea alla COP 17 di Durban del prossimo dicembre.
Ulteriore sconcerto e preoccupazione vengono dalle dichiarazioni del Commissario Europeo al Bilancio Janusz Lewandowski, ovviamente polacco. Lewandowski in un briefing alla stampa polacca avrebbe detto che "ci sono dati che mettono in discussione il fatto che il carbone sia la prinicipale causa delle emissioni di CO2. Inoltre crescono le perplessità sulla stessa esistenza del cambiamento climatico". Poi qualcuno deve avere detto qualcosa al commissario polacco, che ieri ha diffuso una dichiarazione ufficiale di smentita, à la Berlusconi.
Francia, nucleare mon amour
Lo scorso fine settimana folti gruppi di dimostranti francesi, tedeschi e svizzeri si sono radunati alla centrale atomica francese di Fessenheim, sulle rive del Reno al confine con la Germania (c'è anche il sito Stop Fessenheim). Il reattore 1 della centrale risale al 1977 e secondo alcuni non sarebbe in grado di resistere ad eventi imprevisti come un terremoto o un alluvione.
La ministra francese dell'ecologia Nathalie Kosciusko-Morizethha (meglio nota come NKM, fertile bloggista) ha ribattuto che nessuna decisione in merito alla chiusura di Fessenheim sarà presa prima della conclusione degli stress test sulle centrali concordati in sede europea.
La Francia ha 58 centrali nucleari, con il record mondiale di produzione: oltre il 74% del totale nazionale. Anche l'economia nazionale gira attorno al nucleare, con colossi come Areva e EDF tra i leader globali. Non a caso Nicholas Sarkozy è stato il primo capo di stato a visitare il Giappone dopo l'incidente di Fukushima. E malgrado che le vicine Germania, Svizzera e Italia abbiano voltato le spalle al nucleare la Francia va avanti sparata. Ieri Sarkozy ha annunciato l'investimento di un miliardo di Euro nella ricerca nucleare. Un miliardo è una bella cifra, ma una centrale come quella che ENEL e i Francesi volevano costruire in Italia costa oltre quattro miliardi. "Le nostre centrali costano di più perché sono più sicure" ha detto Sarko, aggiungendo che "oggi non c'è alternativa all'energia nucleare".
La ministra francese dell'ecologia Nathalie Kosciusko-Morizethha (meglio nota come NKM, fertile bloggista) ha ribattuto che nessuna decisione in merito alla chiusura di Fessenheim sarà presa prima della conclusione degli stress test sulle centrali concordati in sede europea.
La Francia ha 58 centrali nucleari, con il record mondiale di produzione: oltre il 74% del totale nazionale. Anche l'economia nazionale gira attorno al nucleare, con colossi come Areva e EDF tra i leader globali. Non a caso Nicholas Sarkozy è stato il primo capo di stato a visitare il Giappone dopo l'incidente di Fukushima. E malgrado che le vicine Germania, Svizzera e Italia abbiano voltato le spalle al nucleare la Francia va avanti sparata. Ieri Sarkozy ha annunciato l'investimento di un miliardo di Euro nella ricerca nucleare. Un miliardo è una bella cifra, ma una centrale come quella che ENEL e i Francesi volevano costruire in Italia costa oltre quattro miliardi. "Le nostre centrali costano di più perché sono più sicure" ha detto Sarko, aggiungendo che "oggi non c'è alternativa all'energia nucleare".
lunedì 27 giugno 2011
Milleseicento, non uno di più.
Ma chi ha scritto i sette articoli del disegno di legge sul taglio ai costi della politica diffuso dal governo? Vale la pena di leggerli, sette articoletti di sconclusionata demagogia populista che fanno pensare più a Grillo che a Tremonti.
Il primo articolo parla dei "compensi pubblici erogati a qualsiasi titolo, politico o di pubblico servizio" che "non potranno superare quelli erogati per i corrispondenti titoli europei". Cosa vuol dire? Stiamo parlando delle indennità di carica degli amministratori? Oppure scrivendo "pubblico servizio" si intendono i dipendenti dello stato? E se possiamo fare una media delle indennità dei parlamentari in Europa, qual è invece la media di un presidente di regione, visto che ci sono anche paesi che non le hanno? Senza contare che ad esempio per i parlamentari non è tanto l'indennità che scandalizza, quanto gli oneri accessori: ufficio, portaborse, utenze, rimborsi viaggi, ecc. E di quelli non si parla.
L'art. 2 si intitola "Auto blu", che però e scritto tra virgolette, come per dire "siamo spiritosi". Il breve testo è spettacolare: la cilindrata delle auto di servizio non può superare i 1600cc. Ma perché? Sarebbe stato più logico introdurre un tetto di spesa e un limite al numero dei mezzi. Avrebbe avuto senso richiamare un costo chilometrico, imporre che siano mezzi a basso impatto ambientale. Invece no, l'unico indicatore è la cilindrata. Molte amministrazioni negli ultimi anni avevano scelto di acquistare dei minivan, che portano sette o nove persone. Un'idea intelligente, per usare un mezzo solo al posto di due o tre. Contrordine, tutti alla ricerca di piccole auto superturboperformanti, velocissimi mostriciattoli rombanti e pericolosi. Very Italian.
L'art. 3 è quasi peggio del 2: "Aerei blu", sempre tra virgolette perché fa ridere.E dice che i voli di stato sono riservati ai presidenti, punto. E che ogni eccezione va autorizzata. In un paese civile solo il fatto che queste cose debbano essere scritte sarebbe un insulto all'intelligenza e al senso civico.
L'art. 4 a questo punto dovrebbe essere "Navi blu", e invece no. Si può continuare tranquillamente ad andare in motoscafo. Si parla invece di "benefits e vitalizi". Ma i tagli riguardano solo chi ha lasciato la carica.
Gli artt. 5 e 6 parlano di "riduzione delle dotazioni" e di "finanziamento dei partiti politici". Di quanto? Per adesso soprassediamo. Le cifre sono in bianco, si vedrà. L'importante è il pensiero.
Infine l'art. 7 dice che se ci sono più elezioni queste vanno accorpate. Roba anche questa che in un paese civile neanche si scrive, tanto è logica.
Insomma, sette articoli di cui vergognarsi.
E comunque, come nota Massimo Gramellini, tutto si farà, casomai, il prossimo giro.
Il primo articolo parla dei "compensi pubblici erogati a qualsiasi titolo, politico o di pubblico servizio" che "non potranno superare quelli erogati per i corrispondenti titoli europei". Cosa vuol dire? Stiamo parlando delle indennità di carica degli amministratori? Oppure scrivendo "pubblico servizio" si intendono i dipendenti dello stato? E se possiamo fare una media delle indennità dei parlamentari in Europa, qual è invece la media di un presidente di regione, visto che ci sono anche paesi che non le hanno? Senza contare che ad esempio per i parlamentari non è tanto l'indennità che scandalizza, quanto gli oneri accessori: ufficio, portaborse, utenze, rimborsi viaggi, ecc. E di quelli non si parla.
L'art. 2 si intitola "Auto blu", che però e scritto tra virgolette, come per dire "siamo spiritosi". Il breve testo è spettacolare: la cilindrata delle auto di servizio non può superare i 1600cc. Ma perché? Sarebbe stato più logico introdurre un tetto di spesa e un limite al numero dei mezzi. Avrebbe avuto senso richiamare un costo chilometrico, imporre che siano mezzi a basso impatto ambientale. Invece no, l'unico indicatore è la cilindrata. Molte amministrazioni negli ultimi anni avevano scelto di acquistare dei minivan, che portano sette o nove persone. Un'idea intelligente, per usare un mezzo solo al posto di due o tre. Contrordine, tutti alla ricerca di piccole auto superturboperformanti, velocissimi mostriciattoli rombanti e pericolosi. Very Italian.
L'art. 3 è quasi peggio del 2: "Aerei blu", sempre tra virgolette perché fa ridere.E dice che i voli di stato sono riservati ai presidenti, punto. E che ogni eccezione va autorizzata. In un paese civile solo il fatto che queste cose debbano essere scritte sarebbe un insulto all'intelligenza e al senso civico.
L'art. 4 a questo punto dovrebbe essere "Navi blu", e invece no. Si può continuare tranquillamente ad andare in motoscafo. Si parla invece di "benefits e vitalizi". Ma i tagli riguardano solo chi ha lasciato la carica.
Gli artt. 5 e 6 parlano di "riduzione delle dotazioni" e di "finanziamento dei partiti politici". Di quanto? Per adesso soprassediamo. Le cifre sono in bianco, si vedrà. L'importante è il pensiero.
Infine l'art. 7 dice che se ci sono più elezioni queste vanno accorpate. Roba anche questa che in un paese civile neanche si scrive, tanto è logica.
Insomma, sette articoli di cui vergognarsi.
E comunque, come nota Massimo Gramellini, tutto si farà, casomai, il prossimo giro.
Una faccia una razza
Il sindacato greco PAME, vicino alla sinistra comunista, ha sistemato questi striscioni in cima all'Acropoli, stamattina.
Domani e dopodomani in Grecia 48 ore di sciopero generale contro il pacchetto di misure anticrisi emamanto dal governo.
Domani e dopodomani in Grecia 48 ore di sciopero generale contro il pacchetto di misure anticrisi emamanto dal governo.
domenica 26 giugno 2011
Prince a Umbria Jazz
Il 15 luglio Prince (53) sarà all'Arena Santa Giuliana di Perugia per Umbria Jazz 2011. Il concerto del piccolo genio di Minneapolis è l'unica data italiana del suo tour Welcome to America e sostituisce quello originariamente previsto di Nathalie Cole, che ha cancellato le ultime tappe del suo tour europeo. Per fortuna.
Biglietti non numerati 70 €, piu 5 di prevendita :-o.
Biglietti non numerati 70 €, piu 5 di prevendita :-o.
sabato 25 giugno 2011
Arcobaleno a New York
Lo stato di New York ieri ha approvato la legalizzazione delle nozze tra appartenenti dello stesso sesso. Lo scorso anno il governatore Andrew Cuomo (54) aveva messo il tema delle nozze gay al centro del suo programma elettorale, ed è stato di parola.
Il parlamento dello stato, a maggioranza democratica, aveva modificato il testo della legge per recepire alcume modifiche proposte dal senato. E alla fine anche il senato, dove i conservatori sono in maggioranza, ha approvato con 33 voti favorevoli e 29 contrari.
Il senato dello stato di New York ha 62 seggi. Il 32° decisivo voto è arrivato dal senatore repubblicano Stephen M. Saland (68), un avvocato di Poughkeepsie. Sono quattro i senatori repubblicani che hanno votato sì assieme ai 29 della minoranza democratica. Un altro senatore repubblicano favorevole, Mark Grisanti (47), ha detto nella sua dichiarazione di voto: "Mi scuso con chi si sente offeso. Non posso negare a una persona, a un essere umano, a un cittadino che paga le tasse, a un lavoratore, alla gente del mio collegio e dello stato di New York, a quella gente che lo rende il grande stato che è, la possibilità di avere gli stessi diritti che abbiamo io e mia moglie".
La legge diventerà operativa tra un mese, rendendo New York il sesto stato americano che legittima le unioni omosessuali (sul Los Angeles Times c'è una interessante mappa interattiva).
Per celebrare l'evento l'Empire State Building si è illuminato con tutti i colori dell'arcobaleno. Bellissimo.
Il parlamento dello stato, a maggioranza democratica, aveva modificato il testo della legge per recepire alcume modifiche proposte dal senato. E alla fine anche il senato, dove i conservatori sono in maggioranza, ha approvato con 33 voti favorevoli e 29 contrari.
Il senato dello stato di New York ha 62 seggi. Il 32° decisivo voto è arrivato dal senatore repubblicano Stephen M. Saland (68), un avvocato di Poughkeepsie. Sono quattro i senatori repubblicani che hanno votato sì assieme ai 29 della minoranza democratica. Un altro senatore repubblicano favorevole, Mark Grisanti (47), ha detto nella sua dichiarazione di voto: "Mi scuso con chi si sente offeso. Non posso negare a una persona, a un essere umano, a un cittadino che paga le tasse, a un lavoratore, alla gente del mio collegio e dello stato di New York, a quella gente che lo rende il grande stato che è, la possibilità di avere gli stessi diritti che abbiamo io e mia moglie".
La legge diventerà operativa tra un mese, rendendo New York il sesto stato americano che legittima le unioni omosessuali (sul Los Angeles Times c'è una interessante mappa interattiva).
Per celebrare l'evento l'Empire State Building si è illuminato con tutti i colori dell'arcobaleno. Bellissimo.
venerdì 24 giugno 2011
I muscoli di Matteo
Il sindaco di Firenze Matteo Renzi (36) non è simpatico a molti dentro il PD, e per la verità neppure fuori. I sondaggi però lo proclamano sindaco più popolare d'Italia, con il 68% di gradimento.
Decisionista, allergico ai logori riti della politica amministrativa, Renzi va diritto per la sua strada. Ospita alla stazione Leopolda l'evento Prossima Italia di Pippo Civati ma in seguito si defila, anche senza ufficializzare il distacco. Per incontrare Berlù va fino a Villa Certosa, scatenando un coro di polemiche. Appena eletto nomina una giunta di dieci assessori, quando lo statuto comunale ne prevede un massimo di sedici. Poi una va in regione, un altro a dirigere una partecipata e Matteo dice che otto assessori bastano, decidendo di non reintegrare i partenti.
L'aeroporto di Peretola vuole realizzare una seconda pista, scelta fortemente sostenuta dal sindaco di Firenze. Il PD di Prato invece partecipa ai sit-in contro il progetto e Renzi li liquida con un gelido "comincio a capire come hanno fatto a perdere quel comune dopo 63 anni".
Oggi la prova del fuoco, con la chiusura alle auto di Via Tornabuoni e Piazza Pitti. La Nazione, quotidiano tradizionalmente ostile alle amministrazioni fiorentine, apre un forum per ospitare i commenti dei lettori, dando spazio alle proteste. Però nel sondaggio del quotidiano i contrari non sono un plebiscito. Il traffico è una delle sfere più emotive del governo delle città e uno dei principali indicatori di consenso. Vedremo se anche stavolta Renzi avrà avuto ragione.
Decisionista, allergico ai logori riti della politica amministrativa, Renzi va diritto per la sua strada. Ospita alla stazione Leopolda l'evento Prossima Italia di Pippo Civati ma in seguito si defila, anche senza ufficializzare il distacco. Per incontrare Berlù va fino a Villa Certosa, scatenando un coro di polemiche. Appena eletto nomina una giunta di dieci assessori, quando lo statuto comunale ne prevede un massimo di sedici. Poi una va in regione, un altro a dirigere una partecipata e Matteo dice che otto assessori bastano, decidendo di non reintegrare i partenti.
L'aeroporto di Peretola vuole realizzare una seconda pista, scelta fortemente sostenuta dal sindaco di Firenze. Il PD di Prato invece partecipa ai sit-in contro il progetto e Renzi li liquida con un gelido "comincio a capire come hanno fatto a perdere quel comune dopo 63 anni".
Oggi la prova del fuoco, con la chiusura alle auto di Via Tornabuoni e Piazza Pitti. La Nazione, quotidiano tradizionalmente ostile alle amministrazioni fiorentine, apre un forum per ospitare i commenti dei lettori, dando spazio alle proteste. Però nel sondaggio del quotidiano i contrari non sono un plebiscito. Il traffico è una delle sfere più emotive del governo delle città e uno dei principali indicatori di consenso. Vedremo se anche stavolta Renzi avrà avuto ragione.
Ponte ponente ponte pi
Chi del ponte sullo stretto di Messina non ne vuole sapere leggerà con soddisfazione l'articolo di Sergio Rizzo pubblicato oggi sulla prima pagina del Corriere. Il pezzo ripercorre la storia del ponte, con i vari stop and go, concludendo che sembrerebbe improbabile che il ponte un giorno fosse realizzato davvero.
Le cose stanno davvero così? La società costituita ad hoc, che è una costola di ANAS, dovrebbe dare la prossima settimana il parere finale sull'istruttoria interna di valutazione del progetto definitivo, realizzato dal general contractor Eurolink. Progetto mostruoso, con oltre 8000 elaborati, già validato dai consulenti e anche dal comitato scientifico nominato dal ministro Matteoli, nove docenti universitari presieduti dal rettore del Politecnico di Milano Giulio Ballio.
E' stato anche avviato il monitoraggio ambientale ante operam ed è stata affidata all'archistar Daniel Libeskind la progettazione delle opere accessorie. Il cronoprogramma originale prevedeva l'apertura del cantiere nel 2011.
Di certo il ponte sullo stretto è maschio, anzi proprio macho. Il CdA della "Stretto di Messina SpA. è composto da tutti uomini, come il collegio sindacale. I nove componenti del comitato scientifico sono anche loro tutti di sesso maschile. Il progettista incaricato pure. Insomma, se alla fine il ponte si farà le donne sapranno a chi dare la colpa.
Le cose stanno davvero così? La società costituita ad hoc, che è una costola di ANAS, dovrebbe dare la prossima settimana il parere finale sull'istruttoria interna di valutazione del progetto definitivo, realizzato dal general contractor Eurolink. Progetto mostruoso, con oltre 8000 elaborati, già validato dai consulenti e anche dal comitato scientifico nominato dal ministro Matteoli, nove docenti universitari presieduti dal rettore del Politecnico di Milano Giulio Ballio.
E' stato anche avviato il monitoraggio ambientale ante operam ed è stata affidata all'archistar Daniel Libeskind la progettazione delle opere accessorie. Il cronoprogramma originale prevedeva l'apertura del cantiere nel 2011.
Di certo il ponte sullo stretto è maschio, anzi proprio macho. Il CdA della "Stretto di Messina SpA. è composto da tutti uomini, come il collegio sindacale. I nove componenti del comitato scientifico sono anche loro tutti di sesso maschile. Il progettista incaricato pure. Insomma, se alla fine il ponte si farà le donne sapranno a chi dare la colpa.
giovedì 23 giugno 2011
mercoledì 22 giugno 2011
Altri cinque anni per Ban
E così Ban Ki-moon sarà segretario delle Nazioni Unite per altri cinque anni. L'ex ministro degli esteri della Corea del Sud (67) fu scelto a suo tempo come candidato non particolarmente brillante ma "non fastidioso", soprattutto su pressione degli USA. A quei tempi l'ambasciatore americano al palazzo di vetro era John Bolton, sceriffo internazionale scelto da George W. Bush. La presidenza di turno toccava all'Asia, c'era un presidente uscente come Kofi Annan che non era piaciuto a Washington perché troppo vivace e vistoso. Così la scelta cadde sul mite coreano Ban, che in questi cinque anni si è distinto per l'attenzione alle tematiche sociali e ambientali, meno per la condanna dei regimi dittatoriali. Ma alla fine è piaciuto a tutti, tanto da essere rieletto ieri per acclamazione. L'ultimo brivido poteva venire dalla Russia, che come membro permanente del Consiglio di Sicurezza ha potere di veto. A Mosca non è piaciuto l'appoggio di Ban all'indipendenza del Kosovo, che oltre a nuocere alla Serbia rischia di rinfocolare desideri indipendentisti anche nelle regioni russe. Ma alla fine non ci sono stati problemi.
Ban Ki-moon ha sempre mostrato grande sensibilità per i temi dello sviluppo sostenibile e dei cambiamenti climatici. Sarà ancora lui a guidare le Nazioni Unite al Summit di Rio 2012 e alle prossime conferenze sul clima, alla ricerca di un nuovo accordo globale per la riduzione delle emissioni.
Ban Ki-moon ha sempre mostrato grande sensibilità per i temi dello sviluppo sostenibile e dei cambiamenti climatici. Sarà ancora lui a guidare le Nazioni Unite al Summit di Rio 2012 e alle prossime conferenze sul clima, alla ricerca di un nuovo accordo globale per la riduzione delle emissioni.
Ma l'Estate quando comincia?
I solstizi vivono solo nel cuore degli astronomi, l'estate è un'altra cosa. Per chi ha voglia di leggerlo in inglese è tutto spiegato qui.
lunedì 20 giugno 2011
Questioni di colletto
Da anni i revers delle giacche si stringono, i colletti delle camicie si riducono.
Ma Berlù (la foto è di oggi) insiste con giacche dai revers autostradali e camicie con il colletto che supera la linea del mento.
C'è uno stilista che lo ricatta? Oppure crede che il colletto a livello guancia possa nascondere le rughe del collo, che la chirurgia plastica non può celare? Forse dovremmo chiederlo a Karl Lagerfeld, l'unico sul pianeta a condividere con il premier le dimensioni dei colletti.
Ma Berlù (la foto è di oggi) insiste con giacche dai revers autostradali e camicie con il colletto che supera la linea del mento.
C'è uno stilista che lo ricatta? Oppure crede che il colletto a livello guancia possa nascondere le rughe del collo, che la chirurgia plastica non può celare? Forse dovremmo chiederlo a Karl Lagerfeld, l'unico sul pianeta a condividere con il premier le dimensioni dei colletti.
domenica 19 giugno 2011
Un sabato sera a Bologna
Festa della FIOM a
Bologna. Venerdì serata mediatica con San Toro, Benigni e Dandini,
sabato dibattito politico finale in piazza XX settembre. E io ci sono.
Sul palco Vendola, Di Pietro e Bindi al posto dell'annunciato Bersani,
che è a Genova ma forse non ha voglia di parlare di Lega con Nichi. Poi
Massimo Rossi per la federazione della sinistra e Landini per la FIOM.
Conduce Lucia Annunziata, zero verve.
Di Pietro in giacca blu e pantaloni grigi, ministeriale. Bindi in tailleur pantaloni color astice bollito, Vendola con una polo lilla, troppo sbiadita per essere viola come vorrebbe qualcuno. Annunziata e Landini in polo blu FIOM di ordinanza. Ieri San Toro era in tuta da operaio.
Ascolto e cerco di percepire gli umori del pubblico, che è molto variegato. Anziani militanti, ragazze in tiro con le zeppe da 12, immigrati, famiglie con bambini, molto servizio d'ordine in maglietta rigorosamente rossa. Del resto è sabato sera, siamo in fondo a via Indipendenza e a cinquanta metri c'è il ristorante della festa, pieno di gente che mangia e segue il dibattito sugli schermi. Lo stand FIOM offre T-shirt e canotte (8€), spille (2€), orologi (35€), tazze, sciarpe e altri gadget. C'è anche un poveraccio che gira tra la gente cercando di vendere "Il Bolscevico", la fanzine dei marxisti-leninisti che non vedevo dal secolo scorso.
Vendola è sempre il più appassionato e quello che alza di più la voce, cercando l'applauso. Ogni tanto lo trova, ma lo zoccolo duro FIOM sembra preferire il mio amico Rossi, più organico e posato. La Bindi rivendica il suo passato "da esponente della sinistra cattolica di La Pira" e si mette a parlare pure di Macerata. Macerata mi perseguita. Bindi dice che bisogna allearsi "con chi ci sta". Vendola ribatte che la sua coalizione in Puglia era la più larga di sempre ma "occorre tenere la barra a sinistra".
Di Pietro populista ma non troppo, con la nuova patina moderata da post referendum. Rivendica la raccolta di firme, a ragione. Però non si appropria del risultato. Dice di volere le primarie di coalizione. Lo applaudono in molti. Osservo con attenzione, non è una claque. Poi Tonino si lancia in un interessante disquisizione sul terzo polo che -dice lui - in quanto tale non può allearsi con nessuno. "Sennò che terzo polo è? Se è terzo sta da solo e becca di qua e di là quello che gli conviene". Bindi sorride. Adesso che guardo meglio ha un vestito più arancione che aragosta. Sembra il colore del look acqua e cerone di Berlù.
Vendola buttà li alcune delle sue abituali frasi fatte tipo "serve un nuovo paradigma" e conclude dicendo che "il primo degli alleati è il popolo dei referendum, questo popolo che esprime una domanda, talvolta ansiosa, di cambiamento". Ansiosa? Boh. Poi se ne va perche deve partire per New York "per promuovere la cucina pugliese in America". Orecchiette a Manhattan.
Bindi replica e mette a segno un paio di stoccate, gli applausi arrivano. Anche quando conferma che le primarie si devono fare e che la migliore legge elettorale è il doppio turno. Di Pietro rivendica di avere portato due giorni fa in parlamento la proposta di abolizione delle provincie, che però ha votato solo l'IdV. Visto che Vendola è andato a portare i taralli a Las Vegas se la prende con il povero Rossi e chiede "Quante sinistre siete? Vi dividete di continuo" e qui la platea rumoreggia. Poi si lancia in un imprevisto "Anche io mi sento di sinistra". I dubbi mi assalgono e me ne vado. Mentre mi allontano sento Landini che con piglio da sindacalista navigato scandisce di non volere l'alleanza al centro, tra gli applausi. Applaudirebbe anche Bonanni, se fosse qui.
Di Pietro in giacca blu e pantaloni grigi, ministeriale. Bindi in tailleur pantaloni color astice bollito, Vendola con una polo lilla, troppo sbiadita per essere viola come vorrebbe qualcuno. Annunziata e Landini in polo blu FIOM di ordinanza. Ieri San Toro era in tuta da operaio.
Ascolto e cerco di percepire gli umori del pubblico, che è molto variegato. Anziani militanti, ragazze in tiro con le zeppe da 12, immigrati, famiglie con bambini, molto servizio d'ordine in maglietta rigorosamente rossa. Del resto è sabato sera, siamo in fondo a via Indipendenza e a cinquanta metri c'è il ristorante della festa, pieno di gente che mangia e segue il dibattito sugli schermi. Lo stand FIOM offre T-shirt e canotte (8€), spille (2€), orologi (35€), tazze, sciarpe e altri gadget. C'è anche un poveraccio che gira tra la gente cercando di vendere "Il Bolscevico", la fanzine dei marxisti-leninisti che non vedevo dal secolo scorso.
Vendola è sempre il più appassionato e quello che alza di più la voce, cercando l'applauso. Ogni tanto lo trova, ma lo zoccolo duro FIOM sembra preferire il mio amico Rossi, più organico e posato. La Bindi rivendica il suo passato "da esponente della sinistra cattolica di La Pira" e si mette a parlare pure di Macerata. Macerata mi perseguita. Bindi dice che bisogna allearsi "con chi ci sta". Vendola ribatte che la sua coalizione in Puglia era la più larga di sempre ma "occorre tenere la barra a sinistra".
Di Pietro populista ma non troppo, con la nuova patina moderata da post referendum. Rivendica la raccolta di firme, a ragione. Però non si appropria del risultato. Dice di volere le primarie di coalizione. Lo applaudono in molti. Osservo con attenzione, non è una claque. Poi Tonino si lancia in un interessante disquisizione sul terzo polo che -dice lui - in quanto tale non può allearsi con nessuno. "Sennò che terzo polo è? Se è terzo sta da solo e becca di qua e di là quello che gli conviene". Bindi sorride. Adesso che guardo meglio ha un vestito più arancione che aragosta. Sembra il colore del look acqua e cerone di Berlù.
Vendola buttà li alcune delle sue abituali frasi fatte tipo "serve un nuovo paradigma" e conclude dicendo che "il primo degli alleati è il popolo dei referendum, questo popolo che esprime una domanda, talvolta ansiosa, di cambiamento". Ansiosa? Boh. Poi se ne va perche deve partire per New York "per promuovere la cucina pugliese in America". Orecchiette a Manhattan.
Bindi replica e mette a segno un paio di stoccate, gli applausi arrivano. Anche quando conferma che le primarie si devono fare e che la migliore legge elettorale è il doppio turno. Di Pietro rivendica di avere portato due giorni fa in parlamento la proposta di abolizione delle provincie, che però ha votato solo l'IdV. Visto che Vendola è andato a portare i taralli a Las Vegas se la prende con il povero Rossi e chiede "Quante sinistre siete? Vi dividete di continuo" e qui la platea rumoreggia. Poi si lancia in un imprevisto "Anche io mi sento di sinistra". I dubbi mi assalgono e me ne vado. Mentre mi allontano sento Landini che con piglio da sindacalista navigato scandisce di non volere l'alleanza al centro, tra gli applausi. Applaudirebbe anche Bonanni, se fosse qui.
sabato 18 giugno 2011
Sperando che non piova
Alla centrale dei Fukushima si erano appena avviate le operazioni di decontaminazione delle oltre centomila tonnellate di acqua radioattiva presente negli edifici ma sono state già interrotte, dopo appena cinque ore. La causa sono dei livelli di radioattività molto più elevati del previsto.
Il sistema prevede che dei grandi cilindri di zeolite assorbano il cesio presente nell'acqua che, con una ridotta radioattività residua, può essere trasferita in dei contenitori provvisori di stoccaggio con relativa sicurezza. Secondo le previsioni questi cilindri filtro avrebbero dovuto raggiungere il limite massimo di 4 millisievert/ora dopo un mese. Invece il livello è stato superato dopo sole cinque ore, quindi stop immediato. Nessuno sa cosa sia successo. Il sospetto è che nell'acqua pompata sia entrato una porzione del blob super radioattivo creato dalla fusione dei reattori. Si calcola che ci siano duemila tonnellate di melma con radiazioni altissime e nessuno ha finora detto cosa ne sarà fatto.
Lo stop al filtraggio dell'acqua e al suo spostamento altrove preoccupa perché in Giappone sta arrivando la stagione delle piogge. I rilevamenti vedono il livello dell'acqua nei sotterranei crescere e avvicinarsi pericolosamente al terreno con rischio di tracimazione e allagamento, perché dopo le esplosioni gli edifici non hanno più il tetto.
Gli ultimi dati diffusi da TEPCO dicono che nel reattore due il livello e 30 cm sotto quello di terra e nel reattore 3 di soli 15 cm. E siccome sembra che il sistema di filtraggio non potrà essere riattivato prima di una settimana resta solo la speranza che non piova troppo forte. Enjoy.
Il sistema prevede che dei grandi cilindri di zeolite assorbano il cesio presente nell'acqua che, con una ridotta radioattività residua, può essere trasferita in dei contenitori provvisori di stoccaggio con relativa sicurezza. Secondo le previsioni questi cilindri filtro avrebbero dovuto raggiungere il limite massimo di 4 millisievert/ora dopo un mese. Invece il livello è stato superato dopo sole cinque ore, quindi stop immediato. Nessuno sa cosa sia successo. Il sospetto è che nell'acqua pompata sia entrato una porzione del blob super radioattivo creato dalla fusione dei reattori. Si calcola che ci siano duemila tonnellate di melma con radiazioni altissime e nessuno ha finora detto cosa ne sarà fatto.
Lo stop al filtraggio dell'acqua e al suo spostamento altrove preoccupa perché in Giappone sta arrivando la stagione delle piogge. I rilevamenti vedono il livello dell'acqua nei sotterranei crescere e avvicinarsi pericolosamente al terreno con rischio di tracimazione e allagamento, perché dopo le esplosioni gli edifici non hanno più il tetto.
Gli ultimi dati diffusi da TEPCO dicono che nel reattore due il livello e 30 cm sotto quello di terra e nel reattore 3 di soli 15 cm. E siccome sembra che il sistema di filtraggio non potrà essere riattivato prima di una settimana resta solo la speranza che non piova troppo forte. Enjoy.
La prova del fuoco
Luigi De Magistris in campagna elettorale aveva fatto promesse importanti sulla soluzione del problema rifiuti di Napoli, sbeffeggiato dalla destra ma anche da parte del suo schieramento, che riteneva ineluttabile la situazione. E adesso sono tutti in attesa delle sue decisioni, pronti ad accusarlo di non tenere fede agli impegni.
Il sindaco invece ha cominiciato subito, al fianco del vicesindaco e assessore all'ambiente Tommaso Sodano. Un piano rifiuti è già stato presentato, come riferisce Eco dalle Città. Partirà il porta a porta in cinque quartieri: Barra, Ponticelli, Posillipo, Scampia e Vomero. Isole ecologiche mobili e impianti per i rifiuti speciali. Niente inceneritori, si punta a ridurre drasticamente la quantita dei rifiuti con la differenziata. Previsti due impianti di compostaggio per l'organico.
Intanto nelle strade di Napoli ci sono almeno duemila tonnellate di spazzatura. Secondo Claudio Cicatiello (63), presidente fino a ieri di ASIA, l'azienda che gestisce il servizio dei rifiuti, il dato provinciale è di diecimila tonnellate di mondezza da raccogliere. Il nuovo presidente di ASIA è Raphael Rossi (37).
Quanto ai cumuli di spazzatura per le strade, il sindaco promette di sbarazzarsene entro 4-5 giorni e aggiunge: ''Abbiamo fatto in 4 giorni quello che non si è fatto in 10 anni di amministrazione Iervolino''.
Il sindaco invece ha cominiciato subito, al fianco del vicesindaco e assessore all'ambiente Tommaso Sodano. Un piano rifiuti è già stato presentato, come riferisce Eco dalle Città. Partirà il porta a porta in cinque quartieri: Barra, Ponticelli, Posillipo, Scampia e Vomero. Isole ecologiche mobili e impianti per i rifiuti speciali. Niente inceneritori, si punta a ridurre drasticamente la quantita dei rifiuti con la differenziata. Previsti due impianti di compostaggio per l'organico.
Intanto nelle strade di Napoli ci sono almeno duemila tonnellate di spazzatura. Secondo Claudio Cicatiello (63), presidente fino a ieri di ASIA, l'azienda che gestisce il servizio dei rifiuti, il dato provinciale è di diecimila tonnellate di mondezza da raccogliere. Il nuovo presidente di ASIA è Raphael Rossi (37).
Quanto ai cumuli di spazzatura per le strade, il sindaco promette di sbarazzarsene entro 4-5 giorni e aggiunge: ''Abbiamo fatto in 4 giorni quello che non si è fatto in 10 anni di amministrazione Iervolino''.
venerdì 17 giugno 2011
L'ultima novità. Di 5 anni fa
Ci sono caduti in parecchi, dal Daily Mail a Repubblica. Definito "l'ultima novità" in realtà il bikini fotovoltaico era stato presentato dal suo inventore Andrew Schneider nel 2006, vedi il post di Treehugger dell'epoca .
270.000 carcasse
Lo Tsunami giapponese ha distrutto 270.000 automobili, di cui adesso occorre sbarazzarsi. Operazione non semplice, perché andrebbero teoricamente restituite ai proprietari. Il governo ha dato istruzioni alle municipalità perché spostino le auto e le raccolgano in aree deposito. Poi i dati delle targhe devono essere resi pubblici invitando i proprietari a farsi avanti entro un limite di tempo prefissato per demolire il mezzo. Passata la scadenza la demolizione sarà compiuta dallo stato. In Giappone le assicurazioni auto generalmente non comprendono i danni causati da eventi naturali.
giovedì 16 giugno 2011
Lettera aperta a Tommasa Giovannoni Ottaviani, detta Titti
Cara Titti,
noi non ci conosciamo ma da tempo seguo le cronache che la vedono accanto a Renato Brunetta, ora suo promesso sposo. Le avevo scritto un'altra lettera aperta tre anni fa, quando il suo fidanzato si era lanciato in spericolate affermazioni su un tema importante come i cambiamenti climatici.
Oggi le cose vanno molto peggio. Renato suo è evidentemente stressato. Lo so, lo scorso anno è stato bastonato nelle elezioni comunali a Venezia, perse al primo turno nel momento di massimo fulgore della destra italiana. Lo so, secondo l'ultimo sondaggio è passato in un solo anno dal 58 al 39 per cento del gradimento. Lo so, aveva detto che i referendum erano quattro imbrogli e l'Italia non gli ha dato retta, votando in massa.
Tutti buoni motivi per mantenere un profilo basso e cercare di raccogliere le forze, magari con l'aiuto delle persone più care. Ecco perché adesso c'è bisogno di lei. Mi rendo conto che per il ministro fustigatore dei fannulloni lei dovrà essere più una crocerossina che una musa. Ma la prego, gli stia vicino. Lo distragga. Gli eviti altre brutte figure come quella fatta con i precari due giorni fa. Anche perché un mio amico ha fatto delle ricerche e avrebbe scoperto che Renato suo ha conquistato una cattedra solo attraverso una delle famigerate sanatorie universitarie del secolo scorso. Insomma, era un precario anche lui.
Gli chieda di smettere con queste sparate. E di non insistere dopo avere sbagliato. Glielo faccia giurare nel momento fatidico, quando vi scambierete le fedi. A proposito, congratulazioni e tanti auguri. Tralascio i figli maschi.
noi non ci conosciamo ma da tempo seguo le cronache che la vedono accanto a Renato Brunetta, ora suo promesso sposo. Le avevo scritto un'altra lettera aperta tre anni fa, quando il suo fidanzato si era lanciato in spericolate affermazioni su un tema importante come i cambiamenti climatici.
Oggi le cose vanno molto peggio. Renato suo è evidentemente stressato. Lo so, lo scorso anno è stato bastonato nelle elezioni comunali a Venezia, perse al primo turno nel momento di massimo fulgore della destra italiana. Lo so, secondo l'ultimo sondaggio è passato in un solo anno dal 58 al 39 per cento del gradimento. Lo so, aveva detto che i referendum erano quattro imbrogli e l'Italia non gli ha dato retta, votando in massa.
Tutti buoni motivi per mantenere un profilo basso e cercare di raccogliere le forze, magari con l'aiuto delle persone più care. Ecco perché adesso c'è bisogno di lei. Mi rendo conto che per il ministro fustigatore dei fannulloni lei dovrà essere più una crocerossina che una musa. Ma la prego, gli stia vicino. Lo distragga. Gli eviti altre brutte figure come quella fatta con i precari due giorni fa. Anche perché un mio amico ha fatto delle ricerche e avrebbe scoperto che Renato suo ha conquistato una cattedra solo attraverso una delle famigerate sanatorie universitarie del secolo scorso. Insomma, era un precario anche lui.
Gli chieda di smettere con queste sparate. E di non insistere dopo avere sbagliato. Glielo faccia giurare nel momento fatidico, quando vi scambierete le fedi. A proposito, congratulazioni e tanti auguri. Tralascio i figli maschi.
FDG 110616 #569
A Union Square in New York, all'angolo tra la 17a e Broadway, dal 30 marzo c'è una installazione chiamata The Andy Monument ovviamente dedicata ad Andy Warhol, che nel 1968 trasferì la sua Factory proprio ad Union Square, al sesto piano del Decker Building.
Nella statua cromata Warhol è raffigurato con i paramenti dell'epoca: jeans Levi's 501, giacca Brooks Brothers, macchina Polaroid al collo e shopper di Bloomingdale's.
L'autore è Rob Pruitt e il monumento temporaneo resterà in loco fino al 2 ottobre.
Nella statua cromata Warhol è raffigurato con i paramenti dell'epoca: jeans Levi's 501, giacca Brooks Brothers, macchina Polaroid al collo e shopper di Bloomingdale's.
L'autore è Rob Pruitt e il monumento temporaneo resterà in loco fino al 2 ottobre.
mercoledì 15 giugno 2011
Un telone sopra il reattore
I reattori della centrale atomica di Fukushima continuano ad emettere radiazioni. Tre su quattro hanno subito esplosioni che hanno distrutto gli edifici, lasciando i reattori a cielo aperto. La mancanza di una copertura ha permesso le rozze operazioni di raffreddamento, che tre mesi dopo l'incidente vengono ancora compiunte pompando acqua "a casaccio" dall'alto, al ritmo di 500 tonnellate al giorno.
L'acqua, che a contatto con i reattori è diventata fortemente radioattiva, ha invaso i sotterranei dei reattori, dove erano collocati i generatori, e rischia di tracimare. Può andare peggio? Certo che sì, visto che in Giappone sta per iniziare la stagione delle piogge.
La TEPCO, che continua a gestire la crisi con sistemi incredibilmente lo-tech, ha pensato di risolvere il problema ricoprendo i reattori con dei teloni. Anche questo non è semplice, perché serve un maxitelo in PVC di 47 metri x 42, alto 54 metri (come un palazzo di 18 piani).
Le cose sono ancora più complicate dal fatto che i lavori non possono essere fatti sul posto, perché le radiazioni non lo permettono. Così i 62 elementi in ferro che costituiranno il telaio destinato a reggere il maxicappotto sono assemblati nel porto di Onahama a 50 Km dalla centrale. Verranno poi trasferiti via mare a Fukushima e montati tramite una maxigru che dovrebbe ridurre al minimo la necessità di operai sul posto.
TEPCO spera di riuscire a spedire i pezzi del telaio metallico a Fukushima per la fine di luglio e di montare il maxicappotto entro settembre. Enjoy.
L'acqua, che a contatto con i reattori è diventata fortemente radioattiva, ha invaso i sotterranei dei reattori, dove erano collocati i generatori, e rischia di tracimare. Può andare peggio? Certo che sì, visto che in Giappone sta per iniziare la stagione delle piogge.
La TEPCO, che continua a gestire la crisi con sistemi incredibilmente lo-tech, ha pensato di risolvere il problema ricoprendo i reattori con dei teloni. Anche questo non è semplice, perché serve un maxitelo in PVC di 47 metri x 42, alto 54 metri (come un palazzo di 18 piani).
Le cose sono ancora più complicate dal fatto che i lavori non possono essere fatti sul posto, perché le radiazioni non lo permettono. Così i 62 elementi in ferro che costituiranno il telaio destinato a reggere il maxicappotto sono assemblati nel porto di Onahama a 50 Km dalla centrale. Verranno poi trasferiti via mare a Fukushima e montati tramite una maxigru che dovrebbe ridurre al minimo la necessità di operai sul posto.
TEPCO spera di riuscire a spedire i pezzi del telaio metallico a Fukushima per la fine di luglio e di montare il maxicappotto entro settembre. Enjoy.
Lo scoglio del nucleare
Dopo un paio di giorni di silenzio, trascorsi elaborando il lutto, il guru atomico nostrano C. Testa ritorna con un post sul blog del Forum Nucleare, il portale finanziato dalle grandi multinazionali dell'atomo che aveva la mission di convincere l'Italia della bontà dell'energia nucleare.
Adesso che la battaglia è perduta per sempre C. Testa si ricolloca con nonchalance in posizione neutrale, come se fino a ieri non avesse voluto farci ingoiare ad ogni costo il rospo nucleare. Disquisisce di mix energetico, di efficienza, della necessità di ridurre le emissioni di CO2.
E termina il post con una frase che ho dovuto rileggere molte volte per essere certo di non sbagliare. C'è scritto "Superato lo scoglio del nucleare, scegliamo una strada ambiziosa, puntando sulla ricerca e sull’eccellenza tecnologica". Lo SCOGLIO DEL NUCLEARE? Proprio così, parola di C. Testa che fino a lunedì faceva campagna per l'astensione al referendum.
L'importante è riposizionarsi in fretta. Magari si potrà aprire un Forum Eolico Italiano, finanziato da Vestas e General Electric. E sempre con le spalle coperte da Enel, naturalmente.
Adesso che la battaglia è perduta per sempre C. Testa si ricolloca con nonchalance in posizione neutrale, come se fino a ieri non avesse voluto farci ingoiare ad ogni costo il rospo nucleare. Disquisisce di mix energetico, di efficienza, della necessità di ridurre le emissioni di CO2.
E termina il post con una frase che ho dovuto rileggere molte volte per essere certo di non sbagliare. C'è scritto "Superato lo scoglio del nucleare, scegliamo una strada ambiziosa, puntando sulla ricerca e sull’eccellenza tecnologica". Lo SCOGLIO DEL NUCLEARE? Proprio così, parola di C. Testa che fino a lunedì faceva campagna per l'astensione al referendum.
L'importante è riposizionarsi in fretta. Magari si potrà aprire un Forum Eolico Italiano, finanziato da Vestas e General Electric. E sempre con le spalle coperte da Enel, naturalmente.
martedì 14 giugno 2011
Il fantasma di Kyoto
I negoziati sul clima di Bonn sono entrati nella seconda settimana con qualche spiraglio di ottimismo. Dopo un inzio stentato le ultime giornate hanno portato qualche passo avanti concreto, anche se le posizioni restano distanti.
La possibilità di accordo su un secondo periodo del Protocollo di Kyoto resta remota. Dopo lo sfilarsi di Canada, Russia e Giappone e la continua distanza degli USA, resta solo il blocco europeo a sostenere la necessità di una Kyoto 2, ma non può bastare. Il capo negoziatore di Bruxelles Artur Runge-Metzger ha confermato che l'Europa è disponibile "solo se tutte le maggiori economie mondiali faranno altrettanto". Del resto l'Europa produce solo il 12% del CO2 mondiale. Eppure oggi sul web è circolata una notizia non verificata secondo cui l'Europa sarebbe disponibile a siglare comunque un Kyoto 2 a Durban. Sembra improbabile.
Nel gruppo di lavoro di Bonn sul protocollo di Kyoto AWG-KP alcuni stati hanno avanzato la proposta che la discussione proceda solo con gli stati che hanno manifestato interesse in un nuovo trattato, ma i più realisti hanno ribattuto che la sala sarebbe diventata "piuttosto vuota".
Nei corridoi di Bonn si parla anche con insistenza della necessità di mettere in calendario altri meeting prima della COP 17 di dicembre. Il Sudafrica avrebbe ricevuto la richiesta di ospitare uno o due incontri tra settembre e ottobre ma i paesi occidentali, che pagano le riunioni, non si sono ancora pronunciati sul finanziamento dei meeting.
La possibilità di accordo su un secondo periodo del Protocollo di Kyoto resta remota. Dopo lo sfilarsi di Canada, Russia e Giappone e la continua distanza degli USA, resta solo il blocco europeo a sostenere la necessità di una Kyoto 2, ma non può bastare. Il capo negoziatore di Bruxelles Artur Runge-Metzger ha confermato che l'Europa è disponibile "solo se tutte le maggiori economie mondiali faranno altrettanto". Del resto l'Europa produce solo il 12% del CO2 mondiale. Eppure oggi sul web è circolata una notizia non verificata secondo cui l'Europa sarebbe disponibile a siglare comunque un Kyoto 2 a Durban. Sembra improbabile.
Nel gruppo di lavoro di Bonn sul protocollo di Kyoto AWG-KP alcuni stati hanno avanzato la proposta che la discussione proceda solo con gli stati che hanno manifestato interesse in un nuovo trattato, ma i più realisti hanno ribattuto che la sala sarebbe diventata "piuttosto vuota".
Nei corridoi di Bonn si parla anche con insistenza della necessità di mettere in calendario altri meeting prima della COP 17 di dicembre. Il Sudafrica avrebbe ricevuto la richiesta di ospitare uno o due incontri tra settembre e ottobre ma i paesi occidentali, che pagano le riunioni, non si sono ancora pronunciati sul finanziamento dei meeting.
Banalizzando tra virgolette
Qualcuno potrebbe pensare che fare il ministro dell'economia sia un mestiere difficile. Che debbano servire doti rare, un intelletto superiore.
Invece no. Sono sufficienti alcune cognizioni elementari in materia economica, diciamo a livello di laurea breve o diploma di ragioneria.
Per il resto basta dare la colpa ai tempi della politica, ai mercati, alla Cina, alla sinistra, all'Europa, alle agenzie di rating, agli industriali o a Santoro, a seconda dei casi.
In pubblico non si devono fare discorsi complessi, tantomeno innovativi. E' sufficiente banalizzare, tra un proverbio popolare e una frase da coda alla cassa del supermercato.
Ecco ad esempio alcuni virgolettati dell'intervento di stamattina del ministro capoclasse Tremonti all'assemblea di Confartigianato.
Invece no. Sono sufficienti alcune cognizioni elementari in materia economica, diciamo a livello di laurea breve o diploma di ragioneria.
Per il resto basta dare la colpa ai tempi della politica, ai mercati, alla Cina, alla sinistra, all'Europa, alle agenzie di rating, agli industriali o a Santoro, a seconda dei casi.
In pubblico non si devono fare discorsi complessi, tantomeno innovativi. E' sufficiente banalizzare, tra un proverbio popolare e una frase da coda alla cassa del supermercato.
Ecco ad esempio alcuni virgolettati dell'intervento di stamattina del ministro capoclasse Tremonti all'assemblea di Confartigianato.
"Le aliquote più basse possibili sono il miglior investimento per ridurre l’evasione fiscale".
"Non si può fare la riforma fiscale in deficit"
"Scassare il bilancio pubblico è una strategia che non è nel bene della gente".
"Sono d’accordo anch’io nel dire no ai tagli lineari, ma la reazione di ogni ministero è stata: tagli? taglia l’altro".
"Ci sono molti costi della politica che vanno ridotti".
E infine l'apoteosi:
"Gli assegni vanno tolti a quelli che hanno il gippone".
Un tablet da 23 Euro
Azim Premji è l'amministratore delegato di Wipro, una azienda di software e servizi con sede a Bangalore in India, 120.000 dipendenti e filiali in 50 nazioni. Premji secondo Forbes occupa il 60° posto nella classifica degli uomini più ricchi del mondo, con oltre 12 milardi di dollari di patrimonio personale. Ma è anche uno dei più generosi: lo scorso dicembre ha ceduto circa due miliardi di dollari di azioni Wipro, pari a circa l'8.7 del capitale sociale, a una fondazione per migliorare l'istruzione elementare in India.
Ieri la Wipro ha annunciato di stare lavorando a un tablet PC touchscreen supereconomico, che possa essere diffuso in tutta l'India. L'obiettivo è un prezzo finale di 1500 rupie, circa 23 Euro. Il quartier generale di Wipro sta elaborando il progetto nel quartier generale di Electronic City, la Silicon Valley di Bangalore.
I primi prototipi del tablet dovrebbero essere pronti per l'inizio del prossimo anno. I tecnici stanno applicando nanotecnologie e microcomponenti per ridurre i consumi e abbattere i costi. Secondo molti l'impresa è quasi impossibile e si calcola che ad oggi un tablet touch screen non può costare meno di 80 dollari. Ma Azim Premji ci crede, forte di un mercato interno potenziale di 1.2 miliardi di indiani, e per riuscirci ha trascinato nell'impresa un partner di prestigio come Imec, una società belga di nanotecnologie tra i leader mondiali del settore.
Ieri la Wipro ha annunciato di stare lavorando a un tablet PC touchscreen supereconomico, che possa essere diffuso in tutta l'India. L'obiettivo è un prezzo finale di 1500 rupie, circa 23 Euro. Il quartier generale di Wipro sta elaborando il progetto nel quartier generale di Electronic City, la Silicon Valley di Bangalore.
I primi prototipi del tablet dovrebbero essere pronti per l'inizio del prossimo anno. I tecnici stanno applicando nanotecnologie e microcomponenti per ridurre i consumi e abbattere i costi. Secondo molti l'impresa è quasi impossibile e si calcola che ad oggi un tablet touch screen non può costare meno di 80 dollari. Ma Azim Premji ci crede, forte di un mercato interno potenziale di 1.2 miliardi di indiani, e per riuscirci ha trascinato nell'impresa un partner di prestigio come Imec, una società belga di nanotecnologie tra i leader mondiali del settore.
lunedì 13 giugno 2011
Stiamo dando i numeri
Il 57% dei votanti nei referendum del 2011 sono un risultato straordinario se raffrontato con le ultime elezioni politiche del 2008, quando l'affluenza fu del 78%. Perché quando i referendum arrivavano al quorum, negli anni '90, a votare andava quasi tutta l'Italia.
Il 57% di oggi significa che una buona metà dell'elettorato di destra è andato a votare per i referendum, alla faccia degli inviti all'astensione di Bossi e Berlù. Poi qualcuno, visto l'andazzo, ha cercato di metterci una pezza.
Il 95% di SI sul 57% di votanti vuol dire invece che la maggioranza assoluta dei votanti ha scelto bene cosa votare. Sono percentuali impossibili da raggiungere nelle democrazie occidentali, solo noi Italiani riusciamo a fare queste cose. Quando meno te le aspetti. Si chiama plebiscito.
Speriamo che il PD e il centrosinistra capiscano che c'è una domanda forte di cambiamento, a cui occorre dare risposte precise e immediate.
Il 57% di oggi significa che una buona metà dell'elettorato di destra è andato a votare per i referendum, alla faccia degli inviti all'astensione di Bossi e Berlù. Poi qualcuno, visto l'andazzo, ha cercato di metterci una pezza.
Il 95% di SI sul 57% di votanti vuol dire invece che la maggioranza assoluta dei votanti ha scelto bene cosa votare. Sono percentuali impossibili da raggiungere nelle democrazie occidentali, solo noi Italiani riusciamo a fare queste cose. Quando meno te le aspetti. Si chiama plebiscito.
Speriamo che il PD e il centrosinistra capiscano che c'è una domanda forte di cambiamento, a cui occorre dare risposte precise e immediate.
Convertiti obtorto collo
"L'Italia probabilmente a seguito
di una decisione che il popolo italiano sta prendendo in queste
ore, dovrà dire addio alle centrali nucleari e quindi dovremo
impegnarci fortemente sul settore delle energie rinnovabili" ha detto Berlù stamattina a seggi ancora aperti.
"Condivido in pieno quanto affermato dal Presidente Berlusconi che stamani ha ribadito, ad urne ancora aperte, e quindi a prescindere dall’esito referendario, il forte impegno dell’Italia per le fonti rinnovabili, che l’abbandono della scelta nucleare rende ulteriormente importanti e strategiche per l’equilibrio energetico del nostro paese" fa scrivere la ministra invisibile dell'ambiente nella homepage del sito del ministero.
Del resto siamo un paese cattolico, non c'è peccato da cui non si possa essere perdonati. Basta la confessione e qualche penitenza.
Anzi, io passerei dal legittimo impedimento direttamente all'indulgenza plenaria.
"Condivido in pieno quanto affermato dal Presidente Berlusconi che stamani ha ribadito, ad urne ancora aperte, e quindi a prescindere dall’esito referendario, il forte impegno dell’Italia per le fonti rinnovabili, che l’abbandono della scelta nucleare rende ulteriormente importanti e strategiche per l’equilibrio energetico del nostro paese" fa scrivere la ministra invisibile dell'ambiente nella homepage del sito del ministero.
Del resto siamo un paese cattolico, non c'è peccato da cui non si possa essere perdonati. Basta la confessione e qualche penitenza.
Anzi, io passerei dal legittimo impedimento direttamente all'indulgenza plenaria.
domenica 12 giugno 2011
Ma infatti
"Se
fossimo andati oggi a quel referendum il nucleare in Italia non sarebbe stato possibile per molti
anni a venire.
Abbiamo introdotto questa moratoria responsabilmente, per far sì che
dopo un anno o due si possa tornare a
discuterne con un'opinione pubblica consapevole. Siamo convinti che il nucleare
sia un destino ineluttabile. L’energia nucleare è sempre la più sicura".
S. Berlusconi, 26 aprile 2011
S. Berlusconi, 26 aprile 2011
Votare, che passione
Questa qui sopra è la mia tessera elettorale, rilasciata nel marzo 2001. Ci sono 15 timbri. Credo di non avere saltato nessuna opportunità di voto, però in quattro casi (due per il comune, due per la provincia) l'elezione è avvenuta al primo turno. Se vivessi in una zona politicamente più instabile e ci fosse stato bisogno dei ballottaggi le consultazioni sarebbero state 19, in dieci anni.
Anche 15 comunque non è male, una media di 1 e mezzo l'anno. L'unico anno miracolosamente indenne è il 2003.
Ogni tanto, per dare un po' di nuovi brividi all'esperienza, cambia qualcosa. Lo scorso anno il mio seggio, che è il N. 1, è stato spostato dalla palestra della scuola ad un'aula normale. E chissà cosa accadrà la prossima volta, visto che la scuola che lo ospita con il nuovo anno chiuderà i battenti. Non vedo l'ora di tornare a votare.
Anche 15 comunque non è male, una media di 1 e mezzo l'anno. L'unico anno miracolosamente indenne è il 2003.
Ogni tanto, per dare un po' di nuovi brividi all'esperienza, cambia qualcosa. Lo scorso anno il mio seggio, che è il N. 1, è stato spostato dalla palestra della scuola ad un'aula normale. E chissà cosa accadrà la prossima volta, visto che la scuola che lo ospita con il nuovo anno chiuderà i battenti. Non vedo l'ora di tornare a votare.
sabato 11 giugno 2011
Era solo due anni fa
Domani si vota per i referendum, e tutto il centro sinistra spinge per andare ai seggi. Ma proprio tutto, da Casini a Turigliatto.
In questo nostro strano paese si vota talmente spesso che è difficile ricordarsi esiti elettorali anche recenti, ma due anni fa eravamo stati chiamati a votare per tre referendum sulla legge elettorale. Due dei quesiti riguardavano l'attribuzione del premio di maggioranza, rispettivamente alla Camera e al Senato. Il terzo voleva eliminare la vergogna delle candidature multiple in più collegi.
Anche due anni fa, come oggi, il governo non volle accorpare i referendum con le elezioni europee e amministrative del 7 giugno 2009, ma concesse bonariamente di farli coincidere con i ballottaggi delle amministrative, il 21 giugno. Quest'anno neppure questo.
La cosa interessante è che nei referendum del 2009 tutta la sinistra DOC fece campagna per l'astensione. Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Sinistra e Libertà, Sinistra critica, Micromega e Libertà e Giustizia compatti invitavano a non andare ai seggi.
Lo ricorda oggi Francesco Costa su Il Post, e secondo me fa bene. Nel 2009, come oggi, il PD invitava ad andare a votare, e votare SI. Anche Di Pietro spingeva correttamente per il voto, ma per il NO.
In questo nostro strano paese si vota talmente spesso che è difficile ricordarsi esiti elettorali anche recenti, ma due anni fa eravamo stati chiamati a votare per tre referendum sulla legge elettorale. Due dei quesiti riguardavano l'attribuzione del premio di maggioranza, rispettivamente alla Camera e al Senato. Il terzo voleva eliminare la vergogna delle candidature multiple in più collegi.
Anche due anni fa, come oggi, il governo non volle accorpare i referendum con le elezioni europee e amministrative del 7 giugno 2009, ma concesse bonariamente di farli coincidere con i ballottaggi delle amministrative, il 21 giugno. Quest'anno neppure questo.
La cosa interessante è che nei referendum del 2009 tutta la sinistra DOC fece campagna per l'astensione. Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Sinistra e Libertà, Sinistra critica, Micromega e Libertà e Giustizia compatti invitavano a non andare ai seggi.
Lo ricorda oggi Francesco Costa su Il Post, e secondo me fa bene. Nel 2009, come oggi, il PD invitava ad andare a votare, e votare SI. Anche Di Pietro spingeva correttamente per il voto, ma per il NO.
Il Giappone scende in piazza
Tre mesi esatti dopo l'11 marzo, il giorno del terremoto e dello tsunami, il Giappone manifesta contro il nucleare. Scendere in piazza non fa parte della tradizione nipponica, ma stavolta sono più di cento gli eventi che si svolgono in tutto il paese (mappa interattiva). Su Tokyo e il Giappone centrale sta piovendo, ma gli organizzatori sperano di portare in piazza un milione di persone. Sono in programma manifestazioni anche in USA, Germania, Francia, Canada, Nuova Zelanda, Australia, Corea del Sud, Hong Kong e Indonesia. C'è anche un videostream in diretta.
venerdì 10 giugno 2011
Referendum -2
L'Europa regolamenta con occhiuta precisione questioni non esattamente cruciali, come la dimensione delle banane, ma lascia completa libertà agli stati membri sulle politiche energetiche, quindi anche sulle centrali nucleari.
La creazione di una autorità europea per la sicurezza nucleare è una necessità. E visto che il governo italiano non sembra interessato al problema (il ministro invisibile dell'ambiente sembra che non andrà neppure a votare al referendum), i parlamentari europei del centrosinistra dovrebbero farsene promotori. Austria, Irlanda, Portogallo, Polonia, Grecia, Danimarca, Lettonia, Estonia, Cipro, Malta, Lussemburgo e Italia non hanno impianti nucleari. Dopo Fukushima la Germania ha avviato una exit strategy, come la extracomunitaria Svizzera. Lunedì prossimo l'Italia dovrà confermare la sua scelta.
Una autorità comunitaria avrebbe un ruolo fondamentale nella redazione dei criteri di sicurezza e nel controllo delle centrali, coordinando gli stress test che il Consiglio Europeo ha recentemente deciso di attuare nei 143 impianti presenti nella UE. Potrebbe disciplinare il decommissioning di quelli in dismissione ed elaborare piani preventivi di azione in caso di incidenti. In collaborazione con i governi nazionali avrebbe la possibilità di pianificare la gestione comune delle scorie, che oggi ci palleggiamo da un paese all'altro. Sarebbe molto meno vulnerabile dei singoli stati membri alle pressioni politiche e in grado di fronteggiare la potente lobby delle multinazionali dell'atomo. E dimostrerebbe la capacità dell'Unione di gestire problemi complessi, proprio quello che tutti noi ci aspettiamo dall'Europa unita.
La creazione di una autorità europea per la sicurezza nucleare è una necessità. E visto che il governo italiano non sembra interessato al problema (il ministro invisibile dell'ambiente sembra che non andrà neppure a votare al referendum), i parlamentari europei del centrosinistra dovrebbero farsene promotori. Austria, Irlanda, Portogallo, Polonia, Grecia, Danimarca, Lettonia, Estonia, Cipro, Malta, Lussemburgo e Italia non hanno impianti nucleari. Dopo Fukushima la Germania ha avviato una exit strategy, come la extracomunitaria Svizzera. Lunedì prossimo l'Italia dovrà confermare la sua scelta.
Una autorità comunitaria avrebbe un ruolo fondamentale nella redazione dei criteri di sicurezza e nel controllo delle centrali, coordinando gli stress test che il Consiglio Europeo ha recentemente deciso di attuare nei 143 impianti presenti nella UE. Potrebbe disciplinare il decommissioning di quelli in dismissione ed elaborare piani preventivi di azione in caso di incidenti. In collaborazione con i governi nazionali avrebbe la possibilità di pianificare la gestione comune delle scorie, che oggi ci palleggiamo da un paese all'altro. Sarebbe molto meno vulnerabile dei singoli stati membri alle pressioni politiche e in grado di fronteggiare la potente lobby delle multinazionali dell'atomo. E dimostrerebbe la capacità dell'Unione di gestire problemi complessi, proprio quello che tutti noi ci aspettiamo dall'Europa unita.
Assessore alla moda e al design
Ed ecco la giunta Pisapia. Stefano Boeri è assessore all'Expo, cultura, moda e design.
Se avesse vinto Letizia Moratti la delega alla moda sarebbe stata assegnata a Roberto Formigoni. La delega al design a Titti Giovannoni, fidanzata e promessa sposa di Renato Brunetta.
Se avesse vinto Letizia Moratti la delega alla moda sarebbe stata assegnata a Roberto Formigoni. La delega al design a Titti Giovannoni, fidanzata e promessa sposa di Renato Brunetta.
Zaino, merenda e dosimetro
La città di Date ha 70.000 abitanti ed è a 60 Km dalla centrale nucleare di Fukushima, ma malgrado la distanza gli apparecchi hanno rilevato nel centro urbano una radioattività di 20 millisievert anno, cioè 20 volte la quantità massima raccomandata dalla Commissione Internazionale per la Protezione Radiologica (ICRP).
Date è lontana dalla centrale ma vicina alla città di Iitate, che invece è stata evacuata per i livelli di radiazioni riscontrati.
I residenti di Date hanno manifestato i loro timori soprattutto per i bambini, molto più sensibili agli effetti della radioattività. Così il sindaco Shoji Nishida ha deciso ieri di investire più di duecentomila euro per dotare ogni bambino degli asili, delle elementari e delle scuole medie di un dosimetro per misurare la radioattività. Sign of the times.
Date è lontana dalla centrale ma vicina alla città di Iitate, che invece è stata evacuata per i livelli di radiazioni riscontrati.
I residenti di Date hanno manifestato i loro timori soprattutto per i bambini, molto più sensibili agli effetti della radioattività. Così il sindaco Shoji Nishida ha deciso ieri di investire più di duecentomila euro per dotare ogni bambino degli asili, delle elementari e delle scuole medie di un dosimetro per misurare la radioattività. Sign of the times.
Ufficiale: Croazia in Europa nel 2013
Il presidente Barroso ha annunciato stamattina che la Commissione ha proposto al Consiglio Europeo la chiusura dei quattro capitoli di negoziazione ancora aperti per l'ingresso della Croazia nell'Uninoe Europea. I leader dei 27 paesi UE dovrebbero ratificare l'ingresso della Croazia nel prossimo Consiglio Europeo del 23 giugno, fissando la data di ingresso al 1 luglio 2013. La Croazia aveva aperto i negoziati con Bruxelles nel 2005.
L'ingresso della Croazia, che diventa il 28° paese dell'Unione, era tra i principali obiettivi della presidenza di turno dell'Ungheria, che terminerà alla fine del mese.
Proprio oggi il primo ministro di Zagabria Jadranka Kosor era in vista a David Cameron al numero 10 di Downing Street. La Croazia dovrà ancora negoziare con Bruxelles un trattato di adesione, che dovrà poi essere approvato con un referendum popolare e successivamente ratificato dai 27 membri UE.
L'ingresso della Croazia, che diventa il 28° paese dell'Unione, era tra i principali obiettivi della presidenza di turno dell'Ungheria, che terminerà alla fine del mese.
Proprio oggi il primo ministro di Zagabria Jadranka Kosor era in vista a David Cameron al numero 10 di Downing Street. La Croazia dovrà ancora negoziare con Bruxelles un trattato di adesione, che dovrà poi essere approvato con un referendum popolare e successivamente ratificato dai 27 membri UE.
La ministra annoiata
La ministra invisibile dell'ambiente Stefania Prestigiacomo deve proprio annoiarsi molto nel palazzone di via Cristoforo Colombo. Costretta ad occuparsi di questioni come lo sviluppo sostenibile, la green economy, i cambiamenti climatici, le aree protette, i rifiuti, le bonifiche. Tutte pizze per Presty, anche se i governi di Francia, Germania e Inghilterra hanno messo proprio questi temi al centro dei programmi di sviluppo, con risultati già notevoli.
Così già da qualche tempo la ministra annoiata cerca diversivi. Lo ha fatto per un po' con il nucleare, diventando il primo ministro dell'ambiente atomico della storia. Ha fatto gite turistiche alle centrali francesi in costruzione e appassionate conferenze stampa a fianco dei suoi colleghi allo sviluppo, prima Scajola e poi il ministro corporate Romani. Ma adesso anche il nucleare non tira più, anzi è diventato un boomerang. Il governo per paura ha sospeso tutto e magari lunedì il referendum lo cancellerà per sempre.
Che fare? Il premier ha subito trovato un diversivo per Presty e ieri la ha nominata coordinatrice per l'emergenza immigrazione a Lampedusa. Cosa c'entrano gli immigrati di Lampedusa con l'ambiente? Niente, ma la ministra invisibile sembra entusiasta, tanto da avere subito pubblicato un comunicato euforico sulla homepage del ministero.
L'ambiente può attendere anche perché - detto tra noi - Presty non ci ha mai capito molto.
Così già da qualche tempo la ministra annoiata cerca diversivi. Lo ha fatto per un po' con il nucleare, diventando il primo ministro dell'ambiente atomico della storia. Ha fatto gite turistiche alle centrali francesi in costruzione e appassionate conferenze stampa a fianco dei suoi colleghi allo sviluppo, prima Scajola e poi il ministro corporate Romani. Ma adesso anche il nucleare non tira più, anzi è diventato un boomerang. Il governo per paura ha sospeso tutto e magari lunedì il referendum lo cancellerà per sempre.
Che fare? Il premier ha subito trovato un diversivo per Presty e ieri la ha nominata coordinatrice per l'emergenza immigrazione a Lampedusa. Cosa c'entrano gli immigrati di Lampedusa con l'ambiente? Niente, ma la ministra invisibile sembra entusiasta, tanto da avere subito pubblicato un comunicato euforico sulla homepage del ministero.
L'ambiente può attendere anche perché - detto tra noi - Presty non ci ha mai capito molto.
Iscriviti a:
Post (Atom)